Solidarietà: gli avanzi di qualità di “Pasto buono” aiutano i bisognosi

Di Alessandro Luongo

Un “Pasto Buono” per cambiare la vita di migliaia di persone non abbienti che non hanno nulla da mangiare ogni giorno. Il numero delle persone alla soglia della povertà aumenta in maniera costante; tante famiglie, fra cui disoccupati e anziani colpiti dalla recente crisi socio-economica, affollano ora le mense delle strutture di carità. In pochi anni le richieste di aiuto sono triplicate e le risorse del welfare pubblico spesso non sono in grado di fornire risposte adeguate all’emergenza attuale. E così “Pasto Buono”, progetto solidale della genovese QUI Foundation (attiva nel settore socio-umanitario e negli aiuti alimentari ai bisognosi; promuove e sostiene iniziative di solidarietà volte a combattere la fame, lo spreco e le indigenze, in Italia come nei Paesi del terzo mondo) Onlus di QUI! Group-società italiana presieduta da Gregorio Fogliani, che con i suoi buoni pasto ha relazioni costanti con centinaia di migliaia di realtà di ristorazione in Italia- nasce proprio dalla constatazione della mole di sprechi alimentari generati ogni giorno dalla filiera alimentare. Dalla necessità dunque di organizzare un’attività di recupero e donazione del cibo a fini solidali. Idea semplice e ambiziosa: recuperare portate sane e invendute (buon cibo fresco e di qualità, non avanzi) dalla ristorazione commerciale per donarlo a chi ha bisogno. Dal 2012 a oggi Pasto Buono ha recuperato e donato oltre 70.000 pasti, prevedendo in alcuni casi l’impiego di card elettroniche per il ritiro dei pasti presso i locali di ristorazione (presto sarà presentata una soluzione mobile che sarà di grande aiuto per la successiva diffusione del progetto).

Il progetto Pasto Buono solidarietà

Lanciato dal fondatore di QUI Foundation, Gregorio Fogliani, Pasto Buono è partito da Genova nel 2007 in collaborazione con le principali realtà no profit locali. Ha attivato sperimentazioni anche in altre città, e a dicembre 2012 è arrivato a Roma dove, patrocinato da Roma Capitale, vede il coinvolgimento di molti esercenti che hanno affisso all’ingresso del locale la vetrofania con su scritto “In questo esercizio doniamo ogni sera il cibo invenduto alle persone bisognose, è la cosa buona da fare”. Pasto Buono sta arrivando anche a Firenze, Milano, Napoli, Bari e Palermo. Le derrate alimentari sono convogliate presso le strutture e le onlus che aiutano i bisognosi, potendo così contare su una fonte certa di approvvigionamento alimentare. Pasto Buono instaura anche nuove dinamiche sociali, coinvolgendo ristoratori, volontari e beneficiari in reti di solidarietà molto radicate sul territorio. Sempre più insegne della grande distribuzione organizzata oggi legano pertanto il proprio nome a progetti di contrasto allo spreco collaborando con onlus attive nel campo delle donazioni alimentari, proprio come QUI Foundation, Last Minute Market e il Banco Alimentare. “Nonostante la burocrazia vigente non favorisca le donazioni alimentari e sia necessaria una semplificazione normativa che tuteli di più chi il cibo non l’ha, con Pasto Buono nel solo 2012 abbiamo recuperato e donato circa 50 mila pasti”, afferma il segretario generale di QUI Foundation, Giovanni Arrigoni. “Sappiamo che gli sprechi delle piccole attività commerciali alimentari (ristoranti, bar, gastronomie, self-service), si attestano su una media di 100 kg annuali per singola attività; quindi, se tutti i pubblici esercizi (350 mila in Italia) donassero il cibo invenduto alla fine della giornata, si potrebbero recuperare e donare oltre sette milioni di pasti al dì”. C’è molto da fare insomma, ma la strada è ormai aperta al vero cambiamento.

www.quifoundation.it e www.pastobuono.it