Walter: le soddisfazioni della mia vita a Francoforte

A cura di Maricla Pannocchia

Da sempre appassionato di musica e canto, Walter ha partecipato ai provini per alcuni degli spettacoli più famosi d’Italia, “ne superavo sempre 4 o 5, ma poi venivo bloccato in fondo” e, una volta resosi conto che non sarebbe riuscito a trasformare il suo sogno in una professione, l’uomo ha ripiegato su un’altra sua grande passione e ha cercato un dottorato di ricerca all’estero che lo ha portato a Francoforte, in Germania, a lavorare nel settore dell’oncologia. “Purtroppo, come capita a molti, ho perso delle persone care per via del cancro,” racconta Walter, “quindi lavorare alla ricerca per sconfiggerlo era la spinta di cui avevo bisogno.”

Trasferirsi all’estero non è sempre facile, specialmente in una città grigia e dove manca il lungomare, e la nostalgia di casa si fa sentire, “all’inizio, per non arrendermi, mi davo delle date entro le quali sarei tornato in Italia, così stringevo i denti.” Walter ha anche creato, insieme a degli amici, un’app “SiWeGo” che funziona come Uber per le merci. Adesso l’uomo vive a Francoforte con la moglie Alina e adora la città ma… “chissà che presto non mi trasferisca! Ogni tanto, sento il bisogno di rifare le valigie.”

Walter Tinganelli

Ciao Walter, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Walter Tinganelli, ho 44 anni e sono napoletano.

Vivo a Francoforte ma lavoro a Darmstadt.

Ho tante passioni e molti hobbies. Sono appassionato di astronomia, adoro la storia e la musica. Sono anche appassionato di aeronautica e astronautica. In passato sono stato un AUPC, Allievo Ufficiale Pilota di Complemento dell’Aeronautica Militare. Il mio sogno, infatti, era diventare astronauta e volevo arrivarci in un primo momento tramite il volo militare. In un primo momento…

Per una serie di motivi, però, ho deciso di congedarmi e di dedicarmi ad altro. Per anni ho provato a lavorare nello spettacolo. Volevo cantare nei musicals. Ho partecipato ai provini di spettacoli come Notre Dame de Paris, Il conte di Montecristo, La Divina Commedia, Pia de Tolomei… ogni volta superavo tutti i provini (anche 4 o 5) ma mi bloccavo sempre all’ultimo. Ho comunque lavorato come semiprofessionista cantando in diversi spettacoli ed esibendomi in diversi, e anche prestigiosi, teatri napoletani, ma non solo.

La passione per la musica e il canto la porto sempre con me, nei miei spostamenti. Oggi canto in diverse cover bands. Adesso a Francoforte ne ho due: i “The Southern Skies” e i “The FlatCaps”.

Come riassumeresti il percorso che ti ha portato dall’Italia a Francoforte?

Credo sia un po’ il percorso di tutti. Ero laureato in biotecnologie all’Università di Napoli Federico II, ma non riuscivo a trovare un lavoro che mi soddisfacesse, anche se comunque, devo ammettere, ero riuscito a trovare qualcosa. La Germania non era nei miei programmi, poi però ho avuto la fortuna di trovare un dottorato di ricerca e mi sono trasferito per inseguire i miei sogni.

Come mai hai deciso di lasciare l’Italia?

Quando ho capito che non potevo lavorare nella musica, e quando mi sono reso conto che il lavoro, in Italia, nel settore in cui mi ero laureato, era molto difficile da trovare, ho iniziato a cercare dei dottorati di ricerca all’estero. Ne trovai diversi. Uno in Irlanda, uno in Portogallo e uno in Germania. Quello in Germania mi avrebbe dato la possibilità di lavorare nel settore dell’oncologia. Come succede a molti, purtroppo, anche io avevo perso delle persone importanti a causa del cancro. Impiegare il mio tempo per trovare una cura per il cancro, era la spinta giusta di cui avevo bisogno per fare il grande passo. Ho lasciato l’Italia e sono partito alla volta della Germania.

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Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Partire non è mai facile. La separazione è dura… lo è ogni volta che torno a casa a trovare i miei.

Amici e familiari erano contenti per l’esperienza che sarei andato a fare, ma anche spaesati e forse un po’ spaventati. Tutti però si aspettavano il mio ritorno di lì a breve… quindi il dolore del distacco era attenuato in qualche modo dalla sicurezza di un ritorno nel “breve” periodo (un dottorato di ricerca dura almeno tre anni). Correva l’anno 2009.

