L’avventura di Alessandro, Diletta e il piccolo Iago
Il 16 aprile partiranno per il Perù con un biglietto di solo andata. Viaggiare senza meta è il loro obiettivo. Alessandro e Diletta sono una giovane coppia di Firenze che ha deciso di cambiare radicalmente vita. Insieme a loro ci sarà il piccolo Iago, di 4 anni e mezzo, e George il suo pupazzo preferito e mascotte di questa famiglia un po’ “pazzerella”. «Siamo consapevoli di essere fortunati perché siamo nati e cresciuti in quella parte del mondo dove non sono mai mancati i beni primari per vivere – dicono -.
Non vogliamo però passare per quella generazione svogliata, viziata e annoiata che non accetta un lavoro onesto per inseguire un capriccio. Vorremmo essere invece un esempio di coraggio per tutti coloro che stanno maturando l’idea di cambiare vita e seguire i propri sogni. È vero che partiamo con una riserva di denaro ma è anche vero che non abbiamo più né casa, né lavoro».
Di Enza Petruzziello
Un biglietto di sola andata per il Sud America. Il 16 aprile inizierà l’avventura di Alessandro Michelozzi e Diletta Caporaletti, una giovane coppia toscana in procinto di cambiare radicalmente vita.
Alessandro ha 38 anni e per 15 anni ha svolto la professione di tecnico di radiologia. Diletta, 34 anni, è invece un’ostetrica. Vivono (ancora per pochissimo) a Sesto Fiorentino, in provincia di Firenze. Insieme da 6 anni, hanno un figlio di 4 anni e mezzo, Iago. Il loro sogno è sempre stato quello di partire e viaggiare senza meta alla scoperta del mondo.
Con l’arrivo di Iago prima e la Pandemia del 2020 poi, hanno però dovuto rimandare i loro piani. Fino ad ora. Poco tempo fa, infatti, hanno venduto tutto, macchina e casa, e lasciato i loro lavori per partire semplicemente seguendo i loro sogni e le loro necessità. Hanno scelto come prima meta il Sud America, esattamente il Perù, dove vive la sorella di Diletta.
Contestualmente hanno dato vita anche a diverse pagine social e un canale YouTube dal titolo “Dov’è George!?“, che prende il nome del loro vibrante lemure rosso, il pupazzo preferito di Iago e mascotte di una famiglia “un po’ pazzerella”. Uno degli scopi di questo canale è creare rete e collaborazioni con altre realtà simili. E già nel nome si avverte che viaggeranno senza meta. Ecco cosa ci hanno raccontato alla vigilia della loro partenza.
Alessandro, Diletta, come vi siete conosciuti e innamorati?
«Ci siamo conosciuti all’interno di una scuola triennale di naturopatia. Fin da subito ci sono stati sguardi d’intesa, ma Alessandro comunque era fidanzato ed io avevo concluso da poco una storia lunga, quindi inizialmente non ci consideravamo molto, se non qualche scambio di battute. Dopo poco tempo il rapporto è divenuto più profondo e ci siamo innamorati. Fin da subito ci siamo accorti che avevamo tanti interessi in comune. Il viaggio e la voglia di partire per cercare una vita diversa da quella che facevamo in Italia è stato uno di questi».
Perché la scelta di stravolgere la vostra vita?
«Già dalla prima uscita abbiamo parlato di come ci sentivamo stretti nelle nostre vite e di quanto le nostre routine ci lasciassero insoddisfatti. Nonostante fossimo due sanitari non abbiamo mai amato l’ambiente ospedaliero, infatti entrambi svolgevamo la libera professione: lui in studi privati ed io a domicilio».
Che cosa sognavate per voi?
