Lavorare a Londra: Giulia Serra project manager

Di Enza Petruzziello

Vivere a Londra è l’ambizione di molti ragazzi. Cosmopolita, regale, dinamica, la capitale inglese piace da sempre ai giovani italiani che decidono di trasferirsi per motivi di studio o di lavoro. Pensate che ad oggi nella sola Londra si contano mezzo milione di nostri connazionali, tanto da essere stata ribattezzata la quinta “città italiana” dopo Roma, Milano, Napoli e Torino. Il segreto del suo successo? «Vicina e con tante opportunità lavorative anche per chi è senza laurea». A dirlo è Giulia Serra che qui vive dal settembre 2016. A soli 24 anni, abita in una delle metropoli più belle al mondo lavorando come project manager in un’azienda di consulenza business IT.

Genovese di nascita, Giulia non è nuova ai trasferimenti. Ha vissuto, infatti, in varie città italiane per seguire il lavoro di suo padre: Como, Treviso, Lucca, Roma per poi tornare a Genova all’età di 8 anni dove completa tutto il ciclo di studi laureandosi nel luglio 2015 in Scienze Internazionali e Diplomatiche in meno di tre anni. Il motivo di tanta fretta è realizzare al più presto il suo sogno di andare in Inghilterra per frequentare un master. Viene così accettata alla Cranfield University, una business school con un ranking altissimo poco fuori Londra, dove nel 2016 consegue un master in Management. Poi l’offerta di lavoro che cambia la sua vita e che la porta finalmente a Londra dove tuttora vive.

Tra gli impegni di lavoro e il suo nuovo ragazzo irlandese, Giulia decide anche di aprire un blog – Little Miss Spaghetti -, nome che riprende da un lato la forma dei suoi capelli biondi ondulati e dall’altro il piatto tipico del suo paese preferito, l’Italia. Nel suo spazio virtuale parla della sua vita da expat a Londra, di viaggi, di cucina, e in generale della sua esperienza all’estero. Sempre in movimento, «mi piace imparare qualcosa di nuovo ogni giorno e sfruttare al meglio la mia vita», racconta.

Giulia: a soli 24 anni project manager a Londra

Insomma Giulia, ad appena 24 anni, hai già fatto tantissimo. Laureata in meno di 3 anni, sei partita alla volta della Cranfield University per frequentare una business school, realizzando così il tuo sogno di frequentare un master in Inghilterra. Come mai la tua scelta è ricaduta proprio su questo Paese?

«Ho preferito non fare l’Erasmus durante la triennale a Genova, ma studiare direttamente all’estero per il Master. Ero incerta se continuare il percorso in Relazione Internazionali provando ad entrare alla scuola “Science Po” di Parigi o se cambiare tipo di strada e intraprendere più un percorso di management aziendale. Alla fine ho scelto la seconda e, guardando i ranking internazionali, l’Inghilterra era in testa. Analizzando ulteriormente i dati trovai che Cranfield University fosse proprio una delle migliori business school e così mandai la mia application venendo accettata con borsa di studio per merito».

Conoscevi già l’Inghilterra, o sei partita all’avventura?

«Non conoscevo affatto l’Inghilterra, ero stata solo a Londra in vacanza due volte con famiglia e amici. Sono partita all’avventura e anche molto curiosa».

Perché hai deciso di non rimanere in Italia? Che cosa secondo te poteva offrirti l’Inghilterra che l’Italia non avrebbe potuto darti?

«L’Inghilterra poteva offrirmi un livello di istruzione migliore rispetto a quello che potevo trovare in Italia, ma sopratutto più opportunità lavorative perche il mio master includeva un tirocinio obbligatorio presso una grossa azienda».

Non era la tua prima volta fuori dall’Italia. Hai trascorso 3 mesi negli Stati Uniti con due famiglie americane, poi hai fatto un semestre in Nuova Zelanda frequentando una scuola superiore locale ospitata da una famiglia neozelandese. Che tipo di esperienze sono state e come hai vissuto in questi due Paesi molto distanti tra di loro e dall’Italia?

