Vivere e lavorare in una metropoli: Mara e la sua vita a Londra

A cura di Cristina Pellicciotti

Eccoci oggi a chiacchierare con Mara, varesotta di 38 anni, avvocato d’affari esperta in finanza, sposata e madre di 4 bambini tra i 7 ed i 2 anni, nonchè residente a Londra dal 2006. Insomma una di quelle “donne moderne” che cercano di conciliare la propria realizzazione personale con la routine familiare attraverso complicati ingranaggi e ritmi altamente impegnativi. Tutto un gioco di equilibri.

Sin dai primi istanti Mara ci appare come una persona dalle idee chiare, pragmatica, determinata, costante e soprattutto dotata di una gran forza di volontà. Ci inizia a raccontare le sue prime esperienze all’estero: prima in Erasmus a Parigi poi, subito dopo la Laurea in Giurisprudenza tre mesi trascorsi in Australia, quindi uno stage all’ambasciata italiana in Tunisia, infine destinazione Londra, inizialmente vista come un trampolino per poi trasferirsi a New York.

Un’idea quest’ultima che per il momento è rimasta nel cassetto, perchè fra i mille progetti di futuro che frullavano nella testa della giovane e brillante ragazza italiana forse non era previsto l’incontro con Nicolas, un francese conosciuto proprio nella capitale britannica che ora è suo marito: l’amore a volte cambia la vita e ci obbliga a seguire rotte impensate.

mamma in carriera a londra

Ma torniamo al suo racconto. “Con una Laurea, un Master e 4 lingue parlate, in Italia nel periodo di pratica legale ricevevo circa 800 euro lordi: già a quel tempo sapevo che per me non sarebbe stata un’opzione fattibile vivere in Italia, avevo ben chiaro che mi sarei trasferita all’estero non appena avessi potuto. Arrivata a Londra dopo un breve stage non retribuito presso BNL, riuscii ad entrare in uno studio legale americano, uno dei migliori di Londra. Certamente una grandissima opportunità, ma facevo una vita da inferno: quando andava bene uscivo dal lavoro alle 23 ed i fine settimana praticamente non esistevano. Stufa di non avere tempo per me, le mie amicizie ed il mio fidanzato decisi di cambiare azienda ed entrai a lavorare in una banca d’investimento dove gli orari erano più umani: era un buon compromesso tra carriera, stipendio e vita personale”.

Con la nascita dei figli però Mara incomincia ad accorgersi quanto sia difficile combinare tutti questi aspetti: prima ottiene un orario flessibile 8-16, poi una riduzione della settimana lavorativa a 4 giorni con il venerdì libero. “Dopo la seconda gravidanza” prosegue, “naturalmente tornai al mio posto di lavoro e dopo poco chiesi un avanzamento di posizione che in teoria mi spettava: al mio posto invece scelsero un uomo, più giovane e con meno esperienza di me. Ingoiai il rospo e capii che difficilmente avrei potuto continuare a fare carriera, anche perchè il progetto familiare che avevo in mente con mio marito non si fermava lì, volevamo avere altri due figli. E così effettivamente è stato, ho avuto quattro bimbi in cinque anni: al successo professionale ho preferito perciò la mia famiglia”.

Mara decide quindi di reinventarsi professionalmente prima studiando e poi aprendo una società come broker: attualmente lavora da casa e si occupa di mutui ed assicurazioni facendo consulenza soprattutto alla numerosa comunità italiana (e naturalmente anche a quella francese) presente in Inghilterra: “Credo di aver raggiunto un buon equilibrio in questo momento, ma ho la speranza che prima o poi riuscirò a rallentare i ritmi di lavoro che rimangono comunque alti”.

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Le domandiamo come abbia organizzato perciò l’assetto familiare: “Lavoro metre i bimbi sono a scuola e la sera dopo che sono andati a dormire. Nel pomeriggio invece, grazie anche all’aiuto di una nanny, riesco ad accompagnare i miei figli alle varie attività che seguono e dedicare del tempo di qualità ad ognuno di loro”. Intuiamo però che con tanti impegni e cose da fare qualcosa sfugga al controllo di Mara, e le chiediamo perciò se trovi anche tempo da traccorrere insieme al marito. “Con mio marito purtroppo non ne ho molto a disposizione, per quello ogni anno abbiamo deciso di prendere qualche giorno tutto per noi, diciamo che sono come delle piccole fughe”.

Vogliamo poi capire cosa pensi dell’Italia dopo circa 12 anni di vita all’estero: “In Italia non vedo futuro per la mia famiglia” risponde Mara. “I nostri quattro figli sono mezzi italiani e mezzi francesi, ma possiedono tutti una forte identità inglese. Quanto torniamo in Italia noto che sono bambini “diversi”, e in Italia purtroppo la diversità non è apprezzata. Londra invece come qualsiasi città cosmopolita è abituata alle “differenze” di lingue, cucine, colori della gente, e qui onestamente ci sentiamo come a casa. Nè io nè tantomeno mi marito abbiamo intenzione di tornare nei nostri rispettivi Paesi di provenienza, anche se mi rendo conto perfettamente che non esiste il posto perfetto dove vivere: ognuno sceglie il proprio compromesso”.

Le chiediamo infine di spiegarci qualche difetto o problema dello stile di vita inglese. “Come mamma trovo che il sistema scolastico inglese sia una questione piuttosto delicata e difficile: tutto si svolge in un ambito molto competitivo e direi anche classista. Nella società inglese esistono molte differenze fra le diverse componenti sociali e le famiglie che se lo possono permettere, ad esempio, comprano casa in funzione della scuola dove manderanno i figli: se scegli un buon asilo poi li potrai mandare a delle buone elementari, e così via… In generale lo considero un sistema pragmatico, dove il livello culturale generale non è ai livelli della scuola italiana, ma sono sicura che quando termineranno gli studi i miei figli avranno la possibilità di trovare un buon lavoro”.

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