Marco Monari e Luca Antonini

Una passione che diventa realtà e si trasforma in una galleria fotografica. Obiettivi puntati su “Quasi Fotografo”, il nuovo spazio espositivo creato da Marco Monari e Luca Antonini che aprirà le sue porte al pubblico venerdì 16 dicembre a Verona con la mostra dal titolo “VIACARDUCCI”. Un omaggio alla strada che ospita la nuovissima sala espositiva tutta dedicata alle immagini e alla passione dei suoi proprietari. Una compagna costante della loro vita, la fotografia, come ci raccontano i due fondatori.

Un amore che Luca ha condiviso prima con il figlio Cesare grazie al quale ha avuto modo di conoscere poi Marco, fotografo e responsabile della scuola Verona Fotografia. «È con lui, ma sopratutto grazie a lui, che abbiamo aperto “Quasi Fotografo”», racconta.

«L’idea della galleria – spiega Marco Monari – nasce da un’esigenza di far vivere anche a Verona e a noi stessi un aspetto culturale della fotografia. Aprire questo spazio è stato emozionante. Per mia fortuna ho sempre avuto un’attività in questo campo. Vengo da Padova e qui avevo uno studio con uno spazio espositivo. Ero inoltre l’organizzatore di un Festival dove ogni anno ospitavo 50/60 autori di livello internazionale. Farlo anche a Verona è sempre stato un mio cruccio, fin da quando mi sono trasferito due anni fa, ma non si era verificata ancora questa contingenza.

Poi l’incontro con Luca. Un giorno gli ho parlato di questo spazio in via Carducci e il giorno dopo mi ha detto: “Mi vuoi come socio?”. Ci siamo guardati, abbiamo bevuto qualcosa e da lì è nato “Quasi fotografo”. Insomma, per noi è l’incipit della realizzazione di un sogno».

La prima mostra sarà proprio dedicata alla strada dove è situata la galleria, una documentazione della vita della via interpretandola attraverso i suoi attori primari: le persone che ci passano e i muri che la delimitano per un totale di oltre mille immagini. Sono stati raccolti anche i suoni e le emozioni dei passanti raccontatati in un video. Il progetto è realizzato dagli alunni del Corso Avanzato di Verona Fotografia per la docenza di Marco Monari e tra i quali spicca lo stesso “quasi fotografo” Luca Antonini. «Un lavoro svolto con passione da un team di fotografi, del quale ho l’onore di fare parte – afferma Luca -. Espongo la mia mostra nella mia galleria e per me è una gioia immensa».

Le foto in rassegna sono indistinte tra tutti i 15 autori che espongono. Nessuno sa cosa ha fatto l’altro. È stato un lavoro di gruppo in ogni passaggio: dal fermare il passante fino allo scatto della fotografia. Non c’è quindi una specificità autoriale. Oltre a Luca Antonini, a presentare per la prima volta le loro opere ci saranno altri 14 fotografi: Cristina Nascimben, Davide Arduini, Elisa Colletti, Elisabetta De Carli, Fabiano Carraro, Leonardo Dal Gal, Michele Danza, Paolo Degan, Remo Mazzola, Renato Serugeri, Silvia Tomelleri, Stefano Beltramello, Tiziano Cerato e Valentina Mazzola.

Marco Monari e Luca Antonini - foto dei partecipanti quasi fotografo

«La mostra è il nostro grazie alla via – racconta Marco Monari -. Il primo approccio che ho provato a condividere con gli alunni è stato proprio trovare il modo per ringraziare la via e farci dare in maniera indiretta un benvenuto. Un modo che potesse essere usato come lavoro di gruppo. Insieme abbiamo deciso che il focus principale della via sarebbe stato lavorare sulle persone che la frequentano e sulla struttura stessa della strada, su quelli che sono i suoi muri. Abbiamo scatenato l’inferno, nel senso buono del termine, e periodicamente nel corso di un mese i ragazzi si sono mossi per la via, dentro gli spazi commerciali, fotografando gli esercenti e le persone che per questa strada passavano. Il risultato è rappresentato da 485 immagini di persone in esposizione.

