Silvana Di Liberto e il suo viaggio di scrittura sul Cammino di Santiago

Cantante italiana residente ad Ayamonte, Spagna, Silvana Di Liberto è nota per il suo talento nel jazz e la sua passione per una vasta gamma di generi musicali. Ma c’è di più! Silvana condivide con noi il suo straordinario viaggio sul Cammino di Santiago, che ha ispirato la sua prima opera letteraria. Un’intervista esclusiva che rivela il connubio unico tra musica e avventura spirituale. Non perderti questa emozionante storia!

Di Enza Petruzziello

SILVANA DI LIBERTO

Da anni residente ad Ayamonte, in Spagna, Silvana Di Liberto è una poliedrica cantante italiana, rinomata nel suo campo per essere la nota musicale al centro di una sinfonia di passione per l’arte. Sebbene la sua passione incrollabile sia il jazz, il suo talento abbraccia un ampio spettro di generi musicali, dallo swing e blues alla bossa nova, bolero e son.

La sua versatilità, tuttavia, si estende oltre l’interpretazione delle canzoni. Durante la pandemia, si avventura infatti nel mondo della scrittura raccogliendo le sue esperienze nella sua prima opera letteraria, “Il Camino de Santiago (a mi Manera)“, una storia avvincente che accompagna i lettori in un viaggio emozionante lungo questo misterioso cammino.

Il libro è la testimonianza del suo spirito intrepido e del suo desiderio di esplorare territori inesplorati, sia nella musica che nella vita. Silvana ha percorso il Cammino nel 2005 portando, oltre allo zaino, la sua voce e la sua passione musicale. È partita dalla Francia raggiungendo a piedi la Cattedrale di Santiago. In alcune fasi del tour, Silvana usa il suo talento di cantante per infondere ispirazione e gioia nei viaggiatori, aggiungendo così una dimensione arricchente alla loro esperienza.

Ciao Silvana, è un piacere rincontrarti. Innanzitutto, potresti raccontarci quali cambiamenti hai notato nella tua vita e nel contesto in cui vivi rispetto all’ultima volta che sei stata intervistata da noi?

«Prima di tutto, voglio esprimere nuovamente la mia gratitudine per l’opportunità di condividere il mio piccolo mondo in questa intervista. Nel corso della pandemia, ho vissuto una trasformazione significativa che ha plasmato una versione completamente rinnovata di me stessa, e sono contenta di condividere i dettagli con voi. Anche il contesto in cui vivo ha subito cambiamenti radicali, e sebbene non approfondirò questo tema, è innegabile che nulla sia rimasto immutato. Il nome della vostra redazione, ‘Voglio Vivere Così’, rispecchia appieno la mia filosofia di vita di questi anni: la libertà di scegliere, l’accoglienza del cambiamento continuo, l’uso creativo della mente e la costante ricerca del progresso. Ah, dimenticavo, ora ho i capelli più lunghi rispetto all’ultima volta».

Da sempre sei un’artista poliedrica. Cantante jazz, il tuo talento abbraccia un ampio spettro di generi musicali, dallo swing e blues alla bossa nova, bolero e son. Oltre alla musica, però, la tua arte si estende anche alla scrittura. Hai da poco pubblicato il tuo primo libro Il Cammino de Santiago (a modo mio). Quando nasce in te la voglia di scrivere?

«Nella mia giovinezza, dedicavo diverse ore a riempire le pagine del mio diario con riflessioni e a dar vita a racconti immaginari. Con il passare degli anni, però, la musica ha gradualmente preso il sopravvento, diventando la mia principale musa ispiratrice. Tutto ha preso una svolta inaspettata con l’arrivo del COVID-19, che ha sconvolto i miei piani e mi ha costretta a rinunciare a certi progetti. In mezzo a questa oscurità circostante, ho imparato a realizzare cose che mai avrei pensato di mettere in pratica. In particolare, ho trovato conforto nel riscoprire il piacere della scrittura, un compito che mi consente di esplorare terreni alternativi e di esprimere liberamente i miei pensieri. Un giorno, aprendo la scatola dei ricordi alla ricerca di alcuni oggetti, ho ritrovato il mio taccuino del Cammino di Santiago. Con gli occhi colmi di lacrime, l’ho sfogliato. Dopo circa una settimana, avendo tutto il tempo a disposizione, ho condiviso con la mia dolce metà la volontà di mettere nero su bianco la mia vita. La sua risposta è stata pronta: ‘Perché non racconti tutto ciò che ti è accaduto nel cammino?’ Ed eccomi qui!».

