Luca: ho mollato tutto e sono partito per il giro del mondo in solitaria

“Ma chi me lo fa fare?” questa la domanda che si è posto Luca ad un certo punto della sua vita. Una domanda che l’ha messo dinanzi ad un bivio: fare finta di niente e continuare dritto su una strada che in quel momento non faceva al caso suo o cambiare direzione, cercando di dare più ascolto e più spazio a se stesso e ai suoi interessi.

La sua scelta? Mollare tutto e partire in un giro del mondo in solitaria.

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Luca Curti Gialdino

Luca: 26 anni, una laurea magistrale in economia e un sogno, quello di girare il mondo in solitaria. Raccontaci un po’ come e quando è nata questa esigenza:

E’ nata durante il primo anno di università magistrale. Sono sempre stato uno studente molto organizzato e questo mi permetteva di arrivare abbastanza preparato alle sessioni d’esame. Durante quella estiva però “qualquadra non cosava”.

Ero svogliato e mi deconcentravo spesso. Avevo una domanda costante che proprio non riuscivo a togliermi dalla testa: “Ma chi me lo fa fare?” [nota: la domanda era un po’ più colorita]. A quella domanda ne seguirono molte altre, ma il succo del discorso è che avevo realizzato che, come un bravo soldatino, stavo mettendo da parte la mia vita e i miei sogni per seguire i doveri che mi avrebbero portato prima alla laurea, poi alla carriera, alla famiglia ecc. tutte cose a cui non ero davvero interessato.

Così decisi di scrivere una “lista dei desideri”, 101 cose da fare prima di morire, da iniziare una volta portata a termine anche la seconda laurea (lasciare il corso mi sembrava un peccato per come stavo andando e poi comunque avevo bisogno di crearmi “un tesoretto” prima di lanciarmi nell’impresa di completare tutti i punti).

Il giro del mondo in solitaria è sempre stato uno dei miei più grandi desideri, così una volta laureato è stato facile decidere da quale punto della mia lista cominciare.

In quali Paesi sei stato? E in quali andrai nel prossimo futuro?

Finora, senza aerei, ho visitato 11 Paesi, partendo dall’Italia. In Asia sono stato in Mongolia, in Cina, in Vietnam, in Cambogia, in Laos, in Thailandia ed in Myanmar.

In Mongolia ci sono arrivato partendo da Padova, passando per l’est Europa in pullman, da Praga fino a Mosca, fermandomi prima a Varsavia e poi a Riga. Da Mosca poi, per raggiungere la capitale cinese, ho preso la transiberiana, una delle esperienze più belle della mia vita, e in 5 giorni di treno sono arrivato ad Ulan Bator, la capitale della Mongolia, dove mi sono riposato qualche giorno per poi ripartire con un altro treno, questa volta la transmongolica, per poi arrivare in 25 ore circa a Pechino.

Nelle mie intenzioni vorrei poi fermarmi un bel po’ in Australia (ho un visto working holiday con il quale conto di rimpolpare il mio tesoretto), visitare la Nuova Zelanda e poi passare altri 6-7 mesi in Sud America, prima di rientrare in Europa.

Ma chi lo sa, ho già cambiato itinerario molte volte.

In cosa ti ha cambiato questo tuo modo di vivere?

Ormai sono in viaggio da più di 8 mesi e i cambiamenti, piccoli o grandi, che ho avuto in questo lasso di tempo non si contano davvero più.

A volte, addirittura, quando mi guardo allo specchio quasi non mi riconosco. La persona che vedo è una persona serena che ha smesso di rincorrere il tempo o di controllarlo. E’ una persona che ha semplicemente iniziato sul serio a viverlo. Questa esperienza mi sta facendo crescere moltissimo, sotto molteplici punti di vista ed è essenzialmente per questo motivo che, quando mi viene chiesto, mi sento sempre di consigliarla fortemente.

Durante questi mesi, in particolare, ho imparato “ad ascoltarmi” e ad assecondare i miei bisogni. Non c’è giorno che non mi alzi al mattino e non mi senta TOTALMENTE LIBERO di fare quel che più mi senta. E’ una sensazione, quest’ultima, di cui davvero non penso potrei più fare a meno.

Luca Curti Gialdino

In che modo è stata accolta questa tua decisione da amici e parenti?

Inizialmente, se devo essere sincero, non mi hanno creduto e non mi prendevano molto sul serio quando gli spiegavo che il mio unico progetto, portata a termine la laurea, era quello di partire per un giro del mondo.

