Lavorare meno e vivere di più: la storia di Andrea

Quando non si hanno aspettative, si sa che tutto acquista un valore”. Per Andrea il viaggio in un’auto camperizzata dà una libertà unica. Con pochi soldi è possibile visitare posti incredibili e stare al contatto con la natura. Work less live more, lavorare meno e vivere di più, rendendo ogni ora libera un momento speciale: è la sua filosofia di vita.

Di Enza Petruzziello

Libertà, pochi soldi e tanta avventura. Per Andrea Ceolan è questa la ricetta del viaggio perfetto, o meglio il segreto di una vita perfetta. Quarantasettenne di Bolzano, padre di due bambini di 11 e 8 anni, Andrea è perito elettronico.

«Lavoro su turnazione dalle 6.30 alle 22.30, 5 giorni su 7, e questa è certamente una fortuna a cui ho scelto di non rinunciare in favore di una maggiore libertà di vita, sia per la gestione dei bambini che delle mie passioni. Ho rifiutato proposte di lavoro più pagate per mantenere i turni e poter vivere al meglio le mie passioni», spiega.

Ha da poco fondato una pagina Facebook “Work less live more dove racconta di canyoning, scialpinismo, montagna in genere, gite con bambini e naturalmente di come viaggiare in auto camperizzata e stazionare in libera. Per Andrea il viaggio in un’auto camperizzata dà una libertà unica. Con pochi soldi è possibile visitare posti incredibili e stare al contatto con la natura.

Ma l’auto camperizzata è solo uno dei mezzi per raggiungere lo scopo. Lavorare meno e rendere ogni ora libera un momento speciale: è questa la sua filosofia di vita.

Andrea Ceolan

Andrea, quando è nata la tua passione per gli sport e la vita all’aria aperta?

«Con la montagna e la natura mi confronto da sempre e non potrebbe essere diversamente vivendo in uno dei luoghi più speciali al mondo: le Dolomiti. Già a 14 anni ho lasciato le piste da sci per dedicarmi ad un’attività che considero libertà pura: lo scialpinismo. Sono passato anche per il bike alpinismo: salire vette bici in spalla e scendere a valle per sentieri tecnici in luoghi spettacolari. Da 8 anni mi appassiona il canyoning: scendere strette gole scavate dai torrenti con tuffi, corda e scivoli. Credo profondamente che vivere la natura sia una componente essenziale e una necessità irrinunciabile per stare in equilibrio con se stessi, rispettare il mondo e gioire appieno del luogo in cui si vive. Ho la fortuna di aver incontrato anche una compagna formidabile che mi segue in tutto ciò e anzi è più selvaggia di me!».

Hai da poco fondato la pagina Facebook “Work less live more” che conta già molti fans e utenti attivi. Come nasce l’idea di questo spazio social e che cosa racconti sulla tua pagina Facebook?

«Sono un costante osservatore e guardandomi attorno ho notato alcuni aspetti inquietanti della società moderna, evidenziati anche in un bellissimo concetto del Dalai Lama: “Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto”.

Ebbene, in pratica noto tanta, troppa gente che fa magari 3 lavori e non per necessità vitale. Noto troppe persone che puntano tutto alle poche settimane di ferie per dedicarsi a se stesse oppure solo per riposare dopo 340 giorni di lavoro. Che senso ha tutto ciò? Ogni piccolo momento dopo il lavoro è importante per dedicarci alle nostre passioni e aggiungo, per stare nella natura e non chiusi in scatole di cemento (palestre, bar, cinema, casa…). Le ferie per me sono ogni sera post lavoro, ogni giorno pre lavoro, nella pausa pranzo e nei weekend. Da qui la filosofia “work less live more”: lavorare meno e vivere di più.

Attraverso le pagine social voglio semplicemente far vedere quanto di bello quotidianamente sia possibile vivere e quanto di straordinario la natura ci offre, corredando spesso le foto con pensieri e spunti di riflessione».

Andrea Ceolan vita camperizzata

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Viaggiare in un’auto camperizzata e stazionare in libera, un modo di muoversi e visitare le bellezze del nostro Paese molto diverso da quello a cui siamo abituati. In cosa consiste esattamente?

