La storia di Valentina, dalla Spagna all’Argentina

Valentina, 25 anni, vengo da un piccolo paesino della provincia di Ferrara. Al liceo linguistico, ovvero circa a 14 anni, ho iniziato a studiare la lingua spagnola e ho capito che sarebbe stata la mia strada. Avrei voluto fare l’università all’estero, ma economicamente non era possibile: mi ricordo che nell’estate del 2007, quando frequentai i Cursos Internacionales dell’Universidad de Salamanca (ottenendo voti altissimi!), i miei genitori dovettero fare molti sacrifici per permettermi di partecipare a quel programma estivo.

Così decido di iscrivermi alla triennale in Lingue a Ferrara, risparmio ogni centesimo delle borse di studio, due estati a lavorare come cameriera e finalmente vinco la borsa Erasmus in Spagna: un sogno si realizza e a 21 anni vado a studiare per un anno accademico nella magica Granada. Quella è stata l’esperienza che ha fatto nascere la mia Travel Addiction.

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Mi laureo con lode, faccio per un po’ la traduttrice e capisco che neanche questa è la mia strada: il tirocinio in una casa editrice mi aveva deluso, e la collaborazione con un giornale locale non mi entusiasmava. Non capivo quale fosse la mia strada ed ero scontenta. Fino a quando, scherzando con dei conoscenti in paese, mi propongo per insegnare spagnolo in un corso per adulti all’Università del tempo libero. Mi butto senza aver mai avuto una classe da gestire in vita mia, e scopro che MI PIACE INSEGNARE! Ritrovo l’entusiasmo, mi iscrivo alla magistrale a Bologna in didattica dell’italiano per stranieri, ricordandomi di quando, al liceo, i professori chiedevano cosa volevamo diventare da grandi: io rispondevo sempre “La lettrice di italiano”.

A Bologna prendo la decisione migliore della mia vita: mi candido per il programma Overseas per andare a studiare un semestre in Sud America: quello che non vi ho ancora raccontato è che, complice un ex-fidanzato appassionato di Neruda e García Márquez, sono stata travolta dalla letteratura latino-americana, ho seguito un corso in Spagna, cominciato a divorare libri di storia del Cile, romanzi di Sepúlveda e della Allende, e ho supplicato il mio professore (Ino, il prof di spagnolo migliore del mondo!) di farmi scrivere la tesi sul realismo magico. Quindi, tra la triennale e la magistrale avevo maturato una specie di prurito: volevo andare in America Latina A TUTTI I COSTI, ma non avevo abbastanza soldi per andarci nemmeno come turista. Così ho cercato il modo per raggiungere il Cono Sur: andare a studiare là con una borsa di studio.

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Vinco il posto per l’Argentina, dove ho vissuto fino a dicembre 2014, apro un blog in cui racconto le mie avventure, trovando finalmente la mia dimensione di scrittura ideale. A Córdoba mi metto alla prova e scopro di essere FORTE. Inoltre conosco delle persone stupende e, per quel che posso, faccio qualche viaggetto (per l’Argentina, in Cile e Brasile).

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Il ritorno è stato difficile, mi sono buttata a capofitto negli studi e spero di trovare il modo di ripartire verso nuove mete, per esempio (complice Terzani!) sogno il Sud-Est Asiatico. Attualmente insegno italiano agli immigrati, spagnolo agli adulti, e mi sto formando come tutor specializzata in Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

Consigli?

  • Studiate quello che amate, che vi fa sentire vivi: in un mondo così complicato, se ci battiamo con tenacia per i nostri sogni, vedrete che prima o poi si realizzano.
  • Sfruttate le borse di studio delle università (senza di quelle io non avrei fatto nessuna esperienza all’estero!): studiare fuori dall’Italia migliora il vostro CV, vi apre la mente e vi fa diventare sempre più cittadini del mondo!
  • C’è sempre un modo per andare vicino vicino ai vostri obiettivi: cercatelo e trovatelo (Internet aiuta moltissimo): suggerisco per esempio un programma di cui usufruirò sicuramente, il Servizio Volontario Europeo, che permette di vivere all’estero a costi zero imparando tantissime cose!
  • Viaggiate da soli: si diventa più consapevoli, saggi, svegli e ci si gode ogni conquista!

Qualsiasi impresa, anche la più nobile, anche la più utile, anche la più disinteressata, suscita sempre invidie, rancori, ostilità, odio. Chi si getta nell’azione, deve preci prepararsi a combattere contro i nemici più imprevedibili e più subdoli. E se non vuol cedere all’amarezza e al cinismo, deve armarsi di una fede ardente, di un entusiasmo inestinguibile. Anche a costo di apparire, talvolta, un donchisciotte sognatore. L’entusiasmo e la fede, infatti, sono le uniche armi capaci di resistere alla delusione, al disinganno, alla derisione e al tradimento.
Francesco Alberoni, Abbiate coraggio, 1998.

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