In Siberia fa freddo, certo, ma è un posto fantastico per crescere i bambini

A cura di Maricla Pannocchia

Sposato con una donna russa, ad agosto Gianluca, sua moglie e i loro figli hanno lasciato l’Italia per vivere nella città natale di lei, Novosibirsk. Gianluca ci racconta di una parte di mondo di cui si sente parlare raramente, ovvero la Siberia. “Adattarsi al freddo dei mesi invernali è più facile di quello che si può pensare”, ci racconta, “anche perché le case russe sono più calde di quelle italiane”. Ciò che colpisce Gianluca in positivo è l’attenzione data dalla società, e da ogni individuo, ai bambini e al loro benessere.

Si comincia dalla scuola, in cui i ragazzini hanno un bel rapporto con gli insegnanti, alle tante attività creative e ricreative, spesso gratuite, pensate per i più piccoli, che non si arrestano neanche con il clima avverso. “Non bisogna pensare che i mesi invernali mandino i russi in letargo”, racconta Gianluca, “Perché la Russia si sta evolvendo sempre di più”.

A chi cerca una vacanza diversa dal solito, magari con i figli, Gianluca suggerisce di prendere in considerazione la sua amata Siberia, che offre paesaggi naturali spettacolari, “a dir la verità, la natura è un po’ ovunque. Qui in città, per esempio, ci sono tantissimi scoiattoli.”

Gianluca Laterza Siberia

Ciao Gianluca, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Sono nato a Taranto nel settembre del 1973. Dunque vengo dal Sud, anche se ho lasciato definitivamente la mia città – che amo ancora tantissimo e infatti ci torno appena posso – nell’ormai lontano mese di gennaio del 2005. Laureato in giurisprudenza e avendo intrapreso la professione di avvocato penalista, sapevo di dover colmare la lacuna della conoscenza dell’inglese. Ho lasciato lavoro e tutto il resto e sono partito per Dublino, senza sapere di star mettendo le basi di un percorso totalmente nuovo, non solo dal punto di vista professionale. Infatti, nel marzo del 2006 ho cominciato a frequentare un master internazionale in business administration a Milano, che ha segnato l’inizio della mia carriera da manager. Dopo aver lavorato in Italia (Roma e Milano), mi sono trasferito a Londra nel 2011, con la donna che sarebbe diventata poco dopo mia moglie, Yuliya. Lì è nato il nostro primo figlio, Francesco (marzo 2013). Intanto, nel settembre 2013, la mia azienda mi ha chiesto di tornare in Italia per un nuovo ruolo. Ho deciso di viverla come una vacanza, siamo andati a vivere sul lago di Garda, un posto che avevamo conosciuto nei nostri viaggi da fidanzati. Ed è lì che è nato il nostro secondo figlio, Sasha, nell’aprile del 2015. Nel Luglio 2017, c’è stato ancora un cambiamento: siamo andati a vivere in Umbria, dove ci eravamo sposati nel giugno del 2012 e dove intanto avevamo acquistato casa.

Vivi in Russia con la tua famiglia, com’è avvenuto questo passaggio?

Devo dire che la nostra vita in Umbria non è stata per niente facile. Vivere in provincia non è semplice e paghi il fatto che la gente sia inevitabilmente molto più chiusa che nei centri maggiori. Non solo, ma l’umbro è fondamentalmente molto diffidente verso i non umbri. Aggiungi poi che gli ultimi anni sono stati caratterizzati dal Covid, difficilissimi dal nostro punto di vista, nei quali alla solitudine si è aggiunto il rischio che la paura si facesse strada nella testa dei nostri figli. Mia moglie ed io siamo stati molto fermi su un punto: lasciare la paura fuori dalla nostra casa, e, ovviamente, tenere la televisione (che fortunatamente guardiamo molto poco) fuori dalla nostra vita quotidiana. Dunque, l’isolamento è stato abbastanza difficile da affrontare. Credo che la nostra idea di trasferirci, almeno per un certo periodo, in Russia sia nata proprio durante l’isolamento imposto dalle vicende pandemiche. Mia moglie è siberiana, precisamente di Novosibirsk, e le notizie che ricevevamo dai nostri parenti e amici russi ci parlavano di una vita che, a differenza della nostra, sapeva ancora di assoluta normalità. Inoltre, la cultura russa ha rappresentato sempre una parte fondamentale della nostra vita familiare e dell’educazione che abbiamo dato ai nostri figli, che sono perfettamente bilingue. Un ultimo fattore ha inciso sulla nostra decisione: siamo molto legati ai nostri parenti (nonni e zii) che vivono in Russia e il fatto di non poterli vedere più dal vivo per via delle vicende degli ultimi 3 anni (ora ci si è messa anche la guerra) ci ha convinti che era arrivato il momento di fare le valigie o quantomeno di provarci. E così, a inizio agosto 2022, siamo partiti, affrontando un viaggio non agevole per via delle sanzioni e della mancanza di voli diretti.

