Maria Luisa: un anno sabbatico poi Zanzibar

A cura di Nicole Cascione

Maria Luisa in Italia si occupava di valutazioni e consulenza per investimenti immobiliari per un importante brand presente a livello mondiale.

Nel dicembre del 2016, alla fine di un anno sabbatico speso viaggiando, si ritrovò sull’isola di Zanzibar per Capodanno.

Quello, per lei, fu un viaggio con alcuni “imprevisti”, tra i quali: delle opportunità di investimento per alcuni clienti e quello che oggi è il padre di suo figlio.

Per entrambe le ragioni decise di trasferirsi sull’isola nell’arco di sei mesi.

mappa zanzibar

Chi sono

Chi è Maria Luisa?

Più tempo passa, più mi rendo conto di quanto sia difficile definirmi… senza dubbio sono una persona curiosa, tanto. E questo da una parte mi ha portato a viaggiare molto e dall’altra ad esplorare nuovi orizzonti anche in ambito professionale. Probabilmente “contengo moltitudini” e col passare degli anni me ne sto facendo una ragione, esplorandole.

Una curiosità che ti ha portato a spostarti dall’altra parte del mondo. Non ti spaventava l’idea di avere a che fare con una cultura molto diversa dalla nostra?

Seppure fossi stata nel Maghreb per ragioni di studio circa 20anni prima, nonostante la curiosità non mi ero mai sentita attratta dalla parte sub-sahariana. A dire il vero confesso che in passato nutrivo anch’io una serie di paure dovute a molti luoghi comuni sul continente che tuttora imperversano nell’immaginario collettivo. Più che altro perché si tende ad incasellare sotto un unico nome un panorama molto vasto che conta 54 Paesi e un’infinità di sub-contesti, sia culturali che economici. Fermo restando che ci siano ambiti estremi che non mi sentirei di esplorare oggi, il continente resta una destinazione molto affasciante anche nelle sue prospettive di crescita.

L’avere a che fare con una cultura diversa da quella di origine confesso che non mi ha mai spaventato, anzi! E’ uno dei motivi per cui, con molta curiosità, ho sempre organizzato i miei viaggi in qualunque parte del mondo. Non posso negare che a volte sia molto impegnativo, diciamo pure “sfidante” e a tratti sfiancante, a volte divertente. Ci sono modi di fare e vedere le cose che possono essere anni luce lontani dal nostro, ma non per questo sono sbagliati, sono semplicemente diversi. Come in tutte le cose…in medio stat virtus. E quindi la vita qui è una continua mediazione, senza dimenticare che siamo “ospiti in terra straniera”.

Il primo approccio con Zanzibar

A proposito di accoglienza, qual è stato l’approccio con la popolazione locale?

La popolazione locale è davvero molto aperta verso l’altro, vuoi per anni di turismo vuoi per un’indole accogliente e inclusiva di molte persone, anche quelle più lontane dal turismo.

Tuttavia non nego che per molti locali, specie i più spregiudicati, vedere un bianco implica un’opportunità per ottenere un proprio tornaconto. Insomma, se da una parte c’è l’accoglienza autentica, dall’altra c’è anche chi ti vede come un soggetto da sfruttare in modo più o meno “fair”. E bisogna fare i conti anche con questo aspetto.

tanzania expats

Per non sbagliare, quali sono le cose da evitare assolutamente a Zanzibar?

Sicuramente, come per tutte le destinazioni, bisogna raccogliere un po’ di informazioni prima di partire, sia in ambito culturale che in quello relativo alla sicurezza. Dal punto di vista culturale ci tengo a ricordare che l’isola è a prevalenza musulmana e che nei villaggi e in città è opportuno vestirsi in modo appropriato per rispettare la cultura locale. Non è necessario “velarsi”, ma basta coprire spalle, evitare scollature e abiti trasparenti ed essere coperti fino alle ginocchia. Nelle spiagge (tutte) è possibile stare in costume.

In ambito sicurezza l’isola è sostanzialmente sicura, tuttavia è opportuno muoversi con una certa accortezza, soprattutto in alcune aree un po’ isolate o mal frequentate e lungo le spiagge dopo il tramonto. A mio avviso sono regole da seguire un po’ ovunque nel mondo, ma visto che molti tendono a vedere solo il lato paradisiaco dell’isola credo sia utile ricordarlo.

Vantaggi e svantaggi

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del vivere a Zanzibar?

Tra i vantaggi del vivere qui c’è il contatto con una natura rigogliosa ed esuberante che rimetterebbe al mondo chiunque. Per quanto l’isola non sia immensa, ha al suo interno ambienti molto diversi, dalle spiagge da sogno alla parte interna, dove una vegetazione tropicale a tratti lascia il posto a piantagioni di spezie e a nuove produzioni locali. Sicuramente la vita è molto più semplice e autentica, meno volta all’apparire.

Pro n. 1 assoluto: poter camminare o correre al mattino lungo le spiagge dell’Oceano Indiano, ed è gratis!

Tra i contro non posso non considerare gli aspetti sanitari e l’istruzione che sono molto lontani da quelli a cui noi siamo abituati e anche i migliori finiscono per avere costi elevati e prestazioni a volte limitate ed una generale povertà di offerta in ambito culturale e ricreativo (ad esclusione degli sport acquatici e qualche evento musicale).

Qual è l’aspetto che più ti ha colpito del popolo africano?

L’aspetto che mi ha colpito e che continua ancora a stupirmi è la capacità di vivere il presente che a tratti si esprime in un cristallino pragmatismo, in altri diventa la più autentica (e incorreggibile) indolenza.

