Alessandro: viaggio per proteggere la natura e gli animali

A cura di Maricla Pannocchia

Da sempre appassionato di natura, una volta cresciuto Alessandro è partito per un progetto Erasmus in Inghilterra, durante il quale ha deciso di voler vivere così, ovvero costantemente in viaggio. Dopo essersi laureato in biologia marina, in seguito a un viaggio a Sumatra, a contatto con gli oranghi, che gli ha aperto gli occhi sui rischi affrontati da questa specie, Alessandro ha deciso di aprire la sua Onlus, Keep the Planet.

Alessandro ci spiega come tutti possiamo fare la nostra parte per proteggere il pianeta, viaggiando in maniera sostenibile, partecipando a progetti di volontariato ambientale o, per chi ha la “chiamata”, lavorando in questo settore. “A volte ci sono i momenti di sconforto, e penso che sia normale,” dice Alessandro, “Ho imparato ad accettarli e a riposarmi per qualche giorno o per qualche mese. Tutti possiamo fare la differenza e preservare la natura e gli animali.”

ALESSANDRO NICOLETTI - Keep the Planet

Ciao Alessandro, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti i lettori di Voglio Vivere Così, mi chiamo Alessandro Nicoletti, sono un biologo marino originario di Jesi, in Provincia di Ancona. Proprio pochi giorni fa ho raggiunto il mezzo del cammin di nostra vita, i 40 anni, traguardo anagrafico che però non mi ha assolutamente tolto la voglia di viaggiare e scoprire nuove culture.

Nonostante da piccolo non sia stato un grande viaggiatore, durante gli anni universitari iniziai a scoprire e accogliere questa impellente necessità di uscire dall’Italia per andare a scoprire il mondo.

La mia prima esperienza all’estero degna di nota è stata l’Erasmus in Inghilterra, nell’ormai lontano 2010. Probabilmente l’anno più bello della mia vita, un anno che mi ha dato tutto quello che potevo desiderare: amore, amicizie, conoscenze e competenze. Proprio durante quel bellissimo anno promisi a me stesso di voler vivere una vita in Erasmus, e forse, dopo 13 anni da quella meravigliosa esperienza, posso dire di esserci riuscito.

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Hai trascorso diversi anni in giro per il mondo collaborando a diversi progetti di conservazione ambientale. Com’è iniziato il tutto?

La mia passione per la natura nasce dai primissimi documentari del National Geographic che guardavo da bambino, ma è solo con l’inizio dell’università che ho deciso di dedicare la mia vita allo studio e alla tutela della biodiversità. Un momento importante del mio percorso è stato quando a Sumatra, in Indonesia, ho visitato un centro dedicato agli orangotango. Quel giorno scoprii la tremenda situazione di questi animali, spinti verso l’estinzione dalla nostra avidità e arroganza.

Dovete sapere, infatti, che gli orango prima dell’avvento delle collezione di olio di palma, prosperavano su tutta l’isola con più di 100.000 esemplari. Oggi, solo dopo alcuni decenni, resistono soltanto alcune migliaia di esemplari.

In quel momento, ho capito qual era la missione della mia vita, sensibilizzare le persone sulla conservazione delle specie in pericolo di estinzione e lottare per la loro tutela.

Nel 2017 hai fondato la tua Onlus, “Keep the Planet”. Puoi parlarcene meglio?

Dopo quel primo viaggio in Indonesia sono ritornato alla mia vita precedente. Rientrai nel Regno Unito a lavorare in acquacoltura, il settore in cui mi stavo specializzando, ma, grazie a quel viaggio, qualcosa dentro di me era cambiato per sempre, sentivo che il lavoro che stavo facendo non era in linea con i miei obiettivi a lungo termine e che stavo prendendo una strada diversa.

Ovviamente, i cambiamenti non avvengono dalla sera alla mattina. Il mio percorso durò 5 anni, durante i quali, tra gli eventi della vita, nacque l’idea di fare qualcosa di concreto per dirigermi verso la realizzazione dei miei obiettivi e da quel percorso nacque Keep the Planet.

