Eticambio: il consumo etico dello scambio di oggetti

Noi e il consumo, i giovani e il consumo. Queste sono le premesse con cui nasce, nel 2007 Eticambio, qualcosa di più e di diverso da un semplice sito internet che si occupa di scambio di oggetti. Eticambio nasce come tentativo di azione concreta da uno studio che l’Associazione GIOC ha condotto per tre anni sul tema dei giovani e del consumo. Un campione di 3000 ragazzi è stato intervistato nell’ambito della ricerca dal nome “Tutto il Resto – giovani e consumo”.

“Il sito nasce da una serie di riflessioni – ci racconta Marco Licata, uno dei fondatori – che partendo da dati scientifici quantitativi, è arrivato anche ad alcune considerazioni qualitative. Lo studio ha messo in luce come il possesso e il consumo di alcuni oggetti, apparentemente uguali, nascondesse in realtà contesti molto diversi. I giovani non sono tutti uguali e un telefonino, ad esempio, rappresenta qualcosa di diverso a seconda del punto di partenza. E diverso punto di partenza vuol dire, potenzialmente , diverso punto d’arrivo. Cioè un diverso stile di consumo nasconde contesti culturali ed economici diversi.”

Eticambio, il progetto consumo

Da questa ricerca nasce Eticambio con l’intento di fare una sorta di educazione al consumo attraverso la rimessa in circolo di oggetti ma anche attraverso la rimessa in discussione dei valori e dei parametri che noi attribuiamo a quegli oggetti. “Abbiamo cercato di rimettere in moto la parola condivisione – continua Marco – che rimette in discussione anche le regole del mercato, così come viene inteso.”

Ma cosa fa concretamente Eticambio? Il sito vuole promuovere il riutilizzo di oggetti non più usati e quindi il rispetto dell’ambiente con lo sviluppo di una cultura diversa e più sostenibile. “Con queste premesse – prosegue Marco – vogliamo innestare due meccanismi: il primo è la maturità di distaccarsi da oggetti che non usiamo più e il secondo è l’accettare di ricevere qualcosa in cambio il cui valore è stabilito non dal prezzo ma dal reale bisogno. In pratica ognuno mette a disposizione gli oggetti che non usa e ha la possibilità di richiedere agli altri utenti, un altro oggetto.”

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Il sito, nato nel 2007, vuole quindi non solo ridare vita ad oggetti inutilizzati ma anche creare una sorta di rete sociale e relazionale. “Sì, anche questo è il nostro intento. Lo scambio può essere il punto di partenza per incontrare altre persone vicine a noi che, diversamente, non incontreremmo mai. Questo aspetto della relazione e della possibilità di crearne è fondamentale. Non esageriamo se diciamo che Eticambio ha la speranza di agire come un progetto di valorizzazione territoriale. È importante avere scambi con tutto il mondo ma, spesso, della comunità più prossima a noi non sappiamo nulla.”

Eticambio, come suggerisce il nome, nasce quindi con l’intento di educare all’etica del consumo e della valorizzazione dello scambio, in una sorta di evoluzione del baratto. E, in questi tempi di crisi, può anche assumere una valenza economica molto importante. Anche se Marco ci tiene a sottolineare come oltre a questo elemento, sia importantissimo proprio il valore della gratuità dello scambio. “Questo è fondamentale perché vengono scambiati oggetti che, secondo i criteri classici commerciali, hanno prezzi molto diversi. A volte si scambia un libro con una bicicletta. E questo è fondamentale proprio perché prezzo e valore sono due cose molto diverse.”

È quindi un progetto molto strutturato quello che ha portato alla nascita di Eticambio. “Studiare gli stili di consumo dei giovani – continua Marco – ha messo in luce elementi molto importanti e che vanno ben al di là del semplice possesso e utilizzo di un oggetto. Per molti ragazzi avere un oggetto equivale ad essere. E il discorso dell’identità è molto delicato.” Per questo un’iniziativa come Eticambio può davvero essere un’occasione preziosa per rimettere in moto non solo gli oggetti ma anche l’errore che spesso si commette delegando a loro la nostra identità. Scambio, relazione e condivisione: e oggi più che mai questi elementi sono tornati ad essere essenziali.

Il link al sito è www.eticambio.it

Pagina Facebook www.facebook.com/eticambio

Per conoscere le attività dell’Associazione GIOC, da cui è partito tutto il sito è www.gioc.org

 

A cura di Geraldine Meyer