Francesco si racconta da New York City
Di Nicole Cascione
Il semplice bisogno di avere un lavoro stabile e dignitosamente retribuito per costruire un futuro. Questa la motivazione che ha portato Francesco ad abbandonare l’Italia cinque anni fa. Nonostante il tanto studio portato avanti e l’accettazione di qualunque lavoro gli si presentasse, Francesco a 30 anni viveva ancora alla giornata a casa dei suoi genitori, senza nessuna prospettiva di miglioramento: “Solo tante preoccupazioni e perplessità, unite a false promesse durante le campagne elettorali”. Da sempre attratto da alcuni paesi esteri, Francesco mai avrebbe immaginato di dover lasciare la sua cittadina e i suoi affetti per un viaggio che l’ha portato dapprima in Portogallo e poi negli States.
Francesco, la tua prima tappa è stata il Portogallo, dove ci sei rimasto per circa tre anni. Di cosa ti occupavi? Ma soprattutto, sei partito già con un’offerta di lavoro che ti aspettava o hai trovato un’occupazione una volta giunto sul posto?
Ad un certo punto, cercando online e parlando con amici di vecchia data che stavano vivendo esperienze all’estero, venne fuori una buona offerta di lavoro dal Portogallo, precisamente a Lisbona. Contestualmente ero vicino anche ad accettare un’offerta simile in Grecia. Si trattava di una grossa multinazionale che opera nel campo del customer service e che offriva un salario discreto, una sistemazione per vivere ed altri benefit che sembravano niente male. Considerata la realtà che stavamo vivendo a casa, io e la mia ex compagna decidemmo di fare questo passo insieme, felici da un lato ma tristi da un altro. Probabilmente con le stesse condizioni in Italia, non ce ne saremmo mai andati, ma nessuno ce le ha mai offerte.
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Com’era la tua vita in Portogallo?
Sai, all’inizio, come in tutte le cose, sembrava grandiosa seppur con le difficoltà iniziali dell’ambientamento in uno nuovo Paese. Ci vogliono un paio di mesi per realizzare cosa hai intorno e man mano cominci a cogliere le differenze. Dalla location di lavoro, alle persone, cibo, clima, costo della vita relativamente economico sembrava tutto perfetto e credo lo sia stato per un anno e poco più. Il lavoro andava bene, ho ricevuto anche un piccolo avanzamento di carriera, ma cominciavo a sentire che nonostante tutto, quello non era il mio posto. Credo che questa sensazione sia in parte responsabile di tutta una serie di eventi che si sono susseguiti e che mi hanno portato successivamente a lasciare il Portogallo. Il Portogallo è stata la mia prima esperienza di vita a lungo termine fuori dall’Italia, ad un certo punto ho anche pensato di rimanerci per sempre e di poter costruire finalmente una famiglia, ho incontrato persone eccezionali ed altre di cui avrei fatto volentieri a meno. Sicuramente porterò questa esperienza per sempre dentro di me come qualcosa di bello.
Perchè successivamente, ti sei trasferito negli States?
Ci sono stati diversi eventi negativi che hanno portato anche alla lenta rottura della relazione con la mia ex compagna con cui stavo da più di 10 anni. Non ero più felice in Portogallo e ho cominciato a maturare la scelta di andare negli Stati Uniti, dove ero già stato più volte seppur per brevi periodi. Ho realizzato che, per come stavano andando le cose, quello era il solo Paese dove volevo provare ad iniziare di nuovo al di fuori dall’Italia. Non è stata una scelta facile, una parte di me è rimasta lì e non tornerà più. Così hai iniziato la tua nuova vita negli Stati Uniti.
Di cosa ti occupi e come sei riuscito a trovare l’attuale lavoro?
Appena arrivato, ho cominciato a frequentare un college per migliorare il livello di lingua inglese, successivamente un mio caro e vecchio amico d’infanzia che mi ha ospitato appena arrivato, mi ha presentato alla compagnia di ristoranti dove lui era manager. Ho cominciato come Runner food per poi diventare cameriere ed organizzatore di eventi di catering negli uffici di Manhattan.
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America per tutti o per pochi?