E poi sono stati immortalati i muri, quello che si vede dietro queste persone, e da lì ognuno è stato libero di fotografare dei piccoli pezzi di muro. Ciò che mi ha colpito è come i ragazzi abbiano interpretato i muri. Più persone hanno visto lo stesso pezzo, la stessa scritta, insomma la stessa anima di questa via raccontata da oltre mille immagini che la rappresentano. Tra le diverse idee in progetto c’è anche quella di regalare alcune di queste immagini ai commercianti della zona, lasciando così una traccia di quello che ci hanno dato».

“VIACARDUCCI” sarà sono la prima di tante mostre. Oltre che come luogo di esposizioni, la galleria si propone infatti di diventare anche un ambiente esclusivo di proposte, scoperte e confronto tra chi è unito dalla comune passione per la fotografia. Un posto dove sperimentare e lasciare libera la creatività attraverso un chiaroscuro, un primo piano, una panoramica, immagini a colori o in bianco e nero. Dove le emozioni possano tradursi in visioni catturando una luce o un dettaglio. «Proposte ed esposizioni sono sinonimi – chiarisce Marco Monari -. Se ci limitassimo a fare delle esposizioni per chi le richiede non faremmo nulla di buono. Diversamente, se abbiamo l’ardire di seguire un programma editoriale, di selezionare chi esporrà, di valutare quelle che possono essere delle nuove visioni fotografiche ricercando nei festival che visitiamo periodicamente in Europa dei giovani autori e invitandoli e unirsi a ciò che come scuola di fotografia perseguiamo, direi che possiamo più serenamente fare quello che ci sta a cuore: parlare di fotografia da un punto di vista di ricerca».

Oggi grazie agli smartphone e ai social di condivisione delle immagini, la fotografia è alla portata di tutti. Ma quanto ancora conta specializzarsi? «Non bisogna essere anziani dentro – ci dice -. Lo smartphone è una risorsa, così come è tornata ad esserlo la pellicola. Se usato male è una pessima iniziativa. Lo specializzarsi secondo il mio punto di vista è più semplice di tanto tempo fa. È più facile apprendere una didattica, una tecnica. I mezzi sono più performanti. Il mio consiglio ai giovani è di essere poco supponenti. Occorre studiare molto la semantica dell’immagine, leggere una montagna di libri e poi utilizzare la testa mentre si fotografa. Che lo facciano con il cellulare o con la macchina da 10mila euro cambia nella specificità del lavoro che vanno a scegliere, ma non per forza cambia nella qualità narrativa del progetto che portano avanti. Certo, lo smartphone non va a sostituire completamente la macchina fotografica, su questo sono a tratti intransigente, ma non lo vedo come un demone. Sicuramente ci deve essere maggiore formazione. Il difetto principale del cellulare è che permette di rimanere o ignoranti o discenti a seconda di chi si avvicina la fotografia».

E “Quasi Fotografo” vuole proprio proporsi come uno spazio di esperienza didattica, oltre che di esposizione. Sarà aperto a tutti e con ingresso libero. Fino al 15 gennaio ogni pomeriggio – dalle 16,30 alle 19,30 – si potrà visitare “VIACARDUCCI” che si preannuncia solo come il primo di tanti appuntamenti. «La fotografia dovrà essere anche un patrimonio di archivio – conclude Marco Montanari -. Chiunque esporrà da noi lascerà una sua opera formando un archivio a lungo termine di vari autori giovani che magari un domani si affermeranno a livello internazionale».

Insomma un bel regalo di Natale anticipato per i tanti amanti della fotografia in una delle città più romantiche al mondo. Dalle ore 18 alla mezzanotte del 16 dicembre non perdete l’attesissima inaugurazione. Un piccolo e grande assaggio di quello che verrà.

Per informazioni sulla mostra e la galleria questa la pagina Facebook dell’evento:

Apertura Quasi Fotografo Facebook

Questo, invece, l’indirizzo web della scuola Verona Fotografia dove poter trovare tutti i corsi:

www.veronafotografia.it

Di Enza Petruzziello