Gloria Vanni, il mio primo anno a Minorca
Un anno a Minorca. Scelgo di festeggiare questo compleanno con Voglio vivere così perché questi 12 mesi sono volati e ogni giorno è stato una riconferma che sì, io voglio vivere proprio così e qui! La mia gratitudine e la mia meraviglia sono alle stelle. Inizio dall’ieri.
Ieri è il 2016. Sono nel mio 33mo anno di vita a Milano, città che mi ha accolta come migrante. L’ho amata molto. Mi ha permesso di realizzare più sogni: essere giornalista, moglie, mamma, artista, blogger, host, persona che offre ospitalità a casa propria.
L’ho scelta per motivi professionali. Era l’unica città italiana in cui sentivo che, se mi fossi impegnata, avrei avuto la possibilità di fare ciò che sognavo. Così è stato. Allo stesso tempo ho sempre detto: «Non voglio morire a Milano».
A giugno 2016 ho iniziato ad ascoltare quella voce interiore che da tempo mi diceva: «Non hai più bisogno di stare qui: basta cemento, stress, inquinamento, code, ritmi frenetici, spese insostenibili…». Parto alla ricerca del “mio luogo” che deve comunque essere abbastanza vicino all’Italia e alla mia famiglia. Voglio mare, natura e caldo, possibilmente otto/nove mesi su 12. Mi piacciono la Spagna e gli spagnoli. Le Baleari e Minorca mi sembrano l’arcipelago e l’isola ideali per continuare a occuparmi di comunicazione e dedicarmi all’ospitalità: la stagione turistica va da maggio a ottobre.
Detto, fatto. Sembra che una volta presa la decisione le tessere del puzzle s’incastrino una dopo l’altra. Vendo l’appartamento a Milano e iniziano i viaggi a Minorca alla ricerca della “mia casa” che deve avere almeno tre camere per gli ospiti. Da settembre a febbraio 2017 vado e vengo e vedo oltre 50 case. Non mi passa neanche per la testa l’idea di andare in affitto per provare a vivere a Minorca. Dal primo momento che ci metto piede so che Minorca è la mia isola. Incontro Casa Bonita ai primi di febbraio e il 17 marzo 2017 varchiamo la sua soglia con Nino e Miele.
Oggi è il 2018. Mi volto indietro e sono felice della strada percorsa. Un concentrato di esperienze con un comune denominatore: determinazione e passione. La passione ti mette le ali e sa farti vivere quasi tutto con un sorriso. Anche burocrazia e procedure complicate che inducono ad adottare il “poc a poc“, il poco a poco dei minorchini. E non è solo questione di sopravvivenza: è farsi abbracciare dall’isola e abbracciarne l’essenza. Perché è l’isola che ti accoglie o ti manda via, non i suoi abitanti, più o meno chiusi. Come tutti gli isolani hanno bisogno di tempo per aprirsi e fidarsi.
Amo vivere tranquilla e ho fatto tutte le pratiche per ottenere la Declaración Responsable de Inicio de la Actividad Turística (DRIAT) e per essere in regola con la Ecotassa (sorta di tassa di soggiorno) al Governo delle Baleari. Casa Bonita avrà un sito e una partita Iva spagnola che la legittima a offrire servizi sperimentati e migliorati. Già, ho il difetto di amare il meglio e c’è sempre qualcosa da migliorare.
Perciò, dopo una prima estate ricca soddisfazioni – su Airbnb continuo a essere una SuperHost e a ricevere recensioni a 5 stelle -, decido di apportare altre modifiche alla casa: piscina di acqua salata, un nuovo pavimento e altri dettagli alle tre camere: Einstein, Confucio, Picasso.
Questo inverno è stato un po’ più freddo del solito, dicono i minorchini che comunque non rinunciano ad andare a teatro e cinema, incontri e corsi di ogni tipo. Minorca ha una intensa vita culturale.
Questo primo inverno per me è volato tra Pilates, passeggiate, perlustrazioni, incontri con minorchini Doc come Carlos Coll Pons, una persona speciale che mi fa amare ancor di più quest’isola. Tra prendermi cura di LessIsSexy e interviste a italiani che, come me, per un motivo o per l’altro sono stati stregati dalla più tranquilla delle Baleari: Laura e Stefano, Omar, Lola e Rodrigo, Paolo...
Ritorno in Italia ogni due mesi circa e cerco di starci lo stretto necessario. A Casa Bonita mi aspettano Miele e Nino e ogni volta non vedo l’ora di tornare a casa! La nostra convivenza funziona: siamo due ex che si supportano e sopportano con ironia, leggerezza, comprensione, affetto. Oh, ci mandiamo anche a quel paese e fa bene alla salute. So che sarà difficile incontrare un ammiratore che assuma il ruolo di fidanzato ma (forse) non è quello cerco. Cerco umanità, profondità, diversità, qualità di vita. A Minorca li ho trovati tra Spagnoli, Inglesi, Italiani con cui condivido anche esperienze di volontariato, circoli culturali ed eventi come la prima “Cena en Blanco de Menorca“. Ma questa è un’altra storia e la racconterò domani. Nel frattempo, mi godo l’oggi, assaporo il poco a poco e sì, voglio vivere così!