«L’auto camperizzata si inserisce nella filosofia base di lavorare meno, pretendere di meno e abbracciare la filosofia che meno è di più. Non servono soldi per comprare, mantenere, spostare un camper, viaggiare: basta anche una semplice auto utilitaria. Noi abbiamo viaggiato su una Opel Meriva camperizzata sia in Italia che all’estero. La macchina che usavamo tutti i giorni per andare al lavoro trasformata in cucina, letto. Abbiamo girato ad esempio la Corsica per 12 giorni con 220€ a testa tutto compreso (traghetti inclusi), dormendo in posti stupendi, vivendo tramonti magici e serate stellate memorabili. Di giorno abbiamo fatto canyoning, canoa, escursioni o riposato in spiaggia».

Come si organizza, nella pratica, un viaggio in un’auto camperizzata?

«Semplicemente la filosofia è: non si organizza. Si decide una zona qualche giorno prima in base alle previsioni meteo e a ciò che quel territorio potrebbe offrirci come esperienze di natura/avventura. In viaggio invece, verso sera, uno sguardo a Google Earth o all’app “Park4night” e in pochi minuti scegliamo dove dormire. Alla peggio, cimiteri o campi da calcio garantiscono tranquillità e un rubinetto d’acqua. Devo dire che non ricordo posti brutti in cui abbiamo dormito: con un po’ di esperienza si riescono a trovare a naso posti stupendi al mare su scogliere vista tramonto (Isola d’ Elba), su cocuzzoli di una collina, in riva ai fiumi o dentro i letti dei fiumi (Friuli)».

Che sensazioni si provano a percorrere un viaggio del genere e quali differenze ci sono rispetto ai viaggi con i classici mezzi di trasporto?

«La sensazione non è tanto diversa. Forse un viaggio in camper dormendo in libera, e quindi senza appoggiarsi a campeggi o strutture organizzate, ti toglie alcune comodità come il bagno e la doccia. Premetto che non frequentiamo le città, ma posti immersi nella natura che ci riservano sempre grandi sorprese: si sa che quando non ti aspetti qualcosa e invece arriva, la gratitudine e la soddisfazioni si massimizzano. È bellissima la sensazione di dormire cullati dal rumore delle onde in un parcheggio a 10m dal mare, che di giorno è affollato, ma di notte diventa romantico. Al momento abbiamo un mezzo poco più grande di un’utilitaria: Citroën Berlingo, nel quale riusciamo a cucinare anche se piove (cosa impossibile con la Opel Meriva di qualche anno fa). Naturalmente se dovesse piovere per più di 1 giorno, pazienza, ci si sposta dove è previsto bel tempo e quindi al volo decidiamo come scoprire quel territorio dal punto di vista naturalistico. Per esperienza posso dire che sono nettamente di più le coincidenze inaspettate e positive che accadono, rispetto a qualche rara situazione scomoda. E quando non si hanno aspettative, si sa che tutto acquista un valore».

A Ferragosto sei stato 9 giorni in giro per montagne, canyon, laghi, ferrate del Veneto, Friuli, Trentino, spendendo appena 130 euro. Un’esperienza incredibile, come testimoniano le tue foto su Facebook. Parlaci di questa avventura.

«Siamo partiti senza mete precise, ma solo con l’idea di fare qualche discesa di canyoning (torrentismo: calate in corda, tuffi), qualche salita sulle cime dolomitiche, qualche ferrata ed escursione. Alla fine ci siamo imbattuti per caso in un tempio tibetano a Cinte Tesino, in provincia di Trento, dopo l’escursione al ponte del Diavolo. Abbiamo scambiato due chiacchiere con il monaco Seiun (Franz Zampiero) che ci avrebbe ospitato volentieri per il pranzo di Ferragosto, se non fossimo stati impegnati. In zona ci siamo trattenuti 2 giorni, salendo a cima d’Asta. Ci siamo poi spostati in Veneto per scendere in tecnica canyoning la val Tovanella e nel pomeriggio goderci la solitaria spiaggia lungo il fiume Piave (giorno di Ferragosto). Nel tardo pomeriggio abbiamo conosciuto un veneto che da 20 anni vive in barca a vela girando per il mondo. Ci siamo emozionati sentendo che vita pazzesca fa con i suoi figli. Negli ultimi 6 mesi ha navigato lungo un fiume africano fra giraffe, coccodrilli, ippopotami, elefanti e popolazioni indigene».

Andrea Ceolan viaggiare camperizzato

Poi vi siete spostati in Friuli, che cosa avete fatto qui?

