Vivere nelle Filippine

 

Vivere in un arcipelago di oltre 7mila isole, circondato da alcuni dei mari più belli del mondo. Non un sogno, ma una realtà per Silvano Casotto che da due anni si è trasferito nelle Filippine insieme alla moglie e ai suoi due figli di 15 e 10 anni. Una liberazione, come lui stesso la definisce. Ex titolare di una pizzeria a Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, nel 2014 riesce finalmente a vendere il suo locale. Le difficoltà economiche sono tante e l’idea di lasciare l’Italia era già in programma da diverso tempo. Sua moglie, infatti, è originaria delle Filippine e la scelta su dove trasferirsi è stata semplice e in un certo senso automatica. Adesso vive nel nord dell’arcipelago, esattamente a Quirino nella provincia di Isabela, una zona rurale in un ambiente composto da risaie, montagne e mare. Si occupa prevalentemente di coltivazioni di riso, mais, tapioca, zenzero e allevamento di animali che poi rivende al mercato, come lui stesso ci racconta.

Quando ha deciso di partire dall’Italia e perché?

«Volevo farlo già da alcuni anni, ma avendo un’attività in proprio ho potuto realizzare il mio desiderio solo quando sono riuscito vendere la pizzeria. I motivi della mia decisione sono quelli che accomunano molti italiani che in questi ultimi anni come me hanno lasciato il paese, e cioè una grossa difficoltà a sostenere economicamente la famiglia. La pressione psicologica a cui ero sottoposto era diventata insopportabile, mi stavo ammalando e stavo trasmettendo anche ai miei cari tutte le mie ansie».

Come ogni trasferimento e cambiamento radicale, non deve essere stata una scelta semplice. Che cosa non le piaceva più dell’Italia, quali erano le difficoltà maggiori? E cosa l’ha spinta a trasferirsi proprio nell’arcipelago delle Filippine?

«Essendo sposato con una filippina, ero sempre aggiornato sugli avvenimenti e la realtà delle Filippine. Le notizie sull’economia locale parlavano di un forte sviluppo in molti settori, e così la voglia di rimettersi in gioco ha superato ogni paura o dubbio. Quella che poteva sembrare una grossa difficoltà, portare una famiglia all’estero, in realtà si è rivelata una liberazione».

Come si è preparato a questa scelta? Penso anche all’iter burocratico.

«Abbiamo innanzitutto valutato il posto dove andare a vivere, poi verificato che ci fossero i servizi adeguati come scuole, ospedali e negozi, infine esaminato il tipo di lavoro che avremmo potuto fare. Con una famiglia al seguito non si può certo andare all’avventura. L’Iter burocratico è un po’ laborioso ma non impossibile, l’importante è avere i requisiti per ottenere un permesso di soggiorno. Poi c’è da far tradurre in inglese i documenti della scuola italiana dei bambini per essere ammessi. L’Italia purtroppo è l’unico paese al mondo dove la scuola non rilascia documenti in lingua inglese».

Filippine

Le Filippine non sono esattamente dietro l’angolo. Una nuova lingua, una nuova cultura, nuove usanze. Quali sono state le difficoltà che ha incontrato una volta trasferitosi e come le ha superate?

«Una serie di fattori mi hanno agevolato nell’inserimento alla vita sociale. Il primo è di avere una moglie filippina che mi permette di interagire più facilmente; il secondo è che parlo discretamente l’inglese avendo vissuto a Londra e in America alcuni anni per lavoro. Esperienze queste che mi hanno aiutato a stare lontano da casa. Riguardo ai figli, loro hanno una madre filippina e quindi si sono ambientati molto facilmente. Grosse difficoltà non ne abbiamo trovate: il sole, il mare, la tranquillità hanno influenzato positivamente il nostro umore. Sicuramente qui c’è un modo diverso di vivere che ha stravolto le nostre abitudini, anche alimentari. Ma se si è convinti di ciò che si fa, si supera facilmente ogni ostacolo».

L’arcipelago delle Filippine è formato da oltre 7mila isole circondate a est dal Mare delle Filippine, a sud dal Mare del Sulawesi (o di Celebes), a ovest dal Mare Cinese Meridionale. Come si vive in quello che per tanti turisti è un piccolo angolo di paradiso?

«La vita nelle Filippine, eccetto la capitale Manila, scorre lentamente. È scandita dalla luce solare e non dall’orologio, non c’è stress, qui il tempo non è denaro, la loro filosofia è che la giornata va vissuta minuto per minuto condividendola con la famiglia. Nel lavoro e nella scuola c’è un rapporto amichevole anche con i superiori, sicuramente se lo possono permettere perché non sono assillati dai pagamenti, le tasse hanno una media del 10% sul guadagno netto, i contadini e i piccoli commercianti sono esentati dal pagare le tasse, quindi la gente può vivere anche con poco. Per noi occidentali dal lato economico è un paradiso, se poi hai una casa vicino al mare allora non puoi voler altro dalla vita».

Qual è l’aspetto più interessante del posto in cui abita?

«Per noi è tutto nuovo e tutto diverso: la vegetazione, la gente, le abitudini. Direi che è proprio la diversità che la rende interessante».

Ha notato differenze con l’Italia?

«La differenza è evidente già quando si scende dall’aereo. Qui siamo in Asia ed è un altro mondo in tutti i sensi, dal clima alla cultura al mangiare. L’Italia è uno dei paesi più belli al mondo dove vivere, se puoi permettertelo. Non mi sento di dire che non tornerò mai più in Italia perché resterà sempre la mia casa, ma devo dire che con un po’ di spirito di adattamento si vive bene anche nelle Filippine.

Quali sono le opportunità lavorative che si possono trovare per chi decide di trasferirsi?