Penso che l’America sia il posto giusto per chi ha voglia di lavorare ed è ancora terra di opportunità, anche se mi è capitato di sentire molti italiani parlare con meno entusiasmo degli Stati Uniti rispetto ad un tempo. Ci sono molte contraddizioni, a volte sembra non ci siano le stesse possibilità per tutti, ma le possibilità sono fuori che ti aspettano e vanno cercate e prese, nessuno te le porta a casa. Anche avere un visto di lavoro o una carta verde è molto complicato. Lo stile di vita è molto diverso da quello italiano o portoghese, è molto piu caotico, devi correre sempre. Siamo nella patria del capitalismo dopotutto! Io sono venuto con l’idea di America con la quale io e molti altri miei coetanei siamo cresciuti, quel mix di cultura pop e valori che l’America stessa ha venduto cosi bene negli ultimi 100 anni: il cosidetto sogno americano fatto di opportunità per tutti, coraggio, lavoro e determinazione e anche lunghe highways, hamburger, grattacieli, film e rock n roll! Tutto ciò ha sempre avuto un forte richiamo dentro di me sin da piccolo, un fascino che mi ha accompagnato tutta la vita. Se sia per tutti o per pochi, dipende da quanto la si vuole in cuor proprio immagino. Io sentivo di volerla.
Sicuramente avrai affrontato delle difficoltà come la ricerca di un lavoro, di una casa, ecc. Raccontaci qualcosa:
Per quel che riguarda il lavoro sono stato agevolato dalla presenza e dal supporto del mio amico, altrimenti non è proprio semplicissimo trovare subito un lavoro o qualcuno che ti faccia da sponsor, poi man mano ovviamente inizi a conoscere persone e ti si aprono nuove possibilità. Sono del parere che bisognerebbe solo mostrare la giusta propensione e umiltà al lavoro e le difficoltà saranno sicuramente meno. La casa. Quello puo essere un problema! E’ una lunga ricerca e devi essere fortunato. Io in 2 anni ho cambiato 3 case. Fare traslochi è molto frustrante nonostante non abbia così tante cose. Ci sono vari siti online e inizi a contattare le persone, poi scopri che la maggior parte dei “landlord” vogliono solo ragazze o ti chiedono due mesi di caparra e devi essere fortunato nel trovare i coinquilini giusti. Trovare casa non è facile e i prezzi sono molto alti, per una stanza decente si va da 800 a 1000$ al mese. Anche la lingua può essere un problema, nonostante io me la cavi con l’inglese, il modo di parlare degli Americani è molto diverso. Credo che come in tutte le cose bisogna essere motivati per affrontare queste difficoltà ed avere pazienza, molti mi dicevano che all’inizio non è facile. Avevano ragione!
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Quali sono i pro e i contro del vivere negli Stati Uniti?
Si vive e si guadagna bene, qualsiasi lavoro intraprendi, ma si lavora molto, molto più che da noi, ma a fine giornata vedi i frutti di ciò che hai seminato. Questa sensazione purtroppo in Italia mi è capitata raramente. Ma bisogna anche dire che il costo della vita è molto elevato, credo comunque che sia rapportato con quel che si guadagna.
Ti manca qualcosa dell’Italia? La tua è una scelta permanente o pensi di rientrare a “casa” prima o poi?
Mi mancano molte cose dell’Italia, i miei genitori specialmente a cui devo tutto, gli amici di sempre e tante piccole cose ed emozioni che puoi trovare solo nel posto dove sei nato e cresciuto. Ciononostante, ho deciso di rimanere qui negli Stati Uniti in modo permanente, in un certo senso mi sento a “casa” grazie alle nuove esperienze che sto vivendo e al supporto e affetto di persone su cui so di poter contare. In Italia conto di trascorrerci un mese all’anno quando possibile, penso sia abbastanza per godermi tutti gli aspetti positivi. Ad un certo punto durante l’anno avverti dentro di te che devi tornare. E probabilmente un giorno tornerò….
Uno sguardo al passato ed uno al presente: chi era Francesco 5 anni fa e come e in cosa è cambiato allo stato attuale?
Cinque anni fa credevo che sarei rimasto per sempre nel mio Paese. Non avrei mai immaginato di vivere a New York City, passando dal Portogallo. Cambiano gli scenari, cambiano le persone, ho imparato che tutto questo porta sempre grandi insegnamenti interiori che spero di poter condividere. Penso di essere rimasto sempre lo stesso dopotutto, con le mie stesse idee e convinzioni, sicuramente arricchite durante un percorso a volte in salita, a volte in discesa che ha come principale obiettivo la realizzazione dei propri sogni.