«Alessandro sognava una vita semplice, una casa in legno in un posto caldo. La vita all’aria aperta, in mezzo alla natura. Ricordo ancora quando durante le lezioni che avevamo durante il weekend sorpresi Alessandro a disegnare la casa dei suoi sogni su un foglietto. Aveva la veranda esterna con un’amaca e tende bianche. Io sognavo di svolgere il mio lavoro in modo diverso. Ho sempre seguito le donne e le coppie in gravidanza a domicilio, cercando di costruire un rapporto di fiducia ed empatia. Mi sono sempre interessata alla ciclicità delle donne e all’importanza dei grandi passaggi della vita femminile come il menarca e la menopausa. Ho sempre avuto la sensazione di non essere completa a livello lavorativo e sono sempre stata affascinata dalle antiche arti ostetriche, di cui tra l’altro il Sud America vanta una ricca tradizione».
Poi è arrivato il piccolo Iago, la vostra sorpresa più grande…
«Già, dopo pochi mesi che ci siamo conosciuti siamo partiti per l’India e quando siamo tornati eravamo in tre! Dà lì è iniziata una maratona, prima la ristrutturazione di una casa che avevo acquistato prima di conoscere Alessandro, dopodiché la nascita di nostro figlio che è stata un’esperienza meravigliosa perché l’abbiamo fatto nascere in casa. Poi i viaggi in Spagna e in Sicilia quando Iago era ancora molto piccolo, poi è arrivata la Pandemia nel 2020 che ha rafforzato e accelerato l’idea di partire. Così ci siamo attivati e abbiamo deciso di vendere la casa, lasciare il lavoro e dare avvio al nostro sogno».
Come sta vivendo Iago questo cambiamento?
«Iago inizialmente aveva paura dell’aereo e non voleva partire, poi pian piano l’ha superata, sapendo che potrà vedere i cartoni durante il volo. Ora è molto entusiasta e non vede l’ora. Dice a tutti che prenderemo tre aerei e che in Perù ci sono tantissimi animali e il cocco, di cui è golosissimo. Abbiamo cercato di abituarlo da sempre alle piccole avventure, alle escursioni in natura, alle nuove conoscenze. Iago ha frequentato un asilo nel bosco che lo ha stimolato da tanti punti di vista. Sicuramente adesso sente la frenesia di questo grande cambiamento che implica tante emozioni contrastanti anche per lui, dato che dovrà staccarsi dall’ambiente in cui è cresciuto».
Pensate possa essere difficile per lui?
«Pensiamo che, come in ogni viaggio, ci saranno momenti difficili sia per lui che per noi. Lo abbiamo messo in conto. Probabilmente all’inizio la vivrà come una vacanza. Successivamente potrebbero emergere la mancanza dei suoi affetti, dei suoi spazi, dei suoi giochi, più in generale della sua routine. Siamo consapevoli, però, che i bambini hanno molta capacità di adattamento e siamo fiduciosi per questo».
Mollare un posto fisso, casa, amici e famiglia e quella stabilità che in molti cercano non deve essere stato facile. C’è stato qualcuno che vi ha dato dei “pazzi” e altri viceversa che vi hanno sostenuto in questa scelta?
«Assolutamente si, abbiamo avuto riscontri di ogni tipo. Ovviamente a volte non è facile accettare tutte le reazioni, ma il mondo è bello perché è vario. Sinceramente siamo rimasti molto sorpresi da tutte le benedizioni che abbiamo ricevuto e da tanti messaggi d’amore che ci sono arrivati, anche da persone impensabili o semi sconosciute. La reazione più vista è stata: “Wow bravi!! Vi invidio. Non ce la farei mai a farlo!!”».
Come vi siete organizzati da un punto di vista pratico ed economico? Con che budget iniziale partirete?
«Diciamo che organizzare un trasloco ed un viaggio in contemporanea non è proprio una passeggiata. Ci siamo divisi i ruoli in automatico: Alessandro si è occupato di comprare tutto il necessario per il viaggio ed io di sistemare le cose della casa. Abbiamo inscatolato tutto quello che rimarrà in Italia, e lo abbiamo lasciato in un deposito, poiché non spediremo niente in Perù. Il resto lo abbiamo messo in valigia, anzi in otto valigie. Per il budget abbiamo circa 100.000 euro, di cui la maggior parte investiti e una piccola parte liquida».