Parlaci del tuo romanzo, che cosa racconti?

«Il mio libro si configura come un’ampia avventura personale ambientata nel 2005. La partenza è contrassegnata dal desiderio di intraprendere il Cammino Francese al fianco di una donna speciale appena conosciuta, iniziando dal suggestivo villaggio di Saint-Jean-Pied-de-Port. Abbiamo transitato quasi 800 chilometri a piedi, attraversando varie tappe fino ad arrivare alla celebre Cattedrale di Santiago. Per farvi comprendere l’entità della distanza, immaginate di partire da Palermo, in Sicilia, e camminare fino a sopra Napoli. Il titolo stesso, “Il Cammino di Santiago (a modo mio)”, riflette il mio approccio non convenzionale, distante dal seguire il protocollo alla lettera. Il percorso è stato completato in 38 giorni, con numerose soste che ci hanno permesso di riposare e prendere più scioltezza nei movimenti. Ogni capitolo si focalizza su ciò che ho visto, ascoltato, toccato, imparato e sentito, cercando di piantare un seme affinché ognuno possa riflettere sulla scelta di seguire o meno i consigli offerti. Il capitolo finale, il 39, racconta della decisione (non mia) di concludere il viaggio noleggiando una macchina da Santiago di Compostela per raggiungere Finisterre. Da lì, ci dirigiamo verso Barcellona, la città che ho chiamato casa in passato, dove si svolge un evento significativo che completa il cerchio del nostro pellegrinaggio».

SILVANA DI LIBERTO

Che cosa è scattato in te quando hai deciso nel 2005 di percorrere il Cammino di Santiago?

«La mia decisione di intraprendere questo percorso è stata quasi istintiva, come se fosse stata innescata da una molla. In quella circostanza, mi trovavo a trascorrere tre intense settimane come cantante a bordo di una nave privata, coltivando una connessione molto speciale con uno degli ospiti. Poco prima di salpare, questa donna mi ha proposto di unirmi a lei in questa avventura folle. Ho accolto l’invito con entusiasmo, quasi come se stessi acquistando un biglietto per un’emozionante attrazione di cui sapevo poco o nulla, pronta a lasciarmi trascinare dalle meraviglie che avrei incontrato lungo il cammino. La mia intuizione ha preso il volo, e l’esperienza che ne è derivata ha sorpassato ogni mia aspettativa».

Il Cammino di Santiago è uno dei viaggi spirituali più famosi al mondo, dove pellegrini provenienti da ogni parte del globo si incrociano e insieme percorrono centinaia di chilometri per arrivare al santuario di Santiago di Compostela in Galizia, Spagna. Che sensazioni si provano a percorrere un viaggio a piedi così unico?

«Solo la sensazione di camminare era avvolta da un’atmosfera che evocava il fascino medievale, dove la percezione del tempo sembrava dissolversi o fermarsi completamente. Era quasi come infilarsi in varie porte in cui passato, presente e futuro si fondevano in armonia. Questo viaggio è stato anche una riscoperta di un vincolo puro con la natura e con i pellegrini che ci hanno preceduto, così come con quelli che sono venuti dopo di noi. Tra quei panorami incontaminati, abbiamo imparato a valorizzare le gioie semplici spesso trascurate nella frenesia della vita quotidiana. L’arrivo alla Cattedrale di Santiago è stato il culmine di questo straordinario fine. Tutte le emozioni vissute lungo il percorso si sono concentrate in un unico istante di intensità. Le lacrime e le risate, i canti e le urla hanno contribuito a fissare un ricordo indelebile. Il Cammino si è rivelato molto più di un semplice percorso fisico; è stato un viaggio verso la pace interiore e l’illuminazione spirituale, uno stimolo che ha trasceso il materiale per abbracciare l’essenza stessa della vita».

Qual è stata la parte più significativa o emozionante del tuo cammino lungo il Cammino de Santiago?

