Jack e la nostra Nomads Embassy

Quando si parla di viaggi, Jacopo (detto Jack) ha una storia o due da raccontare. Nato in una famiglia di viaggiatori che, da sempre, lo ha spronato a scoprire le altre culture, egli è diventato un nomade digitale e lavora viaggiando per il mondo. Dopo aver vissuto in diversi Paesi, fra cui la Croazia e il Messico, Jacopo ha incontrato la sua anima gemella, l’americana Brittany, con cui ha dato via all’ambizioso progetto di Nomads Embassy, il cui scopo è quello di aiutare le persone che vogliono trasferirsi all’estero, specialmente gli americani che vorrebbero vivere in Europa per più di 3 mesi.

Ciao Jack, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Jacopo, vengo da Milano e ho 27 anni. Sono un nomade digitale dal 2016 e, da sempre, mi occupo di digital marketing. Sono un freelance e ora lavoro come direttore marketing in affitto.

Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia?

La mia è una famiglia di viaggiatori, quindi sono sempre stato incoraggiato a scoprire nuove culture e a non avere una mentalità chiusa. Il primo fattore che mi ha spinto a lasciare l’Italia è stato la curiosità e poi volevo trovare il mio posto nel mondo, in questo bellissimo pianeta che chiamiamo Terra. Le politiche purtroppo lo rovinano molto ma il pianeta rimane un posto meraviglioso e quindi volevo cercare il mio posto personale.

Hai abitato in diversi Paesi. Quali sono e quali ti sono rimasti particolarmente nel cuore?

Sì, ho vissuto in 7-8 Paesi ovvero in Spagna, in Svizzera, in Croazia, in Grecia, negli Stati Uniti e in Messico. La Croazia mi ha piacevolmente sorpreso a livello paesaggistico, in particolare il mare e le montagne. Tutta la parte collinare è molto verde e nella zona dell’Istria, andando nel periodo giusto, è possibile trovare dei tartufi fantastici mentre il Messico mi ha colpito come stile di vita e per la cultura. Ho visitato in modo particolare la zona Est del Paese mentre non ho ancora avuto modo di esplorare ampiamente la costa Ovest, ma spero di riuscire a farlo presto.

Quali sono gli aspetti negativi e quali, invece, quelli positivi della tua vita in Messico?

Cominciamo da quelli negativi, che non sono molti. Il mio background è europeo quindi ho avuto uno shock culturale nel vedere la povertà, se vogliamo definirla così. Il livello medio di qualità della vita in Messico è più basso di quello a cui siamo abituati in Europa per quanto riguarda l’igiene o la pulizia delle strade. Non voglio far sembrare il Messico come una discarica, anzi, anche perché i paesi più turistici sono molto curati, perché devono attirare i turisti e i soldi ma, in generale, la qualità di vita è inferiore a quella europeo. Gli aspetti positivi sono davvero tanti. Il costo della vita in Messico è inferiore a quello europeo e, nelle città turistiche come Tulum o Cancun, è possibile mangiare bene spendendo poco inoltre, se si vuole andare a scoprire il vero Messico, è possibile vedere una delle meraviglie del mondo a Chichen Itza, alloggiando nella vicina città di Valladolid, dove si mangia il vero cibo messicano, che è anche incredibilmente economico.

Come ti hanno accolto le persone del posto?

Benissimo, anzi, colgo l’occasione per salutare Juan, il mio barbiere, la cui storia è incredibile! Quasi tutti i messicani hanno storie assurde collegate alla migrazione in America. C’è questa dicotomia fra i due Paesi che, pur essendo molto vicini a livello geografico, sono diversi in termini di ricchezza economica e qualità di vita. Ho sentito tante storie di persone che hanno cercato di varcare i confini americani illegalmente. Tante persone sconosciute, o che ho conosciuto da poco, mi hanno raccontato delle storie molto personali e questo atteggiamento, secondo me, fa capire la genuinità del Paese. Queste sono state le mie esperienze basate sulle persone che ho incontrato io, ma magari ci sono altri viaggiatori che hanno vissuto esperienze differenti.

Come ti mantieni?

Come accennato prima, lavoro nel digital marketing e ho dei siti Internet in affiliazione. Sfrutto al massimo le possibilità legale al mondo online. Sono riuscito a pagarmi il mio stile di vita in questo modo in più con la mia fidanzata, Brittany, ho fondato Nomads Embassy. Quando l’ho conosciuta, ero in viaggio. Lei è americana e ci siamo incontrati a Barcellona. Il mio lavoro principale, però, è quello che mi permette di aiutare le aziende a migliorare le performances delle loro campagne digitali.

Che consigli daresti a chi sogna di diventare un nomade digitale?

Il mio è un non-consiglio: non diventare un nomade digitale se non sei pronto ad accettare nuove sfide e se non sai risolvere i problemi velocemente. Reputo poi molto importante che tu sia indipendente dal punto di vista economico. Essere organizzato è davvero necessario e questo è particolarmente vero se viaggi da solo perché devi gestire il budget o le criticità (se per esempio ti ammali o ti rubano tutto). Se non sei molto autonomo, non penso che questo stile di vita faccia per te.

Come vi siete conosciuti tu e Brittany?

Ci siamo conosciuti a Barcellona nel luglio 2019, ci siamo piaciuti e abbiamo prenotato un viaggio di un mese in Grecia. Lì abbiamo sentito la voglia di lavorare insieme e, così facendo, è poi sbocciato l’amore. Da quel giorno, non ci siamo più separati, tanto che abbiamo anche abitato insieme in diversi Paesi.

Qual è la vostra prossima meta?

Per Natale andremo dai genitori di Brittany negli Stati Uniti e poi torneremo qualche mese in Grecia, prima ad Atene e poi a Creta.

Una frase che, secondo te, trasmette l’amore per i viaggi?

Non ho una frase adatta ma una poesia di Dario, ovvero di “diapostrofo.com”, che reputo fantastica. Consiglio a tutti di andarla a leggere. Il titolo è “la scoperta”.

Progetti per il futuro?

I progetti per il futuro ruotano principalmente intorno a Nomads Embassy, che, come ho scritto prima, ho fondato con Brittany. È la prima Embassy al mondo per nomadi digitali, il cui obiettivo è semplificare la burocrazia per chi vuole trasferirsi all’estero. Il nostro target sono gli americani che vogliono stare in Europa più dei canonici 90 giorni permessi dal visto turistico. Ci sono 28 Paesi nel mondo che permettono di ottenere il digital nomad visa ma la burocrazia è molto complicata e anche trovare degli immigration lawyers (avvocati che si occupano d’immigrazione) economici e affidabili non è semplice. Le persone, quindi, si appoggeranno a Nomads Embassy e noi offriremo loro supporto.

Per seguire e contattare Jack:

Facebook: https://www.facebook.com/jack.gomarasca.7

Sito web: https://nomadsembassy.com/