Anita: a 40 anni ho cambiato Paese e lavoro.

A cura di Maricla Pannocchia

Nata e cresciuta a Napoli, dove ha lavorato per tanti anni come avvocato, a un certo punto Anita ha sentito il bisogno di evolversi. Il mondo dell’avvocatura cominciava ad andarle stretto per via del declino della giustizia italiana, così la donna – 40enne – si è cancellata dall’Albo e si è messa a studiare pasticceria con sua sorella. “La mia è una famiglia di pasticceri”, racconta Anita, “Mia nonna Giovanna aveva iniziato l’attività nel 1917, per dar da mangiare ai suoi figli mentre mio nonno era in guerra.”

Da sempre innamorata dei Paesi del Nord Europa, dopo un viaggio di piacere in Norvegia, Anita decide di trasferirsi a Oslo, dove gestisce la sua pasticceria. “Oslo è una delle città più care al mondo, quindi consiglio di trovare un lavoro già dall’Italia e di non partire completamente alla sprovvista”, dice la donna, “La Norvegia è bella in tutte le stagioni, la natura è il suo punto forte ma, specialmente i primi tempi, bisogna avere buone capacità di adattamento, perché di solito si finisce per condividere la casa con degli sconosciuti, per ammortizzare i costi.”

E, parlando del lavoro, adesso Anita è più felice, “La mia vita è più colorata e profumata, adesso le persone vengono da me perché sono contente e spesso mi pagano in anticipo. Quando lavoravo come avvocato, la gente veniva da me preoccupata, perché aveva un problema.”

Anita Taglialatela Norvegia

Ciao Anita, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Anita, sono nata nel sole di Napoli, che è stata la mia casa per 40 anni.

Lì ho esercitato la professione di avvocato per circa 15 anni e, al tempo stesso, partecipavo all’azienda della mia famiglia, pasticcieri da 4 generazioni.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Nel 2019 mi sono trasferita in Norvegia, con la mia gattina di 17 anni, quando ho deciso di cambiare lavoro a causa del triste declino della giustizia italiana.

Negli ultimi anni di avvocatura troppo spesso mi sono ritrovata a riferire ai miei assistiti che loro avevano sì un diritto, ma non valeva la pena iniziare un giudizio per farlo valere.

E quando non credi più in quello che fai, la scelta è quasi obbligata.

Tutto mi sembrava una grande pantomima ormai e, quindi, ho chiesto la cancellazione dall’Albo degli avvocati.

Così, a 40 anni, ho deciso d’iniziare un altro percorso lavorativo, facendo tesoro di ciò che avevo imparato “inconsapevolmente” dalla mia famiglia e oggi ho un laboratorio di pasticceria e di catering… in Norvegia.

Ho lasciato l’Italia in concomitanza del mio cambio di professione, sia perché ero scoraggiata, ahimè, dalla mortificazione anche di altre fondamentali istituzioni italiane, come istruzione e sanità, sia perché da anni provavo una profonda attrazione per i Paesi del Nord Europa.

E così ho cambiato lavoro e nazione nello stesso momento e in maniera a dir poco radicale.

Molte persone pensano di essere “troppo grandi” per un trasferimento, ma tu hai cambiato Paese a 40 anni. Hai qualche consiglio per chi non ha più 20 anni e ha il sogno di vivere all’estero?

Io credo che i limiti siano solo nella nostra testa.

La società spesso c’induce a rimanere imprigionati in schemi mentali precostituiti e superare i confini di questi schemi può essere etichettato come imbarazzante o addirittura disdicevole.

La verità è che tutti abbiamo il diritto di vivere in maniera coerente con il nostro modo di essere e, se non lo facciamo perché pensiamo di dover essere come ciò che gli altri si aspettano da noi, avremo fatto un torto imperdonabile a noi stessi e ci saremo condannati da soli a una vita semplicemente tollerata e non vissuta pienamente.

Alcune persone mi dicono che apprezzano le mie scelte e si dolgono di non poter fare altrettanto, per esempio perché hanno dei figli oppure perché hanno un posto fisso.

Beh, qui in Norvegia ho conosciuto moltissime persone che si sono trasferite con i propri bambini e, anzi, si sono trasferite proprio per crescere i loro figli in una realtà secondo loro migliore.

Così come ho conosciuto chi ha lasciato il posto fisso e si è rimesso in gioco quassù.

I limiti sono solo nella nostra mente: hvis jeg vil kan jeg… se io voglio, io posso!

