In un mondo in cui pullulano le disuguaglianze sociali, i disastri ambientali e le disparità economiche è sempre più vitale ottimizzare le risorse ed evitare ogni sorta di spreco, creando un nuovo modello di sostenibilità a livello internazionale ma anche nazionale e addirittura regionale, aziendale e familiare.

Quali sono i paesi che hanno intrapreso la lotta all’eliminazione degli sprechi:

Sono nate iniziative un po in tutto il mondo per fronteggiare questo fenomeno con un impatto estremamente variabile. Ad esempio, in occasione dell’Expo di Milano sono state lanciate delle idee con soluzioni abbastanza vaghe e per nulla nuove sul tema della lotta agli sprechi.

In Francia, è stata approvata una legge nazionale, semplice e chiara che ha come obiettivo quello di favorire la lotta agli sprechi del cibo nei supermercati. Con essa viene permesso di riutilizzare gli alimenti destinati alla spazzatura ma ancora consumabili, distribuendoli alle varie associazioni di volontariato che lavorano per abbattere la povertà. Poi, la Danimarca rappresenta il paese al mondo che ha raggiunto i migliori risultati nella lotta agli sprechi alimentari ed energetici. Perfino la Cina, uno dei paesi più inquinati al mondo, ha ideato un sistema di deposito della plastica nelle principali stazioni metropolitane in cambio di un biglietto gratuito. Ci sono sicuramente tanti altri ottimi esempi da importare nel Belpaese, di facile realizzazione e molto efficaci.

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La divisione dei compiti tra Stato e cittadini

Queste sono due entità che potrebbero e dovrebbero intervenire all’interno del processo. La lotta agli sprechi, infatti, è un discorso sia collettiva sia legato ai comportamenti del singolo. Il tutto si può spiegare con due esempi pratici. Nel primo caso lo Stato ha a disposizione 2,36 miliardi di euro da investire in interventi sul territorio italiano contro il dissesto idrogeologico: statisticamente in Italia l’81% dei comuni presenta situazioni a rischio.

Questi soldi potrebbero esser messi a disposizione per la messa in sicurezza di questi territori. Ma il vero paradosso sta nel fatto che i fondi sono stanziati ma non si riescono a spendere. Per quel che riguarda il comportamento dei cittadini invece, prendiamo in considerazione l’esempio di Roma: sempre più sporca e invivibile. Qui il servizio di rimozione e smaltimento dei rifiuti è il peggiore d’Italia. L’abitudine vuole che i cittadini gettino per terra, ogni anno, circa 2 miliardi di cicche di sigarette, uno dei rifiuti più difficile da smaltire e altamente inquinante.

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In questo secondo caso entra in gioco lo stile di vita dei cittadini e non lo stato: chi oserebbe mai spegnere una sigaretta sul pavimento di casa propria e le pulizie poi? Allora perché inquinare e deturpare il suolo della propria città?

Solo il nostro contributo personale e una maggiore attenzione da parte dei politici e delle élite industriali possono portare all’attivazione di una seria lotta allo spreco. Il rispetto dell’ambiente e la diffusione di una cultura volta alla lotta agli sprechi, nella propria città o azienda diventa in questo modo un dovere nonché un gesto di responsabilità essenziale.