Nicola: dal Lazio a Capo Nord in bicicletta con il mio cane Erin
A cura di Maricla Pannocchia
Nicola sta per partire per il “viaggio della sua vita”, quello che lo porterà, in sella a una bicicletta, ad andare da Ostia, dove vive da sempre, a Capo Nord. Nel vivere quest’impresa, l’uomo non è solo, ma affiancato dalla sua cagnolona Erin.
“Quando viaggiamo con dei cani, dobbiamo essere noi ad adattarci a loro e non viceversa, “ racconta Nicola, “I cani possono adattarsi e imparare tutto ma hanno bisogno dei loro tempi.” In previsione del viaggio, l’uomo si è organizzato informandosi sulle leggi per far transitare senza problemi sia la bicicletta sia Erin e poi partirà all’avventura, affrontando vento, pioggia, sole e decidendo dove e per quanto fermarsi.
Sicuramente, Nicola pianifica di vedere le capitali di tutti i Paesi che toccherà, ma la parte che preferisce è quella in sella alla sua bici e a contatto con la natura. Il suo consiglio è quello di non arrendersi mai, neanche davanti a obiettivi ambiziosi, e di non tenere i sogni a prendere polvere in un cassetto, ma darsi daffare per trasformarli in ricordi!
Ciao Nicola, raccontateci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Sono di Roma, esattamente di Ostia, che è un suo quartiere. Abito qui praticamente da sempre, a parte qualche breve parentesi fuori.
Le mie passioni sono la natura, lo sport e quindi le attività outdoor (pratico corsa, arrampicata sportiva, alpinismo base, bicicletta, escursionismo ecc.), infatti sono una guida escursionistica AIGAE e anche guida cicloturistica CSEN.
Da quasi due anni lavoro anche come corriere con le cargobike (esattamente la stessa che userò per questo viaggio) a Roma. In passato ho lavorato sempre nel mondo outdoor come Istruttore Soccorritore per parchi avventura e come bike manager presso un hotel.
Veniamo subito al sodo. Stai per partire per quello che chiami il Nordic Dream, ovvero un viaggio in cargobike per raggiungere Capo Nord. Da dove nasce quest’idea?
Capo Nord è da sempre una meta molto ambita dai cicloviaggiatori come me, inoltre ho sempre avuto un forte richiamo per il Nord in generale.
Quindi l’idea c’è sempre stata ma ha preso forza durante il lockdown, probabilmente per un’esigenza di libertà di cui ho sempre avuto bisogno e che in quel periodo è stata messa a dura prova.
Ho iniziato a studiare questo viaggio nel dettaglio e con il tempo questa idea prendeva sempre più consistenza, finché non ho preso la decisione definitiva.
Parlaci della programmazione che hai fatto finora, anche a livello pratico, per quest’avventura…
Raggiungere Capo Nord di per sé è meno impegnativo di quel che si pensa, soprattutto se già si ha un po’ di esperienza e allenamento. Certo farlo in cargobike e con un cane complica non poco le cose.
Primo fra tutti il peso: la bici da sola fa 30 kg, il cane altri 30 kg e bisogna aggiungere borse, abbigliamento, equipaggiamento, cibo e acqua.
Ho dovuto anche studiare le leggi che regolano l’accesso degli animali all’interno dei Paesi europei che attraverserò. Ho fatto il passaporto per il cane, l’antirabbica, certificati vari e, prima di entrare in Norvegia, farò anche un altro trattamento obbligatorio.
Inizialmente avevo previsto di partire con un carrello per cani, ma la cucciolotta non ha preso bene questa modalità e ho dovuto ripiegare su questa soluzione che invece lei ha gradito sin da subito. Con i cani bisogna procedere gradualmente e con molta pazienza: solitamente si abituano a tutto (a meno di traumi pregressi o altro) ma hanno bisogno di tempo. Quindi siamo partiti con il prendere confidenza con la bici e farla entrare parzialmente usando i suoi giochi preferiti, per poi muoverci spingendo la bici a mano e poi pedalando inizialmente all’interno del garage, quindi in un ambiente senza troppi rumori e senza auto. Poi siamo usciti su strada, cercando di farle provare tutte le potenziali situazioni che incontreremo durante il viaggio: traffico, rumori, pioggia, vento, sterrate, buche, altri cani e tutto il resto.
Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti a questa scelta?
Non è la prima volta che li metto davanti a questi progetti.
Inizialmente c’è sempre scetticismo perché si preoccupano o perché magari si mettono al mio posto rendendosi conto però che una cosa del genere probabilmente non la farebbero mai e non saprebbero nemmeno da dove iniziare. A un certo punto, paure e perplessità lasciano posto agli incoraggiamenti, all’aiuto, ai consigli e alla condivisione.
Come riesci a finanziare quest’impresa?
Innanzitutto ho chiesto 6 mesi di aspettativa. A lavoro mi sono venuti immediatamente incontro anche perché molti dei miei colleghi e responsabili sono cicloviaggiatori come me e capiscono cosa ci spinge a partire.
