Intervista a Pino Perrone, Whisky Consultant dello ‘Spirit of Scotland – Rome Whisky Festival’.

La sesta edizione di Spirit of Scotland – Rome Whisky festival che si terrà all’Eur il 4 e 5 marzo prossimi è ormai alle porte. Quali gli eventi di spicco del festival? Come funzionano le degustazioni.

Con un pochino di presunzione, l’evento di spicco è l’evento-festival di per sé. Potrei fare l’elenco di quali sono e sarebbero tutte le masterclass degne di nota e attenzione. I seminari vertono sul tanto attuale mondo della mixology. Ci sarà una competition per barman. Le masterclass sono tutte interessanti: non vorrei tuttavia che le persone pensino a qualcosa non alla loro portata. Il termine ‘masterclass’ é forse un pò una stortura dell’equivalente anglosassone, sono più che altro delle ‘degustazioni guidate’ e quindi destinate a chiunque e non esclusivamente ai cosiddetti ‘esperti’. Ci aspettiamo che il pubblico partecipi massicciamente. Venire a un festival non impedisce di trovare il tempo per seguire una degustazione, serve anche a spezzare. Avranno durata di minuti 50, quindi lasciano tutto il tempo necessario per poter seguire il resto dell’evento. Tutte le informazioni comunque le trovate al sito ufficiale www.spiritofscotland.it.

Spirit of Scotland - Rome Whisky Festival

Ha lasciato un grande, grandissimo vuoto nel mondo del ‘buon bere’ e non solo la recente morte di Silvano Samaroli, che sarebbe dovuto anche essere vostro ospite…ci tratteggia un ricordo di questo ‘mito’ del whisky in Italia e non solo?

Ancora non mi sono ripreso da questa notizia, del tutto inaspettata. Ci eravamo visti due settimane fa e sentiti poche ore prima della sua scomparsa. Un ricordo e saluto l’ho espresso nel link che segue: Samaroli. Un pò toccante, ma era lo stato d’animo del momento. Certamente lascerà un vuoto immenso a tutti noi amanti del whisky e non solo. Spesso – io sono il primo – ci si dimentica che é stato un grande imbottigliatore anche di rum. Di mito si può certamente parlare. Ha sempre anticipato i tempi, sempre controcorrente ed è stato il primo a investire su se stesso come imbottigliatore indipendente. Non mi riferisco solo all’Italia, che é assodato ma anche all’estero. Chi esisteva prima di lui era in realtà un mercante che acquistava di tutto, quindi non selezionava.

Un whisky si degusta solo se…e con quali abbinamenti? L’area-gourmet del festival cosa presenterà?

Solo se si ha il tempo necessario, mi verrebbe da dire. Aggiungo che è importante non sbagliare il bicchiere: consiglio a tulipano e non tumbler, senza aggiungere ghiaccio e servendolo alla giusta temperatura, cioè attorno ai 18 gradi. Gli abbinamenti spaziano dalla classica cioccolata, alla pasticceria secca, i dolci lievitati, il tradizionale haggis scozzese, i pesci grassi, molluschi, crostacei e le ostriche. Da non sottovalutare i formaggi, specialmente gli erborinati, ma anche d’alpeggio, a latte crudo e stagionati.

Come sta cambiando il mondo dei distillati e del whisky nello specifico in Italia, dal punto di vista del mercato? Quali sono gli ‘opinion leaders’ del settore e quali i trend per i prossimi anni?

In Italia c’é tanta voglia di whisky di qualità, ma sta sempre più crescendo l’interesse nei confronti del rum. Gli opinion leaders del settore sono chi comunica il mondo del whisky attraverso pubblicazioni e recensioni di assaggi. Spesso purtroppo si assistono a fenomeni come i rater che a loro insindacabile giudizio attribuiscono un voto. Ho scritto già a proposito e non vorrei tornare in argomento, sono contrario a ogni sorta di punteggio. Non hanno senso. Attualmente sono ricercati i bourbon e i rye americani e ogni sorta di whisky giapponese. Prevedere le tendenze é molto difficile. Se fossi stato in grado, ora sarei ricco! Tuttavia sono quasi certo che assisteremo a un boom d’interesse in futuro nei riguardi dei single malt artigianali e ai cognac.

Quali sono i sentori e i profumi che si possono assaporare quando si degusta un buon whisky?

Sono talmente tanti che risulta difficile farne un’elencazione. La loro individuazione appartiene peraltro al nostro personale bagaglio olfattivo, ciò che noi sentiamo certamente ci sarà e tanti altri aromi anche, ma non li riconosciamo. Molto dipende dalla nostro vissuto, le nostre esperienze, la nostra cultura. Possiamo per esempio spiegare la curcuma a un inuit? O a un indiano il salmiak? Senza andare quindi nello specifico degli aromi, conviene elencare solo le famiglie di appartenenza. Così avremo aromi di Cereali, Dolci, Floreali, Fruttati, Vegetali, Marini, Minerali, Oleosi, Affumicati, Sulfurei, Vinosi e Legnosi.

Quali saranno i Paesi rappresentati al festival e quali le specificità dei loro whisky?

Praticamente quasi tutti i maggiori Paesi produttori. Scozia in primis, ma anche l’Irlanda, con i suoi caratteri fruttati e di ottima bevibilità. Gli Stati Uniti, dai toni morbidi, vanigliati, spesso speziati e pastosi, l’India e Taiwan con corposità e frutta esotica in evidenza, il Giappone, con i suoi whisky elegantissimi, fini e sottili. Ci sarà anche l’Italia con la Puni, che al momento ci rappresenta.