Intervista con Pietro Mariani

A cura di Nicole Cascione

In circa dieci anni il numero degli iscritti all’AIRE nella Circoscrizione Consolare di Madrid è quasi triplicato, passando dai 30 mila nel 2006 ai 90 mila nel 2016. Ogni mese circa mille italiani si recano in Spagna alla ricerca di un’opportunità. Circa il 40% di loro, però, la abbandona dopo pochi anni. Prima della crisi economica la Spagna era meta privilegiata di tanti giovani, dal 2012 invece è aumentato il numero di uomini e donne di oltre 35 anni, anche con figli, e di pensionati INPS (che godono all’estero della pensione lorda) che scelgono il territorio iberico per l’ottimo clima e per il costo della vita inferiore rispetto all’Italia. Ne parliamo con Pietro Mariani, Presidente del Com.It.Es. Madrid.

Intervista con Pietro Mariani, presidente del Com.It.Es. Di Madrid

Presidente, quali sono le funzioni del Com.It.Es?

Istituiti con legge n. 205/1985, i Com.It.Es. – successivamente innovati dalla Legge 23 ottobre 2003, n. 286 e dal D.P.R. 29 dicembre 2003, n. 395 11(Regolamento di attuazione) – sono organismi rappresentativi della nostra collettività, eletti direttamente dagli italiani residenti all’estero in ciascuna Circoscrizione consolare dove risiedono almeno tremila connazionali.I Com.It.Es. sono composti da 12 membri o da 18 membri, a seconda che vengano eletti in Circoscrizioni Consolari con un numero minore o maggiore di 100 mila connazionali residenti. I Com.It.Es. sono “organi di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari” (art. 1, co. 2 Legge 286/2003).Pertanto, possiedono un ruolo tanto nei confronti delle collettività, di cui sono espressione, tanto dell’Autorità consolare, con la quale mantengono rapporti di collaborazione e cooperazione attraverso un “regolare flusso di informazioni”, al fine di tutelare i diritti e gli interessi dei cittadini italiani residenti.Con riguardo alle loro funzioni, i Com.It.Es. contribuiscono, inoltre, ad individuare e promuovere le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della comunità di riferimento; con particolare attenzione nei confronti delle tematiche delle pari opportunità, dell’assistenza sociale e scolastica, della formazione professionale, del settore culturale, dello sport e del tempo libero. Il Comites di Madrid attuale fu eletto nel 2015 e si compone di 12 componenti. Esiste un Comitato Esecutivo composto dal Segretario, Tesoriere, Consigliere Esecutivo e Vicepresidente. Sono state constituite 3 commissioni presiedute da consiglieri semplice per seguire e proporre iniziative culturali e sportive. Attività di autofinanziamento e Rapporti con media e presenza nelle reti sociali.

In cosa supportate gli italiani in Spagna, e nel caso specifico a Madrid?

Svolgiamo diverse attività in sostegno della comunità italiana, collaborando con le istituzioni consolari di Madrid e l’Ambasciata. Ci occupiamo di capire i flussi demografici e le loro cause. Aiutiamo le associazioni o gruppi di italiani a svolgere le loro attività e li sosteniamo favorendo i contatti tra di loro. Organizziamo eventi culturali e partecipiamo alle manifestazioni pubbliche organizzate anche da altri enti italiani per farci conoscere meglio. Ogni anno partetecipiamo per esempio all’evento Passione Italia, organizzato dalla Camera di Commercio Italiana a Madrid. Un evento che, anno dopo anno, riscuote grande successo di pubblico. Da 12 anni, il Comites di Madrid premia italiani eccellenti che si sono distinti ne loro settore con il Premio alla Italianità. L’iniziativa si pone l’obiettivo di mettere a valore lo sforzo di qui connazionali che hanno raggiunto una posizione di spicco e si sono integrati nella società spagnola, con impegno e tanto lavoro. Abbiamo un portale www.comitesspagna.info che pubblica tantissime notizie di interesse pubblico e informa sulle iniziative del comitato o di privati cittadini o associazioni. Inoltre la nostra presenza nelle reti sociali è costante e rispondiamo giornalmente a tutti coloro che ci chiedono aiuto e informazione sia via email che sulle chat a cui abbiamo accesso su FB e Linkedin. Inoltre abbiamo firmato negli ultimi due anni numerose convenzioni con aziende spagnole in differenti settori come l’assicurativo, medico, legale e commerciale e anche con una banca. Tutti questi convenzionati offrono sconti sui loro prodotti o servizi a tutti gli italiani residenti.