Sostanzialmente non capivano e non accettavano del tutto la mia idea, soprattutto l’intenzione di stare via così a lungo. Ma sono abbastanza irremovibile quando prendo una decisione e per quanto abbiano cercato di farmi cambiare idea (soprattutto i miei parenti), ora sono tutti molto entusiasti di me, specialmente perché vedono che sto bene e non sono mai stato più felice di così.

In che modo ti prepari ad un nuovo viaggio?

In realtà non ho un vero e proprio “modus operandi”. Essenzialmente l’unica vera e propria cosa che faccio in preparazione ad un nuovo viaggio è leggere, leggere ed informarmi il più possibile tramite guide, libri e blog di altri viaggiatori riguardo il Paese e la nuova avventura che mi stanno attendendo.

So che molti preferiscono arrivare in un posto e scoprirlo poco alla volta, ma il mondo è bello perché è vario. Io mi ritengo un curioso per natura, quando qualcosa mi piace sul serio non posso fare a meno di “divorarla” ed è un po’ quello che succede coi viaggi, una delle mie più grandi passioni da sempre.

Cosa non deve assolutamente mancare nel tuo bagaglio?

Questa domanda non me l’aveva ancora mai fatta nessuno sai.

Mmm, di oggetti utili e che non dovrebbero assolutamente mancare nel mio bagaglio ne ho più di qualcuno sinceramente (ad esempio un kindle o una powerbank o i tappi per le orecchie o anche, banalmente, un rotolo di carta igienica), ma se ne dovessi scegliere uno soltanto probabilmente sceglierei l’mp3.

Non sai quante volte, in particolare in viaggio da una città ad un’altra, si è reso a dir poco indispensabile. Davvero, senza di esso quest’esperienza non sarebbe stata la stessa cosa. E non mi riferisco semplicemente al piacere di ascoltare un po’ di musica evitando, magari, il diabolico pianto di un bambino o il dolce russare del mio vicino, né al trascorrere “più velocemente” le tante ore di viaggio che spesso mi attendono. No, o almeno non solo. Succede qualcosa di magico quando infilo le cuffiette e faccio partire l’mp3.

E’ come se in un istante smettessi fisicamente di viaggiare in quel luogo e in quello spazio per farlo in infinite altre dimensioni. I miei pensieri volano ad una velocità tale che fermarli è semplicemente impossibile, posso solo lasciarli andare e guardarli librare liberi. Non mi capita tutte le volte, sia chiaro, ma quando succede realizzo e capisco moltissime cose su me stesso e su questa incredibile esperienza che sto facendo.

Non sarò mai grato abbastanza a mia madre e a mia sorella per avermelo regalato, a sorpresa, due giorni prima della mia partenza.

Come ti sostieni durante i tuoi viaggi?

Sfortunatamente non sono “ricco”. I miei genitori non sono milionari ed io, purtroppo, non ho ancora vinto al superenalotto.

Per fortuna però qualche anno fa ho scoperto che per viaggiare non servono poi così tanti soldi (in Asia, ad esempio, ho vissuto con circa 20 euro giornalieri, 600 mensili, tutto compreso) e così durante i due anni magistrali, ho fatto “qualche sacrificio”, tagliato spese inutili e messo da parte abbastanza soldi per questo mio sogno.

In estrema sintesi ho evitato costose vacanze estive, la macchina o il motorino, il cellulare nuovo, lo shopping mensile, le serate alcoliche ogni weekend ecc. Non immagini neanche quanti soldi ti puoi ritrovare in tasca alla fine del mese in questo modo.

Luca Curti Gialdino giro del mondo in solitaria

Hai partecipato ad un ritiro meditativo di dieci giorni in un monastero. Parlaci di questa esperienza. Cosa ti ha lasciato? E in cosa ti ha cambiato?

E’ stata un’esperienza a dir poco pazzesca! Ho sempre parlato, alla mia famiglia in particolare, di questo viaggio come di una sorta di ricerca.

A casa avevo un senso di inquietudine che proprio non riuscivo a placare, delle domande molto specifiche e ricorrenti a cui non sapevo dare risposta. Così sono partito alla ricerca “dei pezzi mancanti del puzzle”, in grado di darmi la serenità che da troppo tempo mi mancava.

Lungo la strada qualche indizio lo avevo anche trovato, ma nessuna risposta, solo qualche indicazione appunto. Questo fino al giorno in cui ho iniziato il ritiro meditativo. Le risposte che ho trovato durante quei giorni di assoluto silenzio esteriore son state a dir poco “illuminanti”.

