Intervista ad Andrea Danelli, autore de Il Vento a Favore

A cura di Enza Petruzziello

Lasciare il posto fisso per trovare una nuova dimensione e un nuovo se stesso. Uscire da quella comfort zone per avventurarsi in un insicuro ma entusiasmante viaggio. Destinazione: Lanzarote. Lui è Andrea Danelli, 41enne di Milano, che a un certo punto della sua vita ha mollato tutto per ritrovarsi su una bellissima isola delle Canarie.

Due i fattori scatenanti che lo hanno spinto a partire: la malattia di un suo caro amico e la previsione della sua età pensionabile.

Apicoltore, insieme alla sua compagna Elisa ha dato vita ad una linea di cosmetica naturale sotto il marchio Lanzaroma, Andrea è anche un triatleta e scrittore.

A dicembre è uscito il suo primo libro, Il Vento a Favore. Il romanzo in poco tempo ha conquistato tantissimi lettori entusiasti della sua scrittura brillante e delle sue descrizioni così realistiche da catapultarti direttamente nelle acque cristalline di Lanzarote.

«È il mio primo libro, nato dall’urgenza di condividere le emozioni, le sensazioni e le esperienze che ho vissuto negli ultimi difficili, incredibili, meravigliosi giorni di grandi cambiamenti», dice Andrea. Ecco cos’altro ci ha raccontato.

Andrea Danelli, autore de Il Vento a Favore

Andrea, innanzitutto parlaci un po’ di te: hai sempre vissuto a Milano, di che cosa ti occupavi?

«A Milano ho trascorso tutta la mia adolescenza in periferia tra amicizie a volte poco raccomandabili e situazioni complicate, prima di spostarmi con il mio bel bagaglio di esperienze in un piccolo paese, Cusago alla porte della metropoli, questa volta tra cascine, nebbia e odore di concime. Finiti gli studi ho aperto il mio primo negozio di consumabili per computer a Milano ed un anno dopo il secondo a Vigevano, dentro ai quali ho passato quattordici anni della mia vita, mettendoci tutto l’entusiasmo e la determinazione di cui ero capace. Amo profondamente la musica e lo sport, al punto tale da non poterne farne a meno quotidianamente».

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Nel 2017 hai deciso di partire dall’Italia: quali sono stati i motivi che ti hanno spinto ad andare all’estero?

«Sono tendenzialmente sempre stato amante del cambiamento, credo che la vita in generale andrebbe alimentata continuamente di nuove esperienze e negli ultimi anni iniziavo a sentire troppo spesso di ripetere le stesse. Ci sono stati due fattori determinanti che mi hanno spinto a voler fare una nuova esperienza lontano da casa: il primo è stato il ricevere la busta arancione dell’Inps con la previsione della mia età pensionabile; il secondo è stato veder cambiare la vita al mio miglior amico da un giorno con l’altro, quando gli fu diagnosticato un tumore a soli 34 anni. In quei giorni ho maturato la consapevolezza che il mio tempo qui è limitato e che davvero tutto può cambiare in un istante, le certezze a cui spesso ci aggrappiamo sono pura illusione».

Hai deciso di lasciare affetti, casa e il tuo posto fisso. Una scelta coraggiosa, dal momento che molti anelano qui in Italia al posto fisso. Cosa è scattato in te? Qualcuno ha cercato di dissuaderti?

«A volte penso ci voglia più coraggio a vivere in Italia che a decidere di andare via. Il paese in cui sono cresciuto non esiste più, l’Italia in cui mi sono formato è sparita, quel fervore che c’era negli anni ’80 ’90 è svanito, il coraggio delle idee, le battaglie civili, la possibilità di emergere ed esprimersi lavorativamente è sempre meno. Hanno vinto i compro oro e perso le librerie, sono sparite le drogheria schiacciate dai centri commerciali, ai cortili e alle strade in cui giocare i bambini hanno ceduto ai videogiochi e potrei andare avanti a lungo.

