Isola di Cuba: bella e impossibile

Il primo uomo ad aver utilizzato l’espressione “bella e impossibile”, probabilmente stava approdando a Cuba. Nessun altro posto al mondo risponde in maniera così perfetta a questa definizione. Cuba, come una bella donna, si mostra al viaggiatore in tutto il suo splendore. Bella quanto complicata. Meravigliosa quanto irraggiungibile.

Colombo avvistò Cuba il 27 ottobre 1492 e la definì “la terra più avvenente che occhi umani abbiano mai visto”. L’architettura spagnola de La Habana Vieja, simbolo della cultura caraibica con le sue auto anni Cinquanta, ha uno stile unico e irripetibile. Al lato opposto dell’isola, la città di Santiago custodisce i palazzi e i musei più antichi di Cuba.

Habana Vecchia isola di cuba

A Trinidad trionfano le chiese barocche. Da queste parti l’appagamento dei sensi è completo grazie ad ambienti naturali tra i piu’ incontaminati al mondo. A Cuba vivono circa 11 milioni di persone. È la più grande isola dei Caraibi e quella meno commercializzata, oltre a essere una delle ultime roccaforti mondiali del comunismo. E qui cominciano le contraddizioni. Sì, perché Cuba è una sorta di paradiso terrestre per i turisti che vivono qui qualche settimana: l’isolamento politico ha impedito che l’isola fosse contaminata dal fenomeno del turismo di massa e la popolazione locale accoglie con straordinaria cordialità i visitatori. L’embargo statunitense ha contribuito a tenere lontane da Cuba le navi da crociera che intasano gli altri porti dei Caraibi. Verrebbe da dire: godetevi Cuba e trasferitevi nella Isla il prima possibile, perché questo è un paradiso unico al mondo.

Cuba politica isola di cuba

E invece no. Cuba è anche l’esatto contrario. Il regime di Fidel Castro ha dimostrato di essere estremamente duro coi propri oppositori. La proprietà privata praticamente non esiste, l’apertura di qualsiasi attività e commercio è un vero e proprio azzardo.

La popolazione vive nella povertà più assoluta. E se state pensando di trasferirvi a Cuba, preparatevi a vivere esattamente come la popolazione locale.

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Valentina, bergamasca, ha una vita legata a doppio filo con Cuba: un ex marito cubano, un lavoro a l’Havana, un amore viscerale per quest’isola tropicale: “E’ difficile spiegare cosa rappresenta Cuba per chi ci ha vissuto. In Italia non esiste niente di simile. Ho visto l’Isola per la prima volta vent’anni fa. Ogni tanto ci tornavo, cercando di rimanere il più possibile. Mi sentivo a casa. A Cuba mi sono innamorata e sposata.

Valentina isola di cuba

L’odore di Cuba è unico, indescrivibile. Lo senti appena si apre il portellone dell’aereo. E’ un misto di umidità, calore, odore di riso bruciato.

E’ un posto che ti apre il cuore, un luogo pieno di dignità e contraddizioni. Il popolo cubano è estremamente fiero e dignitoso. Un esempio? Non hanno i soldi per comprarsi nulla, ma il cemento che fa da pavimento in quasi tutte le case è sempre lucido. Il profumo delle case arriva perfino dalle abitazioni in cui si allevano polli. Per lavarsi devono uscire di casa, ma non manca mai deodorante e sapone, tutti hanno un senso dell’igiene profondo. Non si può dire la stessa cosa delle nostre grandi città. Avete mai provato a prendere un mezzo pubblico alle due di pomeriggio?”.

Vivere a Cuba isola di cuba

Valentina spiega nei dettagli cosa vuol dire vivere a Cuba: trasferirsi qui è un’impresa quasi impossibile anche per lei nonostante il legame coniugale: “Lo stipendio che prendevo a Cuba era di sette/dieci euro al mese. Lo stipendio medio nell’isola è di dieci/dodici euro al mese. Il dollaro non viene usato. Non c’è la possibilità di farsi inviare soldi dall’Italia con i circuiti Visa, Mastercard, e qualsiasi altro circuito o banca che ha rapporti con gli Stati Uniti. I trasferimenti di denaro sono quindi difficilissimi. Lo Stato ti mantiene con la libreta”.

La libreta è una tessera che lo Stato passa ad ogni cubano per l’acquisto dei beni di prima necessità. Ma la libreta da sola non è sufficiente a mantenersi, anche se il costo della vita in moneta nazionale è molto basso (beni alimentari a pochi centesimi di euro, case dello stato a un euro al mese, sanità e istruzione totalmente gratuite). Avere un computer o una macchina è quasi impossibile.