Di cosa ti occupi?

Sono un manager nel settore del digital travel e, per il mio lavoro, negli ultimi anni ho viaggiato regolarmente in tutta Europa, quasi tutte le settimane. La mia azienda attuale ha base a Madrid ma con i ruoli precedenti ho avuto uffici anche a Cracovia e a Londra. Al di là della normale fatica dei viaggi settimanali (soprattutto quando abiti in provincia e non hai un aeroporto nelle vicinanze), credo che questo aspetto del mio lavoro sia stato assolutamente positivo per me, dandomi la possibilità d’interfacciarmi con gente di tutto il mondo. In altre parole, non mi sono mai annoiato. È ovvio che uno stile di vita simile richiede anche il raggiungimento di un equilibrio dal punto di vista familiare, ma devo dire che nel nostro caso tale equilibrio non è mai mancato e mia moglie, che è una donna incredibilmente matura, mi ha sempre incoraggiato a fare di più.

Com’è la vita quotidiana a Novosibirsk?

Novosibirsk, la città di mia moglie, conta di circa due milioni di abitanti, è la terza città russa per grandezza dopo Mosca e San Pietroburgo, capitale della Siberia e stazione principale della famosa ferrovia Transiberiana. Una città incredibile, soprattutto per il ritmo con il quale va trasformandosi. Un ritmo di sviluppo che è quello tipico delle città asiatiche e cinesi. Mancandoci dal 2019, al nostro arrivo ad agosto abbiamo fatto fatica a orientarci per i quartieri centrali, per esempio, per il fatto che sono nati una miriade di nuovi edifici e la città, che si trova sul fiume Ob, si è arricchita di strade e ponti. Per la precisione, viviamo nel quartiere in cui è nata mia moglie, che è quello cosiddetto sovietico, corrispondente ad Akademgorodok, la città accademica che fu il fiore all’occhiello del mondo culturale dell’URSS. È una vera e propria città satellite, separata dal resto, che lungo i suoi viali ampi riunisce istituti universitari e centri di ricerca, teatri e centri conferenze, parchi e orti botanici, nonché una zona residenziale destinata alle famiglie di coloro che svolgevano attività accademica o scientifica. Come la famiglia di mia moglie, appunto.

Novosibirsk, come in genere tutta la Siberia, è attualmente interessata da un processo di forte sviluppo. Visto il graduale spostamento degli interessi commerciali russi da Ovest (Europa) a Est (Cina), la Siberia, e Novosibirsk in particolare, diventano un’area altamente strategica nei piani di sviluppo governativi (profetica in tal senso é la frase di Mikhail Lomonosov, scienziato e linguista russo del secolo XVIII, per cui la Siberia sarebbe diventata il motore della potenza russa).

