Michele, dall’Alto Adige intorno al mondo
Michele Soppelsa, 26 anni, originario di un paesino nei pressi di Belluno. Dopo aver lavorato per cinque anni come minatore nelle gallerie dell’Alto Adige, ha deciso di lasciare il suo lavoro, la sua zona di comfort per lanciarsi alla scoperta del mondo.
Dopo aver visitato gli Stati Uniti, la Spagna, l’India, la Cina, la Thailandia e l’Australia, Michele ha deciso di intraprendere un viaggio di ritorno in Italia via terra, partendo da Singapore. Un viaggio alla scoperta del mondo e alla scoperta di se stesso, con pochi soldi nelle tasche e con tanta curiosità e voglia di scoprire.
“Mi chiamo Michele – alias Mike – ho 26 anni e sono originario di Cencenighe, un piccolo paesino nel cuore delle Dolomiti bellunesi. Ho lavorato cinque anni come minatore nelle gallerie dell’Alto Adige e mi piace chiamare quel periodo della mia vita come la mia università. Cinque anni spesi senza imparare nulla di nuovo sul mondo, ma imparando un sacco sulla vita.
Dopo quei cinque anni di lavoro ho deciso di investire i soldi che avevo guadagnato viaggiando, cercando di riempire le mie lacune sulla conoscenza del mondo e facendo nuove esperienze. Sono passati quasi due anni da quando ho lasciato il mio lavoro e da allora ho sempre viaggiato, tornando a casa di tanto in tanto”.
Lasciare il lavoro e partire….quanta incoscienza c’è in questa decisione?
Ci vuole un po’ di coraggio per abbandonare un buon lavoro, ma fatico a vederlo come un gesto di incoscienza. Volendo si può sempre tornare al vecchio lavoro e nel caso non sia possibile si può sempre trovarne un altro. Penso che sarebbe stato più incosciente mantenere quel lavoro e pensare che da vecchio avrei potuto godere del frutto dei miei sacrifici.
Quali sono state le reazioni di coloro che ti erano vicini?
I miei viaggi sono partiti in sordina dando tempo a me e alle persone che mi sono vicine di abituarsi all’idea. Sono partito con un timido viaggio di due mesi negli Stati Uniti, sono stato un mese in Spagna, poi sono partito per un viaggio di tre mesi in Cina, Tailandia e India. Infine, dopo un breve soggiorno a casa, sono ripartito alla volta dell’Australia, dove ho vissuto e lavorato per quasi un anno. Il 15 agosto ho lasciato Perth e sono volato a Singapore e da lì è partito il mio viaggio di ritorno via terra.
Qual è il tuo stile di viaggio? E soprattutto, prima di partire hai programmato un itinerario specifico?
Il mio stile di viaggio è molto diverso da quello abituale. Questo fondamentalmente perché non ho vincoli di tempo. Mi piace essere libero, non prenoto nulla a meno che non sia strettamente necessario. Solitamente prendo un autobus o un treno, arrivo in una città della quale, a volte, fatico a ricordarne il nome e cerco di cavarmela chiedendo alla gente locale o ad altri viaggiatori. Sono abbastanza restio nell’usare internet e guide turistiche.
Anche nel caso di questo viaggio non ho programmato granché. Se guardate la cartina sullo sfondo della mia pagina facebook, la linea rossa che collega Singapore all’Italia, altro non è che una linea tracciata a casaccio con un programma di fotoritocco. Qualcosa però ho dovuto programmarlo. Infatti, l’obiettivo principale del mio viaggio è quello di giungere nel Bel Paese viaggiando esclusivamente via terra, quindi mi sono dovuto informare su tutte le tempistiche e le procedure per ottenere i visti necessari per attraversare i Paesi che si trovano sul mio percorso.
Per quanto tempo resterai in viaggio? Quali sono le tue previsioni?
Se devo dirti la verità, l’idea iniziale era quella di tornare a casa per Natale. Mi sono subito reso conto che sarebbe stato impossibile. O meglio sarebbe stato possibile, ma non ne sarebbe valsa la pena; amo prendermi il mio tempo quando viaggio, fare le cose con tranquillità, senza fretta. Penso che arriverò in Italia verso marzo, forse aprile.
Al momento dove ti trovi e quale sarà la prossima meta?
Ora mi trovo a Dushanbe in Tajikistan e la prossima meta sarà l’Afghanistan.
Si sa che viaggiare ha i suoi costi, come riesci ad affrontarli?