Anita Taglialatela Norvegia

Adesso vivi a Oslo, in Norvegia. Come mai hai scelto questa città?

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Ho scelto la Norvegia per amore… del Paese stesso.

Quando sono venuta qui per la prima volta nel 2017 per un viaggio di piacere, questo Paese mi ha colpita immediatamente, infatti atterrando ho pianto per l’emozione alla vista di un bosco fittissimo in prossimità dell’aeroporto.

Qui c’è una natura incontaminata meravigliosa che copre la parte più grande del Paese, la vita scorre lentamente, senza stress, puoi camminare da sola per strada in piena notte senza alcun timore, i servizi pubblici esistono e funzionano, le condizioni di lavoro (salvo eccezioni) sembrano una favola rispetto anche alla condizione più favorevole che puoi trovare in Italia.

E ho scelto in particolare la capitale perché Oslo è una città molto vivace, ci sono sempre molti eventi e iniziative culturali di ogni genere.

Come ti sei organizzata prima del trasferimento?

Ho impiegato due anni per trasferirmi, perché le mie responsabilità rispetto agli impegni italiani non mi consentivano di abbandonare la mia patria dall’oggi al domani.

Ho cominciato con il non accettare nuovi incarichi professionali, ho solo portato avanti quelli già assunti.

Ho disdettato l’affitto dello studio legale con il preavviso di legge e ho venduto il mobilio dello studio.

Ho regalato alle mie colleghe i miei abiti tribunalizi e ho conservato solo vestiti sportivi/casual.

Contestualmente ho frequentato quasi quotidianamente la pasticceria di mia sorella Lucia, dove ho lavorato insieme a lei, che amorevolmente mi ha trasmesso tutto il suo sapere.

In questi due anni mi è capitato diverse volte di trovarmi nella stessa giornata prima in Tribunale vestita in tailleur e subito dopo in pasticceria con il grembiule da lavoro.

La cosa più impressionante è stata la lunga fila trovata presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati allo sportello “cancellazioni”.

Eravamo davvero molti, ognuno diretto verso nuovi lidi.

Anita Taglialatela Norvegia

Norway, Nordland county, Lofoten Islands district, Moskenes municipality, Hamnoy.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Pochi hanno preso atto della mia decisione, l’hanno rispettata e mi hanno fatto gli auguri.

Tanti hanno provato a dissuadermi, perché ritenevano una follia ciò che stavo facendo.

Oggi tutti mi dicono che sono stata coraggiosa e che il coraggio premia.

Non ti sei solo trasferita, ma hai anche cambiato completamente settore lavorativo. Come hai affrontato questo passaggio?

Cambiare lavoro è stata una svolta felice per vari motivi.

Ora partecipo a eventi di festa e tutti sono sempre felici quando vengono da me, invece prima le persone venivano da me agitate e preoccupate perché avevano problemi da risolvere.

Ora il mio lavoro si conclude velocemente: ordinativo, produzione, consegna, il tutto dura circa 3 giorni. Prima il mio lavoro si concludeva dopo anni (anche 10 anni per un solo grado di giudizio!).

Ora i miei golosi spesso vogliono pagarmi in anticipo (loro lo considerano una conferma di acquisto). Prima non sempre era così semplice farsi pagare con puntualità, specie per un parere legale (ossia un bene immateriale che viene talvolta frainteso con una chiacchierata tra amici).

Infine, ora posso esprimere tutta la mia creatività. Va beh, questo anche prima, come avvocato, ma ora avviene in maniera più profumata e colorata.

Lavori spesso anche con l’Ambasciata d’Italia a Oslo. Cosa puoi dirci in merito?

Ho lavorato molte volte con l’Ambasciata, per me è un grande onore e una grande opportunità.

Sono felice di poter portare l’arte di famiglia a livelli così alti e di far conoscere il cibo (prevalentemente ma non solo) napoletano presentando pietanze così semplici in maniera tanto raffinata.

Mia nonna Giovanna aveva iniziato l’attività di famiglia nel 1917 semplicemente per garantire sostentamento ai suoi figli mentre mio nonno era in guerra.

Ora quell’attività si svolge nel Regno di Norvegia al cospetto anche delle più alte cariche diplomatiche e politiche.

Sono fiera di me stessa e ringrazio la mia famiglia per avermi consegnato su un piatto d’argento il mio “piano B”.

Anita Taglialatela Norvegia

Sei, inoltre, una scrittrice. Ti va di parlarci del tuo libro?

