Francesco Maestri: nomade digitale

A cura di Maricla Pannocchia

Francesco, 40enne che lavora da remoto nel settore delle vendite, non ha detto definitivamente addio all’Italia (“un Paese meraviglioso, soprattutto la mia Rimini”) ma, insieme alla compagna Alice, ogni anno si prende un paio di mesi da trascorrere all’estero sia per viaggiare e vivere nuove esperienze sia per guardare alla proprie routine e al proprio lavoro da una prospettiva diversa. Attualmente Francesco si trova a Tenerife, in Spagna, ed è un nomade digitale.

Questo non è il suo primo tentativo di lavorare da remoto, ma l’esperienza precedente non è andata a buon fine, “Volevo lavorare dalla spiaggia ma, con la sabbia e il sole, era impossibile riuscirci al computer”.

consigli per chi aspira a diventare un nomade digitale sono quelli di prepararsi la strada e cominciare un po’ alla volta, dimostrando le proprie capacità all’azienda per cui si lavora e facendo dei piccoli test per vedere se questo stile di vita davvero ti si addice.

E, alla domanda sui progetti futuri, Francesco risponde che sia lui sia la compagna hanno i piedi per terra e, soprattutto, cercano di godersi il presente, così che anche ieri e domani possano essere fantastici.

Ciao Francesco, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Francesco, ho 40 anni e sono di Rimini. Mi sono laureato in informatica come programmatore tuttavia, dato che amo il rapporto con le persone, nella mia vita lavorativa mi sono sempre occupato della parte commerciale e quindi della vendita. Amo il mare, pratico il kitesurf e mi piace incredibilmente viaggiare.

Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia?

In realtà non ho lasciato l’Italia, penso che il nostro sia un Paese meraviglioso e soprattutto Rimini sia una città adorabile dove vivere, una delle migliori al mondo. Purtroppo l’inverno in Italia è lungo e freddo e per uno come me, che adora il caldo e l’estate, è difficile resistere senza sole. Questo è il motivo per cui, con la mia compagna Alice,ci prendiamo alcuni mesi dell’anno per stare fuori, allungando di qualche settimana/mese l’estate.

Sei un nomade digitale, quando hai sentito il bisogno di avere questo stile di vita?

Ho sempre seguito e ammirato lo stile di vita dei nomadi digitali. Ho sempre letto storie interessanti di persone che hanno scelto uno stile di vita alternativo e mi sono sempre ripromesso di provarci. In realtà poi non era mai il momento giusto e ho sempre posticipato la decisione. Negli anni ’10 del 2000 ho fatto qualche test, ma nel modo sbagliato. Pensavo fosse possibile lavorare dalla spiaggia, ma lavorando con il computer mi era impossibile digitare sulla tastiera insabbiata o leggere lo schermo con l’intensa luminosità del sole.

Di cosa ti occupi?

Lavoro sempre nell’ambito commerciale/delle vendite. Mi sono specializzato nel telemarketing, ossia la prima fase del lavoro delle vendite. Sono libero professionista e lavoro per più committenti. Il mio compito è chiamare al telefono i potenziali clienti dei miei committenti, se noto interesse per un prodotto/servizio, fisso l’incontro commerciale, organizzo l’appuntamento in agenda e faccio in modo che il titolare o l’agente di commercio della mia azienda cliente s’incontri con il suo potenziale cliente e porti avanti una trattativa.

Dove ti trovi al momento?

A Tenerife, in Spagna.

Com’è la tua vita quotidiana?

Uguale e identica a quella che avevo a casa. Mi sveglio alle 6 e faccio tutto quello che posso fare per me stesso: yoga, corsa, nuoto. Alle 8:15 sono davanti al computer. Ogni mezza giornata dedico del tempo esclusivo a uno dei miei clienti. Dalle 13 alle 14 mi riposo, mangio o faccio sport. Riattacco alle 14.15 e verso le 18 o 18:30 mi fermo. La parte interessante è sicuramente il weekend, sabato e domenica infatti, non lavorando, Alice ed io possiamo prenderci del tempo per fare trekking, gite fuori porta o semplicemente riposarci. Anche la mia compagna Alice ha la fortuna di lavorare in remoto, lavora per un’azienda francese e si occupa di amministrazione.

