Bruna: mi sono appena trasferita a Brighton

A cura di Maricla Pannocchia

Bruna ha lasciato l’Italia per uno stage a Londra ed è stata proprio quell’esperienza a farle scoprire l’amore per i viaggi. Dopo aver vissuto per 15 anni nella capitale inglese, Bruna si è recentemente trasferita a Brighton, “ad aprile nascerà la nostra bambina e avevamo necessità di una casa con una stanza in più e di un asilo dal costo più accessibile”.

Londra, come ben sappiamo, è una delle città più care al mondo, quindi Bruna ci racconta che, in confronto, Brighton è decisamente più economica. “Sicuramente Brighton non è la città meno dispendiosa di tutta l’Inghilterra ma è meno cara di Londra”.

Con una carriera nel mondo delle illustrazioni e dell’animazione, 2 graphic novels all’attivo e una in programma – “non appena mi sarò adattata alla mia nuova vita da mamma” – Bruna non rinuncia alle regolari escursioni a Londra, che sia per vedere gli amici che ancora vivono lì o per godersi un museo. Del resto, “basta salire su un treno e, in un’ora, si raggiunge la capitale inglese”.

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Ciao Bruna, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Mi chiamo Bruna, sono appassionata di fumetti e il mio tratto caratteristico sono i capelli, riccissimi e indomabili. Sono nata a Lecco, in Lombardia, e ho vissuto in un paesino chiamato Calolziocorte, attorniato dalle montagne e a due passi dal Lago di Como. Complice l’Erasmus, che mi ha contagiata con una febbre incurabile per i viaggi e l’apprendimento di nuove lingue e culture, durante gli anni dell’università mi sono spostata tra un Paese europeo e l’altro. Ho vissuto in Spagna, Francia e infine in Inghilterra, dove ho cercato di affermarmi nel campo dell’illustrazione, fotografia e animazione. Ho vissuto a Londra dal 2008 fino a qualche mese fa. Adesso, infatti, abito a Brighton.

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Come sei finita proprio a Brighton?

Brighton è una città giovane, vibrante, piena di arte e creatività. È l’unico centro in Inghilterra a vantare un governo Verde di sinistra. È la capitale del movimento lgbtqia+ e ha la fama di essere aperta, tollerante e moderna. La vicinanza a Londra, che può essere raggiunta con un’ora di treno, permette di rimanere in contatto con la capitale inglese per ogni necessità lavorativa. Diversamente da Londra affitti e mutui per comprare casa sono più abbordabili e lo stesso vale per le strutture scolastiche, gli asili e le attività ricreative. Dopo 15 anni londinesi ho sentito il bisogno di trasferirmi in una casa in cui non toccassi il soffitto con la testa e in cui potessi permettermi di lavorare ai miei progetti creativi senza temere i pagamenti carissimi della vita quotidiana. Dato che sono incinta e aspetto una bambina, che nascerà ad aprile, ho pensato che una stanza in più e degli asili meno onerosi le avrebbero fatto piacere. Ma soprattutto… qui c’è il mare!

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Quando sono partita dall’Italia, 15 anni fa, non era raro che un laureato trascorresse un periodo all’estero per studiare l’inglese o apprendere le basi di un’attività lavorativa. Così, quando ho ottenuto uno stage come assistente all’organizzazione del London Design Festival di Londra, parenti e amici si sono mostrati favorevoli alla scelta, pensando che in capo a un anno sarei ritornata all’ovile. Il periodo londinese, invece, mi ha fatto scoprire cosa volevo fare davvero nella vita. Non un lavoro d’ufficio nel mondo della cultura, ma proprio un ruolo d’inventrice di contenuti creativi, un ruolo precario e complicato, da portare avanti attraverso le incertezze di una vita da freelance ma proprio per questo liberatorio, entusiasmante e mai scontato.

Avevi delle paure prima di partire? Si sono rivelate reali oppure no?

Temevo che avrei avuto delle difficoltà soprattutto con la lingua: dopo aver trascorso l’Erasmus in Spagna e il progetto Leonardo in Francia avevo dimenticato quasi del tutto l’inglese. I primi mesi a Londra furono estremamente confusi. Passavo la giornata in ufficio in una condizione di stupore, e la sera dovevo andare a letto presto perché esaurita dallo sforzo. In capo a qualche tempo tutto è diventato più facile, ho conosciuto persone speciali che mi sono ancora vicine e ho trovato la mia strada.

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Che consigli daresti a chi sogna di lasciare l’Italia ma non sa da dove cominciare?

Consiglierei di prepararsi già un anno prima della partenza seguendo corsi di lingue, mettendosi in contatto con potenziali stage all’estero e individuando città in cui si conosce qualcuno: avere un letto gratis su cui contare per i primi tempi è una grande comodità. Apertura mentale, voglia di mettersi in gioco e conoscere gente nuova sono indispensabili per potersi integrare in un nuovo Paese.

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Di cosa ti occupi?

