Vivere a Berlino: la storia di Alessio

Alessio Madeyski, di San Donà di Piave è l’esempio, uno dei tanti giovani che ha trovato all’estero la possibilità di mettersi in gioco e di veder riconosciuta la sua voglia di fare e imparare. Laureato in biologia molecolare, dopo gli studi, intraprende la strada del dottorato che, in Italia, lo porta a scontrarsi solo con promesse non mantenute. Inizia un viaggio nei laboratori clinici di Parigi e Barcellona che gli servono per iniziare a capire che qualcosa non va. Un rapido rientro in Italia gli mette di fronte, definitivamente, la consapevolezza che quella non è la sua strada. Alessio è giovane e ha molta voglia di fare e di seguire le sue passioni, come quella per l’informatica. E sarà proprio questo suo interesse ad aprirgli un’altra strada, così diversa da quella per cui aveva studiato e così piena di soddisfazioni, come capirà da li a poco. Decide quindi di vivere a Berlino, città non priva di problemi ma indubbiamente ricca di fermento e apertura mentale. Ed è da lì che Alessio ci racconta la sua storia, di come è diventato manager di un’azienda in continua espansione, forse anche grazie alla politica di lavoro che adotta.

vivere a Berlino

Alessio, dalla tua storia emerge la tua attitudine a non accontentarti. Sei stato molto all’estero e poi sei arrivato in Germania. Come è arrivata Berlino nella tua vita?

Dopo un anno in Italia, io e la mia ragazza Giulia abbiamo deciso che era giunto il momento di andarcene di nuovo. Dopo Barcellona e Parigi, abbiamo voluto provare Berlino, in modo da venire in contatto con una realtà completamente diversa e “nordica”. Inoltre sapevamo che a Berlino la vita non era carissima, e c’era molto fermento per quanto riguarda start up e societa’ che investono nei giovani.

Non avevi un curriculum molto “informatico” eppure questa azienda ha investito su di te. È una politica comune in Germania?

Zalando www.zalando.it mi ha dato fiducia. Avevo qualche esperienza nell’ambito informatico, essendomi occupato di piccoli e semplici siti (progettazione, mantenimento…) e avendo lavorato nel campo dei social media per una start up inglese con base a Berlino. Penso che abbiano visto un ragazzo giovane con voglia di fare, e più che altro hanno premiato questo aspetto. Il team italiano che lavora qui con me è composto da ragazzi giovani, con una grandissima passione per il lavoro che fanno, quindi come me, hanno premiato sicuramente altre persone. Non posso dire con certezza che sia una politica “comune”, ma c’è la possibilità di essere considerati al di là del curriculum “scolastico”. Ad esempio la mia ragazza, Giulia, lavora come country manager per una startup che si chiama 12designer (www.12designer.it) pur non avendo avuto alcuna esperienza di tal genere prima di questa!

➤ Costo della vita, pro e contro e molto altro... Scopri come trasferirsi in Germania ! ✔

Che tipo di selezione hai fatto? Sei stato assunto regolarmente?

Ho fatto un colloquio con il country manager italiano, il quale mi ha chiesto quali potevano essere dei miglioramenti per il sito di Zalando, e come avrei impostato i social media allo scopo di aumentare la visibilità del nostro portale. Successivamente ho fatto un colloquio con un responsabile internazionale, che mi ha fatto delle domande un po’ più specifiche su mie competenze e su come avrei ottimizzato il sito. Successivamente ho ricevuto una chiamata in cui mi dicevano che avrei iniziato dopo una settimana, con contratto regolare di 18 mesi.

vivere a Berlino

Ti sei fatto un’opinione sulla differenza tra il mondo del lavoro in Italia e quello in Germania? Cosa ci puoi dire?

Ammetto che non sono mai stato un grande fan dell’Italia. Dal mio ultimo anno di università ho sempre deciso di andarmene all’estero per fare più esperienze possibili. Penso sia stato la mia voglia di provare cose nuove e allo stesso tempo di essere indipendente il più possibile dalla mia famiglia. Certo, senza la mia famiglia alle spalle non avrei mai potuto fare tutte queste esperienze, quindi mi ritengo molto fortunato. In Italia ho sempre trovato un ambiente un po’ ostile, in cui solo il tuo curriculum e la tua età vengono valutati, senza dare fiducia e ascolto (soprattutto) ad un giovane che potrebbe avere una idea brillante che una persona di 70 anni non puo’ avere, soprattutto nel mondo di internet. In Germania ho trovato un ambiente che mi ha accolto fin da subito per la mia voglia di fare, un ambiente giovane, dove è permesso sbagliare e dove ti viene concesso di imparare molto, confrontandoti con facilità estrema con persone con più esperienza.

In cosa consiste esattamente il tuo lavoro?

Il mio lavoro consiste nel portare traffico verso il nostro sito attraverso i motori di ricerca. Ho la fortuna di avere un mio team di 4-6 persone che lavorano insieme a me per rendere il sito di Zalando sempre piu’ interessante per i nostri clienti, e migliore per i motori di ricerca, in modo da farci trovare quando lo user ricerca qualcosa di suo interesse. A noi piace pensare di rendere il web un po’ piu’ bello!

In fondo non tutto il male vien per nuocere e, nel tuo caso, l’immobilismo italiano è stata la spinta a guardare altrove. Questa esperienza cosa ha messo in gioco di te come persona, oltre che come professionista?