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Un altro aspetto importante è il concetto di condivisione, molto radicato. Se c’è un piatto o un biscotto lo si condivide. L’altra faccia della medaglia è però che, a volte, tu hai qualcosa e qualcuno può pensare di prenderla e non restituirla.

spiagge zanzibar

Il mio lavoro

Di cosa ti occupi?

Da quando mi sono trasferita ho cambiato un po’ l’oggetto e la scala delle mie attività. In principio avrei voluto prendermi del tempo per sviluppare un blog di viaggi (di cui è rimasta solo una pagina FB, sulla quale confesso di aver scritto poco). Infine sono stata risucchiata dalle mie stesse passioni e qui mi occupo prevalentemente di turismo che resta la mia grande passione. Sono co-fondatrice e Travel Designer per il Tour Operator locale Travel 360 & Tours. Mi occupo di Zanzibar, ma anche di Tanzania con i safari, definendo servizi su misura in base ai desideri e alle esigenze del cliente per aiutarlo ad organizzare e vivere nel migliore dei modi l’esperienza di viaggio unica, che questo Paese può offrire.

A questa attività si aggiunge un supporto per la parte sales&marketing della nostra struttura (Zanzibar Dream Lodge) nella parte sud-est dell’isola, che amo molto dal primo giorno, visto che per me resta forse l’ultimo baluardo di autenticità dell’isola.

Saltuariamente seguo alcuni progetti per sviluppo nuove attività legate a turismo e real estate.

Durante il lockdown, anche grazie alla partecipazione ad un Business Lab tra imprenditori che operano/vivono tra Italia e Africa, ho portato avanti un nuovo progetto agroalimentare, di cui vado particolarmente fiera e che mi ha impegnato molto. Il progetto si chiama Mama Simba: da un lato promuove l’anima green dell’isola e i suoi produttori locali e dall’altro l’eccellenza e la qualità del cibo “Italian style”, 100% made in Zanzibar. Nato con l’intento di supportare la comunità locale e l’intraprendenza femminile con formazione e lavoro (soprattutto dopo la crisi di presenza iniziata in primavera).

Il progetto consiste nella produzione di conserve (prevalentemente bio e a km zero), destinate ai clienti della nostra struttura e al mercato locale, oltre ad una linea bakery per i più golosi, sempre realizzata con l’impiego (ove possibile) di materie prime locali e di qualità (che cominciano ad essere presenti anche qui, grazie ad imprenditori locali, che spesso, con mia grande gioia, sono donne).

Cosa mi manca dell’Italia

Cosa ti manca dell’Italia? E cosa invece, hai scelto volutamente di lasciarti alle spalle?

Dell’Italia non smetteranno mai di mancarmi gli amici che continuo a sentire e incontrare ogni volta che torno e che posso e ovviamente la mia famiglia di origine che mi ha insegnato molto, con amore.

Tra le cose che mi sono lasciata alle spalle senza rimpianti ci sono senza dubbio certe superficialità del vivere quotidiano, nonché certe dinamiche da ufficio di cui faccio volentieri a meno. Ho abbandonato anche i tacchi (bellissimi) che poco si confanno alle molte strade di sabbia e all’avere un bimbo piccolo, ma confesso che per quanto meno comodi delle infradito, restano sempre una mia inguaribile e frivola passione durante i miei soggiorni in Europa.

nuova vita zanzibar

Secondo la tua personale esperienza, è possibile rifarsi una nuova vita a Zanzibar? Ma soprattutto, a chi consiglieresti il posto e a chi no?

In tutta onestà, non credo molto nel concetto di “rifarsi una vita”, come se tutto fosse da buttare. Credo piuttosto che ognuno di noi abbia un suo processo evolutivo verso la consapevolezza, che ha bisogno di tempi molto soggettivi e che si porta sempre dietro il buono che abbiamo scoperto, fuori e dentro di noi nelle esperienze precedenti. Quindi più che rifarsi una vita trovo che ci siano piuttosto tratti del proprio percorso evolutivo che possono essere molto diversi tra loro, ma non per questo meno importanti. Incluso un trasferimento in un Paese diverso e un cambio attività.

Sicuramente l’isola è più adatta a chi ama il caldo, il contatto con la natura e una vita più semplice. Questo non significa che viverci è facile, anzi! Tra le caratteristiche personali che ritengo fondamentali, c’è senz’altro un forte spirito di adattamento. Se si pensa di trasferire rigidamente le proprie competenze, abitudini e struttura di pensiero in un contesto che è un mondo a sé, probabilmente il risultato NON sarà dei migliori.

I progetti futuri

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Tra i miei progetti futuri ci sono tante cose. Al momento stiamo lavorando al miglioramento della parte comunicazione delle nostre attività (sempre troppo impegnati a migliorarne la sostanza e i servizi, abbiamo un po’ tralasciato questo aspetto). Quindi è in cantiere il sito web del Tour Operator e un restyling della nostra struttura, che mi vedrà particolarmente impegnata (visto che, tra le altre cose, sono architetto).

Per il biennio appena iniziato spero riusciremo a sviluppare anche un progetto più ampio sempre legato all’ambito agri-food bio e km zero, connettendolo al turismo e alla qualità dell’esperienza di viaggio (che per me è fatta anche di buon cibo e salute, oltre che di mare cristallino e lingue di sabbia). Stiamo valutando le modalità per offrire un’esperienza di ecoturismo nella natura, per far scoprire l’altra faccia di Zanzibar, quella “green”.

Tra gli obiettivi, sperando che la mobilità torni presto più fluida, abbiamo anche l’ampliamento ad altre destinazioni dell’offerta turistica del nostro Tour operator.

Insomma…non credo che ci annoieremo!

Per contattarmi:

travel360tour@gmail.com

Travel 360 Accommodation & Tours

Zanzibar Dream Lodge website

Zanzibar Dream Lodge FB

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