La storia di Martina Monti, attrice alla conquista degli USA

La strada per il successo? Martina Monti, 28enne originaria di Monza, l’ha trovata sulle colline di Hollywood. Trasferitasi a Los Angeles 3 anni fa, la giovane attrice italiana ha studiato e lavorato tanto per guadagnarsi un posto sul grande schermo a stelle e strisce. «Hollywood – racconta – offre molte più opportunità.

Ogni giorno ci sono una media di 500 nuovi provini, il che significa che ci sono continue possibilità di candidarsi per dei ruoli. Tuttavia, la competizione è spietata. Il talento, però, viene premiato. In Italia è più difficile inserirsi nel mondo del cinema, mentre qui, con tanto impegno e dedizione, anche persone che partono da zero, provenienti dall’altra parte del mondo, hanno una possibilità».

Martina Monti, attrice alla conquista degli USA

Di Enza Petruzziello

Dalla Brianza alle Hollywood, per inseguire il suo sogno: il cinema. Martina Monti, 28enne originaria di Monza, si è trasferita a Los Angeles tre anni fa per intraprendere la sua carriera da attrice nel luogo simbolo dell’industria cinematografica a stelle e strisce.

Dopo essersi laureata all’Università degli Studi di Bologna (DAMS, Discipline Artistiche, della Musica e dello Spettacolo) e aver completato un Master di Scrittura e Sceneggiatura presso l’Università Iulm di Milano (Master in Arti del Racconto), decide di proseguire i suoi studi negli Stati Uniti, frequentando dei corsi in diverse accademie di recitazione: “Lee Strasberg Institute” e “Stella Adler Academy of Acting and Theatre”.

Determinata, coraggiosa e appassionata, Martina ha lavorato sul set di vari film e serie TV e recitato come attrice protagonista in sette progetti: “Proof”, “Ghost Town Shore”, “I’m Drowning”, “Dead End”, “Seen”, “Stolen Wishes” e “Gabby’s Maze”. Al momento sta girando un film, “Blue Moon Romance”, una rivisitazione della storia di Peter Pan ambientata a Los Angeles. Alcuni dei film in cui ha recitato sono stati proiettati nelle sale cinematografiche durante diversi festival, dandole l’occasione di partecipare a numerose premiere e red carpet.

Hollywood? «Ha tanti lati che non vengono mostrati – confessa Martina -, ma offre anche molte più opportunità. Arrivare al successo non è semplice e, prima di raggiungere un certo livello nella propria carriera, sono necessari grandi sacrifici». Ecco cosa ci ha raccontato.

Martina, qual è stato il momento in cui hai deciso che volevi diventare un’attrice, e cosa ti ha ispirato a intraprendere questa strada?

«Non ricordo esattamente il momento in cui ho preso questa decisione, perché, da quando ho iniziato a guardare film, ho sempre sognato di diventare un’attrice. Guardavo i personaggi delle mie storie preferite e immaginavo di vivere le loro vite avventurose. E ho pensato: anche se non potrò mai essere uno di quei personaggi fittizi, se diventassi un’attrice, in qualche modo, potrei vivere le loro avventure».

Martina Monti, attrice alla conquista degli USA

Tre anni fa decidi di dare una svolta alla tua vita e trasferirti a Los Angeles, per intraprendere la tua carriera a Hollywood. Cosa ti ha spinto a trasferirti a LA e quali sono le sfide più significative che hai affrontato durante questa transizione?

«Ho deciso di trasferirmi a LA perché, di sicuro, non esiste città che possa offrirmi migliori opportunità. Certo, abituarmi a vivere a 14 ore di volo da casa, separata dalla mia famiglia e dai miei amici da 9 ore di fuso orario, non è stato semplice. Ho dovuto imparare a cavarmela da sola, sapendo che nessuno sarebbe potuto venire ad aiutarmi, in caso di bisogno. Sapevo che avrei dovuto affrontare tanti piccoli problemi quotidiani, e che la mia famiglia avrebbe potuto aiutarmi solo a distanza. Ero consapevole che mi sarebbero mancati i Natali a casa, i miei amici, il cibo di mia nonna, la casa di vacanza a San Benedetto del Tronto, e tante altre cose».

Com’è stato l’impatto con questa grande e frenetica città? Penso all’ambientazione, alla lingua, a nuove abitudini di vita e alla gente del posto.