Ma più che lamentarmi mi piace agire, da lì la mia decisione di fare un’esperienza lontano da casa, lontano anche dalla zona comfort, quella capace di togliere il sapore a qualsiasi cosa. Ho fatto mia la frase che grosso modo recitava così: “Le navi in porto sono al sicuro, ma no è per quello che sono state costruite, e allora ho deciso di uscire con la mia nave verso terre sconosciute e nuove sensazioni, anche al prezzo di non vedere a lungo i miei luoghi a cui comunque sono legato, di lasciare andare un personaggio che mi ero costruito intorno e di un lavoro sicuro. Sì, perché credo sia sempre più utopico pensare al posto fisso in Italia ed in generale nel mondo in cui tutto cambia con una velocità spaventosa.

Oggi ci si specializza a scuola per lavori che una volta terminata potrebbero non esistere più. A rendere tutto ancora più incerto ed instabile si è aggiunto il Coronavirus, arrivato insieme a tutte le preoccupazioni e paure che il qualcosa di totalmente sconosciuto sa portare. Ho costruito rapporti forti ed in molti casi indissolubili con famiglia ed amici e credo fermamente che né il tempo né la distanza siano capaci di indebolirli, per questo ancora oggi vivo legami solidi con persone lontane solo fisicamente».

Andrea Danelli, autore de Il Vento a Favore

Perché tra tanti posti la scelta è ricaduta proprio su Lanzarote?

«Ho avuto la fortuna di viaggiare tanto nella mia vita, io, il mio zaino e quella sensazione di libertà che sa regalare l’essere di passaggio in un luogo. E negli anni mi sono perso in giro per paesi come l’India, lungo il Sud America e per il Sud Est Asiatico, rimanendo spesso folgorato dalla bellezza di tanti luoghi. Ma solo a Lanzarote ho pensato: “Qui mi fermerei a vivere”. A Lanzarote ho sentito di essere nuovamente la casa».

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Qualche mese fa hai pubblicato il tuo primo libro, “Il Vento a Favore”. Come è nata l’idea di scrivere un libro? E di che cosa parla il tuo romanzo?

«L’idea di scrivere un libro è maturata lentamente, inizialmente era per me più che altro un tirare fuori cose che a voce non riuscivo a dire e a far emergere pensieri e sensazioni che spesso rimanevano in fondo, poi nei mesi di lockdown ho avuto il tempo necessario per trasformare l’ammasso di pensieri e frasi in un racconto romanzato della mia vita. La spinta decisiva è arrivata dalla necessità di lasciare memoria di Francesco, il mio amico».

Alessio, il protagonista de Il Vento a Favore, ricorda molto te. A Lanzarote trova la sua vera dimensione e un nuovo amore. È successo anche a te? In che cosa esattamente ti somiglia?

«Alessio sono praticamente io, ho cambiato i nomi a tutti i personaggi del libro eccezion fatta che per il mio amico Francy, ovviamente mi sono preso tutte le libertà che mi servivano per colorare la storia ma quello che scrivo nel libro è quello che realmente ho provato e vissuto e che ancora vivo».

Il romanzo in poco tempo ha già ricevuto tantissime recensioni entusiaste da parte dei lettori. Ti aspettavi questo successo?

«Il successo del libro in realtà sta andando ogni oltre mia aspettativa, non che poi ne avessi molte, quello che realmente mi premeva era lasciare in giro qualcosa di me e raccontare le emozioni di una vita».

Andrea Danelli, autore de Il Vento a Favore

L’isola ha sicuramente un fascino tutto particolare, con i suoi paesaggi mozzafiato tra vulcani e spiagge, tanto da diventare riserva della biosfera dell’Unesco. Come si vive qui? Quali sono le principali differenze con l’Italia?