La vita quotidiana in Siberia è chiaramente scandita dal ritmo delle stagioni, per via del fatto che da fine ottobre a metà aprile la regione è sommersa dalla neve e le temperature sono per gran parte del tempo polari, anche se l’escursione termica è molto accentuata, per cui non è insolito che il termometro passi improvvisamente da -30 gradi (temperatura media invernale) a -1 grado e poi di nuovo a -45 gradi nel corso di una manciata di giorni. Così, se la vita scorre in modo molto simile all’Italia da maggio a metà ottobre (periodo in cui le temperature estive vanno dai 20 ai 30 gradi, con il vantaggio del minor tasso di umidità), le cose si fanno più difficili ed estreme nel periodo invernale. Un esempio su tutti: devi costantemente ripulire con spazzola e raschietto la tua auto dagli strati di neve e di ghiaccio che si formano in un tempo sorprendentemente breve. Ma non bisogna pensare che le difficoltà del periodo invernale fermino in qualche modo il ritmo dei russi, che sono persone davvero attive e piena di risorse. Vedrete sempre le strade piene di gente che passeggia (fedeli al vecchio proverbio russo: peshkomkhodit’ dolgo zhit’, che vuol dire “vai a piedi e vivi a lungo”) o pattina lungo la pista sul fiume, e bambini che si divertono con i loro slittini su scivoli di ghiaccio sparsi qua e là. C’è un campo di calcio non lontano da casa che, con qualsiasi temperatura, ospita regolarmente partite e tornei.

Gianluca Laterza Siberia

Come reputi il sistema scolastico russo comparato a quello italiano?

Il trasferimento della nostra famiglia a Novosibirsk è nato fondamentalmente come una scommessa. Arrivati qui ad agosto, non sapevamo se ci saremmo fermati e, nel caso in cui lo avessimo fatto, per quanto tempo. Quindi, abbiamo cominciato ad affidarci agli eventi così come accadevano con il passare dei giorni. La scuola è stata un punto fondamentale, forse quello cardine, nella decisione finale. Ovviamente, siamo stati facilitati dal fatto di far parte di una famiglia, quella in Russia, non solo con un livello di istruzione superiore alla media, ma anche con una posizione sociale non indifferente, per cui abbiamo avuto la possibilità di scegliere il contesto scolastico migliore per i nostri figli. Premesso questo, il sistema scolastico che abbiamo trovato sembra essere superiore a quello che attualmente viene proposto in Italia. E non solo per i programmi. Francesco frequenta la quarta elementare, che qui corrisponde all’ultimo anno della scuola primaria, e all’inizio ha dovuto recuperare soprattutto in matematica, dove in terza elementare già studiano le equazioni di primo grado a una incognita. Sasha, invece, che frequenta la seconda, ha dovuto recuperare lo studio delle tabelline, che qui gli alunni imparano in prima elementare. Ma quello che davvero ha fatto la differenza è il rapporto con gli insegnanti e i dirigenti scolastici, per nulla burocratico e contrassegnato da quell’interesse verso i bambini e la loro crescita che è tipico della società russa, nonché l’attenzione verso la trasmissione dei valori fondamentali dell’essere umano, che in Europa non solo sono costantemente a rischio ma spesso vengono addirittura osteggiati. Infine, vorrei sottolineare un aspetto del sistema educativo russo che credo sia particolarmente formante e che nel caso del sottoscritto,ad esempio (ero, ai miei tempi, uno che amava studiare e mettersi in evidenza), avrebbe contribuito a farmi crescere maggiormente: mi riferisco al fatto che in Russia esiste una competizione (cosiddetta “olimpiade”) per ogni tipo di corso o disciplina.

Pensi che sia facile, per dei bambini, adattarsi alla vita in Russia?

Penso che i bambini possano adattarsi a qualunque posto, a differenza degli adulti. I miei figli lo hanno fatto con una rapidità impressionante, nonostante l’inverno non sia certamente facile per loro (si pensi solo al fatto che la mattina si va a scuola prima dell’alba, dato che il sole sorge più tardi, verso le 9). Ma hanno avuto anche i loro vantaggi, come la presenza dei nonni, che vivono non lontano da noi, degli zii e dei cugini, degli amichetti che già conoscevano. In genere, la società russa è molto più a misura di bambino rispetto a quella italiana. I più piccoli qui possono trovare un sacco di attività interessanti da praticare, in gran parte gratuite perché eredità della formazione sovietica, dall’ottima scuola di musica, all’avio-modellismo, ai corsi di pittura e scultura, alle innumerevoli attività sportive. Non ultimo, il fatto che la popolazione russa sia molto più giovane di quella Italiana, per cui ci sono molti più bambini che da noi.

