Come ti sei avvicinato a questo paese?
Molti anni fa ebbi l’occasione di fare un viaggio in Venezuela e subito mi colpì il modo spensierato e scanzonato del vivere dei suoi abitanti. Siccome in Italia le cose cominciavano a non andare benissimo non potei non notare come qui, invece, fosse più semplice aprire un’attività. E come fosse meno complicato portarla avanti. Tornai diverse volte accompagnato da amici che volevano condividere l’ idea. Nel 2000 iniziai una collaborazione, che voleva essere un esperimento con un paesano residente a Caracas, nel campo degli insaccati. Quell’esperienza non fu un successo, ma fu in quell’ occasione che conobbi la mia attuale compagna a Chichiriviche. Da quel momento tutto cambiò nella mia vita.
A quel punto c’era anche un motivo sentimentale per tornare.
Eh sì. Tornai in italia, mi misi a lavorare duro per poter mettere insieme qualche euro, visto che non avevo a disposizione un gran capitale.Ogni anno però tornavo in Venezuela per qualche giorno per progettare il mio futuro. Avevo forse trovato il luogo per iniziare la mia attività.
In che anni siamo?
Nel 2007. A giugno di quell’anno scappai letteralmente dall’Italia. Dico così perché la mia ex compagna mi ha creato non pochi problemi nell’espatrio.
Quindi cominci in modo concreto la tua avventura?
Ho comprato subito un terreno e ho iniziato a costruire le prime piccole abitazioni per farne una posada. L’ho piano piano ampliata fino a farne, oggi, forse una delle più belle di Morrocoy. Ho investito e continuo a farlo per migliorarla sempre. Adesso è composta da tredici piccole abitazioni e due appartamenti veri e propri. Da poco ho iniziato anche ad offrire il servizio di colazione e cena che si è rivelato un gran successo.
Ma a parte il modo di vivere dei suoi abitanti, cosa ti ha colpito del paese?
Beh Venezuela è una terra magica, piena di contrasti, con una natura incontaminata e un clima stupendo. Ma a colpirmi maggiormente direi che è stata quella sensazione di leggerezza e facilità che sembra sottendere a tutte le cose: dal lavoro ai rapporti umani.
Molti dicono che il Venezuela sia, forse, il paese più violento del Sud America. È vero?
Sì purtroppo nelle grandi città la violenza c’è. E il fatto che il maggior numero di vittime di questa violenza siano i criminali stessi, non rende la cosa meno grave. Nei piccoli centri però la vita è molto tranquilla e fatti di cronaca nera sono rarissimi.
Che passi concreti hai dovuto fare per avviare la tua attività?
Burocraticamente non ho fatto quasi nulla: iscrizione al registro del turismo e a quello commerciale e altre piccolissime cose che non mi sono costate praticamente nulla. Pensa che c’è anche qualcuno che non fa neanche questi pochi adempimenti o chi non ha neanche il contatore della luce e paga bollette forfettarie davvero ridicole.
Cosa ti piace di più della tua attività?
Della mia nuova attività qui nella posada mi piace tutto. Mi piace conoscere nuove persone che si dicono soddisfatte dell’ospitalità; mi piace fare cose che mi dilettano e mi appagano; mi piace vivere e lavorare liberamente senza quei cavilli e imposte da strozzini, adempimenti fiscali che gravano sopra ogni attività in Italia . Pensa che, ad esempio, qui a Chichiriviche non c’è il postino che ti lascia bollette o altri avvisi di pagamento. Le bollette le paghi quando vuoi, anche due o tre per volta, senza interessi o multe. Solo dopo 3 o 4 mesi di ritardo ti vengono gentilmente a ricordare della mancanza. Con piccole multe, ma davvero di importi bassissimi.
Quando hai capito che il Venezuela era il paese in cui avresti voluto davvero vivere?
Dopo cinque o sei viaggi. E sono ambientato rapidamente. È facile quando si sta meglio di spirito e di corpo.
Che stile di vita conduci?
Direi tranquillo. Qualche cenetta con gli amici, molto tempo libero, mare, pesca, dilettantisticamente dipingo e leggo qualche libro, cosa che in Italia, ammetto di non aver mai fatto. Solo nei giorni di alta stagione invece ho molto da fare.
Hai avuto modo di girare un po’ per il paese?
No, al momento non molto anche perche nella mia posada si sta da re. Ma mi sono ripromesso di farlo con la mia compagna a breve.
Qual è stata la cosa più difficile nel momento in cui hai deciso di espatriare?
Il distacco dalla mia attività, dai miei figli, dai miei amici, dai miei ricordi. Ma con il tempo tutto si è stabilizzato.
Come la vedi l’Italia da li?
Non la vedo bene. Quando sono tornato, l’ottobre scorso, ho avuto quasi un rigetto. Qui seguo molto la vita politica e la cronaca del bel paese tramite internet o la tv e ti dico che è veramente uno schifo; corruzione e sperpero del denaro pubblico a tutti i livelli, ladri dappertutto al governo, nei comuni, nelle regioni, nelle amministrazioni. E gli stipendi d’oro, le pensioni baby solo dopo pochissimi anni passati a non far niente in Parlamento. Poi figli, nuore, suocere, amanti, cugini tutti sistemati. Anche qui c’è la corruzione per carità ma a confronto sono poveri dilettanti.
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A cura di Geraldine Meyer