Vivere viaggiando. Il sogno di molti. Quanto durerà il viaggio e come vi sosterrete economicamente?
«Il viaggio non sappiamo quanto durerà, non abbiamo dei tempi definiti. Sicuramente ci piacerebbe rallentare e non fare troppi programmi. Il senso di questo viaggio e la sfida principale sarà proprio quella di seguire il flusso degli eventi cercando entusiasmo e ispirazione. Partiremo con il budget iniziale per sostenere le spese nei primi mesi. Alessandro ha deciso di seguire le sue passioni, astrologia e medicine naturali. Il mese scorso ha aperto una pagina social che si chiama Astrolibre e si occupa di fare divulgazione e consulenze online. A me piacerebbe continuare a fare l’ostetrica, dedicandomi al parto naturale. In Sud America ci sono diverse opportunità per continuare a formarsi. Entrambi siamo comunque aperti a sperimentare ogni tipo di lavoro e ogni circostanza che saremo chiamati a vivere».
Con quali mezzi vi muoverete e dove soggiornerete?
«Con i mezzi pubblici locali. Siamo interessati a vivere pienamente la cultura locale. Uno dei sogni che abbiamo è anche quello di girare in camper, ma per adesso abbiamo preferito rinunciare per motivi economici. In futuro chissà. Per il soggiorno siamo aperti a tutto, case, ostelli, campeggi, tutto possibilmente a basso costo. Inizialmente abbiamo prenotato un piccolo bungalow all’interno di un giardino botanico per circa 150 euro il mese».
Il 16 aprile prenderete un aereo diretto per Lima, dove abita la sorella di Diletta, e da lì vi sposterete con uno interno per raggiungere Tarapoto, una piccola cittadina a nord del Perù e ai confini con la Foresta Amazzonica. Quanto tempo rimarrete in Perù e che cosa farete?
«In Perù rimarremo un tempo indefinito. Come detto prima sicuramente ci prenderemo il tempo di abituarci a questo grande cambiamento, alla lingua, al luogo. Poi vedremo come muoverci in base a quello che accadrà. Ci sono tanti posti che ci piacerebbe visitare, ma faremo un passo alla volta».
George è la vostra mascotte, un lemure rosso che vi accompagna da sempre, pupazzo preferito di Iago e che porterà con sé in questa nuova avventura. A lui vi siete ispirati per il nome del vostro canale YouTube “Dov’è George?”. Come nasce l’idea di questo spazio virtuale?
«Abbiamo avuto l’idea di creare uno spazio virtuale per raccontare la nostra esperienza in modo autentico, il più naturale possibile, cercando di essere obiettivi e sinceri. Il vantaggio di avere visibilità durante un esperienza del genere è quello di aumentare le opportunità e di ampliare la rete di contatti con persone interessate a sostenerci o disposte ad aiutarci attraverso consigli o suggerimenti. Per il nome, non trovavamo quello appropriato perché tutti ci sembravano banali e, una sera mi è venuto in mente che Iago aveva scelto di portarsi dietro proprio il piccolo lemure rosso di nome George. Riflettendoci ho capito che non si tratta solo di un pupazzo, ma anche di un simbolo che rappresenta il bambino interiore che noi tutti ci portiamo dentro in età adulta. George rappresenta la voglia di esplorare, di giocare e di avventurarsi per il mondo, come solo un bambino è in grado di fare. La ricerca di George è una ricerca che si esprime attraverso il viaggio ma che sostanzialmente è dentro ognuno di noi».
Che cosa racconterete e mostrerete agli utenti?