Gianluca Laterza Siberia

Che consigli daresti alle famiglie che sognano di trasferirsi lì, anche dal punto di vista burocratico?

A questa domanda non sono capace di rispondere. Come ho detto, io sono stato avvantaggiato dal fatto di avere una moglie russa, ma anche parenti in Russia, i quali ci hanno aiutato molto. C’è poi da considerare il fattore linguistico: nonostante nella città accademica capiti di trovare qualche Italiano (in genere, docenti universitari che insegnano nel locale Istituto di Cultura Italiana, uno dei più importanti della Russia), come anche russi che conoscono l’Italiano (per averlo studiato all’università o perché lavorano nell’Istituto di Cultura Italiana) in Siberia (anche a Novosibirsk) devi parlare il russo. L’Inglese non aiuta. Dal punto di vista burocratico, c’è da considerare che il normale visto turistico non ti permette di trasferirti, né di lavorare. Io ho un visto familiare che devo rinnovare annualmente, a meno che non trascorri in Russia 6 mesi e 1 giorno senza interruzione (fattore che, dato il mio lavoro, non posso ancora permettermi). Questo mi darebbe la possibilità di ricevere il permesso di soggiorno. Il visto familiare lo ottieni solo a determinate condizioni, ossia se hai moglie e famiglia in Russia.

Suggerisci delle attività per famiglie con bambini e ragazzi che stanno pensando a un viaggio in Russia…

La Siberia è un luogo fantastico per le famiglie con bambini in cerca di una vacanza molto diversa dalla solita, soprattutto nei mesi estivi. La Siberia, infatti, è un luogo pieno di foreste incantevoli, dove domina il più famoso albero russo, la betulla. Anche le città sono piene di verde e gli scoiattoli sono numerosi e incredibilmente amichevoli. Poi, non bisogna dimenticare che ad alcune centinaia di chilometri da Novosibirsk, al confine con la Mongolia, c’è una delle regioni montuose più famose e pittoresche dell’intera Russia, l’Altai, che negli ultimi anni si è trasformata in una meta turistica di eccellenza, nonché nell’area di produzione di formaggi locali di ottima qualità.

Come valuteresti il rapporto qualità/costo della vita?

Negli ultimi anni la Russia è stata caratterizzata da alti tassi d’inflazione, soprattutto se si pensa ai tassi d’interesse incredibilmente bassi che hanno invece contrassegnato la vita in Europa, anche se negli ultimi mesi le due situazioni sono andate via via assimilandosi. Così, quando siamo ritornati in Russia ad agosto 2022, abbiamo trovato che il costo della vita era aumentato moltissimo rispetto a soli 3 anni prima. Si tratta di una dinamica abbastanza normale, segno di una economia in forte espansione. Questo per i russi non rappresenta un problema, dato che la maggiorparte dei salari si adegua. Oltre ai prezzi dei beni alimentari (aumentati anche per via delle sanzioni europee), c’è da registrare il fortissimo aumento del prezzo degli immobili, spinto anche da un programma governativo di mutui agevolati deliberato nel 2020, come risposta alla crisi degli acquisti avutasi nel primo periodo della pandemia. Dall’ottica di chi viaggia in Russia cambiando Euro, c’è poi da considerare la rivalutazione del Rublo avutasi nel corso del 2022 (il Rublo è stato giudicato la valuta più forte dell’anno), con conseguente perdita di potere di acquisto dell’Euro.

Data la situazione corrente, pensi che la Russia sia un Paese sicuro in cui vivere? Consiglieresti agli italiani di trasferirvisi ora o pensi che sarebbe meglio aspettare?

Premesso che nel mondo in cui viviamo non credo ci sia un Paese assolutamente sicuro in cui vivere, non vedo rischi particolari nel trasferirsi in Russia. So che tanti italiani lo stanno già facendo. A Novosibirsk abbiamo conosciuto degli Italiani (con mogli russe) che si sono trasferiti dall’Italia così come famiglie provenienti dal Belgio o dalla Francia. Sono in tante le persone che non accettano i nuovi stili di vita imposti dall’Unione Europea. Per non parlare, poi, di città come Mosca e San Pietroburgo, letteralmente prese di mira da Italiani alla ricerca di nuove opportunità. Pensando alle famiglie in particolare, credo che la Russia sia uno dei Paesi più sicuri al mondo per i bambini, a causa dell’attenzione che la società russa, ma anche ogni singolo individuo, riserva alla loro crescita e alla loro tutela.