Prima della partenza, hai mai pensato “sto facendo una cavolata”?

Lo penso ancora, ma adesso con una consapevolezza diversa. Talvolta penso che sia una cavolata sacrificare i propri affetti e la propria famiglia per un lavoro migliore. Che senso ha crearsi una vita se essa ti porta lontano da tutto ciò per cui vale la pena lottare?

Sono pensieri che chi vive all’estero ha avuto tante volte, ne sono sicuro.

Ma partire significa anche conoscere nuove culture, crescere lavorativamente, ma soprattutto umanamente. Partire significa diventare una persona nuova, reinventarsi, ri-plasmarsi.

La Germania è stata il primo passo… quello più difficile. Fatto quello, è stata tutta una discesa. Sono rimasto tre anni e sono diventato dottore di ricerca in biologia, ma una settimana dopo aver concluso il mio dottorato sono partito alla volta di Tokyo, Giappone.

Era il 2012, un anno dopo il disastro di Fukushima, ed io sarei andato a lavorare al National Institute of Radiological Sciences (NIRS), il centro di radiobiologia che si era occupato dei primi studi del disastro nucleare avvenuto a seguito del tremendo tsunami che purtroppo aveva fatto tanti morti in Giappone.

Il Giappone è stata un’esperienza meravigliosa. È stato come trasferirsi su un altro pianeta. Immergersi in una cultura talmente tanto diversa dalla nostra, mi ha reso una persona, a mio avviso, molto migliore, e mi ha fatto perdere tanto peso… il Giappone fa dimagrire!

Sono rimasto lì per 2 anni prima di tornare per altri 2 anni in Germania e per andare poi in Trentino, dove sono rimasto per 3 anni. A Trento ho rincontrato un mio amico di Accademia. Con lui e altri amici ho fondato SiWeGO, un’applicazione che oggi è considerata la Blablacar o la Uber delle merci: www.siwego.com.

Il periodo a Trento mi ha anche dato la possibilità d’incontrare una persona speciale, Alina.

Nel 2019 sono tornato di nuovo in Germania, con Alina, e, dopo 6 anni di convivenza, a dicembre del 2022 ci siamo sposati.

Ho vissuto in tantissimi appartamenti in questi anni. Ho cambiato città, nazioni, continenti… da quando c’è Alina posso dire di avere nuovamente una ‘Casa lontano da Casa’.

Come una piccola tartaruga in un mondo immenso, adesso nei miei viaggi porto la mia Casa con me. Non sono più solo.

Alina ed io viviamo insieme a Francoforte.

Walter Tinganelli

Ricordi i tuoi primi giorni a Francoforte?

Neve, freddo… in quella settimana si arrivò a meno 20… mi ricordo che pensavo spesso di mollare e tornare in Italia. Sono andato avanti perché volevo essere più forte delle mie paure e volevo dimostrare a me stesso che potevo farcela. Per superare i primi momenti, mi fissavo delle date in cui sarei tornato a casa. Erano come delle ancore di salvezza… Questo mi ha aiutato tanto ad andare avanti.

Di cosa ti occupi?

Oggi sono a capo di un gruppo di ricerca. Mi occupo di radiobiologia. Nel mio gruppo facciamo ricerca per la cura del cancro ma anche per proteggere gli astronauti dalle pericolose radiazioni spaziali. Faccio inoltre parte del Life Sciences Working Group, un gruppo di consulenti esterni dell’Agenzia Spaziale Europea.

Tra i tanti progetti che seguo, ce n’è uno che mi sta permettendo di rilasciare diverse interviste. Ho anche partecipato ad un documentario di Bloomberg: https://www.youtube.com/watch?v=FoRb7Z7oSSw&t=505s.

Il progetto è sull’ibernazione sintetica, l’ibernazione non è nient’altro che il letargo.

Con il mio gruppo e in collaborazione con ricercatori delle Università di Bologna e Gunma in Giappone, siamo riusciti a ricreare una ibernazione sintetica in animali che normalmente non sarebbero in grado d’ibernare. Abbiamo scoperto che questo meccanismo fisiologico, rende l’animale molto più radioresistente. L’ibernazione adesso è studiata dalle varie agenzie spaziali come possibile mezzo per mandare gli astronauti nello spazio. È infatti vantaggiosa per diversi motivi… ma non voglio tediarvi adesso.