Questa è una questione che spesso mi fa imbestialire quando ne parlo con gli amici a casa. Quando si parla di soldi, infatti, sembra che in Italia la gente viva in un Paese del terzo mondo, che solo pochi eletti possano concedersi il lusso di viaggiare e che gli altri comuni mortali siano troppo impegnati ad arrabattarsi per arrivare alla fine del mese.
Poi quando si tratta di comprare auto di lusso, telefonini di ultima generazione, abiti firmati, ecc. questi soldi che prima non c’erano magicamente appaiono. Spesso questo spreco di soldi viene giustificato con la classica frase: “La vita è una e bisogna godersela”.
Pensando a questa frase mi sono posto un paio di domande:
-E’ avendo un’automobile che accende fari e tergicristalli da sola, che penso di godermi la vita?
-E’ indossando mutande e calzini di marca che penso di godermi la vita?
-E’ facendo le vacanze in posti esotici, in alberghi di lusso, viziato da inservienti che mi trattano con una riverenza quasi vomitevole, che penso di godermi la vita?
…e così via.. siccome la risposta a tutte queste domande era un secco “no”, ho deciso che il mio godermi la vita sarebbe stato diverso. Mi sono concesso il lusso del tempo. Viaggio spendendo quattro soldi, concedendomi tutto il tempo che mi serve, per fare quello che desidero e per stare a contatto con le persone che mi piacciono.
Viaggiare significa anche questo, uscire da quel circolo vizioso nel quale la nostra società ci conduce; circolo che ci spinge a guadagnare e produrre per permetterci cose che in realtà non ci servono. Parlando in termini meramente economici, il mio budget si aggira attorno ai 30-40 euro al giorno. Sono più che sufficienti per dormire in qualche ostello, mangiare in qualche posto alla mano e per pagare i biglietti di autobus e attrazioni turistiche.
Il budget mensile, quindi, si aggira attorno ai mille euro, non mi sembra una cifra da capogiro, soprattutto se si pensano alle avventure e alle esperienze che si vivono in un mese di viaggio.
Quali sono i momenti più belli che hai vissuto?
Ho vissuto un sacco di bei momenti; momenti nei quali mi sono sentito veramente libero ed ho sentito questa sensazione di libertà scorrere nelle mie vene.
Penso che sia questa sensazione di leggerezza che crea dipendenza e che il viaggiatore cerca disperatamente nei suoi viaggi. Ho vissuto dei bei momenti anche quando mi sono trovato di fronte a certe meraviglie costruite dall’uomo o dalla natura. Ammutolito, ho cercato di fotografare e di descrivere quello che stavo vedendo, ma sono sempre riuscito a descrivere solo una parte delle emozioni che stavo provando.
Potrebbe sembrare frustrante, ma in realtà dà un senso alle fatiche spese per arrivare fin lì. Nessuno può raccontarci quello che si prova, quello che si sente di fronte a certe meraviglie, dobbiamo andare lì di persona.
Quando hai intrapreso il tuo viaggio cosa hai messo in valigia e cosa invece hai preferito lasciarti dietro?
Ho messo in valigia la voglia di scoprire, la curiosità di un bambino; ho preferito lasciare a casa tutto quello che sapevo sul mondo ed ora sto reimparando tutto, libero da pregiudizi, con il desiderio di vedere ogni cosa con i miei occhi, prima di giudicare.
Prima o poi tornerai a casa. Come affronterai il ritorno alla “normalità”?
Non penso che tornerò mai più alla normalità. Ho imparato troppo, sono cresciuto troppo per poter pensare di essere anche un solo giorno l’uomo che ero prima di iniziare a viaggiare. Quando mi fermerò, potrò anche tornare alla vita che facevo prima, a vivere nei luoghi dove ho sempre vissuto, ma sarò una persona diversa e la mia vita sarà diversa di conseguenza.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Per ora voglio continuare a viaggiare, a scoprire; ho un’idea molta vaga di quello che sarà la mia vita. E’ invece sempre più chiara e delineata l’idea dell’uomo che sarò, di come mi comporterò e di come penserò.
Ti andrebbe di lanciare un messaggio a tutti coloro che ti stanno leggendo?
Certamente. Se amate viaggiare, mettete da parte quattro soldi, dite “ciao” al vostro capo, ditegli che forse un giorno tornerete e partite. Non fatevi nessun problema, vedrete che tutto è incredibilmente semplice. Ce l’hanno fatta tutti quelli che sono partiti, ce l’ho fatta persino io, ce la farete anche voi.
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A cura di Nicole Cascione