Con Keep the Planet faccio divulgazione ed educazione ambientale e soprattutto aiuto tutti coloro che vogliono contribuire alla conservazione della natura, sia come volontari ambientali sia come lavoratori veri e propri.

Per farlo, ho realizzato un’accademia online dove spiego i passi da fare per entrare in questo mondo, come trovare lavoro, i contatti delle associazioni impegnate sul territorio e, più in generale, tutto quello che serve per diventare parte attiva del cambiamento che solo la conservazione ambientale può darci.

ALESSANDRO NICOLETTI - Keep the Planet

Come funziona, dal punto di vista organizzativo, quando parti per questi viaggi?

Partecipare a un viaggio di volontariato ambientale è piuttosto semplice, bisogna prima prendere i contatti con l’associazione locale impegnata in progetti di conservazione, parlare con loro per stabilire la data e le modalità di partecipazione e poi partire. Io prendo sempre i contatti diretti con l’associazione e non passo mai per le agenzie che applicano maggiorazioni di prezzo. Grazie alla mia esperienza decennale in questo settore, sono capace di aiutare i ragazzi a prendere contatti diretti, risparmiando notevolmente nel prezzo del viaggio.

Per arrivare dove si svolge il progetto mi organizzo sempre in maniera indipendente, volo con Skyscanner e via alla scoperta dei luoghi. Le associazioni ti aiutano sempre, dando le informazioni per arrivare a destinazione.

Quale, fra tutti i Paesi che hai visitato, ti è rimasto più nel cuore?

Sicuramente l’Indonesia, dove tutto è iniziato. La mia specie preferita è senza dubbio l’orangotango e, se dovessi dedicarmi a una sola specie, sarebbe sicuramente questa. L’Indonesia, dal punto di vista naturalistico e faunistico, ha tutto quello che un amante della natura può desiderare.

Ho trascorso diversi mesi lì, visitando tantissimi luoghi. Sarei dovuto tornarci a Febbraio del 2020 per terminare il documentario Men of the Forest, ma poi il mondo è crollato. Sicuramente ci tornerò insieme al mio amico e collega Francesco Menghini, per terminare il lavoro di reportage che abbiamo iniziato. Men of the Forest è, infatti, un film che parla della difficile situazione degli orango e di come gli indonesiani stiano dedicando la loro vita alla loro tutela.

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È facile gestire una vita in continuo movimento?

No, perché devi necessariamente rinunciare a delle cose, soprattutto al denaro, ma poi rifletto e capisco che non potrei vivere altrimenti.

Quando provo a fermarmi e concentrarmi sulle cose pratiche della mia vita personale, dopo pochi mesi la mia mente ritorna alle foreste, ai mari, alle avventure.

Che consigli daresti alle persone che vogliono seguire il tuo stesso percorso professionale?

Il mio consiglio è quello di avere un piano e un obiettivo chiaro in mente. Ai miei studenti dico sempre che non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

Chi vuole lavorare nella conservazione della natura deve avere una strategia e un punto di arrivo chiaro e definito. Magari non si raggiungerà, ma almeno si potrà dire di averci provato. Tuttavia, senza un piano d’azione chiaro e preciso, è difficile pianificare e agire di conseguenza.

Io mi faccio dei piani a 5 anni, questo è il termine temporale che consiglio di seguire e poi mettersi al lavoro per ottenere quello che si vuole. Il mondo ha bisogno di persone amanti della natura e del loro lavoro, ma per trasformare un sogno in realtà bisogna comunque avere una mappa del tesoro da seguire.

ALESSANDRO NICOLETTI - Keep the Planet

E quali a chi sogna una vita in giro per il mondo?

Prenotare un biglietto è piuttosto semplice, più facile di quello che si pensa. Sognare e poi non agire è il peccato più grande che si possa commettere. Partire è il primo passo, poi durante il viaggio ognuno capisce cosa funziona per sé e cosa no. Il mio consiglio, quindi, è partire senza pensarci su troppo.