«Sono state due esperienze molto belle entrambe. In America ero piccola, avevo appena 14 anni e sono stata ospite un mese da una famiglia americana, vecchi amici dei miei genitori. Seguivo la loro vita quotidiana a Charlotte e andavo a cavallo con la loro mamma. A Manhattan sono stata un altro mese ospite di una famiglia italiana aiutandoli con le bambine piccole come baby sitter, ma la maggior parte del tempo la passavo a visitare la città. È stato bellissimo scoprire due realtà di America diverse: una più rilassata di campagna, grandi ville e maneggi, l’altra molto dinamica della Big Apple. In Nuova Zelanda avevo 16 anni e frequentavo una scuola locale, ospitata da una famiglia neozelandese. È stata un’esperienza incredibile che mi ha immerso in una cultura e stile di vita completamente diversa dalla realtà italiana. Basti pensare che i ragazzi vanno per strada scalzi!. Ho provato e fatto di tutto: surf, windsurf, vela, lingua e la cultura Maori, il bagno nelle acque termali naturali, la cucina maori Hangi. Mi sono lasciata coinvolgere spensieratamente in più cose possibili, senza pregiudizi o paure».

Come sono stati gli inizi in Inghilterra? Nuova lingua, nuove usanze, un nuovo modo di vivere. Non deve essere stato semplice trasferirsi lasciando amici e famiglia. C’è stato qualcuno che ti ha aiutato o hai fatto tutto da sola?

«Spostarsi in Inghilterra è stato traumatico solo per il clima. Avevo lasciato l’Italia ancora bollente di metà settembre per atterrare in un’Inghilterra già fredda da giacca invernale. Sono partita per il campus della Cranfield University da sola e senza aiuti, con le mie due grosse valigie. Sapevo che avrei trovato qualche giorno dopo alcuni ragazzi genovesi che facevano l’Erasmus in Ingegneria lì. Con gli amici e la famiglia ho cercato di mantenere i contatti il più possibile e in tanti mi sono venuti a trovare».

Londra è una città cosmopolita, regale e sempre vitale. Una delle più belle metropoli al mondo. Ma come è concretamente vivere qui?

«Londra è una città bellissima ma anche difficile da vivere. È super caotica, è molto grande ed estesa, quindi le distanze sono lunghe. Crearsi il proprio equilibrio quando tutto e tutti sembrano essere super frenetici non è stata la cosa più semplice. Trovo che la qualità della vita non sia alta. Certo, si fanno soldi e carriera abbastanza facilmente, ma le spese e il costo della vita sono alta, e pure i sacrifici. È una città che dà tanto sotto molti punti di vista (lavoro, arte, divertimenti, hobbies) ma da cui anche spesso si vuole scappare per respirare un po’ di tranquillità. Personalmente mi sento di vivere in una città sicura, faccio la mia vita normale, vado a eventi e concerti e prendo la metro ogni giorno».

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Attualmente nella sola Londra si contano migliaia di italiani. Qual è secondo te il motivo di questo successo?

«Gli italiani a Londra sono aumentati a mezzo milione, facendo di Londra una Little Italy. Secondo me il principale motivo è che qui puoi trovare lavoro molto più facilmente senza bisogno di alcuna laurea. Tantissima gente inizia nel settore “hospitality” e progredisce la carriera velocemente. Altri invece, come me, vengono per studiare e per iniziare l’esperienza lavorativa nella dinamica Londra».

A soli 24 anni ti sei laureata, specializzata in un’importante business school e hai avuto già un contratto di lavoro. Di che cosa ti occupi nello specifico?

Molti giovani come te scelgono di trasferirsi a Londra per vivere e lavorare. Possibilità di carriera e meritocrazia tra i motivi di questa decisione. È davvero così? Ci sono realmente opportunità occupazionali e di crescita professionale?

«Ho ricevuto la mia offerta di lavoro 7 mesi prima di finire il mio master: un programma di alta formazione (con retribuzione) in Project Management. Al termine di questo mi ha assunto un’azienda di consulenza dove lavoro tuttora come Project Manager. Mi occupo della gestione di progetti in tutto il mondo per l’apertura di nuovi uffici e la gestione e migrazione dei dati aziendali in Cloud. Mi piace definire Londra “la città del tutto è possibile”. È la città dove se sei bravo vieni premiato e avanzi facilmente. Gli ambiti di lavoro sono tanti, dalla finanza alla comunicazione, dall’interior design alla moda, solo citarne alcuni. Devo essere sincera, ci sono tante possibilità occupazionali ma c’è anche tantissima competizione quindi bisogna impegnarsi molto. Una cosa importante da dire è che se non sai l’inglese decentemente non ti prendono, soprattutto nel “corporate based job”, ovvero il classico lavoro da ufficio».

Come sono gli stipendi a Londra?