«Siamo saliti sulla vetta del Montasio 2753m fermandoci alla malga a comprare prodotti caseari buonissimi: ottimo lo yogurt alla vaniglia. Oltre ad altri 2 stupendi canyon in zona Carnia (torrente Leale e torrente Favarinis), decidiamo a questo punto di spostarci in zona Tarvisio. Il tempo minacciava forti temporali quindi desistiamo dall’idea di salire il massiccio roccioso del Mangart, preferendo un giro ad anello che parte dagli splendidi laghi di Fusine fino al rifugio Zacchi. Arriviamo giusto in tempo per goderci un bel piatto tipico e inizia un forte temporale. Ci ripariamo sotto un gazebo dove Diego sta rimestando la polenta. Durante i 90 minuti di temporale chiacchieriamo con Diego ed è subito simpatia reciproca. Si confida con noi e quando ci saluta quasi scatta una lacrima: “buona vita ragazzi” .

Al rientro passiamo per cortina d’ Ampezzo: il giorno dopo partiamo alle 6.30 a piedi dal rif. Dibona per salire alla Tofana di mezzo dalla ferrata G. Aglio. Un percorso vario, spettacolare e mai estremo, ma con alcuni punti chiave aerei. Dopo quasi 6h di salita decidiamo di usufruire della “freccia del cielo” per una parte della discesa. Per un caso fortuito, troviamo un biglietto a terra del valore di 48 € (a/r valle/monte). Lo restituiamo al macchinista di monte, che per gratitudine del gesto forse, ci fa scendere gratis il primo troncone. Grazie amico (24€ risparmiati)».

Qual è il segreto per viaggiare e spendere poco?

«La spesa si abbatte su 2 fronti: dormendo in libera (no campeggi) ed evitando quotidiane cene al ristorante. Per il dormire direi che è chiaro: l’albergo costa e incide moltissimo sul budget di un viaggio. Naturalmente per dormire in libera ci sono regole territoriali da rispettare, ma il semplice dormire in auto è sempre consentito ovunque. Naturalmente si deve avere un approccio tranquillo verso il mondo senza essere ossessionati dall’idea che là fuori ci siano solo maniaci e assassini.

Per la cena capisco che sono delle scelte. Noi facciamo sontuose colazioni e non ci manca nulla in auto camperizzata (latte, yogurt, pane, marmellata, frutta, caffe, cereali, biscotti..). Durante il giorno siamo in attività sportiva, pertanto abbiamo barrette o panini. La sera invece ci piazziamo in un bel posto in riva ad un fiume e con estrema calma ci godiamo l’ambiente circostante. Di solito torniamo dall’attività verso le 16 e ci piace gustarci una birra mangiando degli stuzzichini (olive, formaggio, paté di carciofini, ecc). Verso le 20 cuciniamo (pasta, carne, frittate, riso, piadine, verdura ecc). Detto questo è chiaro che qualche cena o pranzo per assaggiare prodotti del posto ce li concediamo. Considerando che la spesa per i beni alimentari si fa anche a casa quando non si è in vacanza, le spese in più, necessarie per le ferie, si riducono quasi interamente al costo del carburante. Il nostro mezzo diesel consuma il 5.7 L/100km, sensibilmente meno di un camper quindi».

Dei tanti luoghi visitati, qual è il posto che ti è rimasto più nel cuore e perché?

«Sicuramente la Sardegna fuori stagione (fine settembre) con canoa gonfiabile al seguito, stivata nel box da tetto, ci ha regalato grandi emozioni. Non da meno la Corsica. In entrambi i viaggi per esempio siamo salpati in canoa con al seguito cibo, materassino, sacco a pelo e abbiamo dormito su piccole isolette deserte. Di giorno canyoning alla Purcaraccia o nella grotta Donini per esempio».

Andrea Ceolan viaggiare camperizzato

Vantaggi e svantaggi di viaggiare in auto camperizzata?

«Mettiamola cosi: quello che per qualcuno è uno svantaggio per altri è un’occasione di vedere cose nuove. La perplessità più comune che viene avanzata a chi viaggia in auto camperizzata riguarda le difficoltà presunte per la mancanza di doccia e gabinetto. Eppure trovare un fiumiciattolo azzurro e cristallino dove lavarsi, illuminato dai raggi del tramonto, a 10 metri da dove si decide di campeggiare dà una sensazione di libertà, semplicità e gioia difficile da spiegare. Per il gabinetto idem: siamo sempre nella natura e come il 99% degli esseri viventi sulla terra facciamo i bisogni in natura e ci teniamo a osservare delle regole (non lasciare carta igienica ad esempio).