«La parte più significativa e coinvolgente di questo percorso è stata, senza dubbio, la forza del legame intrecciato gradualmente con le persone, provenienti da diverse realtà sociali. Incontrare pellegrini con sfondi e origini differenti mi ha offerto un’opportunità solida di immergermi in una varietà di storie, tradizioni e prospettive. Durante il viaggio, ho avuto il privilegio di ascoltare e apprezzare punti di vista che si discostavano dai miei, imparando così a comprendere e rispettare le diversità culturali. È stato educativo constatare che ciò che poteva sembrare ovvio per un asiatico poteva non esserlo per un italiano, sottolineando l’importanza fondamentale dell’ascolto e della comprensione reciproca. La capacità di stabilire connessioni autentiche e di condividere porzioni di vulnerabilità con individui sconosciuti ha trasformato il mio pellegrinaggio in una potente celebrazione della nostra comune umanità».

Ti va di raccontarci un aneddoto o un momento particolarmente memorabile che hai vissuto durante il tuo viaggio?

«Quello che sto per narrare non è annotato tra le pagine del mio libro, bensì è un episodio che custodisco gelosamente dentro di me. Durante il mio breve soggiorno a Roncesvalles, ho incontrato una donna in pensione in un accogliente hotel. Era una figura di notevole importanza e cultura, straniera di nascita ma padrona della lingua italiana. Un giorno, alcuni ex colleghi le proposero di unirsi a una parte del Cammino di Santiago. Dopo aver condotto una ricerca approfondita, decise autonomamente di intraprendere questo itinerario, nonostante la sua scarsa inclinazione per lo sport, specialmente a causa degli impegni di lavoro precedenti che le sottraevano tutto il tempo. In seguito al racconto, le suggerii con un sorriso di associarsi al nostro scopo comune, spiegandole che anche noi due eravamo pellegrine alle prime armi e avremmo percorso il cammino al nostro ritmo. La sua risposta fu un netto “no”, poiché desiderava esplorare la ricerca di se stessa e attribuire un significato a questa fase della vita. Tuttavia, mi disse che se avessi avuto fiducia in me stessa, alla fine ci saremmo ritrovate. Fu come un miracolo, perché è esattamente ciò che accadde. Man mano che ci avvicinavamo a Santiago, passato Monte do Gozo, in un momento di silenzio e tensione palpabile, udii il mio nome gridato da dietro. Girandomi, c’era lei. Il nostro abbraccio e le lacrime che scesero furono davvero commoventi».

SILVANA DI LIBERTO

Come hai affrontato gli ostacoli lungo il cammino e quali lezioni hai imparato da questa esperienza?

«Affrontare gli ostacoli lungo il cammino è stata un’esperienza impegnativa, specialmente nei primi passi, quando il peso dello zaino si è rivelato sia un onere fisico che mentale. Nonostante le difficoltà iniziali, ho imparato a vincere gli ostacoli concentrandomi sulla crescita della familiarità con il percorso. Ammetto che l’idea di abbandonare è passata per la mia mente in diverse tappe, soprattutto durante una notte all’aperto con zanzare implacabili come avversari. Il cammino ha richiesto tempo e adattamento fisico, ma alla fine ho trionfato. Mantenere una prospettiva positiva è stata la chiave; senza di essa, il sentiero avrebbe perso il suo significato. Le sagge parole della mia nonna sono state un conforto prezioso, diventando un faro che ha illuminato le sfide con determinazione. Le lezioni apprese includono l’umiltà, l’apprezzamento del silenzio, un aumento di coraggio e pazienza, e di essere aperta a nuove esperienze alimentari. Questa accettazione è stata ispirata dal detto spagnolo ‘es lo que hay’, che significa accettare le cose così come sono, specialmente nei piccoli borghi con limitati menu».

In che modo hai utilizzato la tua voce e la tua passione musicale per arricchire l’esperienza dei pellegrini lungo il Cammino?

«Nei giorni più difficili, quando la fatica si faceva sentire e le gambe sembravano cedere, ho dedicato ogni sforzo a infondere energia positiva e gioia nei vari gruppi con i quali ho condiviso alcune parti del viaggio. In ogni caso, il ricordo più memorabile e toccante si è verificato nell’ultima notte. In quel frangente, ho deciso di mettere a disposizione le mie abilità vocali per interpretare un frammento dell’opera “Nabucco” di Giuseppe Verdi, noto per il celebre coro “Va, pensiero”. Questa esibizione non solo ha coinvolto i miei compagni, ma ha anche rappresentato un commovente addio al percorso che ci ha guidati verso destinazioni che mai avremmo immaginato di raggiungere. La musica, in particolare, ha contribuito a creare un ponte emotivo tra di noi, convertendo quel momento in un saluto indimenticabile al viaggio che abbiamo compiuto con sacrifici».