«Ambientarsi in una città così grande richiede un po’ di tempo. Per fortuna, sono subito riuscita a creare tante amicizie solide, e piano piano ho iniziato a conoscere Los Angeles sempre di più. All’inizio mi sentivo un po’ sperduta, mentre ora mi trovo molto a mio agio in questo ambiente pieno di opportunità. Quando mi sono trasferita qui, il mio inglese era buono, ma non al livello degli americani. Ero in grado di gestire conversazioni complesse, ma ho impiegato almeno un anno per sentirmi a mio agio a recitare in una seconda lingua».

Per quanto riguarda i visti, gli americani sono piuttosto rigidi riguardo le leggi sull’immigrazione. A te com’è andata?

«Grazie ai miei studi alla UCLA, ho ottenuto un visto studente, e, al termine degli studi (dicembre 2022) ho avuto la possibilità di lavorare negli Stati Uniti con un permesso chiamato OPT, che permette di svolgere ogni tipo di lavoro connesso all’ambito di studi. Nel mio caso, quindi, sono autorizzata a lavorare come attrice».

Conosciuta per essere la Mecca del cinema americano, per le sue strade “stellate” e per quella atmosfera glamour, Los Angeles è meta di molti turisti e amanti del grande schermo. Ma come si vive qui da residente?

«Vivere a Los Angeles non è semplice, dato il costo della vita nettamente superiore a quello italiano. Tutto costa almeno tre volte tanto. La sanità, come in tutti gli Stati Uniti, è privata, e quindi bisogna considerare anche i costi dell’assicurazione sanitaria. In più, affittare un appartamento è molto complicato, se non si possiedono dei documenti americani che dimostrano una buona “credit history”. Quando sono arrivata a Los Angeles ho impiegato un bel po’ di tempo a trovare l’appartamento dove vivo al momento, perché la maggior parte dei proprietari non affittavano a persone immigrate».

Prima di approdare a Hollywood, hai vissuto in diverse città in tutto il mondo: Amsterdam, New York e San Francisco. In che modo queste esperienze hanno influenzato la tua prospettiva come persona e come artista?

«Queste esperienze mi hanno dato la possibilità di entrare in contatto con tantissime culture e persone provenienti da tutto il mondo, di affrontare le sfide dovute alla lingua e all’essere lontana da casa, di crescere personalmente e di vedere il mondo da altri punti di vista. Mi sono adattata ai cambiamenti e abituata a dovermi spostare, salutando gli amici che avevo incontrato per poi ricominciare da zero in un posto nuovo. Ho sempre amato l’avventura, e questo stile di vita è perfetto per me. Ciò non significa che spostarsi in una nuova città dopo aver costruito la propria vita in quella precedente sia semplice. Specialmente quando si creano rapporti importanti con le persone, quando ci si affeziona a determinati luoghi, abitudini, e altre piccole cose che non si possono portare con sé».

Intraprendere una carriera a Hollywood può essere una sfida per molti. Come sei riuscita ad inserirti con successo nel mondo del cinema americano dopo il tuo trasferimento dall’Italia? Quali passi o opportunità chiave ti hanno aiutato a stabilirti e progredire nella tua carriera come attrice?

«Prima di tutto, mi sono focalizzata sugli studi. Ho frequentato la UCLA, ottenendo un “Acting Certificate”, e tante altre scuole di recitazione come la Lee Strasberg e la Stella Adler. Così, non solo ho appreso nuove tecniche e ho fatto tanta pratica, ma ho anche avuto la possibilità di conoscere tantissime persone che lavorano nell’industria, con cui ho creato contatti. Dopodiché, ho cominciato a fare provini e a recitare nei primi progetti. All’inizio erano cortometraggi, poi sono diventati film. Ora, affiancata dal mio agente (BH Talent) e il mio manager (American Talent Management), ho finalmente trasformato il mio sogno in una carriera».

Hai avuto l’opportunità di recitare come attrice protagonista in diversi progetti. C’è un ruolo o una produzione che ti ha particolarmente colpito o che hai trovato particolarmente significativo?

«Ho recitato come protagonista nel cortometraggio “Seen”, che ho scritto durante l’autunno 2022 e che ho poi prodotto e girato nel febbraio 2023. Tratta il tema della violenza sessuale ed è ispirato a eventi reali. Interpretare la vittima di una violenza non è stato semplice. Avrei potuto affidare il ruolo a un’altra attrice, ma ho voluto accettare la sfida. Non rimpiango la scelta, che mi ha dato la possibilità di analizzare in profondità la psicologia di questo personaggio e immergermi in scene drammatiche e intense».

