Andrea e Denitsa: abbiamo mollato tutto per viver in Camper

A cura di Maricla Pannocchia

Prima la pandemia da Covid-19 e poi lo scoppio della guerra in Ucraina hanno spinto Andrea e Denitsa a mollare tutto, lasciare Bolzano e vivere a bordo del loro camper, Muchacho. “Ci siamo resi conto che non c’è niente di più importante del tempo”, racconta la coppia, “adesso non solo siamo sempre con nostro figlio Gabriel, di 5 anni, ma possiamo goderci anche i nostri cagnolini, che sono anziani e con cui siamo cresciuti”.

Denitsa lavora part-time, da remoto, per un’azienda dalla mentalità molto aperta, “dove il lavoro da remoto esisteva già da prima del Covid”. La coppia sa che il poter contare su uno stipendio fisso permette loro di star tranquilli “ma vivere in camper, comunque, porta a uno stile minimalista.” Secondo Andrea e Denitsa la vita in camper ha pochissimi contro e tantissimi pro come il vivere tante esperienze diverse e l’essere veramente liberi. “Quando Gabriel inizierà la scuola probabilmente ci fermeremo, quantomeno in inverno. Stiamo pensando all’Andalusia. Vivere in camper, comunque, gl’insegna molto e grazie alle varie esperienze, è più grande della sua età”.

arcolobalenos vivere in camper

Ciao ragazzi, raccontateci qualcosa di voi. Chi siete, da dove venite…

Ciao, siamo Andrea – classe 1985, nato e cresciuto a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo – e Denitsa, classe 1989, nata e cresciuta in Bulgaria fino all’età di 13 anni, quando i miei genitori si sono trasferiti in Italia.

Ci siamo conosciuti nel 2007 e siamo andati a convivere nel 2009, giovanissimi. Nel 2010 abbiamo preso anche Ego e Asia. Qualche anno dopo, abbiamo deciso di trasferirci a Legnano, in provincia di Milano, per un’offerta di lavoro che io, Denitsa, ho ricevuto. Nel 2018 è nato Gabriel e con la sua nascita abbiamo capito che avremmo voluto crescerlo vicino alla natura. Ho chiesto il trasferimento a Bolzano e in 1 mese da quando me l’hanno concesso, abbiamo svuotato l’appartamento in cui vivevamo e ci siamo trasferiti lì.. Abbiamo scelto Bolzano dopo che una mia collega della filiale lì ci aveva invitati al suo matrimonio, quindi, dopo aver passato mezza giornata in città, l’abbiamo scelta per viverci. L’anno successivo al trasferimento è arrivato il Covid-19 e poi è scoppiata la guerra in Ucraina. Una sera di marzo 2022 Andrea ed io ci siamo guardati e ci siamo detti ‘ma se mollassimo tutto e iniziassimo a viaggiare in camper?’. La prima persona a cui l’abbiamo detto è stata la titolare dell’azienda per la quale lavoro. Lei non solo ci ha appoggiati, ma ci ha persino motivati. Da lì a 1 mese è arrivato Muchacho, il nostro camperone. Il 31/07 abbiamo consegnato le chiavi dell’appartamento in centro di Bolzano dove abitavamo e ci siamo trasferiti definitivamente nel camper.

Vi presentate come una famiglia di nomadi digitali (con voi ci sono anche il piccolo Gabriel e i cagnolini). Raccontateci perché vi date questa definizione…

Abbiamo deciso di vivere in viaggio lavorando, per questo motivo rientriamo nella categoria dei nomadi digitali. Io, Denitsa, lavoro per un’azienda di spedizioni internazionali con orari d’ufficio part time. Inizio alle 8.30 e finisco alle 15.30 dal lunedì al venerdì, in remoto. Andrea lavora per il nostro canale YouTube, si occupa d’investimenti e di nostro figlio Gabriel.

Quando vi siete resi conto che lo stile di vita “tradizionale” vi andava stretto?

Probabilmente, come tanti altri, dopo la pandemia. Abbiamo passato 1 mese chiusi in casa ed è stato il mese più bello della nostra vita, per il semplice fatto che potevamo stare insieme. Ci siamo resi conto di vivere pochissimo la nostra famiglia. Vederci solo la sera, dopo lunghe giornate fuori, quando si è stanchi e nervosi, non ci andava più bene. Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, ci siamo resi del tutto conto che nulla deve essere dato per scontato e che il tempo che abbiamo a disposizione è davvero impossibile da prevedere, quindi siamo partiti.

Avete pensato che viaggiare in camper con un bambino potesse rivelarsi difficile?

No, difficile no. Eravamo un po’ preoccupati, ma alla fine, già dalle prime volte in camper durante i week end, quando facevamo le prove, Gabriel ci ha dato tanto forza e motivazione. Era felicissimo, emozionato e curioso, quindi ci ha cancellato le preoccupazioni.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla vostra scelta?