Lavoro da 15 anni nel campo dell’illustrazione e dell’ animazione. Realizzo video a sfondo femminista e attivista per organizzazioni di sviluppo internazionale, istituzioni culturali, scuole e università, partendo dalla progettazione della storia per poi concentrarmi sulle fasi di disegno 2D e di animazione. Diversi miei cortometraggi d’animazione hanno vinto premi nei festivals nel Regno Unito e in Italia. Ho esposto i miei dipinti e le mie fotografie in diverse gallerie d’arte londinesi e ho pubblicato due graphic novels con la casa editrice padovana BeccoGiallo – entrambe disponibili in tutte le librerie d’Italia: “Patria. Crescere in tempo di guerra”, in cui racconto l’infanzia fascista di mia zia, e “Roots-Radici”.

Di cosa parla “Roots – Radici”?

In “Roots-Radici” racconto la storia di un mio antenato, Gracco Cornelio Rondalli, che emigrò in Sudamerica all’ inizio del ‘900. Si tratta di una storia ordinaria: furono in moltissimi gli italiani che, tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900, si recarono nel Nuovo Mondo in cerca di fortuna. La sua vita ‘qualunque’ diventa l’opportunità di esplorare tematiche legate all’emigrazione e alla formazione di una nuova identità privata e sociale – l’identità del migrante. Nel mio libro racconto i flussi migratori del passato per tracciare dei parallelismi con i fenomeni migratori del presente, in particolare con la mia esperienza di migrante dall’Italia all’Inghilterra.

Quella di Gracco è la storia di tutti noi: di un’Italia sopraffatta dalla povertà, dalla lotta di classe e dai conflitti interni e esterni, che obbligarono milioni di cittadini a emigrare. In questa graphic novel ricostruisco una storia privata e familiare e allo stesso tempo raccolgo un’importante parte di Storia d’Italia.

Roots-Radici è in libreria e online – su tutti i siti di libri da Beccogiallo.it, Amazon.it, Ibs.it ecc.

Tutte le informazioni sono qui.

Com’è la tua vita quotidiana?

Ho installato il mio studio di animazione e illustrazione in una delle stanze della mia casa, per cui non devo recarmi in ufficio a orari predeterminati e non mi trovo costretta a una vita da pendolare. Dopo una mattinata di lavoro pranzo a casa o nel centro di Brighton, vado a fare una passeggiata lungo il mare e compro frutta e verdura nei negozietti di quartiere. Tutti i lunedì seguo un corso di pittura in uno dei tanti workshops creativi della città – un’ottima opportunità per conoscere altre persone che condividono la mia passione. Una volta alla settimana prendo il treno per Londra, dove ho abitato per 15 anni, per far visita agli amici che ancora vivono nella capitale.

È facile trovare alloggio a Brighton? Quali sono i costi medi?

Trovare un alloggio in affitto è semplice. Rispetto a Londra, dove gli appartamenti sono minuscoli e costosi, Brighton offre abitazioni ampie e confortevoli, con facciate colorate e giardinetti privati. Un bel cambiamento! Il costo mensile di una casa per 4 persone a 10 minuti a piedi dal mare e 20 dal centro di Brighton si aggira intorno alle 2000 sterline. Ovviamente si tratta di prezzi ben più alti rispetto a quelli a cui siamo abituati in Italia, ma gli stipendi in Inghilterra sono più alti di quelli italiani e quindi un prezzo di questo tipo non è troppo inaccessibile.

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Come valuteresti il rapporto costo/qualità della vita in città?

Londra, dove ho vissuto fino al mese scorso, è una delle città più care al mondo, quindi al suo confronto ogni altra località del pianeta appare più economica! Brighton non fa eccezione. Certo, è più cara di altre zone dell’Inghilterra, ma gli asili costano un terzo di quelli di Londra, gli affitti sono più contenuti e attività ricreative, ristoranti e caffè sono grossomodo accessibili – a parte quelli del centro, che è molto turistico e quindi inflazionato!

Cosa si fa, a Brighton, dal punto di vista culturale, artistico e del divertimento?

Brighton è una località piena di agenzie creative, laboratori d’arte e gallerie. È una città universitaria in cui i ragazzi, vestiti in maniera eccentrica e innamorati dell’arte, riempiono di energia i pub del centro. È vicinissima al mare e i ristoranti di pesce sono tra le principali attrattive della zona. Ci sono teatri, cinema e locali per ballare e ascoltare musica dal vivo. L’offerta museale, tuttavia, non è certo come quella di Londra, per cui un’escursione regolare verso la capitale inglese è diventata, per me, una necessità.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Fino ad ora sono stata accolta con gentilezza e calore, anche se sono solo 3 settimane che abito a Brighton. I miei colleghi del corso d’arte e le ragazze con cui faccio ginnastica sono chiacchierone e affabili. Mi capita spesso di vedermi rivolta la parola mentre vado a fare la spesa o cammino vicino al mare. Ci sono molti italiani e molti neo-genitori con cui andare a prendere un caffè.

Progetti per il futuro?

Per il prossimo anno ho un progetto soltanto: mettere al mondo la mia bambina e mantenerla in vita! Conto di entrare a far parte della comunità dei neo genitori del mio quartiere e di conoscere più persone possibile. Una volta abituata a questo nuovo stile di vita vorrei scrivere e disegnare la mia terza graphic novel.

Per seguire e contattare Bruna:

Facebook: @brunamartiniart

Instagram: @brunamartiniart

Sito web:www.brunamartini.com

E-mail: hello@brunamartini.com