In questi mesi ho cercato di risparmiare il più possibile, mettendo da parte una certa somma che spero mi basti. Ho sospeso nel frattempo assicurazioni di macchina e moto (che ho messo tra l’altro in vendita) e il contratto di affitto della casa (anche se dovrò poi traslocare nuovamente al ritorno).
Ho cercato sponsor tecnici ma ho collezionato solo silenzi e due di picche: c’è stata una sola ditta di Faenza che ha preso a cuore il mio progetto e ha creduto in questo viaggio, che mi fornirà materiale tecnico.
Per il resto cercheremo di risparmiare ulteriormente facendo uso della tenda, cosa che ha aumentato notevolmente il peso perché oltre alla tenda ho con me materassino, sacco a pelo, fornellino ecc…
Hai già avuto esperienze all’estero? Se sì, ti va di raccontarci qualcosa delle più salienti?
Sarà il mio primo cicloviaggio all’estero. Da quando Erin è entrata nella mia vita 10 anni fa, non sono più andato all’estero, perché non volevo farla viaggiare in aereo (è assurdo mandare in stiva degli animali). Ma nel frattempo abbiamo girato a piedi zaino in spalla mezza Italia, da Nord a Sud, scalando decine e decine di vette tra Dolomiti e Appennino, percorrendo cammini famosi e trekking in montagna, laghi, lungo la costa ecc…
Quindi questa sarà anche un’occasione per pedalare finalmente fuori dai confini italiani.
Che consigli daresti a chi, come te, ha un sogno che può sembrare difficile da realizzare?
Provarci sempre e non rinunciare mai.
I limiti, gli ostacoli e tutti i problemi che ci facciamo sono superabili. Anzi, questi iniziano a uscire proprio quando perdiamo di vista la nostra meta e il nostro sogno. Viaggiare in questo modo (a piedi e in bicicletta) aiuta a conoscersi meglio, a capire i nostri limiti e a spostarli sempre più in là. Le situazioni problematiche fanno emergere in noi capacità che mai avremmo pensato di avere.
Suppongo che, con quest’esperienza, tu sia a caccia di emozioni. Cosa ti auguri di vivere e provare?
Già so che proverò tutto, com’è giusto che sia.
Non mancheranno i momenti difficili, ma li supererò pensando a tutto quello che ho già superato nella mia vita e, soprattutto, cercando di vivere ogni singolo istante, di concentrarmi sulle cose positive.
La presenza di Erin, poi, è una fonte inesauribile di energia. Devo prendermi cura di lei e pensare alla sua salute e serenità: questo mi ha sempre dato una forza e un coraggio fuori dal comune.
Quali saranno, secondo te, gli ostacoli principali da affrontare?
Pensando al peso che avrò, banalmente le salite. Ovviamente mi preoccupa superare gli Appennini e le Alpi, ma anche attraversare Austria e Repubblica Ceca non sarà una passeggiata.
Il meteo ovviamente giocherà un ruolo importante, soprattutto in questo periodo dell’anno. In Scandinavia il meteo è molto variabile e nello stesso giorno si possono vivere tutte e quattro le stagioni. Siamo ovviamente attrezzati, la pioggia mi preoccupa relativamente, mentre il vento potrebbe essere l’avversario principale da affrontare, soprattutto per il trasportino davanti che opporrà resistenza e farà da vela.
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Viaggerai con Erin, il tuo amico a quattro zampe. Che suggerimenti daresti per viaggiare con un cane?
Come detto sopra, salute, sicurezza, serenità del cane devono essere le nostre priorità.
Leggo spesso di gente che vuole intraprendere i cammini in estate con il proprio cane: ci si dimentica facilmente che il cane ha certe esigenze e soffre determinate situazioni. Non è un caso, per esempio, che partiamo a marzo.
Dobbiamo smetterla di pensare dal nostro punto di vista e calarci in quello del cane. Un errore che si fa spesso è quello di “umanizzare” gli animali e questo porta a prendere le decisioni sbagliate.
I cani ci seguirebbero fino all’inferno, hanno la massima fiducia in noi. Dobbiamo quindi adeguare il nostro viaggio alla loro presenza e non viceversa. Vanno abituati gradualmente. I cani imparano in fretta ma hanno bisogno del loro tempo per farlo. Ci si può anche rivolgere all’aiuto di un esperto in ambito cinofilo e ai consigli ovviamente di chi già viaggia con il proprio cane a piedi e in bicicletta.
Pensi che soffrirai di solitudine?
Mi piace viaggiare da solo e in generale stare da solo. Anche se la condivisione di qualcosa d’importante come un viaggio è tutt’altra cosa.
So che nei momenti difficili lo spettro della solitudine verrà a bussare alla mia porta. So anche che dovrò contare solo su me stesso per risolvere problemi, imprevisti e tirarmi fuori dai casini. Però questa volta non sarò del tutto solo.