FRANCESCO MAESTRI

Hai mai avuto dei ripensamenti sulla scelta compiuta?

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Secondo me se nella vita fai in quello che credi e quello che ti piace fare, non puoi avere rimorsi o rimpianti. La vita è piena zeppa di opportunità e, nel limite delle nostre capacità, è doveroso seguire i nostri sogni. Io sono sempre stato fortunato della vita, ho sempre avuto tutte le opportunità possibili e non ho mai avuto difficoltà insormontabili. D’altro canto tutto quello che ho fatto (dalla vita personale al lavoro) ho cercato di farlo con grande impegno, responsabilità e dedizione.

Come hanno reagito i tuoi amici, famigliari e conoscenti davanti a questa tua decisione?

Sono diversi anni che prendo e parto. Sono stato 6 mesi in Australia, 2 mesi in Repubblica Dominicana, ho vissuto a Tel Aviv e a Cagliari. Ormai chi mi conosce sa che ogni tanto prendo e vado.

Come hai affrontato le difficoltà?

Le difficoltà ci sono sempre, nella vita di tutti i giorni, sia a casa sia fuori. Bisogna esserne consapevoli e ogni volta trovare il modo migliore per affrontarle. Più cresco più mi accorgo che in realtà i limiti e le difficoltà troppo spesso ce li creiamo noi, da soli, trovando ogni volta scuse più elaborate e complesse per evitare di scegliere o, peggio, evitare di fare qualcosa che ci piace. Troppo spesso per la paura del giudizio degli altri ci infiliamo in situazioni scomode.

Che consigli daresti a chi sogna di lavorare nel tuo settore?

Essere molto metodici e organizzati. Spesso quando si lavora da fuori bisogna dimostrare di più, per cui è molto importante essere ben consci di quello che si vuole fare. Tutti i lavori hanno target e obiettivi e, nel lavoro della vendita, questa cosa è forse ancor più sentita, per cui bisogna pedalare, non è possibile stare in panciolle su una spiaggia e pensare che non se ne accorga nessuno.

E quali, invece, a chi aspira a diventare un nomade digitale?

Prepararsi la strada. Non ci si può improvvisare. Secondo me chi vuole diventare nomade digitale dovrebbe per prima cosa dimostrare il proprio valore all’azienda/alle aziende per cui lavora, poi prendersi dei momenti limitati per lavorare da fuori (a volte magari anche usare le due settimane di ferie per fare dei test) e poi ampliare il tempo. Io ho notato che, per il mio lavoro e per la mia attitudine, due mesi all’anno fuori sono più che sufficienti.

Quali sono, secondo te, le caratteristiche che bisogna avere, o su cui lavorare, per diventare un nomade digitale?

Essere molto consapevoli e sicuri di sé. Non perdersi. Il rischio, quando si è fuori, è sempre quello di prendersi troppo tempo libero (tanto non mi controlla nessuno…). Io, invece, consiglio di essere molto concentrati e avere come primo obiettivo il risultato, in modo tale da prendersi un paio d’ore libere a settimana o magari anche una mezza giornata.

Ogni anno ti trasferisci per 2-3 mesi all’estero o fuori dal tuo Comune di residenza, da cosa nasce questo tuo bisogno?

La motivazione è duplice: da una parte è un modo per viaggiare, conoscere posti nuovi, nuove culture, incontrare persone diverse. Dall’altra è un modo per ragionare sulle proprie abitudini dall’esterno. Allontanarsi per un periodo dalla propria quotidianità serve proprio per interrogarsi sui punti di forza e sui punti deboli della propria vita o del proprio lavoro.

FRANCESCO MAESTRI

Viaggiare per te è…

Un modo per conoscere meglio sé stessi, intendo i propri limiti e i propri punti di forza.

Progetti per il futuro?

La vita è talmente imprevedibile che rispondere a questa domanda mi risulta difficile. In futuro potremmo viaggiare ancora o forse no. La nostra sfida (mia e di Alice) è sempre quella di affrontare il presente al meglio, vivendo al 100%. Il futuro e il passato in questo modo non potranno che essere ricchi di soddisfazioni.

Per seguire e contattare Francesco:

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Sito web: https://voloalto.eu/