Sara Bonfanti: dalle Alpi agli Appennini

A cura di Nicole Cascione

Dalle Alpi agli Appennini, percorrendo ben 7200 km a piedi in sette mesi. Questa è l’impresa compiuta in solitaria da Sara Bonfanti, partita da Muggia il 17 maggio, e arrivata a Santa Teresa Gallura il 17 dicembre: “ho preso l’occasione del mio compleanno, dell’entrata negli “anta” per partire, per lanciarmi di nuovo in un’avventura: lasciare il certo per l’incerto e darmi la possibilità di prendere tempo per me, vivere questa meravigliosa esperienza e poi ricominciare da zero.”

Sara Bonfanti: dalle Alpi agli Appennini

Chi è Sara Bonfanti?

Sono Sara Bonfanti, classe ’82, nata a Merate in provincia di Lecco. La mia passione per la montagna inizia fin da piccola quando, con i miei genitori e con mio fratello, andavo in campeggio in Val Veny ai piedi del Monte Bianco. Crescendo, con i miei amici, ogni fine settimana, ogni vacanza era dedicata alla montagna: principalmente alle camminate, per poi con il tempo iniziare ad approcciarmi alla roccia, all’alpinismo invernale ed estivo.

Oltre alla passione per la montagna, ho sempre avuto un’anima artista da danzatrice: questa passione sempre più forte in me mi ha portata a lasciare un lavoro a tempo indeterminato proprio dietro casa, per osare, fare audizioni, tentare la “sorte”…Sono riuscita a lavorare come ballerina per eventi, per una TV locale, per lavori stagionali e per una piccola compagnia di danza che mi ha portata poi a trasferirmi a Verona. Qui, oltre a portare avanti questo lavoro, ho continuato a formarmi per diventare insegnante di danza e successivamente di fitness (pilates, tonificazione).

Sono una ragazza solare, sempre in movimento, amante della natura, della semplicità…senza trucchi, tacchi, gonne, gioielli (nonostante una parte di me sia ballerina)! Mi piace avere le mani sporche di terra, stare all’aria aperta il più possibile ed essere in continua evoluzione e trasformazione!

Hai appena concluso il tuo viaggio: 7.200 km a piedi dalle Alpi agli Appennini. Quando e perché hai deciso di intraprendere questa avventura?

Questo viaggio lungo il Sentiero Italia è stato il mio auto regalo di compleanno, per i miei 40 anni. Circa 4 anni fa la scoperta di questo Sentiero fu un vero e proprio “colpo di fulmine”. Appena vidi la cartina mi misi a sognare ad occhi aperti: sulle vette alpine con il mio zaino carico di tutto punto per stare in autosufficienza, scorci di panorami, albe e tramonti, incontri con persone e magari animali, respirare libertà e riempirsi gli occhi solo di Natura. Il solo pensiero mi faceva sorridere e sentire le “farfalle nello stomaco”. Non potevo non ascoltare questo richiamo. Perché non sono partita subito 4 anni fa? Perché il Sentiero non aveva ancora tracce GPS, non era ancora ben definito e tracciato.

In questi anni il CAI (Club Alpino Italiano) si è prodigato molto per riportare alla luce questo trekking, ci sono stati ragazzi che prima di me si sono lanciati nell’impresa e io ho avuto il piacere di conoscerli e di carpire da loro informazioni ed avere dritte e suggerimenti (sul periodo di partenza, sull’equipaggiamento, ecc..)

Più ci pensavo e più il partire diventava una necessità, un bisogno imprescindibile!

Come dicevo, ho preso l’occasione del mio compleanno, dell’entrata negli “anta” per partire, per lanciarmi di nuovo in un’avventura: lasciare il certo per l’incerto e darmi la possibilità di prendere tempo per “me”, vivere questa meravigliosa esperienza e poi ricominciare da “zero”.

Come ti sei preparata logisticamente ed emotivamente a questa impresa?