Erano tutti molto felici per noi. Più davamo la notizia agli amici, più ci caricavano di voglia di partire. I nostri genitori inizialmente non hanno preso la notizia a cuor leggero, più che altro per la lontananza da Gabriel, ma erano abituati ai nostri trasferimenti ogni 4-5 anni.

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Parlateci meglio dei vostri lavori…

Come accennato, io sono impiegata per un’azienda di spedizioni internazionali con mentalità molto aperta, che permette alle persone di lavorare in remoto senza obbligo di presentarsi in ufficio. Funziona così da molti anni prima del Covid, la titolare è molto attenta alle esigenze famigliari dei suoi dipendenti.

Andrea si occupa del nostro canale YouTube, ha alcuni investimenti in cripto valute e sta approfondendo anche la finanza tradizionale, oltre al fatto che si occupa di Gabriel che, come ogni bambino di 5 anni, necessità di molte attenzioni.

Raccontateci del vostro camper…

Il suo nome è Muchacho 😊

E’ un Sunliving Fiat Ducato del 2005, lungo circa 7 metri con 7 posti letto. Abbiamo tutte le comodità necessarie per viverci: letto mansardato e 2 dinette – una serve per lavorare e l’altra per mangiare – cucina, bagno e doccia. Vivendo in camper s’impara a essere minimalisti e soprattutto a non sprecare.

Avete stabilito un itinerario oppure viaggiate spinti dall’istinto?

Abbiamo smesso di panificare, perché disfiamo i piani in continuazione. Abbiamo una linea generale da seguire ma continuiamo a inserirci dei cambiamenti lungo il tragitto. Ora siamo in Spagna, ma tra pochi giorni rientreremo in Italia per qualche settimana. L’idea è di ripartire a fine maggio per andare a visitare Svezia e Norvegia, poi vorremmo scendere attraversando l’Est per arrivare in Bulgaria (a casa mia) dove ci fermeremo per 2-3 settimane, poi vorremo visitare Istanbul, girare la Grecia per poi tornare in Italia e andare spediti verso le Canarie per il prossimo inverno. Vedremo…

Che Paesi avete visitato finora?

Abbiamo girato un pochino la Slovenia, il Nord-Est Italia, il Sud della Francia, tutta la costa spagnola e la parte Sud del Portogallo.

Quali vi hanno colpito di più e perché?

Sicuramente la Spagna, dove abbiamo incontrato tante altre famiglie come la nostra con le quali abbiamo condiviso momenti bellissimi. Oltre a questo, lì abbiamo visto i tramonti più belli della nostra vita e le spiagge infinite lungo la costa, nonché il punto dove il Mar Mediterraneo si unisce all’Oceano Atlantico e la natura incontaminata del deserto di Tabernas. Ci piace la vita spagnola con la sua tranquillità e la mancanza di frenesia.

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Com’è la vostra vita quotidiana?

Durante la settimana io mi sveglio per le 8, mi preparo e alle 8.30 comincio a lavorare. Verso le 10 facciamo colazione insieme, poi io continuo a lavorare e i ragazzi vanno a esplorare il mondo fuori. Verso le 13 pranziamo, poi dalle 14 alle 15.30 continuiamo a lavorare mentre Gabri si rilassa giocando con i suoi giochi. Alle 15.30 circa finisco di lavorare, facciamo yoga insieme e poi ripartiamo alla scoperta dei luoghi intorno a noi. Ceniamo verso le ore 20 e poi ci vediamo un film, leggiamo un po’ oppure semplicemente chiacchieriamo. Di solito durante la settimana scegliamo posti in mezzo alla natura o sulle spiagge e visitiamo le città nel week-end, quando non lavoriamo.

Quali sono, secondo voi, i pro e i contro del vivere in camper?

Inizio con i contro, perché sono davvero pochi. È una vita movimentata, ovviamente. Ogni giorno bisogna pianificare la prossima tappa e pensare a fare il carico e lo scarico alle acque. Un contro, ma che forse è più un pro, è dover contare completamente su sé stessi. Ogni volta che si rompe qualcosa, Andrea s’impegna usando anche vari tutorial sul web e alla fine riesce sempre a risolvere il problema. Non tutti i parcheggi sono uguali, a volte ci si trova a dormire in posti non molto tranquilli, anche se cerchiamo di evitarli.

I pro, per chi ama viaggiare e scoprire posti nuovi, sono infiniti. Si conoscono tante persone, abbiamo amici di varie nazionalità ormai. Si vedono posti incredibili, che difficilmente avresti visitato contando solo sulle 2 settimane estive di vacanza. Siamo letteralmente liberi di fare ciò che vogliamo e di cambiare luogo ogni 2-3 giorni senza dover rinunciare alle comodità di casa.

E quelli della vita da nomade digitale?

