Asia: viaggiare insegna tanto e ti apre gli occhi

Ad appena 27 anni Asia ha vissuto in diversi Paesi esteri, come il Regno Unito e il Messico, e ne ha visitati molti altri. Sentendosi da sempre incompresa nel paesino in cui è cresciuta, ad appena 19 anni la ragazza è partita per un’esperienza lavorativa nel Regno Unito.

“Avevo solo 300 Euro con me, ho dovuto dormire su un materassino per terra ma, a forza di lavorare, ho cominciato a mettere dei soldi da parte e poi sono diventata sempre più indipendente” racconta la ragazza.

Dal viaggiare con dei ragazzi conosciuti sul posto all’essere accolta come una figlia da una famiglia colombiana, Asia ha guadato fiumi con i coccodrilli, camminato nella giungla, lavorato in svariati ristoranti e, mentre aspetta di realizzare il suo sogno d’incidere il primo album musicale, già programma il prossimo viaggio, a partire da aprile 2023, in giro per l’America Latina.

E dopo? Destinazione Australia. Sull’ipotesi di tornare in Italia, Asia commenta che il nostro Paese, per quanto bello, non offre le giuste opportunità.

Anima nomade, viaggiatrice responsabile, Asia incoraggia tutti a fare la valigia e partire, “l’importante è viaggiare nel vero senso della parola, senza fare i turisti che pubblicano i selfie su Instagram solo per far vedere che stanno girando il mondo”.

 Asia Raele

Ciao Asia, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao! Sono Asia, una ragazza siciliana di 27 anni, vivo e lavoro all´estero ormai da anni. Non saprei ancora dire con certezza chi sono, quello di cui sono sicura è che sono una ragazza piena di energia (forse anche troppa) perché non sto mai ferma. Amo la lettura, lo sport, la musica e, ovviamente, viaggiare. Lavoro nella ristorazione e nel tempo libero pratico muay thai e faccio rap. Vivo viaggiando e non mi fermo mai troppo nello stesso posto.

Hai lasciato l’Italia da giovanissima, ad appena 19 anni. Cosa ti ha spinta a compiere questa scelta?

Prima di tutto la voglia di conoscere il mondo, scoprire e imparare sempre di più dalle diversità che ci circondano, imparare le lingue e le varie culture. Inoltre, non mi è mai piaciuto vivere nel mio piccolo paese chiamato Nissoria, nel quale c’è un sacco di “brutta energia” e dove le persone vivono di apparenza. Ovvio, non faccio di tutta l’erba un fascio, però ho sempre odiato il mio paese anche perché, in generale, l’Italia non è un Paese che ti offre possibilità di crescita né personale né lavorativa. Non c’è rispetto dei diritti sul lavoro e quasi nessun datore è onesto.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti a questa tua decisione?

In generale non ho mai avuto il supporto di nessuno in merito alle mie scelte. Mi dicevano che ero “pazza” a lasciare il mio paese, che sarei morta di fame e che non avrei trovato lavoro e che il mondo al di fuori della nostra confort zone è pericoloso. Questa è anche un’altra ragione che mi ha spinta ad andar via. Anche in tanti viaggi che ho fatto mi veniva detto che mi avrebbero accoltellata, derubata o uccisa per strada. Io sono in viaggio da 8 anni e le cose più pericolose le ho viste accadere in Italia.

Qual è stata la tua prima esperienza all’estero e quali lezioni ti ha insegnato?

La mia prima esperienza l’ho fatta a Cheltnham, una piccola cittadina al Sud del Regno Unito. Sicuramente mi ha insegnato che bisogna fare molti sacrifici per ottenere le cose, a essere più umile e a non giudicare le cose senza conoscere. Ho imparato anche che non conviene lavorare per gli italiani, nemmeno all’estero. Ho visto le opportunità che si presentano quando si esce fuori e ho imparato ad apprezzare qualsiasi cosa.

Di cosa ti occupi?

Lavoro nella ristorazione in sala e a volte faccio consulenze a gente che vuole aprire il proprio ristorante.

 Asia Raele

Dove ti trovi adesso e come ci sei finita?