Secondo te è facile, in viaggi come questi, entrare in contatto con altri viaggiatori?
Assolutamente sì.
Viaggiando a piedi e in bicicletta s’incontrano altri viaggiatori come noi e nasce subito un senso di reciprocità e comprensione che viaggiando in altri modi non avviene.
Ci si saluta, ci si ferma a scambiare due parole, consigli ed eventualmente aiuto. Spesso capita anche d’incontrarsi nuovamente a centinaia di km senza nemmeno essersi messi d’accordo.
Come pensi di organizzare il percorso?
Essendo questo per me forse il viaggio più importante della mia vita per la presenza di Erin, ho deciso di toccare luoghi a me noti e altri che avrei voluto visitare da tempo, ma lasciandomi massima libertà di decidere sul momento e di seguire l’istinto.
Sicuramente cercheremo di sfruttare al massimo la rete di ciclabili locali e ciclovie come la Via dell’Acqua, la Ciclovia dell’Adige e tante altre. Questo perché voglio raccontare non solo le emozioni del mio viaggio a chi mi seguirà, ma anche quel territorio troppo spesso sconosciuto (e invisibile) a chi viaggia in macchina o in aereo.
Da Ostia punteremo all’Umbria, poi Toscana, Emilia Romagna, un breve tratto in Veneto lungo il Lago di Garda e punteremo al Trentino Alto Adige. Da qui poi Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia e infine Norvegia. E tutte le loro capitali dove ci fermeremo almeno un giorno in più per visitarle: Vienna, Bratislava, Praga, Berlino, Copenaghen, Oslo, Stoccolma ed Helsinki.
Hai un’idea di come sarà la tua vita quotidiana?
Tante ore in sella sicuramente!
Ogni 1-2 ore ci fermeremo perché il cane ha bisogno di sgranchire le zampe e se dovessimo incontrare parchi e aree verdi, la sosta sarà d’obbligo a prescindere: sarà un viaggio lento e ci godremo tutto il più possibile.
Bisogna poi organizzarsi con le cose da mangiare, far fare la passeggiata mattutina a Erin, cercare un posto dove dormire la sera, smontare ogni volta le sacche dalla bici ed eventualmente anche montare tenda e cucinare.
C’è poi la parte del racconto tramite i social che so già porterà via tempo, cercando di “non farmi rovinare il viaggio” a passare troppo tempo con lo smartphone in mano, cosa che non amo fare.
Che suggerimenti pratici daresti a chi ambisce a fare un viaggio del genere (es. stipulare un’assicurazionesanitaria)?
Sicuramente un’assicurazione è una cosa utile, che copra sia l’intervento di eventuali soccorsi che le spese sanitarie e veterinarie. Noi l’abbiamo fatta.
Poi sempre meglio studiarsi un po’ alcune leggi dei Paesi che si attraversano: per esempio se si è in bici quali sono aperti al transito delle biciclette. Come dicevo in precedenza, ho dovuto anche studiare tutte le leggi e regole riguardanti i cani.
Annotare i numeri di emergenza, recapiti e indirizzi di ambasciate e consolati italiani.
Nel mio caso poi mi son fatto tradurre la parola “veterinario” in tutte le lingue dei Paesi dove viaggeremo.
Ci sono poi tutta una serie di piattaforme in cui si può chiedere ospitalità a chi viaggia in questo modo: così non solo si risparmia, ma si ha la possibilità di conoscere persone e scambiarsi le proprie storie di vita.
Che cos’è, per te, il viaggio?
Per me viaggiare è un’avventura ed è per questo che cerco di viaggiare esclusivamente a piedi o in bicicletta. Ho bisogno di calarmi completamente nei luoghi, nella cultura, nel cibo, tra le persone.
Viaggiare vuol dire anche conoscersi sempre più, capirsi, imparare i propri limiti e spostarli.
Uscire dalla comfort zone, mettersi in discussione e alla prova.
Viaggiare vuol dire anche andare incontro agli altri, oltre le barriere e i confini astratti e non che abbiamo purtroppo tirato su.
E cosa sono, invece, i sogni?
I sogni sono il sale della vita. Per me è impossibile vivere senza sogni.
Sognare è la forma più alta di libertà che abbiamo e, finché riusciremo a sognare, nessuno potrà privarci della nostra libertà e di ciò che siamo.
Guai a lasciare i sogni dentro un cassetto a prendere polvere. I sogni vanno tirati fuori, vanno messi in pratica e non importa se non raggiungiamo l’obiettivo: l’importante è provarci. I sogni vanno trasformati in ricordi.
Di solito chiedo i progetti per il futuro, ma qui sono più che chiari. Ti faccio un grande in bocca al lupo e se vuoi salutare i nostri lettori con un tuo motto, lo spazio è tutto tuo!
In realtà ho sempre tanti progetti per la testa. Voglio che questo viaggio mi dia le energie e i presupposti per riprendere alcuni vecchi progetti e portarne a compimento altri.
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