Torniamo al tuo libro, come sta andando la vendita e quali sono le opinioni di chi lo ha letto?

«La vendita del mio libro “El Camino de Santiago (a mi manera)” su Amazon ha preso il via nell’ottobre dello scorso anno, in lingua spagnola. Inizialmente, ho dedicato tempo alla sua promozione, ma ho dovuto interrompere temporaneamente quest’attività per concentrarmi sul progetto di traduzione in italiano, il quale ho recentemente portato a termine con grande impegno. Sono lieta di condividere che il libro ha suscitato un interesse positivo sia tra coloro che mi conoscono che tra chi non mi conosce. La mia narrazione, che offre una prospettiva intrigante sul cammino attraverso gli occhi di una siciliana, ha catturato l’attenzione grazie alle diverse dimensioni trattate, spaziando dalla spiritualità alla filosofia, agli aneddoti e alle leggende. Inoltre, vi sono momenti in cui condivido aspetti intimi della mia vita, aggiungendo un tocco personale alla trama. Una signora di Malaga ha confessato di essersi emozionata leggendo la mia storia e ha manifestato interesse per il mio prossimo libro. Altri lettori hanno elogiato l’opera, sottolineando come abbia arricchito le loro conoscenze e che la lettura sia stata un’esperienza simile a percorrere il Cammino di Santiago insieme a me. Desidero esprimere la mia gratitudine alla Federación Española de Asociaciones de Amigos del Camino de Santiago per aver condiviso il mio lavoro sul loro sito web e sulla rivista di dicembre 2023. Nutro la sincera speranza che il mio libro possa conquistare anche il cuore dei miei connazionali italiani, ispirando chi lo legge a intraprendere il cammino verso i propri sogni».

Qual è il messaggio principale che desideri comunicare attraverso la tua opera?

«Il fulcro del mio messaggio, veicolato attraverso la mia opera, si basa sulla preziosa lezione di vita derivante dalla mia esperienza al di fuori della Sicilia. Ho dedicato tempo ed impegno a rispondere con precisione a queste domande, cercando di aiutare i lettori a comprendere che non esiste un momento predeterminato per inseguire nuovi obiettivi nella vita. L’essenza risiede nel confrontarsi direttamente con le paure, procedere con determinazione e lottare con impegno per raggiungere il traguardo, seguendo un percorso simile a quello del Cammino di Santiago. All’avvio, l’orizzonte potrebbe apparire dominato da un imponente muro, ma col passare del tempo e con sudore, si superano le barriere fino a rendersi conto, quasi impercettibilmente, di aver conquistato il successo».

SILVANA DI LIBERTO

Progetti per il futuro? Hai in mente altri libri o nuovi progetti musicali?

«Per quanto riguarda i progetti futuri, sono felice di annunciare che il mio libro sarà presto tradotto anche in francese, curato personalmente dal mio compagno. Attualmente sto valutando l’opportunità di estendere la traduzione ad altre lingue non appena avrò il tempo necessario. Al momento, mi concentrerò sulla sua promozione e successivamente riprenderò il lavoro su un nuovo progetto letterario che è già pronto ma ancora in fase di sviluppo, con l’obiettivo di completarlo. Seguendo il sagace consiglio di mia nonna, che sosteneva che “il ferro si batte mentre è caldo”, sono determinata a non fermarmi. Credo fermamente nell’importanza di continuare a muoversi e a creare, poiché è quando il nostro cervello smette di fare connessioni che la vita può sembrare meno stimolante. Rimango sempre aperta a nuove opportunità e osserverò come si evolveranno i miei progetti futuri».

In che modo i nostri lettori possono contattarti?

«Non sono molto attiva sui social media, per essere sincera, ma potete trovarmi su Facebook e su YouTube cercando “Silvana Di liberto”. Vi invito a scrivermi e, se avete apprezzato il libro o meno, potete lasciare un commento al seguente link. Sarà un piacere leggere i vostri feedback e rispondere alle vostre domande. Grazie in anticipo per la vostra partecipazione!»