Al di là del mio lavoro e della musica, come scritto più su, qualche anno fa con amici bergamaschi e bresciani, ho fondato un’applicazione, scaricabile sui vostri telefoni anche adesso che state leggendo, www.siwego.com.

L’idea è venuta al mio caro amico bresciano, Marcello Favalli, che ho conosciuto durante il periodo in Accademia Aeronautica a Pozzuoli.

SiWeGO è una sorta di Blablacaro e Uber delle merci. Se volete saperne di più, visitate il nostro sito web.

Come descriveresti la tua vita quotidiana?

Casa-lavoro-casa? Troppo riduttivo. In settimana, oltre al lavoro, spesso sono alle prove con i miei gruppi o a suonare in giro per i locali. Adoro inoltre guardare la TV con mia moglie, giocare a giochi di società, viaggiare – quando possiamo – e leggere tantissimo. Mi piace molto leggere divulgazione scientifica, ma adoro anche la storia e la fantascienza.

Cosa ami particolarmente di questa città?

Il respiro internazionale. Non ne potrei fare più a meno. Mi piace mangiare cibo diverso ogni volta, mi piace trovarmi a parlare con gente di tutto il mondo, conoscere culture diverse… per me questo aspetto è fondamentale.

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C’è qualche aspetto che, invece, non riesci a capire o a sopportare?

Forse sarà un cliché per l’italiano che vive all’estero, ma non sopporto il cielo grigio e l’assenza di un lungomare. Talvolta anche alcuni atteggiamenti troppo rigidi… io sono per il “vivi e lascia vivere” o per “la mia libertà finisce dove comincia la tua.”

Onestamente mi manca molto anche la chiacchierata con lo sconosciuto, con il barista sotto casa, e i sorrisi stampati sul viso di molti.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Bene, ma, ripeto, ci sono delle differenze culturali e di stile di vita che talvolta, soprattutto nei momenti in cui ti manca tanto casa, diventano pesanti.

Come valuteresti il rapporto costo/qualità della vita?

Sono molto soddisfatto. Gli stipendi sono buoni e il costo della vita non è alto. Quello che effettivamente è impossibile comprare qui a Francoforte, sono le case… in quel caso i prezzi sono definitivamente proibitivi… parliamo di 7.000-10.000 euro a metro quadrato circa.

Come funziona la sanità?

Bene, ma per sentito dire. Per fortuna non ne ho mai davvero avuto bisogno.

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

Sì, è pieno d’italiani qui. Passeggiando per strada, puoi sentire ogni 200 metri qualcuno che parla italiano. Ho anche tanti amici italiani.

Cos’hai imparato, finora, vivendo a Francoforte?

Sicuramente ho imparato che nella vita è bene fare affidamento solo sulle proprie forze e su quelle della persona che ti sta accanto.

Ho imparato che forse tutta la paura che abbiamo noi del partire, dell’andare, dell’età che con il tempo può rendere più difficile trovare un lavoro, è solo un retaggio che ci portiamo dietro dall’Italia. All’estero, nel Nord Europa in generale, le cose funzionano diversamente…

Che luoghi suggeriresti a chi vuole visitare la città?

Francoforte è piena di musei interessanti. Nelle giornate fredde e piovose sicuramente i musei.

Altrimenti, in giornate di sole, il lungofiume, Palmengarten, una passeggiata per il centro storico, Roemerplatz, l’antico centro di Francoforte, e una passeggiata sullo Zeil, per vedere il centro nuovo di Francoforte.

Poi sicuramente una passeggiata sulla Oederweg, sulla Bergerstrasse, Leipzigestrasse e un giro nella zona vecchia di Sachsenausen.

Bellissima l’Opera vecchia di Francoforte. Francoforte inoltre è piena di parchi, vale la pena visitarli.

Che consigli daresti a chi, invece, vorrebbe trasferirsi lì?

Fallo! Se hai voglia di farlo, fallo. Vivere all’estero ti arricchisce tanto. L’esperienza di trovarti da solo in un posto nuovo è spaventosa e bellissima. Dopo il viaggio, non sarai più lo stesso.

Progetti futuri?

Viaggiare di più e… trasferirsi? Chissà, per ora mi trovo bene qui, ma mi piace molto l’idea di spostarmi, di tanto in tanto.

Per seguire e contattare Walter:

SiWeGO: https://www.siwego.com

LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/walter-tinganelli/

Facebook:https://www.facebook.com/walterego78

Walter Tinganelli