☆ Non perderti i nostri consigli per lavorare in Spagna

Il numero degli italiani che scelgono la Spagna come meta per un trasferimento definitivo sta aumentando. Effettivamente, cosa offre in più il territorio iberico rispetto all’Italia?

Oggi la comunità italiana residente, rispetto al decennio passato, è praticamente triplicata. Nel 2006 eravamo 30 mila iscritti AIRE nella Circoscrizione Consolare di Madrid e nel 2016 abbiamo raggiunto i 90 mila. Ogni mese circa mille italiano vengono a cercare un’opportunità in Spagna. Ma circa il 40% abbandona la Spagna dopo pochi anni. Prima della crisi economica venivano in Spagna tanti giovani. Dal 2012 invece i giovani sono diminuiti, lasciando spazio a uomini e donne di oltre 35 anni, anche con figli, e a tanti pensionati che ricercano in Spagna nuove opportunità di lavoro e la possibilità di creare aziende soprattutto nel settore turistico e della ristorazione. Negli ultimi anni tantissimi pensionati INPS (che godono all’estero della pensione lorda) hanno scelto la Spagna perchè il clima nel sud e nelle isole è migliore e i costi della vita inferiori rispetto all’Italia.

Qual è la situazione allo stato attuale?

Il Ministero dell’Interno Spagnolo e l’INE (Instituto Nacional de Estadistica) hanno da poco pubblicato i dati sulle emigrazioni e immigrazioni straniere. Siamo il terzo Paese europeo con maggiore presenza sul territorio spagnolo, dopo rumeni e inglesi, ma siamo il primo Paese in crescita della comunità europea (+8% netto annuale dal 2015 al 2016). Sono uinvece molto diminuiti gli studenti Erasmus, forse anche a causa della crisi italiana che non permette alle famiglie di contribuire con fondi propri alle scarse borse di studio concesse. Il nostro consiglio è quello di venire in Spagna con una professione e sufficienti risorse economiche per almeno sei mesi di permanenza. Studiare bene lo spagnolo e scegliere una destinazione dove la disoccupazione sia tra le piú basse in Spagna nel settore dove ci si vorrebbe inserire. Non portare da subito moglie e figli se si ha una famiglia, ma prima sistemarsi e poi farsi raggiungere se le condizioni lavorative lo permettono. Gli stipendi in generale sono uguali o piú bassi dell’Italia a parità di lavoro in qualsiasi campo. Certo le tasse sono piú basse e il costo della vita è accessibile.

Sono molti gli italiani presenti a Madrid?

A Madird a fine 2016 vivevano oltre 33 mila italiani. Ma la città con piú presenza di italiani è Barcellona che ne ha oltre 60 mila. Bisogna anche tenere conto che un 40% della popolazione italiana è di origine extracomunitaria (cioè nata fuori UE) soprattutto in America del centro e del sud. Tanti giovani italiani nati in Venezuela sono venuti in Spagna, a causa della situazione di crisi del loro Paese. Gli italo-argentini lo fecero nella prima metà degli anni 2000. Un 10% degli italiani che vive a Madrid e in Spagna è nato in questo Paese. I giovani sotto i 19 anni sono circa il 10% della popolazione e altrettanto i maggiori di 65 anni. Circa 18 mila italiani in Spagna, in base agli studi delle camere di commercio spagnole, sono autonomi, quindi piccoli imprenditori e artigiani.

Quali sono le problematiche più comuni che un nuovo arrivato si troverebbe ad affrontare?

Le problematiche che trovano tutti i nuovi arrivati sono legate alla burocrazia per ottenere il NIE e successivamente l’iscrizione al Registro dei Residenti Comunitari. Ambedue condizioni sono necessarie per ottenere un posto di lavoro regolare. La pressione demografica degli europei ha collassato negli ultimi anni gli uffici per gli stranieri della Policia Nacional che concede i NIE. Essenziale è l’iscrizione come residente per godere dell’assistenza malattie e del medico di base gratuito, nella sanità pubblica. Solo se si ha un lavoro e si pagano i contributi sociali si ottiene l’accesso ai servizi pubblici. In alcune regioni come Madrid, solo con l’iscrizione come residente in un comune, si accede alla sanità pubblica di base e gratuita, ma solo se si ha un lavoro e si pagano i contributi. Se non si ha un lavoro, la Spagna richiede la certificazione di capacità economica (oltre 5 mila euro versati in una banca e circa altri 2 mila euro per ogni componente del nucleo familiare) o prove bancarie che attestino rendite periodiche generate all’estero (come ad esempio le pensioni o un affitto), che garantiscano un sostegno per poter vivere in Spagna e non pesare sulle casse dello Stato spagnolo.