Elisabetta Bertolini si racconta
Non chiamatela più Godzilla. Perché lei, Elisabetta Bertolini è oggi una delle più affermate fashion blogger d’Italia. Seguita da migliaia di follower, Elisabetta ha saputo cambiare pelle e dare un nuovo corso alla sua vita rispondendo così a quelli bulli che da adolescente la prendevano in giro per il suo aspetto fisico e per il suo peso. Avrebbe potuto abbattersi, invece ha deciso di reagire e realizzare i suoi sogni. Certo, essere vittima di bullismo è stata dura, ma per lei ha rappresentato uno stimolo per cambiare e mettersi a lavorare proprio nel mondo della moda. Così nel 2013 dopo un cambio fisico grazie a diete e tanto sport, apre il blog che porta il suo nome: www.elisabettabertolini.com.
Proprio sul suo fashion blog Elisabetta racconta di quando «veniva chiamata Godzilla» per via di quelli che venivano visti e considerati dai suoi coetanei i chili di troppo. «A 11 anni – scrive – quando entravo in classe mi urlavano “Godzilla”, percorrevo le file tra i banchi, fino ad arrivare al mio sentendomi inadeguata e sola. La mia colpa? Quella di pesare troppo». Mostra anche delle foto di quando a 12 anni pesava 125 kg e, proprio per questo, vittima di bullismo da parte dei suoi coetanei. «Mi chiudevo in camera a piangere quando mi chiamavano “cicciona” — dice Elisabetta — con 125 kg di peso, o se preferite d’amore, sono cresciuta molto robusta sia dentro che fuori. I ragazzini possono essere molto crudeli e, per chi, come noi, vive dall’altra parte non è facile essere un “ciccione”. Oggi all’alba dei trent’anni posso dire però di aver collezionato tantissime soddisfazioni, sia in campo lavorativo che personale».
Elisabetta, in un bellissimo post sul tuo blog parli di quanto siano stati difficili gli anni dell’adolescenza. Di quando i tuoi compagni di classe ti prendevano in giro per il peso. Vittima di bullismo in una delle età più delicate per una ragazza, quanto è stata dura togliersi l’etichetta di “Godzilla”? E come ci sei riuscita?
«“Godzilla” è un’etichetta con cui ho dovuto imparare a convivere così come “tortellini” e l’inesorabile appellativo di “cicciona”. A dire il vero non sono riuscita a toglierla fino a quando ho sofferto di anoressia e mi vedevo ancora grassa davanti allo specchio. Avevo 16 anni e un po’ di pelle in esubero vista la mole di peso che mi ero portata addosso fino ad allora. Così la sera quando tutti dormivano scendevo in cucina e mangiavo tutto quello che potevo fino a stare male. I medici dicevano che era il compenso per le mie mancanze. Crescendo, purtroppo la perdita della mia mamma mi ha aperto gli occhi. Ho capito quanto la vita sia breve e importante per nascondere a se stessi la forza che abbiamo dentro. Quella che era già parte di me, ma non usavo nel modo giusto. Il riscatto più grande lo sto avendo ora, assieme a Michela Sciorio, una ragazza curvy morbida dentro e fuori. Ho capito che potevo darmi una seconda chance di accettarmi per quello che ero e così abbiamo lanciato una nuova rubrica tutta al femminile per sensibilizzare le nostre lettrici alla moda over. Dove “Over” non sta solo per oversize ma anche per over mind! Aprire la mente e guardare oltre è il giusto mantra e il messaggio che vogliamo trasmettere».
Una rivincita personale che dimostra quanto le fragilità possano trasformarsi in forza e risorsa?
«Le mie fragilità di quando ero ragazzina mi hanno insegnato ad essere una meravigliosa ascoltatrice e a conoscermi nel profondo. Voglio utilizzare la mia esperienza per raccontarmi agli altri e fare in modo che possano trovare il modo di trasformare anche le loro fragilità in coraggio e voglia di vivere».
Madre di due splendide figlie, hai paura che anche loro possano diventare vittime di bulli oggi poi che con i social il fenomeno è dilagato? Come cerchi di proteggerle?
«La cosa che più spaventa una mamma è di non sapere ciò che faranno i figli quando non sono con loro. Per assurdo mi spaventa di più sapere che potrebbero diventare loro stesso bulle e poco rispettose nei confronti degli altri. Bisogna cercare di prevedere e fare in modo che questo non accada. I bulli che ho conosciuto non hanno fatto una bella fine e la colpa non è loro ma degli adulti. La scuola è importante. Per ora Gaia ha delle stupende maestre e una classe multietnica di bambini molto affiatati, Lara è piccina. Si vedrà con il tempo. Finger Crossed!».
Il tuo non è stato solo un cambiamento fisico. Ma anche di vita. Nel 2013, dopo un lavoro come segretaria, decidi di aprire il tuo blog. Quando hai capito che la moda sarebbe stata il tuo futuro?