Troppa gente spesso dice: “È facile per te parlare dell’Italia dal momento che te ne sei andato”. Ecco, voglio dire a tutti coloro che ci leggono che andarsene e iniziare una vita in nuovo paese non è poi così facile. Si arriva in un paese di cui non si conosce la lingua, bisogna trovare lavoro, una casa, aprire un conto in banca, interfacciarsi con la burocrazia del tutto nuova. Queste sono le più grosse sfide che ho affrontato e spero di continuare ad affrontare, perché, nonostante le difficoltà che si possono incontrare, c’è quella adrenalina nel fare il tutto che mi ha sempre permesso di vivere serenamente. L’immobilismo italiano lo comprendo e lo critico apertamente, perché come ce l’ho fatta io, tutti possono andarsene e fare esperienze. A coloro che mi criticano dicendo che per me è stato facile, chiedo: “Non è che sia più facile per voi rimanere a casa dalla mamma e trovare tutto pronto, nascondendosi dietro un ideale e lamentandosi continuamente della situazione e del paese in cui vivete?”Com’è il tuo ambiente di lavoro? Lavori da solo o in gruppo?

Zalando è un’azienda molto giovane. Difficilmente si vede qualcuno sopra i 40 anni nei suoi uffici. È un ambiente openspace, con cucine e spazi per lo svago, dove vengono organizzati party per celebrare delle festività o per il raggiungimento di obiettivi, dove i vari team internazionali lavorano a stretto contatto per scambiarsi idee e opinioni. Io gestisco un team di 4-6 persone, lavoro con loro e i vari successi che otteniamo sono praticamente solo merito loro, in quanto il mio ruolo è solo quello di coordinare le attività. Poi io faccio parte di un team italiano composto da persone con una passione estrema per quello che fanno e che lavorano da matti per cercare di rendere migliore la realtà che offriamo.

Che cos’è per te Berlino? Come la vivi e la percepisci?

A me piace dire che Berlino è la mia New York. Amo NYC e solo Berlino mi da delle sensazioni molto simili, quando cammino per la città. Sicuramente ci sono delle differenze abissali, però a livello di libertà che si respira e di persone giovani in giro per le strade mi piace pensare che Berlino sia la NYC europea. Poi ovviamente c’è il valore affettivo, in quanto questa città è ormai la mia casa, dove vivo bene con la mia ragazza e dove sono soddisfatto del lavoro che sto facendo.

vivere a Berlino

Dacci alcune informazioni pratiche, di cui i nostri lettori sono molto ghiotti, tipo: trovare un’abitazione, aprire un conto in banca, un’utenza telefonica etc, l’assistenza sanitaria. Tutte cose magari banali ma che da noi sono rese complicatissime dalla burocrazia.

Lavorare a Berlino: scopri come nella nostra guida ✽

Certo. Per quanto riguarda tutte le informazioni pratiche io, Giulia e Stefano abbiamo aperto un blog raccontando le nostre esperienze a Berlino, soprattutto sui vari step burocratici da seguire per vivere e lavorare in regola qui. Il sito si chiama Neu! In Berlin (www.neuinberlin.com) . Ora abbiamo messo in pausa il sito (siamo molto impegnati con altre cose) ma lì potete trovare tutte le informazioni che volete, raccontate esattamente seguendo ciò che è capitato a noi, quindi senza parlare in astratto. Poi nei commenti fatti dai nostri lettori trovate anche qualche dritta in più, e potete sempre usufruire della nostra pagina Facebook per parlare con la nostra piccola ma attivissima community (la pagina Facebook e’ attiva e con moltissime notizie interessanti).

Fino a questo momento Berlino e il tuo lavoro hanno risposto in pieno alle tue aspettative?

Sì perché amo Berlino e amo l’ambiente in cui lavoro. No, perché spero di non trovare mai una risposta definitiva alle mie aspettative, perché questo non mi permetterebbe più di cercare e scoprire nuove cose. C’è ancora tantissimo da imparare nel mondo e da fare ancora di più, quindi sono sempre alla ricerca di nuove esperienze.

Abbiamo intervistato altri italiani trasferiti in Germania e tutti ci hanno detto che, sebbene la crisi si stia facendo sentire anche lì, ciò che li ha colpiti è lo spirito vitale che continua a respirarsi. Anche tu confermi questa sensazione?

Decisamente. Dalla mia esperienza personale posso dire che lo spirito vitale è quello che rende i paesi europei diversi dall’Italia, in quanto nonostante la crisi sia ovunque si cerca di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa per migliorare la situazione. La sensazione che ho sull’Italia è che le persone parlino, parlino e parlino senza però fare niente. Io ho deciso di non lottare in Italia per un semplice motivo: perché dovrei lottare per un paese che non vuole che lotti per lui? Non sto dicendo che qui sia tutto facile, anzi, la burocrazia che ho incontrato qui e le difficoltà per trovare una casa e anche un lavoro si fanno sentire alla grande, specie in una città come Berlino dove la disoccupazione è molto alta. Però in qualche modo tutto sembra più facile e, pur non sapendo spiegare bene questa sensazione, mi basta e avanza per essere orgoglioso della scelta che ho fatto.

Che cos’è per te il cambiamento?

Ora come ora il cambiamento è rappresentato dalla mia stessa vita: nel 2007 mi sono laureato in biologia molecolare; 4 anni più tardi mi ritrovo a lavorare nel marketing di una azienda transnazionale come Zalando nel campo dell’e-commerce. Ma forse il cambiamento per me è sempre stato quello di non accontentarmi e di non vivere una vita che non sentivo mia; provare, senza paura ma con qualche timore, a mettermi in gioco per poter essere felice, provando mille cose e andando contro i pareri di tante persone. Questo è il cambiamento: evolversi e non fermarsi mai.

Il sito di Alessio:

www.alessiomadeyski.com

A cura di Geraldine Meyer