La libreta cubana isola di cuba

La libreta cubana

“Ma basta un dato, in ogni caso, a spiegare perché è praticamente impossibile vivere a Cuba da cubano”, spiega Valentina. “Per noi europei è impossibile bere l’acqua che bevono i cubani, che viene bollita per combattere i germi. Il nostro stomaco non ha anticorpi sufficienti e quindi siamo costretti a comprare l’acqua minerale. Ma l’acqua minerale costa 1 euro, visto che viene bevuta solo dai turisti! E certamente non viene passata tramite la Libreta. Vivere da cubano, perciò, per noi europei significa sopravvivere con la moneta locale per non oltre una settimana”.

Sì, perché Cuba possiede una doppia moneta. Che corrisponde a un doppio mercato. Tutto ciò che è legato al turismo va pagato in cuc, pesos cubani convertibili, che sono stati equiparati al dollaro. Gli abitanti vivono invece con la moneda nacional. Quindi, se volete comparare ad esempio un panino, i prezzi sono due: l’equivalente di trenta centesimi di euro in moneta nacional, l’equivalente di due euro in pesos cubani convertibili. Taxi, ristoranti, hotel, escursioni e affitti vengono pagati in cuc, cioè più o meno il prezzo che dovreste pagare in Italia.

Ancora: ”Se sei cubano e mangi carne bovina o aragosta, puoi andare in carcere, perché la proprietà di questi alimenti preziosi è dello Stato. La carne e il latte vanno comprati nel mercato nero”, chiarisce Valentina. “Tutte le imprese sono dello Stato. Anche la tua casa, la tua macchina. Non esiste il concetto del “tuo”, Cuba è l’unico vero paese comunista rimasto al mondo. Ci sono delle eccezioni, certo, ma le persone che godono del lusso della proprietà privata sono pochissime e sono tutte dell’entourage di Fidel”.

Fidel Castro isola di cuba

Fino a qualche anno fa internet era proibito nella Isla e la maggior parte della popolazione ancora non lo usa.

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E gli italiani? “ Ci sono gli italiani a Cuba, ma sono pochissimi. Bisogna prendere accordi col governo per avviare un’attività imprenditoriale. Ci vogliono molti soldi ed è rischiosissimo: se a Cuba salta il governo, tutte le posizioni acquisite potrebbero saltare. Gli italiani preferiscono andare in Repubblica Dominicana, lì c’è la proprietà privata.…

Natura a Cuba isola di cuba

Le regole per risiedere a Cuba cambiano continuamente. Generalmente è molto difficile stare più di tre mesi, bisogna uscire dal Paese almeno per un giorno e andare e tornare dal Messico costa più di duecento euro. Per avere la residenza temporale e poter godere di un visto annuale, bisogna dimostrare di avere un lavoro o un’attività imprenditoriale. Ma per fare questo bisogna sottoporre alle autorità cubane un progetto imprenditoriale con competenze specifiche e consistenti capitali.

Tuttavia ci sono dei segni inequivocabili che lasciano intravedere una vicina svolta liberale. Nel settembre 1996 l’amministrazione Castro ha concesso alle società straniere di acquisire e gestire imprese commerciali e tenute agricole.
Alla fiera dell’Havana, svoltasi alla fine del settembre 2002, hanno partecipato trecento aziende americane del settore agroalimentare che hanno dimostrato di ritenere l’embargo di fatto superato. Attualmente Cuba importa dagli USA il 16% del fabbisogno alimentare ma l’obiettivo è arrivare al 60%, grazie a occasioni come questa recente fiera, organizzata in collaborazione con il dipartimento del tesoro e del commercio dell’amministrazione statunitense.

Italiani che vivono a Cuba isola di cuba

Il 18 febbraio 2008 Fidel Castro ha rinunciato alle cariche di Presidente del Consiglio di Stato e Comandante in capo, affidando il governo al fratello Raúl; Fidel continua tuttavia a ricoprire la carica di Segretario del Partito Comunista Cubano.

Cambiamenti epocali per l’isola sono in vista, anche grazie alla nuova politica estera di Barack Obama. E’ probabile che si aprano presto grandi occasioni di investimenti, di guadagni e di vita qualitativamente alta. Questo naturalmente a scapito del carattere unico dell’isola, del suo turismo ancora non invadente, del suo essere – ancora non per molto – l’Isola della Rivoluzione.

A cura di Leandro Diana