«Dici bene Lanzarote ha un fascino tutto suo, credo che questo luogo o lo si ama o lo si odia, non lascia spazio alla via di mezzo e io me ne sono innamorato, a prima vista! Forse per le spiagge selvagge e dorate o per l’incredibile Timanfaya, il parco naturale più visitato di Spagna, dove la terra attraverso i suoi vulcani ha espulso per sei anni di seguito rabbia e lava ed ora sembra aver trovato la pace lasciata tra le sfumature incredibili del suo paesaggio post apocalittico oppure è stato per le sue vigne racchiuse in semicerchi di pietra nera sovrastate da antiche cantine e poi tutti quei paesi completamente bianchi tra le cui vie scorrono antiche tradizioni e ancora la spiaggia di Famara che si estende per sette chilometri sotto al suo enorme risco che sembra essere una gigantesca onda pietrificata all’ombra del quale centinaia di ragazzi giocano surfando.

Non per ultimo per il fascino di uno dei suoi abitanti più celebri, Cesar Manrique che per la tutela della sua isola ha intrapreso e vinto grandi battaglie ecologiste ed in seguito lasciando opere architettoniche perfettamente inserite nel contesto naturale di questa terra. Ma l’isola sa anche essere aspra e dura a volte, capita che per giornate intere il vento soffi con violenza o come oggi mentre ti rispondo sia investita dalla calima, la sabbia del vicino deserto Sahara prima di lasciare nuovamente spazio al famigerato e meraviglioso clima delle Canarie.

E poi qui ci si mette a nudo, il rumore di fondo che esiste in una grande città come Milano non si sente, qui si ha il tempo di capire davvero le persone, nel bene e nel male, qui la natura doma l’uomo e non il contrario. Sono tante le differenze con l’Italia, io avverto in un luogo come questo ancora la possibilità di fare, di esprimersi, di far emergere capacità che in mezzo a tante, troppe persone si fa fatica a tirar fuori».

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Quali sono state e se ci sono state le difficoltà iniziali? Penso agli aspetti burocratici, alla difficoltà di una nuova lingua e una nuova cultura.

«Ma a dir la verità grandi difficoltà non ne ho avute, il fatto di essere europeo in Europa rende le cose agevoli. Per la lingua inizialmente parlavo come molti una sorta di “itagnolo”, un po’ lo stesso usato da Troisi e Benigni in Non ci resta che piangere, aggiungendo una ‘S’ finale qua e là, ora con il tempo e le esperienze parlo discretamente bene. La cultura del posto la trovo affine a me, i ‘conejeros’ come vengono chiamati gli abitanti di Lanzarote sono ospitali, brava gente, non facili ma semplici».

Oltre a dedicarti alla scrittura, di cosa ti occupi a Lanzarote?

«Qui sono diventato apicoltore, con Elisa, la mia compagna abbiamo imparato ad utilizzare il miele e la cera d’api dando vita ad una linea di cosmetica naturale sotto il marchio Lanzaroma. Tengo corsi di allenamento funzionale per bambini ed adulti, affitto e gestisco diverse case vacanza e sono diventato un triatleta, in questo momento mi sto preparando per il famigerato Ironman di Lanzarote che si svolgerà il prossimo 3 Luglio».

Le Canarie sono state negli ultimi anni meta preferita di moltissimi pensionati e imprenditori italiani. Ma i giovani che come voi vogliono trasferirsi a Lanzarote quali opportunità possono trovare e che consigli dareste loro?

«Qui non è il paradiso, per quello meglio aspettare nuova vita. Credo che il momento storico legato al virus ci regalerà un mondo completamente nuovo, nessuna eccezione per le Canarie, ma se si ama la forza della natura, il sole e lo sport, Lanzarote può essere il posto giusto per chiunque e a qualsiasi età».

Un libro, una nuova vita. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

«In questo momento mi sto godendo chi sono diventato, per il futuro mi lascio la possibilità di diventare chi sentirò di voler essere, credo che questo ce lo dobbiamo un po’ tutti».

Per contattare Andrea Danelli questa la sua mail: danelli1@hotmail.com;

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