Valentina Marino si racconta

Il jazz è sinonimo di libertà. Deve essere la voce della libertà”. Così il pianista Dave Brubeck descriveva il genere jazz. Ascoltando la storia di Valentina Marino si può assaporare il senso di emancipazione e talento in tutti gli aspetti della vita.

Cantante e pianista romana, da 7 vive a New York, dopo aver portato la sua musica a Londra e Vienna. Già in fasce sperimenta li suo primo viaggio, dato che dopo una settimana di vita da Mazzara del Vallo a Roma. Nella capitale cresce come. La musica però è fissa per Valentina. “Quando ero piccola mio padre ci faceva ascoltare Luis Armstrong.

Poi con una mia cara amica, anche lei appassionata di jazz, passavamo ore nei negozi di dischi”. La passione per le sette note è tanta, ma Valentina decide di iscriversi all’università La Sapienza, dove si laureerà in Legge.

Valentina Marino cantanti jazz italiani a new york

Lavora anche come cameriera per mantenersi gli studi di teoria jazz. Una dimostrazione di come si possa perseguire un sogno mantenendo comunque il senso del dovere. Suona anche dal vivo nei locali e incide una demo. Dopo la laurea arriva il primo cambiamento per Valentina Marino, che da Roma si trasferisce a Londra. “Lì di giorno lavoravo presso uno studio legale e di sera cantavo”, ricorda. “Poi -continua- ho deciso di mollare tutto per la musica”.

Seppur con una laurea e un lavoro prestigioso, il diritto ormai è messo da parte. Questa scelta radicale porta Valentina a cambiare nuovamente città. Dopo Roma e Londra, è la volta di un’altra capitale: Vienna.

Nel luogo che ha dato i natali a compositori classici come Franz Peter Schubert e Arnold Franz Walther Schönberg, e ospitato nomi come Wolfgang Amadeus Mozart e  Johannes Brahms l’apprendimento è quasi un obbligo. Oltre a fare esibizioni (con la sua band) prende lezioni di canto e piano. Tutte esperienze che fanno maturare e che poi torneranno utili. “Non seguo la musica italiana contemporanea, anche come miti ho Lucio Dalla, Luigi Tenco e Mina”, dichiara Valentina.

Valentina Marino si racconta

E’ il 2010 e dopo aver gettato le basi da musicista, aver fatto esperienza all’estero e aver accumulato un vasto bagaglio tecnico è la volta della capitale del jazz (come lei stessa la definisce): New York. “Solo New Orleans è seconda per tradizione musicale, a cui sono comunque legata”, dice.

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Da quando si trova nella Grande Mela, la cantante si esibisce in lungo e largo per tutto il paese. L’ultima tappa è stata la Florida, dove ha suonato in un teatro facendo il pienone.

A maggio è previsto un ritorno a Miami. Ha anche inciso l’album “PhiLovesophy”, intreccio di parole che coniuga amore e filosofia. Nella raccolta ci sono pezzi originali e cover in chiave jazz fra cui Space Oddity di David Bowie. Si tratta del secondo, dopo uno già autoprodotto. “Se c’è passione e voglia di fare- dice- si può arrivare a crescere anche nella creatività”.

Come in tutti gli artisti del suo genere, nelle canzoni di Valentina Marino si notano varietà di ritmo; progressioni; sonorità ricercate. Di recente è stata soprannominata “ musical gispy”, gitana musicale. “Questo soprannome mi identifica molto”, dice. “Nella musica mi piace spaziare e trasformare in jazz successi del rock degli anni ’70 e ’80, come “Wonderwall” degli Oasis.

Cantante e pianista romana, da 7 vive a New York valentina marino

In questi ultimi tempi sta presentando l’album “In the name of love”, uscito lo scorso agosto ma disponibile ancora online. “Vorrei proporre i miei lavori in Italia -dice- , ma ho notato molte difficoltà. All’estero è più facile”. Intanto nella sua vita professionale si è aggiunta una nuova sfera: l’insegnamento, in cui mette a disposizione le sue esperienze musicali in giro per il mondo. “Mi piace tantissimo insegnare. La mia studente più piccola ha 4 anni e il più grande 80 anni”.

Svolge la sua professione di insegnate in una scuola (che si rivolge agli studenti elementari fino a quelli delle scuole superiori) e privatamente. “ E’ grandioso -aggiunge- vedere persone che trovano connessioni con la musica“.

Non è un caso se l’America viene considerata la patria del jazz, sia per gli appassionati che per gli addetti ai lavori. “Qui e in Austria c’è più sensibilità verso gli artisti emergenti”, dice. “Poi il jazz a New York è più aperto alle contaminazioni, mentre a New Orleans è più fermo sui classici e quando ci vado torno alle origini”.

Valentina ha anche un sito e un canale Youtube, segno di contaminazione fra vecchio e nuovo anche nella promozione. Oggi la sua vita è felice, negli Usa si sente a casa e la musica le ha dato soddisfazioni e modi per esprimersi. “Continuo ad esibirmi e sto lavorando al mio terzo album”, annuncia Valentina Marino. “Si tratta -conclude- di un lavoro che raccoglie pezzi originali jazz con riferimenti al rock degli anni’70 e ‘80”.

A cura di Matteo Melani