Come scegliere l’imbuto adatto al compito che devi svolgere

Pur essendo uno strumento semplice e, diciamolo, spesso sottovalutato, l’imbuto viene usato all’ordine del giorno sia nei laboratori, sia nei contesti industriali per trasferire liquidi (e non solo) da un contenitore all’altro, oppure per filtrare o separare le sostanze.

Esistono diversi modelli di imbuto che, a seconda delle dimensioni e delle caratteristiche, vengono impiegati per svolgere compiti differenti. Nell’articolo di oggi scoprirai quali sono gli aspetti a cui fare attenzione per scegliere quello più adatto al compito che devi svolgere o alle sostanze con cui ti trovi a lavorare.

Iniziamo subito!

Come scegliere l’imbuto adatto al compito che devi svolgere

Struttura dell’imbuto e varietà

Strutturalmente, possiamo affermare che l’imbuto è costituito da una parte superiore a forma di cono dal diametro variabile e una parte inferiore: un tubo cilindrico che prende il nome di “gambo”, anch’esso con lunghezza e diametro variabili.

In realtà, un imbuto industriale o da laboratorio può avere anche forme e dimensioni diverse a seconda del compito per cui è stato progettato. Ad esempio, gli imbuti separatori sono attrezzi complessi che vengono usati in laboratorio per separare i liquidi immiscibili, cioè soluzioni di diversa densità.

Allo stesso modo, l’imbuto Büchner (chiamato anche “filtro”) è dotato, appunto, di un filtro che serve non solo per trasferire una soluzione da un contenitore all’altro, ma anche per ripulirla dai sedimenti che si creano durante la sua creazione sul becco Bunsen.

Per quanto riguarda gli imbuti “classici”, possono essere usati in due modi diversi a seconda della forma della loro parte inferiore. Spesso, gli imbuti trasparenti di vetro usati nei laboratori di biologia, chimica e medicina terminano con un gambo appuntito che permette all’operatore di appoggiarli sul fondo del contenitore senza ostruire l’uscita del liquido.

Al contrario, gli imbuti industriali di grandi dimensioni hanno un gambo piatto all’estremità. Ciò significa che l’imbuto non può appoggiare sul fondo del contenitore, bensì deve essere tenuto sospeso da un sostegno, oppure da un collaboratore, come succede nell’industria dolciaria per la preparazione del cioccolato.

imbuto

Come sceglierne uno

Quando si sceglie un imbuto industriale o da laboratorio, è importante tenere conto di cinque caratteristiche principali sia dello strumento, sia della sostanza per cui questo verrà utilizzato:

  • la velocità con cui il fluido passa attraverso lo strumento;
  • il livello di riempimento;
  • la pressione dell’aria;
  • la viscosità della sostanza;
  • la resistenza al calore.

La velocità dipende dall’altezza e dal diametro dell’imbuto. Per travasare o versare grandi volumi di soluzioni chimiche e reagenti, vale la pena scegliere un imbuto con un gambo largo; al contrario, per lavori di precisione, meglio usare piccoli imbuti dal gambo sottile.

Ogni imbuto ha il suo livello di riempimento indicato con una tacchetta sul cono. Come regola, il contenitore in cui vengono versati i liquidi dovrebbe avere un volume maggiore del 60-80% rispetto a quello dell’imbuto stesso. Ciò permette di riempire l’imbuto fino a dove è consentito dalla tacca senza preoccuparsi che possano verificarsi trabocchi o versamenti.

Bisogna ricordare che, quando l’imbuto viene inserito saldamente nel collo del contenitore, l’aria in uscita inizierà a sollevarlo ed espellerlo ed è quindi importante modulare la velocità con cui le sostanze vengono versate e passano attraverso lo strumento.

La viscosità della sostanza è un parametro molto importante, soprattutto per i grandi imbuti che vengono usati a livello industriale. È importante sapere che con un aumento della viscosità e con una piccola sezione trasversale della parte stretta dell’imbuto, la sostanza potrebbe smettere di fluire o la velocità del processo diminuire in modo significativo.

Infine, la resistenza al calore dipende dal materiale in cui è realizzato l’imbuto. Per i laboratori, spesso vengono scelti materiali caratterizzati da una maggiore resistenza al calore, come la ceramica, la porcellana, oppure il vetro debitamente trattato. Gli imbuti industriali, invece, sono spesso di gomma o altri materiali plastici perché devono poter resistere a urti e carichi senza rompersi.