Viaggiare lavorando ed essere felici
A cura di Nicole Cascione
Mi chiamo Andrea, classe ‘85, originario di Rovigo, anche se vivo all’estero da 15 anni. Ho vissuto in Irlanda, Canada, Cambogia, Spagna e Isole Canarie (dove ho incontrato la mia compagna) ed infine Germania. Parallelamente a vivere all’estero ho sempre coltivato il sogno del viaggio, una spinta propulsiva interna che mi ha fatto visitare 92 Paesi.
Vorrei condividere qui con voi parte della mia storia personale e concentrarmi su un aspetto che mi ha aiutato moltissimo nell’affrontare le sfide di un nuovo inizio: la flessibilità.
Intraprendere un cambiamento, uscire dalla propria comfort zone, ritrovare se stessi, adattarsi al mondo senza rinunciare alla propria personalità. Sono tutte frasi che sentiamo spesso nel mondo d’oggi.
I social network (ma anche i media tradizionali) sono pieni di riflessioni su come intraprendere un cambiamento, su come migliorare la propria vita e su come la flessibilità ci possa aiutare nel mondo frenetico che viviamo. Decidere di lasciare il proprio Paese d’origine e proiettarsi nel mondo, è sicuramente una scelta di cambiamento che viene dalla necessità di conoscere altre realtà, altri modi di vivere, quale cucina è la più buona, perché nel mondo esistono persone agiate ed altre che, per strana sorte del destino, vivono con un dollaro al giorno.
Partiamo da questo punto: metà delle cose che ci sono state insegnate nella nostra vita saranno pressoché irrilevanti fra 10 anni. Quindi dove dovremmo soffermarci? Il mio miglior consiglio è quello di concentrarci nello sviluppare un sano equilibrio mentale grazie alle nostre esperienze, ma anche alla nostra fantasia: quello che noi facciamo e che pensiamo vanno di pari passo. Il nostro benessere risiede nella salute dei nostri processi mentali e solo se siamo capaci di imparare a essere più flessibili, daremo forma ad una strategia più resistente davanti a qualsiasi avversità o sfida.
Vi sono professionisti qualificati che si muovono all’estero già con le idee chiare: hanno investito in un percorso professionale e vogliono continuare a lavorare nel proprio settore. Non è stato il mio caso: arrivai a Dublino con un livello base di lingua inglese e decisi così di cominciare dal basso, lavorando come vetrinista per una famosa catena fashion. Lavorai lì per poco più di un anno e poi, come di colpo, mi si è aperto il mondo.
Cominciai a lavorare nel turismo digitale e da lì si concretizzarono i sogni di una vita: lavorare in un ambiente internazionale, parlare fluentemente diverse lingue, essere indipendente ed integrato in un Paese “straniero”, dove alla fine mi sono sentito più a casa che in Italia.
Ed è esattamente quando in un paese nuovo ti senti a casa che…boom! È il momento di lasciare anche questa comfort zone e rimetterti in gioco, questa volta in un Paese come la Cambogia, dove la vita ha un valore molto lontano dal benessere occidentale. Ed eccomi lì, di nuovo, ad adattarmi ad una nuova situazione: una NGO che aiutava bambini vittime di mine antiuomo lasciate del regime criminale dei Khmer Rossi.
L’ Asia per me è stata una grandissima palestra di rinascita interiore, nel tempo libero adoravo passare ore a discutere con i monaci di un tempio Buddista vicino a dove alloggiavo.
Parlavamo di tanti aspetti dalla vita, ma di uno in particolare: la legge del continuo mutamento della natura si applica anche all’uomo. Non esistono principi immutabili o immortali, tutto è in continuo cambiamento. E noi dobbiamo lasciarci andare a questa marea.
Pronto o non pronto, lasciai anche l’Asia. Era il momento di ritornare in Europa con una prospettiva però diversa. Decisi di trasferirmi alle Canarie e di provare a godermi il clima mite e la tranquillità di Tenerife. Ma che noia! Non faceva per me.
Decisi così di tornare a vivere in Nord Europa, alla volta di Berlino. Che meraviglia. Berlino è stata una città magica che mi ha riacceso la creatività. Parallelamente al mio lavoro per una famosa startup nel turismo, decisi di collaborare con un giornale locale dove finalmente cominciai a sviluppare progetti di fotogiornalismo…perchè da quando ho cominciato a muovermi, la mia fedele compagna è sempre stata la mia macchina fotografica. Riuscii a farmi conoscere tramite mostre, eventi ed articoli. Oltre a ciò, conobbi molte persone che ispirarono la mia vita, tra cui la mia compagna Gesa.
Assieme decidemmo nel 2017 di muoverci nella zona di Colonia, vicino alla sua famiglia. Lasciare Berlino fu un colpo abbastanza duro, ma anche qui…boom! L’essere flessibile mi ha aperto ad una meravigliosa relazione e ad una parte di mondo che altrimenti non avrei mai conosciuto. Continuai a lavorare sempre nel turismo digitale tra Düsseldorf e Colonia fino al grande evento del Covid 19.
Nella prima ondata del Covid nacque la mia meravigliosa bambina e la startup dove lavoravo decise di eliminare il “superfluo”, quindi mi sono trovato di nuovo fuori dalla mia comfort zone! E questa volta con la mia famiglia a carico.
Dopo alcuni mesi in Marocco decisi di rimettermi a studiare. Ed eccomi ancora qui oggi, lavorando nel settore dell’e-learning e come fotogiornalista. Avendo un lavoro flessibile che permette a me e famiglia di viaggiare lavorando e di essere felici.
Dopo la crisi del Covid il mondo è cambiato, la maggior parte delle aziende, specialmente qui in Germania, hanno deciso di offrire ai dipendenti di lavorare in remoto. Io inizialmente avevo frequentato un corso in marketing e da circa un anno ho cominciato a lavorare per Babbel. La nostra base è comunque a Colonia, ma la possibilità di lavorare in remoto per me e per la mia compagna, ci ha permesso di essere molto flessibili.
Così l’anno scorso abbiamo preso un piccolo camper e con la nostra bambina siamo andati per due mesi in Croazia, poi siamo stati sei mesi tra Francia e Spagna del sud, nella zona dell’Andalusia.
Abbiamo potuto farlo anche perché la nostra bimba non è ancora in età scolare. Quest’anno invece, abbiamo preso una casa nelle Alpi, in Italia dove vorremmo passare alcuni mesi all’anno.
I miei sogni sono stati realizzati grazie ad una grande flessibilità, sviluppata da una crescita personale e dagli eventi della vita.
Un approccio flessibile alla vita ci allontana dal limitare i modelli di pensiero a una maggiore apertura e possibilità.
@everybodydropsthedime