Adesso mi trovo in Messico, precisamente a Holbox, un’isola tra il Golfo e i Caraibi. Sono arrivata qui per caso. Ero a Londra durante l’ultimo lock-down, iniziato nel dicembre del 2020, se non sbaglio. Non volevo rimanere chiusa li, così decisi di comprare un biglietto aereo per la Costa Rica e, dopo un mese nel Paese, decisi di non prendere il volo di ritorno e di spostarmi in Messico. Arrivata lì, uno dei miei zii mi ha passato il contatto di un suo amico, proprietario di vari hotel e ristoranti. Gli ho scritto solo per la curiosità di sapere come funzionasse il mercato del lavoro nel Paese e lui mi ha portata un po’ in giro e mi ha offerto un lavoro. Dopo averlo accettato, sono tornata a Londra, dove ho lavorato per qualche altro mese, per poi lasciare tutto, passare dei mesi a casa e, infine, ripartire.

Quali Paesi hai visitato finora e quali, fra questi, ti hanno lasciato qualcosa di particolare?

Ho vissuto, lavorato e visitato vari posti. Il primo è stato Cheltnham dove ho vissuto per 1-2 anni, poi Manchester, dove sono stata per un altro anno circa. Ci sono poi le isole Canarie, nello specifico Tenerife. Dopo Dubai, Londra e adesso inlMessico. I posti dove sono stata in viaggio sono stati Fuerteventura, Olanda, Ungheria, Francia, Filippine, Colombia, Costa Rica, Nicaragua, Messico, Arabia Saudita, alcune città e capitali del Nord Europa come Amsterdam, Budapest, Vienna e il Sud della Francia. Il Paese di cui sono totalmente innamorata è la Costa Rica, per via della sua natura e biodiversità, ma anche per la popolazione sempre sorridente e accogliente. Non ho mai visto un popolo che rispetti così tanto la sua terra e gli animali che la abitano. Inoltre la Costa Rica è un Paese che, dal 1948, ha abolito l’esercito e ha utilizzato tutti i fondi economici dedicati ad esso per il sistema educativo e sanitario, comportamento che, secondo me, dovrebbero avere tutti i Paesi. In generale, penso che l’America Latina sia il mio posto nel mondo perché la trovo molto umana, con dei valori che da noi si stanno perdendo sempre di più.

C’è un Paese che non vedi l’ora di visitare e perché?

Certo! Non vedo l’ora di visitare il Perù, per la sua cultura e le sue radici. Vorrei anche conoscere e studiare la loro gastronomia, una delle migliori al mondo. Mi piacerebbe anche vivere e lavorare lì. Ci sono 3 dei migliori ristoranti al mondo e mi piacerebbe lavorarvi. Sogno anche di attraversare la foresta amazzonica, stare più a contatto con la natura e conoscere i popoli indigeni, imparare da essi e scoprire sempre di piú.

Che consigli daresti alle persone che vorrebbero avere uno stile di vita simile al tuo ma non sanno da che parte cominciare?

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Semplicemente di lasciarsi andare, magari scegliere un posto dove è più facile trovare lavoro per fare un po di esperienza e da lì tutto verrà da sé. Nel mio caso, poiché avevo Londra e Dubai nel curriculum, ho avuto le porte aperte ovunque nel mondo. Un altro consiglio è di non ascoltare le persone negative! Purtroppo la gente è piena di paure, invidia e frustrazione e fa di tutto per scaricarla addosso a chi vuole realizzare i propri sogni. È necessario essere pronti a fare sacrifici. Nessuno ti regala niente. Io sono partita la prima volta con soli 300 euro e ho dormito per 2 mesi a terra in un materassino gonfiabile perché non avevo niente in tasca, fino a quando, dopo un po’ di lavoro, sono diventata sempre più indipendente e forte. Parlare le lingue è importante ma anche senza si va lontano!

 Asia Raele

Quali sono i consigli pratici da dare a chi pianifica di viaggiare a lungo termine, anche nel senso della burocrazia?

Di non portarsi troppe cose dietro. Viaggiare il più leggeri possibile. Mi ricordo che per il mio primo viaggio/esperienza fuori mi sono portata dietro praticamente una casa, fino a venire in Messico solo con uno zaino. Un altro consiglio è di tenere sempre gli occhi aperti, che non si sa mai. Non essere troppo sicuri di sè e vanitosi in posti che non si conoscono e di essere sempre umili. Per quanto riguarda la burocrazia basta informarsi bene prima di partire, per esempio nei siti dei vari governi o in quello della Farnesina. Abbiamo la fortuna di avere un buon passaporto quindi per noi italiani è facile ottenere visti.