Tanti mi dicevano che avrei potuto scrivere un libro raccontando la mia storia… e allora l’ho fatto durante la pandemia.

È unico nel suo genere per molti aspetti perché è un libro in doppia lingua, norvegese e italiano, nello stesso volume; perché è un romanzo ma è anche un ricettario; perché parla di me e della mia Napoli ma anche del confronto tra la cultura norvegese e la cultura italiana, così diverse tra loro eppure capaci di convivere e completarsi reciprocamente.

Anche il titolo è bilingue: “En matreise gjennom Napoli – Partenope incanta la Norvegia”.

Passando agli aspetti pratici della vita a Oslo, è facile trovare un alloggio lì? Quali sono i costi medi?

Qui gli alloggi ci sono, non è difficile trovarli. C’è un sito che si chiama finn.no che funziona bene così come aiutano i gruppi social.

Tuttavia i costi sono molto alti, infatti Oslo è tra le città più care al mondo (Napoli tra le più economiche).

Molti adulti qui vivono in appartamenti condivisi con altre persone, come in Italia avviene per gli studenti.

Una stanza può costare tra i 600 e gli 800 Euro al mese.

A Napoli io vivevo in una casa di 140mq sita nel centro storico; quando mi sono trasferita qui ho vissuto molto a lungo in un appartamento alla periferia di Oslo, condiviso con altre 2 persone e altri 3 gatti (più il mio 4).

A Oslo un caffè costa circa 3€; una margherita circa 20€; una comune camicia (neanche bella) in un negozio economico costa 50€.

La Norvegia non è un Paese nel quale si va all’avventura, aspettando che il lavoro venga a bussare alla tua porta: non puoi permettertelo affatto, devi subito rimboccarti le maniche per far fronte a spese già molto elevate e per giunta considerevolmente aumentate negli ultimi tempi.

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

I mezzi pubblici sono eccellenti anche se costano molto (4€ per il tratto/durata più breve). Per il mio abbonamento mensile io pago 150€ (due sole zone di estensione).

La burocrazia da un lato è meno pesante di quella italiana (qui spesso le cose sono più semplici perché telematiche) tuttavia manca l’attitudine ad affrontare l’eccezione, il caso speciale, la particolare evenienza.

Di fronte a fattispecie così i norvegesi spesso rimangono intrappolati nelle loro procedure standard e non risolvono il problema, lasciandolo a te.

La sanità è all’avanguardia quanto a strutture e strumentazione, non posso dire lo stesso quanto ad acume dei medici (con buona pace di alcuni), ciò sulla base di mie esperienze personali e di persone a me vicine.

Quando torno in Italia ne approfitto per fare tutti i controlli di routine.

Anita Taglialatela Norvegia

È facile, per un italiano, trovare lavoro o avviare un’impresa lì?

Qui non è difficile fare impresa o trovare lavoro.

Bisogna poter comunicare e quindi conoscere l’inglese o meglio il norvegese (io studio norvegese).

Una ditta individuale può essere avviata dopo poche settimane dall’invio telematico della domanda presso la competente autorità, che ti attribuisce un numero identificativo e t’inserisce nei registri pubblici ma gli affitti di un locale commerciale sono molto elevati.

La contabilità può essere fatta direttamente da te, tramite programmi on-line molto intuitivi. Non esiste quasi più il contante, tutto avviene in maniera tracciata (anche se vuoi fare un’offerta all’artista di strada) e questo poi ti agevola quando devi tirare le somme.

Gran parte degli italiani che conosco qui è costituita da ingegneri, architetti, informatici, molti lavorano nel campo della ristorazione, alcuni sono impiegati in negozi o strutture ricettive.

Cos’è necessario avere, a livello burocratico, per vivere e lavorare in Norvegia?

Bisogna ricevere una sorta di “codice fiscale” da parte delle pubbliche autorità, che devono verificare che tu abbia un contratto di lavoro (o una tua ditta), un conto corrente bancario e un contratto di affitto.

Il sistema norvegese vuole che ci sia la certezza o almeno l’elevata probabilità  che tu sia in grado di sostenerti e di avere un’esistenza dignitosa prima di concederti questo numero identificativo, in maniera definitiva, il quale ti inserisce formalmente in ogni meccanismo.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

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I norvegesi sono cordiali, sono stata accolta molto bene… quando ti presenti con un vassoio di babà è facile che questo avvenga!