«Gli stipendi a Londra sono più alti che in Italia ma il costo della vita è molto più alto e la qualità decisamente più bassa. Ovviamente lo stipendio varia a seconda del ruolo e dell’esperienza. Difficilmente uno stipendio di una persona appena uscita dall’università è inferiore ai £18-20,000 all’anno».

Dal punto di vista burocratico – penso ai permessi di soggiorno e ai visti – quali sono i passaggi da compiere per chi vuole trasferirsi in Inghilterra nel post Brexit?

«Per chi vive già a Londra, è vivamente consigliato di registrarsi all’AIRE al più presto, tramite Consolato. Per chi invece si trasferirà dopo il 19 marzo 2019 bisogna aspettare i negoziati Londra Europa».

Tra le tue numerose passioni anche la scrittura. Da tempo, infatti, hai aperto un blog: Little Miss Spaghetti sognare. Di cosa parli nel tuo spazio virtuale?

«Nel novembre 2017 ho aperto il blog Little Miss Spaghetti, il mio spazio virtuale che mi sono auto costruita, dove parlo di Londra, di viaggi, di stile di vita e di cucina. Ho deciso di aprire il blog perché mi piace condividere le mie esperienze. Ho avuto la fortuna di aver fatto tantissime cose in soli 24 anni di vita e vorrei essere di ispirazione per chi mi legge, ma anche di aiuto dando tanti consigli».

Ecco, quali consigli o suggerimenti daresti a chi come te sta pensando di trasferirsi all’estero per motivi di studio e di lavoro?

«Ho scritto sul mio blog un post con tutte le informazioni e le cose da sapere per trasferirsi a Londra. È possibile trovarlo qui».

C’è un aspetto, una zona anche di Londra che ti piace di più e perché?

«A me piace tantissimo la zona dove vivo, Hammermsith, e in generale prediligo il West London, perche più pulito e tenuto meglio. Hammersmith è bellissima perche è una zona molto viva, piena di locali, ristoranti pub e negozi, ma il suo più alto punto di forza è la passeggiata sul Tamigi. Si può camminare per chilometri in entrambe le direzioni, verso Chelsea e verso Richmond. La passeggiata è molto bella, tranquilla, adatta ad ogni età ed è il luogo perfetto dopo una giornata passata davanti al computer. A parte Hammersmith, amo Chelsea e Notting Hill con le loro case colorate e boutiques un po’ originali».

Come è cambiata la tua vita da quando vivi in Inghilterra?

«È cambiata radicalmente. In Italia oltre allo studio ero attivissima nel volontariato. Sono stata nello scoutismo per 12 anni e capo scout per 4 anni. Sono anche stata volontaria nella Comunità di Sant’Egidio di Genova per 4 anni, partecipando anche a una missione di volontariato in Albania in dei villaggi molto poveri. Oltre a queste due associazioni ho partecipato a tantissime altre attività di volontariato con diverse organizzazioni tra cui Libera. In Inghilterra è stato moto più difficile continuare il volontariato perché mi chiedevano CV, referenze e tantissima documentazione e controlli. Inoltre, iniziando a lavorare non potevo più gestire io il mio tempo, quindi al momento partecipo solo ogni tanto ad alcune iniziative della Comunità di Sant’Egidio di Londra. In generale, il principale aspetto che è cambiato riguarda l’indipendenza economica dai miei genitori. Adesso gestisco io viaggi, spese e tutto il resto. Anche lo stile di vita in generale è cambiato: vedo molto meno la mia famiglia, niente più pranzi della domenica, esco più spesso a mangiare fuori con i miei amici, sono sempre alla ricerca di posti nuovi da provare e visitare».

Torneresti in Italia?

«Si certo. Penso e sono convinta che l’Italia sia il paese più bello del mondo e voglio assolutamente tornarci tra qualche anno con un po’ più di esperienza».

Come e dove immagini il tuo futuro?

«Vorrei stare qui a Londra ancora qualche anno, per poi rientrare in Italia, magari a Milano. Ho un fidanzato irlandese quindi valuterò anche in base al suo lavoro. Ma il sogno è di crescere i miei figli in Italia».

Per contattare Giulia potete scrivere una e-mail a: giulia.serra14@gmail.com.

Questi i suoi canali social dove è molto attiva: Instagram: little_miss_spaghetti / pinterest: LittleMissSpaghetti / twitter: Giulia Serra, @Miss_Spaghetti_