Abbiamo la fortuna di avere un lavoro fisso con entrata fissa tutti i mesi, che ci rende nomadi digitali più ‘comodi’ ma, svolgendo un lavoro ad alto livello di stress, farlo con vista sull’oceano, nel bosco o sulla scogliera cambia notevolmente il modo di viverlo. Diventa tutto nettamente meno stressante, anzi, lo stress si annulla.

A chi consigliereste di lavorare da remoto e cambiare spesso Paese?

In realtà, a tutti quelli che lo vogliono fare. Non si tratta solo di coraggio ma di volontà di cambiare. Noi abbiamo il lavoro fisso, ma viviamo tranquillamente in 5 con un solo stipendio. Durante questi primi 6 mesi di viaggio, abbiamo incontrato tantissime famiglie senza figli, con 1 figlio, con 2 figli o addirittura con 3 figli che hanno mollato tutto e si sono reinventate con lavori nuovi, dedicandosi alle loro passioni che sono diventate, appunto, dei lavori.

Che consigli dareste, invece, alle famiglie che viaggiano con bambini piccoli?

I bambini ci sanno davvero stupire, le nostre paure sono molto più grandi di quella che è poi la realtà. I bambini si adattano a tutto e hanno bisogno di poco. Gabriel è felice, incontra persone nuove e cresce imparando tante cose grazie alle esperienze che vive. In 5 anni lui ha viaggiato più di noi due in quasi 40. Conosce molte città, ha visitato musei, ha imparato la storia di Cristoforo Colombo e ha visitato il museo della sue caravelle. Sta facendo così tante esperienze che, nel parlarci, sembra molto più grande della sua età. Inoltre, abbiamo incontrato così tante famiglie con più figli che condividono gli stessi pensieri, ovvero che stiamo facendo loro un regalo meraviglioso. Gabriel sta tanto tempo all’aperto, in mezzo alla natura e vede animali selvatici e vari tipi di uccelli. Sta imparando moltissimo.

Vi siete mai sentiti in pericolo?

Solo una volta, ma è successo a Calcinate, a 500 metri dalla casa dei miei genitori. Avevamo parcheggiato il camper vicino per poterlo sistemare prima della partenza e una notte, alle 2, qualcuno ha cercato di rompere la serratura ed entrare. Fortunatamente eravamo sul camper a dormire e Andrea si è accorto subito e ha urlato, così i ladri sono scappati. Da allora, Andrea si sveglia spesso alle 2 di notte dal nulla.

Vi sono mai accadute (dis)avventure che ci strapperanno una risata?

Durante la nostra permanenza a Denia, in Spagna, di notte c’è stato un vento fortissimo che ci ha fatto ballare tutto il tempo. La mattina dopo esserci svegliati, Andrea si gira verso di me e mi chiede come mai avessi aperto la finestra della mansarda, che di solito non apriamo mai. Ci siamo messi a ridere di gusto per la disperazione, la finestra si era completamente scollata di notte, per via del vento. Il nostro vicino di camper ci ha visti e, anche senza conoscerci, è corso subito a darci una mano nel toglierla e incollarla. Esiste una vera comunità di camperisti pronti a dare una mano al prossimo nel momento di difficoltà.

Quando Gabriel sarà più grande, pensate di fermarvi da qualche parte, per esempio per fargli frequentare la scuola?

Sì, ci fermeremo sicuramente, magari non 12 mesi l’anno, forse solo durante i mesi di scuola, alternando il viaggio in estate allo stare fermi in inverno. Non sappiamo bene dove, ma diciamo che la Spagna, specialmente l’Andalusia, potrebbe essere una buona scelta.

Cos’avete imparato, finora, vivendo in camper e viaggiando così tanto?

Abbiamo imparato che il mondo è pieno di posti belli che vanno visti, ma soprattutto di persone belle. Una volta un mio ex compagno di classe (viaggiatore pure lui) ci aveva detto: ‘viaggiando ti rendi conto che in realtà il mondo è pieno di persone buone’. Abbiamo conosciuto davvero tante persone, strada facendo, che in giro di poche ore sono diventati veri amici con i quali continuiamo a tenerci in contatto.

Abbiamo imparato che la liberà non ha prezzo, che la vita ci stava scorrendo tra le mani senza soffermarci sul pensiero che l’unica cosa che non potrai mai più riavere è il tempo. Non c’è denaro che possa rimpiazzare veder crescere nostro figlio h24, oltre al fatto che possiamo finalmente goderci anche i nostri cagnolini che hanno 14 e 13 anni e sono insieme a noi da 14 e 13 anni 😊 Siamo letteralmente cresciuti insieme e ora potremo goderceli fino al loro ultimo giorno sulla Terra. Non per niente il nostro moto è una frase vista in un film: ‘vivi la tua vita oggi, perché è già tardi’.

Progetti futuri?

Viaggiare 😊almeno per i prossimi 2 anni ancora.

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