Siamo molto diversi, noi italiani siamo più espansivi mentre i norvegesi sono più discreti, quindi l’approccio è diverso ma è solo un differente modo di comunicare, l’essenza c’è da entrambe le parti.

Come valuteresti il clima?

I norvegesi dicono che non esiste il bel tempo e il cattivo tempo ma solo l’abbigliamento giusto o quello sbagliato.

Ed è proprio così.

Naturalmente qui le temperature sono più basse rispetto a Napoli, ma in fin dei conti in quattro anni che sono qui c’è stato un minimo di -15° e un massimo di +32°.

Credo che siano facilmente gestibili, con l’abbigliamento giusto.

Pensate che qui i bambini, anche al nido, trascorrono obbligatoriamente delle ore scolastiche all’aperto, anche in pieno inverno con la neve.

Penso che la Norvegia sia meravigliosa in qualunque stagione.

Anita Taglialatela Norvegia

Che suggerimenti daresti a chi vorrebbe trasferirsi a Oslo?

Non partite all’avventura, cominciate a cercare un lavoro qui mentre siete ancora in Italia e venite su con un certo spirito di adattamento, almeno all’inizio (casa condivisa, abbigliamento adatto, lingua norvegese).

E, soprattutto per chi lavora nella ristorazione, non partite con il presupposto che il cibo italiano sia il migliore al mondo e il cibo norvegese il peggiore.

Ogni popolo ha le sue tradizioni che vanno rispettate e qualsivoglia novità deve essere presentata con la giusta maniera, almeno secondo me.

E quali a chi sta organizzando un viaggio nel Paese?

La Norvegia è un Paese perfetto da visitare per gli amanti della natura e delle attività all’aperto.

Fiordi, boschi, laghi, fiumi… Questo Paese si può scoprire via mare, in treno, in moto, in camper, oltre che a piedi, naturalmente.

La Norvegia va vissuta “fuori”.

Certamente non mancano musei e bellezze artistiche e architettoniche ma la sua natura e i suoi paesaggi sono indiscutibilmente la sua più grande attrattiva.

Hai avuto modo di scoprire luoghi meno battuti dai turisti? Se sì, puoi suggerirne qualcuno ai nostri lettori?

Consiglio di visitare Verdens Ende (significa Fine del Mondo), un luogo incantevole, e anche Valle e il suo camping, dove puoi dormire in un tipico Stabbur nelle immediate vicinanze del fiume. Questi sono luoghi molto belli di per sé ma è molto bella anche la strada per arrivarci. Io l’ho percorsa in moto, bellissimo!

Più vicine a Oslo consiglio una visita alla cittadina di Drøbak con le sue casette e una visita all’isola di Hoøya con le sue caprette.

Quali sono le differenze fra l’Anita che viveva in Italia e quella che vive in Norvegia?

Non ci sono differenze sostanziali tra le due, io sono sempre la stessa.

È cambiata solo la mia veste e devo dire che mi calza proprio bene!

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato moltissimo.

Ho avuto conferma che le persone sono il dono più prezioso che possiamo ricevere nella nostra vita, qui ho incontrato persone meravigliose che mi hanno fatto sentire a casa nonostante io fossi sola e a 3.000km da Napoli.

Ho imparato che molte cose sono superflue, non occorre vivere in una casa grande accumulando oggetti (dai vestiti ai soprammobili) ma basta poco per far fronte alle necessità della vita e i soldi, quando arrivano, meglio spenderli per vivere esperienze e non per comprare beni voluttuari.

Frequentando un ambiente molto variegato di persone, ho imparato tanto dalle diversità, siano esse culturali, religiose, sessuali, sociali, linguistiche… Il confronto con realtà diverse dalla nostra ci arricchisce e ci aiuta a crescere.

Progetti futuri?

Vorrei visitare molti luoghi, in Norvegia e fuori dalla Norvegia (ho un elenco molto lungo).

Vorrei scrivere un secondo libro, raccontando di una napoletana in Norvegia (dopo aver raccontato di un norvegese a Napoli nel mio primo libro).

Vorrei avere una piccola casetta con un piccolo giardino.

Per seguire e contattare Anita:

Facebook pagina sulla mia vita in Norvegia:

https://www.facebook.com/profile.php?id=100057368562892

(En matreise gjennom Napoli – Partenope incanta la Norvegia)

Facebook pagina sulle mie produzioni in Norvegia:

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(Søtt og Salt av Anita Taglialatela)

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