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Gli svantaggi maggiori derivano dal meteo: chiaro che con il brutto tempo o il freddo le limitazioni di un microvan si amplificano, ma come detto, siamo liberi di spostarci, non abbiamo vincoli di prenotazioni, pertanto se è previsto tempo brutto ci spostiamo dove il clima è migliore e lì viviamo il territorio. Fino a poco tempo fa, con la Opel Meriva non potevamo cucinare e mangiare all’interno del mezzo, ora con il Berlingo possiamo, e un giorno di pioggia riusciamo a gestirlo. La camperizzata esprime al meglio il senso di libertà ovviamente in estate quando si è in luoghi selvaggi e ci si può godere a pieno la vita all’aria aperta: braciere acceso, stelle, tramonti».

Quali sono i consigli che date più spesso a chi sta pensando di fare per la prima volta un viaggio così?

«Camperizzare un’auto ha delle regole e leggi da rispettare: nessuna modifica al mezzo, tutto deve essere facilmente smontabile ed estraibile in pochi minuti. Camperizzare un’auto da sé è un lavoro visionario, un’opera d’arte da creare, uno sfoggio di inventiva e di buona manualità. Noi abbiamo camperizzato il Berlingo con circa 1800€ e tanto lavoro. Ad esempio il frigorifero da 36L lo abbiamo costruito noi perché le misure sono obbligate e millimetriche per farci stare tutto. Abbiamo un pannello solare calamitato che togliamo in viaggio. Batteria secondaria caricabile da pannello solare, alternatore o da 220v.

Credo che la camperizzazione sia una cosa molto soggettiva, molto dipende da come si vuole sfruttare il mezzo: lo spazio è pochissimo e va sfruttato al meglio. Noi ad esempio abbiamo progettato tutto, in modo che il tavolino interno possa ruotare in molte direzioni per gestire in maniera flessibile lo spazio. Abbiamo previsto la lunghezza così da farci stare internamente gli sci da scialpinismo per le gite di fine maggio/giugno. Di vitale importanza il box sul tetto, bello capiente che contiene mute, corde, imbragature, scarponi, zaini oppure la canoa gonfiabile».

È difficile camperizzare un’auto?

«Costruirsi un’auto camperizzata su misura è un viaggio di studi su internet: carpendo soluzioni di altri, cercando materiali di ferramenta adatti e mettendo in campo tanta fantasia. Non servono attrezzature professionali da falegname: io ho fatto tutto con un buon banco sega, seghetto alternativo, trapano e poco altro. Chi non fosse in grado di farla da sé esistono diverse aziende specializzate in camperizzazioni che offrono moduli già pronti come ad esempio www.s-moove.com oppure moduli specifici per diversi modelli di auto a prezzi interessanti su www.camperizatetodoen1.com».

Che cosa significa per te il viaggio?

«Sicuramente non deve essere una corsa al vedere più cose possibili in poco tempo. Non deve altresì essere un programma già fatto in ogni dettaglio, come una sorta di lista di lavori da fare. Credo che la cosa più bella dei viaggi in camperizzata, ma anche oltreoceano zaino in spalla, sia quella di lasciarsi ispirare dai luoghi. Come possiamo sapere a tavolino da casa che a quel posto dedicheremo solo 1 giorno?

Dedichiamo ai viaggi un po’ di tempo la sera prima di partire, ma è sul posto che decidiamo il da farsi in base a quanto ci ha affascinato, al meteo ed altre variabili. Abbiamo appena concluso un viaggio in Indonesia zaino in spalla e la filosofia è stata la stessa: prenotato il volo solo 2 mesi prima e via senza un programma preciso. Infatti all’isola Nusa Penida abbiamo dedicato 4 giorni e non 2 come inizialmente avevamo pensato a tavolino».

Andrea Ceolan viaggiare camperizzato

Prossime avventure in programma?

«La stagione fredda ci ferma, seppure è già in cantiere un sistema portatile per riscaldare l’abitacolo che potrebbe garantirci 3 stagioni all’anno (escludendo inverno pieno). Ma qui non svelo altro. La prossima avventura? Semplicemente post lavoro prendere l’auto e salire in quota a vedere il tramonto, fare un tuffo in un laghetto di montagna, cenare lì nel bosco, dormire e godersi l’alba e scendere così da essere in ufficio per le 8.30. Credo che la nostra prossima meta a raggio lungo potrebbe essere l’Albania».

Per contattare Andrea Ceolan ecco i suoi recapiti social:

Facebook: https://www.facebook.com/worklesslivemore.italy

Instagram: https://www.instagram.com/worklesslivemore.italy/