«Agli utenti vorremmo raccontare semplicemente noi stessi. Come vivremo, la nostra quotidianità, in modo semplice e diretto. Non vogliamo far passare l’immagine della famiglia modello o di luoghi straordinari e perfetti ma vorremmo restituire agli utenti autenticità e umiltà, difficoltà comprese. Per farlo cercheremo di utilizzare i social, che stiamo imparando ad usare adesso. Utilizzeremo Instagram e Facebook per condividere storie o foto di vita quotidiana mentre YouTube per video più articolati. Almeno questa è l’idea iniziale».
In tanti, leggendo la vostra storia, magari soffermandosi solo sul titolo, penseranno che è facile perché avete le spalle coperte e i soldi. Eppure non è così, anzi. Per intraprendere questa avventura avete venduto tutto. E forse una scelta del genere non può neanche quantificarsi economicamente. Ma in tanti non lo comprendono, perché secondo voi?
«La società attuale ruota totalmente intorno al denaro. Il denaro diventa così pretesto o scusa per portare avanti le proprie intenzioni. In realtà dovrebbe essere il contrario. Il denaro dovrebbe arrivare in conseguenza delle nostre intenzioni, delle nostre scelte, dei nostri sogni o delle nostre necessità. Con questo non vogliamo passare da ipocriti, siamo consapevoli di essere fortunati perché siamo nati e cresciuti in quella parte del mondo dove non sono mai mancati i beni primari per vivere. Non vogliamo passare per quella generazione svogliata, viziata e annoiata che non accetta un lavoro onesto per inseguire un capriccio. Vorremmo essere invece un esempio di coraggio per tutti coloro che stanno maturando l’idea di cambiare vita e seguire i propri sogni. È vero che partiamo con una riserva di denaro ma è anche vero che non abbiamo più né casa, né lavoro. Il mondo di oggi grazie ad internet offre la possibilità di viaggiare pur avendo un budget ridotto grazie a modalità di scambio come work away o simili».
Nuovi posti, nuove usanze, nuove culture. C’è qualcosa cosa che vi spaventa nell’affrontare questo viaggio?
«Ovviamente la paura è sempre presente nelle fasi di grande cambiamento. Le preoccupazioni sono varie, come ad esempio lo scoglio linguistico e culturale e la possibilità di cadere in mano a persone poco affidabili ma soprattutto la fase di adattamento iniziale. Insomma, la paura c’è, ma l’entusiasmo è sempre maggiore e ci permette quasi sempre di gestire le preoccupazioni».
Che consigli vi sentite di dare alle coppie, ma non solo, che stanno pensando di mollare tutto e cambiare vita?
«Non ci sentiamo di dare alcun consiglio specifico se non quello di seguire la nostra pagina. Ci auguriamo che attraverso la nostra esperienza possano essere trasmessi consigli e ispirazioni in grado di infondere coraggio e fiducia».
Qual è lo scopo di questa avventura? Che cosa pensate possa darvi?
«Lo scopo è quello di lasciarsi andare, ammorbidire le nostre resistenze interiori e abbandonarsi al flusso della vita. Per far questo è necessario abbandonare anche le aspettative iniziali e rimanere flessibili alle esigenze e agli interessi che matureremo nel corso del viaggio».
Dopo il Perù quale sarà la vostra prossima destinazione?
«Abbiamo dei luoghi che ci piacerebbe visitare ma che ancora non possiamo svelarvi».
Un’ultima domanda. Ci vuole più coraggio o più incoscienza nel lasciare tutto e andare via?
«Ci vogliono sicuramente entrambi. L’incoscienza è una caratteristica tipica del bambino ed è necessaria per abbandonarsi a nuove esperienze. Il coraggio, invece, è tipico di un azione più matura, e trae la sua forza dall’amore per se stessi».
Per contattare Diletta e Alessandro e seguire la loro nuova avventura ecco i loro recapiti:
Mail: georgedovevai@gmail.com
Facebook: Dov’è George?
Instagram: Dov’è George?!