Logisticamente mi sono preparata, come dicevo, andando a documentarmi da chi ha percorso prima di me il sentiero (Renato Frignani, Elia Origoni, Elisa Cortellazzo che ha percorso da sola tutte le alpi, Ugo Ghilardi grande esploratore e alpinista bergamasco). Scaricando tracce GPS ho potuto controllare dove passa il sentiero e farmi un’idea generale di cosa mi potevo aspettare. Fisicamente non ho fatto nulla di particolare: tutti i fine settimana in montagna, tutti i giorni il lavoro in palestra. Non avevo bisogno di altro.

Emotivamente…mah…io sono sempre stata carica, entusiasta e positiva, sicura delle mie possibilità: conosco bene il mio corpo, fino a dove mi posso spingere, conosco l’ambiente montano e so come muovermi nelle varie situazioni.

Salutare i miei amici e i miei parenti e il mio compagno, è stato un turbinio di emozioni. La paura, la malinconia di lasciarli, l’entusiasmo e l’adrenalina della partenza. il giorno prima della data della partenza piangevo, ridevo, piangevo, ridevo..

Poi, una volta partita, solo tanta gioia e gratitudine.

Sara Bonfanti: dalle Alpi agli Appennini

Cosa ti sei portata dietro e cosa invece hai voluto lasciarti alle spalle?

Mi sono portata entusiasmo, gioia, positività, voglia di conoscere, di capire e imparare. Imparare da ciò che l’universo ogni giorno mi donava: incontri, situazioni varie. Imparare dagli altri, dalla natura, da me stessa restando sempre aperta e in ascolto.

Ho lasciato piano piano le preoccupazioni che la mente porta: il fatto di voler programmare sempre tutto, ad esempio.

Ho lasciato la vita frenetica, sempre di corsa tra una palestra e l’altra, tutti i giorni fatti di incastri di orari, spostamenti in macchina, il traffico…

Cosa ti è mancato di più in questi sette mesi di viaggio in solitaria?

Mancato…proprio nulla! L’Universo mi dava ogni giorno tutto ciò di cui avevo bisogno.

Sicuramente avrai fatto degli incontri. Il più bello? Quello che non dimenticherai mai?

L’incontro più bello? E’ difficile rispondere. Ogni incontro è stato magico e ha portato un insegnamento, una crescita. Ho tessuto amicizie nuove, rapporti profondi che porto tutti quanti nel cuore.

Quali sono state le difficoltà che hai affrontato in questo periodo e come le hai superate?

Non ho avuto grosse difficoltà lungo il percorso. A volte ho trovato sentieri poco battuti, chiusi da rovi e felci, ma con la traccia gps ho sempre trovato il modo di tornare sulla via giusta. Ho incontrato qualche cane pastore ma, sapendo come comportarmi, non mi ha creato problemi. Il tempo meteorologico è sempre stato dalla mia parte, quindi mi ritengo molto molto fortunata.

Come è stato tornare a casa dopo sette mesi di lontananza?

Tornare dai propri cari è sempre molto emozionante. Certo è che dopo 7 mesi di cammino fermarsi è difficile, perché il fisico continua a chiedermi di muovermi. Camminare è un bisogno primario ormai.

Stare nella natura, respirare i profumi, l’aria fresca e pura, vedere albe e tramonti ogni giorno da posti diversi, emozionarsi per la bellezza che ci circonda…

Tornare in città..aiuto!

Tornare alla quotidianità dopo tanti mesi di avventura. Come ci si sente?

Straniti. Difficile, ma si sa, tutto inizia e finisce ed è giusto così. Ora è tempo di tirare le somme di questi mesi, di cogliere nuove opportunità che mi si prospettano. Farmi ispirare da altre “farfalle nello stomaco” e osare per realizzare nuovi sogni!

Restare in ascolto, positivi, pronti ad accogliere a fidarsi e affidarsi a ciò che di nuovo arriverà!

bonfantisara2@gmail.com

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