«Per noi italiani è quasi inesistente il lavoro da dipendente – fatta eccezione per alcune grosse società internazionali – perché gli stipendi sono troppo bassi, ma ci sono molte possibilità di investimento che vanno dagli immobili, alla ristorazione, all’agricoltura, agli allevamenti ittici, fino all’importazione di prodotti made in Italy che rimangono molto ambiti sopratutto nelle forniture per l’edilizia. Tralascerei i nostri prodotti alimentari perché, contrariamente a quanto si possa pensare, non riscuotono interesse nel popolo filippino».

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Fuga di cervelli, ma anche fuga di pensionati che scelgono tra le mete preferite proprio l’arcipelago asiatico. Le Filippine, infatti, rientrano fra i paesi che prevedono programmi speciali per i pensionati ai quali è indirizzato il visto speciale di residenza (La Special Resident Retiree’s Visa – SRRV) è un visto speciale elargito dal governo delle Filippine a stranieri che dà diritto a ingressi multipli ed offre l’opzione di diventare residenti permanenti. La rendita pensionistica richiesta è di 800 dollari al mese (la moneta ufficiale è il peso filippino) per un singolo richiedente e di 1000 dollari per una coppia. Come è la vita qua per gli over 60?

«Il vantaggio per un pensionato è di ricevere la pensione “lorda” e se pensiamo che si può vivere benissimo con 500 euro al mese, 100 euro in più fanno la differenza. Certamente non è consigliabile vivere da solo per diversi motivi, sarebbe opportuno avere una compagno meglio ancora se filippina che rende più facile l’integrazione. Molto importante è valutare bene prima di affrontare un cambiamento così repentino se non si è in buona salute. La sanità nelle Filippine è a pagamento e funziona a scaglioni, cioè gli ospedali partono da quelli pubblici, sconsigliati per noi, per poi passare alle cliniche private di vari livelli e costi, non si trovano le medicine uguali a quelle italiane, quindi bisogna valutare bene se si hanno problemi di salute».

silvano filippine

Come è cambiata la sua vita da quando vive qui?

«Bella domanda! Ho iniziato una vita nuova. Quando ero in Italia ero sovrappeso e con problemi di salute seri. Soffrivo di labirintite e mal di schiena che mi costringeva a dormire solo poche ore la notte. Nell’arco di un anno sono dimagrito 10 chili, mi sono passati tutti i problemi di salute e ho ritrovato la serenità avendo più tempo per stare con la mia famiglia. Probabilmente la maggior parte dei miei disturbi erano dovuti a una cattiva alimentazione e a uno stile di vita stressante. Qui mangio prodotti genuini e semplici, ho ridotto drasticamente il consumo di carboidrati e dolci, e aumentato il consumo di frutta, verdure e riso che abbinati a un ritmo di vita tranquillo mi hanno fatto ritrovare il giusto equilibrio psicofisico».

Ci racconti una sua giornata tipo.

«Non c’è una giornata tipo perché vivendo e lavorando in mezzo alla natura ogni giorno è diverso. Ci si alza intorno alle 5 , facciamo colazione tutti insieme, poi accompagno i figli a scuola e dopo vado con mia moglie a controllare gli allevamenti o i raccolti. Faccio commissioni, alcune volte cucino, vado nell’orto, e quando possiamo andiamo al mare».

Come è stata l’integrazione dei suoi figli con la cultura locale e la scuola ?

«Grazie alle origini della madre, sono stati avvantaggiati sopratutto nel mangiare essendo già abituati in parte ad alcuni piatti locali. Inizialmente il più piccolo ha avuto alcuni problemi per comunicare ma poi ha imparato in fretta la lingua locale. La più grande conoscendo già l’inglese riusciva a farsi capire. Ora che sono trascorsi due anni non hanno più problemi. Le scuole nelle Filippine sono gratuite per tutti, inclusi i libri, e sono ritenute molto importanti per il futuro di un giovane. Le scuole superiori e l’università sono strutturate sullo stile americano, una laurea è riconosciuta in tutto il mondo essendo in inglese. Proprio per questo motivo mia figlia è molto motivata e orgogliosa di studiare qui, perché sa che poi potrà avere un futuro in tutto il mondo».

I consigli che darebbe a chi sceglie le Filippine come meta per un cambiamento radicale di vita.

«Stiamo parlando di trasferirsi in paese molto lontano con un clima e uno stile di vita totalmente diverso. Consiglierei di effettuare prima un viaggio per un sopralluogo e valutare sul posto la fattibilità. Ognuno di noi, infatti, ha una percezione diversa della realtà. Gli articoli o i blog sulle Filippine che si trovano su internet sono quasi sempre veritieri ma se li confrontate potete notare diverse interpretazioni. La cosa migliore è valutare di persona per non rischiare di spendere tanti soldi e poi pentirsene. Molte persone partono dall’Italia con le loro “idee vincenti” per aprire un’attività nelle Filippine e poi si scontrano con una realtà che non si aspettano e perdono tutti i loro risparmi. Se qualcuno fosse interessato a un trasferimento nelle Filippine può visitare questo sito che organizza viaggi per valutare sul posto con un esperto in lingua italiana le opportunità per un soggiorno definitivo o un investimento».

Cosa le manca dell’Italia? E tornerebbe a viverci?

«Mi mancano le chiacchierate con i miei amici, alcuni prodotti alimentari che non sono reperibili nelle Filippine e l’atmosfera natalizia perché qui il Natale non è festeggiato come da noi. Riguardo il ritorno in Italia non è in discussione, a meno che le cose non cambino in maniera radicale. Adesso è invivibile per noi».

Per scrivere a Silvano questa è la sua email: silvanocasotto@libero.it

Di Enza Petruzziello