Massimo Biale, lo chef ex controllore di volo

“Nasco come controllore di volo (era il 1984) ma, avendo nonna paterna chef di cucina ed avendo bisnonni materni ristoratori (quando si dice che Dio li fa e poi li accoppia!), in parallelo ho sempre coltivato la mia passione sfrenata per la cucina, passione che mi ha portato, nel corso degli anni, a partecipare a numerosi concorsi culinari. Nel 2013, quando lo Stato Maggiore dell’Aeronautica, accortosi di questo Controllore di Volo che eccelleva oltre che per il Traffico in cielo anche per il traffico in cucina, decise di impiegarmi come eccellenza, dandomi la responsabilità dell’addestramento dei cuochi nell’impiego delle missioni estere e nella preparazione di menù e cene di rappresentanza”.

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Massimo in quali Paesi hai vissuto?

Grazie al mio lavoro in Aeronautica ho avuto l’opportunità di girare molto, sia per motivi privati che per motivi professionali legati all’attività di Controllore. Sono stato quindi nei Paesi del Medio Oriente quali Emirati Arabi, Iraq, Turchia, Marocco, Egitto, Kosovo, Stati Uniti, Germania, Francia, Inghilterra, India e naturalmente l’Italia intera.

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Quale tra questi Paesi ti è rimasto nel cuore e perché?

Mi sono rimasti nel cuore sia l’Egitto che il Kosovo; l’Egitto per il calore della sua gente e l’amore che nutrono per il popolo italiano, mentre il Kosovo mi ha segnato in maniera indelebile perché durante la mia permanenza, a ridosso della guerra che devastò il Paese, ebbi modo, da bravo italiano, di organizzare tutta una serie di iniziative a favore dei bimbi kosovari, di cui ricordo ancora le lacrime e i sorrisi di felicità, compresa la famosa “partita del cuore” nel 2003, che portò a Pristina le rappresentative della Nazionale Italiana Cantanti e della Nazionale Sindaci, che si esibirono allo stadio della capitale kosovara, alla presenza di quello che fu poi eletto Presidente del Kosovo, Mr. Rugova.

Immagino l’emozione provata! Per quel che riguarda il settore culinario, in quale Paese è maggiormente apprezzata la cucina italiana?

La cucina italiana, come puoi ben immaginare, è la cucina più apprezzata al mondo e quindi, ovunque vado, la prima cosa che mi chiedono è di cucinare per loro. Non c’è quindi un Paese che maggiormente apprezza, ma TUTTO IL MONDO apprezza la cucina italiana e il popolo italiano.

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Qual è la specialità gastronomica che ti ha colpito di più nei tuoi viaggi intorno al mondo?

Vi sono molte specialità gastronomiche che mi sono rimaste nel cuore e nella mente, sia in positivo che in negativo, purtroppo. Ma quella che più mi ha colpito è stato una sorta di kebab in Egitto, preparato da un beduino che aveva una specie di carretto gourmet nel deserto, un paio d’ore prima di passare lo stretto di Suez. Esperienza rischiosa a livello igienico-sanitario ma che, fortunatamente, non ha avuto ripercussioni sul fisico ma sulla mente, perché non ho più mangiato della carne così buona. Non chiedermi però che carne fosse, perché non me lo sono mai chiesto. Mentre l’esperienza negativa che maggiormente ricordo, è avvenuta vicino Miami, dove chiesi l’Italian Chicken che lessi nel menu (mai cercare cibo italiano all’estero!) e mi portarono una sorta di pollo arrosto ricoperto completamente di una crosta di ketchup rappreso: terribile!

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Il tuo è un lavoro che ti porta a spostarti in continuazione, cosa porti con te durante i tuoi viaggi?

Diciamo che un viaggiatore “normale” ti risponderebbe probabilmente lo spazzolino da denti. Invece, per quanto mi riguarda, durante i miei viaggi non mi separo mai dai miei coltelli: possono servire per molteplici usi!

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In cosa sei cambiato durante questi anni di continui spostamenti?

Durante questi anni è cambiato il modo di vedere le cose, è cambiato anche il modo di mettere insieme i vari ingredienti, valorizzandoli anche. Quando ti rendi conto di quanto lavoro ci sia dietro ogni prodotto che arriva sulla tavola, impari a valorizzarne il gusto.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Il mio futuro? Non posso dirti quali saranno i miei progetti futuri anche perché non ho ancora deciso cosa fare da grande, quando finirò di giocare e divertirmi in cucina.

email:  massimobiale@gmail.com

 

A cura di Nicole Cascione