Hai preso parte a vari progetti di ripristino delle aree naturali in Paesi come la Cambogia, l’Indonesia, l’Australia e il Regno Unito. Cosa puoi raccontarci di queste esperienze?

Sono sincero, un articolo non basta, dovrei scriverci un libro. In generale, posso dirvi che si entra a contatto con le persone del luogo non da turisti, ma da viaggiatori, si condividono cose che al turista sono precluse. Non solo luoghi, ma anche le esperienze.

Ci sono mai stati momenti di scoraggiamento?

E’ impossibile non averli. Proprio a inizio 2023 ne ho affrontato uno, ma poi passano, quando si lavora a un progetto proprio e i risultati non sono quelli sperati, la voglia di mollare arriva.

Io ho trovato la mia formula per affrontare questo momento, semplicemente lo riconosco, mi riposo, faccio altro e poi, quando ho recuperato, ricomincio. A volte basta riposarsi un giorno, a volte mesi, l’importante è avere sempre la capacità di vedere le cose nel suo complesso e accettare che fanno parte del percorso.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta di vita?

La fortuna più grande è avere una meravigliosa compagna di vita che condivide i miei stessi valori e mi supporta nelle mie scelte di viaggio. Spesso e volentieri anche lei si unisce a queste avventure, su questo aspetto sono stato molto fortunato.

La famiglia ormai si è rassegnata, mi conoscono e accettano il mio modo di vivere. Ovviamente tutto questo non sarebbe stato possibile senza il loro supporto, senza di loro non mi sarei mai laureato in Biologia Marina.

I miei genitori mi hanno sempre incoraggiato a seguire le mie passioni, ho un buon rapporto con loro e a volte facciamo anche qualche viaggio insieme. Per gli amici, quelli veri, è normale accettarmi per come sono, spesso condividono i miei stessi valori, mentre per quanto riguarda i conoscenti e i falsi amici proprio non m’interessa della loro opinione.

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Come sei stato accolto dalle varie popolazioni con cui sei entrato in contatto durante i tuoi viaggi?

Quando partecipi a questi progetti di conservazione diventi parte della loro famiglia. Gli attivisti locali e le popolazioni sanno che stai lì per aiutarli, i problemi potrebbero nascere con le controparti, cioè le aziende e la polizia.

Cosa pensi che si possa fare, in viaggio e non, per proteggere l’ambiente?

Ci sono tre modi per partecipare alla tutela dell’ambiente, il primo, quello accessibile a tutti, è partecipare ai viaggi naturalistici ecosostenibili. Alcune aree del mondo hanno bisogno di visitatori internazionali per proteggere il territorio.

Il turismo, quando ben gestito, porta soldi e lavoro alle popolazioni locali, che diventano le prime protettrici della fauna selvatica.

Il secondo metodo è quello, appunto, di partecipare ai campi di volontariato ambientali, da semplici turisti ci trasformiamo in persone impegnate nella conservazione del territorio.

Il terzo, questo forse non adatto a tutti, è quello di lavorare nella conservazione ambientale. Per farlo serve affrontare un percorso professionale vero e proprio, ma niente è impossibile.

ALESSANDRO NICOLETTI - Keep the Planet

In che modo i nostri lettori possono supportare te e la tua Onlus?

Per supportare Keep the Planet ci sono diversi metodi, il primo è iscriversi e accedere al database delle associazioni che offrono esperienze di volontariato. Il secondo è quello di accadere alla Green Academy, la scuola online che insegna come lavorare per la conservazione della natura.

Che cos’hai imparato, per ora, da queste esperienze?

In questi anni ho imparato che tutti possono fare la loro parte, ma che soprattutto, alla fine di questa, spero, lunga vita non voglio avere rimpianti ad aspettarmi. La vita è ora, non domani, non ieri.

Progetti futuri?

Semplicemente continuare con quello che sto facendo e magari terminare il documentario Men of the Forest, che sta aspettando da troppo tempo.

Per seguire e contattare Alessandro:

https://www.youtube.com/@KeepthePlanet

Instagram: Keeptheplanet

Sito web: https://www.keeptheplanet.org/