Parlaci del tuo scopo nella vita…

Il mio scopo nella vita lo capirò sempre di più proprio continuando a viaggiare. Sicuramente è quello di fare la differenza in questo mondo pieno di gente che lo distrugge giorno dopo giorno. Di difendere la nostra natura. Quello di sensibilizzare la gente sul rispetto del nostro cibo, dell’ambiente in cui viviamo e di rispettare l’umanità. Lavorare nella ristorazione ha un ruolo importantissimo in tutto ciò. Noi educhiamo la gente attraverso il cibo. Si dice che sei ciò che mangi, ed è vero! Non mi piace quando datori di lavoro e le imprese calpestano i nostri diritti e sto insegnando a tutti i ragazzi con cui lavoro a tenere la testa sempre alta e a farsi rispettare e valere. Ci sono troppi impresari che fanno soldi sul sudore della gente, sottopagandola, massacrandola di ore interminabili di lavoro, senza fornire la giusta alimentazione. Questo deve finire! Voglio anche dare valore a tutto ciò che abbiamo e far capire che le cose si devono meritare e guadagnare.Ho capito che il mondo non si può cambiare di colpo e orientandosi sulle masse ma per farlo è necessario lavorare su noi stessi e sull’individuo.

Molte persone non hanno chiaro qual è il loro scopo nella vita. Hai dei consigli per aiutarle a trovarlo?

Si! Iniziate a viaggiare e vedrete che troverete tante risposte. Io ogni, volta che mi sento demoralizzata o non so che fare della mia vita faccio sempre un viaggio e da lì si risolve tutto.

 Asia Raele

Quali sono state le principali difficoltà che hai dovuto affrontare e come le hai superate?

Inizialmente il non parlare inglese visto che non sapeva una sola parola quando sono partita. Poi c’è stato l’aspetto economico, perché sono con poco in tasca quindi avevo molti limiti su tutto poi, moneta dopo moneta, sono riuscita a risparmiare.

Quali, invece, i momenti più belli vissuti finora?

I momenti più belli sono stati quelli di condividere esperienze incredibili con persone conosciute a caso in viaggio. Trovarsi nel bel mezzo della giungla persa e senza saper come ritornare mentre m’inseguivano gli avvoltoi e dove mi procuravo qualsiasi tipo di frutta dagli alberi. Conoscere gli indigeni in Colombia, essere derubata dalle scimmie e passare fiumi pieni di coccodrilli. Diciamo che tutte le avventure non programmate sono sempre le migliori. Ce ne sarebbero tantissime altre da raccontare ma mi fermo qui.

Ci sono delle persone che hai incontrato nel corso di questi anni, dai locali ad altri viaggiatori, che hanno lasciato un segno indelebile dentro di te?

Quando sono stata in Colombia, per esempio, sono stata ospite di una famiglia che praticamente mi ha adottato come figlia e sono rimasta sorpresa dalla loro generosità ed energia. Quelle persone mi hanno dato veramente tanto, infatti li considero come una seconda famiglia. Siamo sempre in contatto. Quando ero in Costa Rica si è formato un gruppo fantastico di ragazzi e ho condiviso tantissimo con loro. Sempre in Costa rica sono stata ospitata ovunque, ho dormito in casa di tantissime persone che, pur essendo povere, mi hanno invitata a mangiare con loro e hanno condiviso con me il poco che avevano. Ho visto veramente cosa significa essere poveri e lottare giorno per giorno per poter mangiare anche solo un pasto. Ho conosciuto gente che andava in giro nei ristoranti con una busta di plastica, anche a raccogliere le lische del pesce pur di poter mangiar qualcosa. Questo fa crescere tanto. Da noi si piange perché non possiamo comprarci l’ultimo modello di iphone o perché ci rompiamo un’unghia. Per questo dico che viaggiare è importante ma è necessario farlo nel pieno senso del termine e non fare i turisti solo per dire di essere stati in un determinato posto e avere il selfie per far vedere che si viaggia.

Progetti per il futuro?

Sì, certo! Ad aprile lascerò il lavoro in Messico per fare una lunga pausa. Approfitterò del mio visto per conoscere i posti che mi mancano da visitare qui. Voglio fare un ritiro in un villaggio chiamato San José del pacifico che si trova a Oaxaca, spegnere il telefono per un mesetto o due e poi riprendere a viaggiare. Vorrei frequentare un’accademia di arti marziali e lavorare nel miglior ristorante messicano, prima di lasciare questo Paese meraviglioso e proseguire il mio viaggio per tutta l’America Latina. Dopo, penso di andare in Australia. Tra un po’ condividerò anche il mio primo album musicale, solo che, per realizzarlo, devo prima essere più libera dal lavoro!

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