«Ho fatto l’impiegata, la segretaria e l’arredatrice. Ma nessuno di questi lavori lo sentivo mio! Ho studiato al Liceo Artistico con formazione accademica e volevo dare libero spazio alla mia creatività. Una mia amica mi ha consigliato di aprire un blog come aveva fatto Chiara Ferragni (siamo state tre anni in classe insieme alle medie). L’ho aperto e per qualche tempo ho scritto come un diario di bordo ma poi la vita vera è un po’ ingiusta. Io e mio marito abbiamo perso la caparra della casa che avevamo comprato per costruire il nostro futuro. Purtroppo questa cosa mi ha demoralizzato. Ho ricominciato a scrivere dopo qualche anno e quasi subito sono arrivate le prime collaborazioni, piccole soddisfazioni. Le aziende avevano capito che c’era del potenziale in cui investire e assieme a loro, che mi hanno dato fiducia, sono riuscita a trovare la mia giusta dimensione».
Che cosa racconti nel tuo spazio virtuale?
«Ad oggi scriviamo in sei persone sul blog/magazine e ognuno ha il suo punto di vista e lo racconta. La verità e la spontaneità sono la prima regola per poter far parte del team. Un pizzico di umiltà è ben gradita, per questo alcune persone non hanno proseguito il percorso con noi. Parliamo di tanti argomenti. Alla base di tutto c’è la moda: uomo, donna e bambina. Luka Neziri cura la parte Fashion Man è un ragazzo carismatico molto in gamba, grafico di professione: ho lottato per averlo a bordo. Eduardo Passarella è il nostro tester di fragranze e esperto di beauty, ad oggi conta più di 3.000 boccette di profumi, anche molto rari. In città e nel mondo lo chiamano il collezionista di fragranze. Diego Masseroni, il mio compagno di viaggio è diplomato in turismo e mi segue nei miei viaggi. Sul suo profilo ig @diegomasseroni racconta con le immagini diverse tappe da tutte le parti del mondo. E’ il papà di Gaia e Lara anche loro parte integrante del blog: @gaiamasseroni e @laramasseroni su ig. E poi c’è Michela Sciorio di cui vi parlavo prima. Mentre Paola, Agnese e Francesca curano la stampa e i contatti con le aziende».
Da Facebook a Instagram passando per Twitter. Sono migliaia i follower che ti seguono. Qual è il segreto del tuo successo?
«In poche parole: essere il più veri possibili, anche a costo di mostrare i propri difetti e quanto si è incasinati. Mia mamma diceva che la verità vince su tutto».
C’è un aspetto del tuo lavoro che ti diverte e ti piace di più?
«Sono due cose: viaggiare e cambiare look. Con il format #BLOGGERSINTRIP io ed Eleonora Milano siamo riuscite a fondere le due cose. Fashion week internazionali. Next stop Dubai e New York City».
Quali sono le sezioni del tuo blog che suscitano maggior interesse?
«Gli about me, sono i più cliccati, forse perché gli italiani amano il gossip».
Non solo moda e bellezza. Nel tuo blog trovano spazio anche racconti di viaggio ed eventi organizzati in città italiane ed europee. Dei tanti posti che ha visitato per lavoro, ce n’è uno che ti è rimasto nel cuore? E perché?
«Tante mete e tanti ricordi. La meta preferita è New York. Dove mi sono sentita più al sicuro: Dubai. Dove ho lasciato il cuore: Petra in Giordania. Ero con un gruppo di blogger e giornalisti molto affiatato, e vedere la vera parte del mondo, quella al confine con la guerra, è stato toccante. Ho lasciato a una bimba beduina un fermaglio per capelli. Mi commuovo ancora a pensarci».
Tante oggi le giovani che vogliono intraprendere la tua carriera. Che consigli daresti a loro?
«Curare i contenuti e non prendere come modello quelle persone che raccontano solo il lato bello della vita. Nessuna vita è perfetta, volerlo far sembrare è innaturale, sradica il vero essere e non permette davvero di confrontarsi».
Attraverso il tuo blog sei impegnata proprio nella lotta contro il bullismo. Per molti sei un esempio. Quali consigli daresti ai ragazzi e alle ragazze che come te sono vittime dei bulli?
«Trovare una valvola di sfogo in quello che piace davvero fare, e poi aprirsi molto con gli adulti o con un amico fidato. Non siamo soli».
Progetti e sogni per il futuro?
«Progetti ce ne sono tanti, dovrete seguirmi per saperne di più..».
Come possono contattarti i nostri lettori?
«In direct su Instagram. E se ci vediamo in giro, un abbraccio forte a tutti».
Per contattare Elisabetta questo è il suo sito: www.elisabettabertolini.com.
Questo il suo account Instagram: https://www.instagram.com/bertolinielisabetta/.