Hanno cambiato, probabilmente, per sempre il mio modo di vedere le cose. Non sapete quanto vorrei parlarvene qui in questo momento, ma le sto ancora metabolizzando. Non vi preoccupate, conto di parlarne presto nel mio blog.

Raccontaci un aneddoto legato ad uno dei tuoi viaggi:

Di aneddoti ne ho davvero tantissimi, ma il mio preferito risale all’inizio del mio viaggio, quando presi la transiberiana non nutrendo grandissime simpatie per il popolo russo.

Il motivo? Ora ve lo racconto. Ero appena arrivato nella capitale russa, a Mosca, e mi sentivo piuttosto stordito dalla presenza delle segnaletiche in cirillico e dalla mancanza di internet che non mi permetteva di usare google maps per trovare e raggiungere l’ostello che avevo prenotato.

Così, come avrebbe fatto chiunque, tentai di fermare diversi passanti per chiedere loro qualche indicazione. Credo di non essermi mai sentito così invisibile in vita mia. Le persone mi passavano accanto e senza neanche guardarmi proseguivano oltre.

I giorni seguenti li passai con un’adorabile ragazza italiana, amica di un amico in Erasmus a Mosca, lei era lì da un po’ e conosceva abbastanza bene la città per cui altre occasioni di chiedere indicazioni non ce ne son state. Ve lo dico onestamente, quella brutta esperienza mi aveva lasciato l’amaro in bocca e, soprattutto, un’idea non molto carina sui russi. Idea che fortunatamente ho avuto il piacere di cambiare grazie proprio ad una coppia di russi, Evelin e Vasili (non credo si scrivano così, ma fa lo stesso), conosciuti nella mia carrozza la prima notte di transiberiana e con cui ho chiacchierato circa un’ oretta prima di andare a dormire (quel giorno lì ero molto raffreddato e con una tosse davvero bella pesante).

Il giorno dopo ci siamo svegliati e abbiamo fatto colazione insieme, loro mi hanno offerto una bustina di thè e dei biscotti da intingerci dentro, molto carini davvero. Finita la colazione mi hanno avvisato che da lì a qualche minuto sarebbero scesi, così ho cercato di salutarli, ma loro mi hanno chiesto di scendere dal treno con loro.

Ho accettato, così, tra le altre cose, li ho aiutati con le valigie pesanti. Quando sono sceso mi hanno presentato il loro figliolo. In mano aveva una busta di carta con dentro un sandwich caldo con una porchetta a dir poco eccezionale, preso nella miglior panineria del paese, e una confezione di caramelle mediche molto forti per la gola.

Mi è stato dato il tutto da Evelin insieme ad un grosso abbraccio e un augurio speciale per la mia avventura. Per poco non mi mettevo a piangere. E’ stata la prima lezione che ho imparato da questo mio giro del mondo: “Non esiste posto al mondo in cui tu non possa trovare luce e ombra, devi solo sapere dove guardare”.

Luca Curti Gialdino

Cosa vorresti consigliare ai giovani italiani come te, che desiderano intraprendere la tua stessa strada?

Il consiglio che do spesso, se si è indecisi sul partire o meno, è quello sicuramente di partire. Ecco, magari non partite con l’idea di stare in giro due anni, mollando tutto e tutti come ho fatto io, se ancora non siete sicuri che questo tipo di viaggio faccia al caso vostro.

Non credo, infatti, che sia adatto a tutti. Però certamente è un tipo di esperienza che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita, questo mi sento di dirlo. Si capiscono tante cose su se stessi e sul mondo in cui viviamo, tutte cose che restando a casa, nella propria “comfort zone”, sicuramente non si possono capire.

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Anche a rischio di farmi “odiare” da qualcuno o di provocare qualche invidia extra, voglio risponderti in totale sincerità. In realtà, ora come ora, di veri e propri sogni nel cassetto non ne ho.

Questo, forse, perché ho la fortuna ogni giorno di VIVERLI. Ho avuto il coraggio di andare un po’ controcorrente e di tirarli fuori da un cassetto dove si stavano impolverando per dare loro la massima priorità.

Non so cosa mi riserverà il futuro e, se posso essere onesto, per il momento non me ne preoccupo più di tanto, ma se potessi esprimere un desiderio, beh, vorrei semplicemente continuare a provare la medesima sensazione di pace incredibile, che ho trovato durante questo viaggio e che da un po’ di tempo mi accompagna, per tutta la vita.

Il resto, come ho sentito dire in un film di cui non ricordo il titolo, è solo rumore di sottofondo.

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Nicole Cascione