Come hai superato le difficoltà?

A volte non bisogna far altro che tentare, affidandosi al destino. Le difficoltà ci sono sempre, ma spesso non riusciamo a risolverle perché non diamo tempo alle situazioni di mettersi a posto da sole. Abbandonarsi e fidarsi significa anche avere la capacità di accogliere le opportunità di aiuto esterno, che, chiusi nel tentativo di trovare da soli tutte le soluzioni, molte volte ci lasciamo sfuggire. In questo caso, è stata mia moglie ad affrontare gran parte delle difficoltà, che, grazie alla sua enorme praticità, ma anche alle tante amicizie che ha saputo costruire e conservare nel corso degli anni, è riuscita brillantemente a superare. Senza dimenticare, ovviamente, il grande aiuto proveniente da una famiglia eccezionale.

Pensi che quest’esperienza ti abbia aiutato, in qualche modo, a forgiare il tuo carattere? Riesci ancora a rivederti nel Gianluca che viveva in Italia?

Gli ultimi mesi sono stati molto importanti per la mia crescita personale. In questo senso, credo di aver risolto molte delle problematicità che caratterizzavano il Gianluca che viveva in Italia, regolarmente portato a pianificare tutto nel tentativo di controllare circostanze ed eventi. Tuttavia, a influire maggiormente in termini di cambiamento non è stato, nel mio caso, tanto il periodo in cui ho dovuto adattarmi a vivere in Russia quanto il periodo precedente il trasferimento, quello appunto della decisione. Ebbene, se ripenso a quel periodo, mi vedo sommerso da enormi preoccupazioni, da quell’overthinking che mandava puntualmente in tilt i vari tentativi di trovare certezze. È stata proprio questa situazione, che a un certo punto è diventata “insostenibile”, a farmi prendere atto del fatto che non siamo sempre in grado di risolvere i nostri problemi. Questa consapevolezza è stata liberante.

Come si affronta il freddo in Russia? È facile, per un italiano, adattarsi?

Credo sia tutto molto relativo. Personalmente, soffro più il freddo quando é umido. Per cui mi capita, ad esempio, di sentire freddo in Italia, mentre ho la sensazione di essere protetto in Russia. Non solo, ma nonostante sia nata in Siberia, mia moglie soffre il freddo più di me. Infine, bisogna considerare che le abitazioni russe siano molto più calde di quelle Italiane. Questo aiuta parecchio.

In definitiva, penso che per un italiano possa essere più difficile fare a meno del cibo italiano, anche se la cucina russa è capace di sorprendere.

Pensi che sia possibile trasferirsi lì anche senza conoscere bene il russo?

Non conosco direttamente la situazione a Mosca e San Pietroburgo. Credo che a Mosca si possa riuscire a sopravvivere anche con il solo inglese (ma le scritte in cirillico restano un problema per l’orientamento), un po’ meno a San Pietroburgo. Ma a Novosibirsk è impossibile.

Che consigli daresti a chi vorrebbe venire in Russia per imparare la lingua?

Questa sarebbe un’ottima idea. L’asse economico mondiale si sta spostando sempre più a Oriente. Russo e cinese saranno le lingue da conoscere (i miei figli studiano il cinese a scuola). La fortuna è che i russi, a differenza di ciò che si dice in giro, sono gente molto aperta e disponibile al dialogo. Non solo, ma non fanno caso agli errori di chi sta cercando di apprendere la loro lingua.

Un consiglio, solo uno, che secondo te è la chiave di svolta per chi sogna di cambiare vita…

Ripeto quanto detto sopra: non pretendere di avere certezze, risposte, soluzioni. Aprirsi al cambiamento, che significa accettare che le soluzioni verranno a poco a poco dall’esterno.

Progetti per il futuro?

Non credo. I progetti limitano la creatività delle circostanze. La vita è molto più interessante dei nostri progetti.

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