Come attrice hai partecipato a festival cinematografici e première? Puoi raccontare un momento particolarmente emozionante o memorabile?

«Uno degli ultimi cortometraggi in cui ho recitato, “Dead End”, diretto da Abraham Lopez e prodotto dalla casa di produzione cinematografica A Greek God Entertainment, è stato selezionato per il “San Diego 48 Hour Film Project” Festival, ed è stato proiettato il 12 luglio al Reading Cinema Grossmont with TITAN XC. Per la prima volta, ho potuto assistere alla proiezione di un film in cui ho recitato, guardando me stessa sul grande schermo. Sono stata fotografata sul red carpet, dei giornalisti mi hanno intervistata, e ho ricevuto tanti complimenti per la mia performance. È stato un momento molto emozionante».

Oltre a recitare, ti dedichi anche alla scrittura e hai preso parte alla traduzione di due sceneggiature (dall’inglese all’italiano): “Italian Couple” e “For the Love of Food”. Che emozioni ti dà la scrittura rispetto alla recitazione?

«Ho iniziato a scrivere romanzi a quindici anni, e ho pubblicato tre racconti con Biblion Edizioni, in Italia. Dopo aver studiato all’università Iulm di Milano, e ottenuto un Master in Arti del Racconto, ho cominciato a scrivere sceneggiature. Ho sempre amato la scrittura, e, se la recitazione mi ha dato la possibilità di vivere ogni genere di storia o avventura, la scrittura mi ha permesso di crearla. Sono sempre stata affascinata dalle sue infinite possibilità. Mi ha dato il potere di inventare storie impossibili, oppure di raccontare eventi e sentimenti reali, portando alla luce emozioni e verità nascoste».

Puoi condividere alcuni dettagli sul tuo attuale progetto, “Blue Moon Romance”?

«Blue Moon Romance è un film diretto da Howard Gensler, ed è una rivisitazione della storia di Peter Pan, ambientata a Los Angeles. Io interpreto Sofia, un personaggio di origine italiana, e sono presente in varie scene del film. Originariamente ero stata scelta per una parte minore, ma poi ho ricevuto una chiamata dal regista, che ha voluto offrirmi un ruolo più importante. Le riprese sono quasi finite, mi rimane soltanto un giorno sul set. Il film è girato principalmente a Orange County, a circa un’ora da Los Angeles. Quest’esperienza mi ha dato la possibilità di recitare al fianco di star emergenti nell’industria, come Vanessa Papa (nota per la serie di Netflix “The Ultimatum: Queer Love”)».

Quali sono i prossimi progetti in cantiere?

«I prossimi progetti in cui lavorerò sono tre cortometraggi: “Summer Citrus 6%”, “Long Distance” e “A-List”. Le riprese inizieranno nell’autunno, quindi ora sto cominciando a prepararmi per questi ruoli, aiutata anche dal mio insegnante di recitazione Rob Brownstein».

Hollywood all’esterno appare come un mondo dorato, fatto di luci, stelle e tappeti rossi. Ma è davvero così?

«Ci sono tanti lati di Hollywood che non vengono mostrati. Arrivare al successo non è semplice e, prima di raggiungere un certo livello nella propria carriera, sono necessari grandi sacrifici. Gli stipendi all’inizio non sono alti, molti progetti non sono pagati, e non si può mai sapere quando arriverà il prossimo lavoro. Certo, le luci e i tappeti rossi fanno parte di Hollywood. Ma, per arrivare su quei tappeti rossi, a volte, è necessario superare tanti ostacoli e momenti difficili e scoraggianti».

Rispetto al cinema italiano, quali sono le principali differenze che hai notato?

«Hollywood offre molte più opportunità. Ogni giorno ci sono una media di 500 nuovi provini, il che significa che ci sono continue possibilità di candidarsi per dei ruoli. Tuttavia, la competizione è spietata, attori da tutto il mondo si trasferiscono a Los Angeles per inseguire successo e fama. Quindi, se ci sono più occasioni, ci sono anche più persone che competono per gli stessi obiettivi. Il talento, però, viene premiato. In Italia è più difficile inserirsi nel mondo del cinema, mentre a Hollywood, con tanto impegno e dedizione, anche persone che partono da zero, provenienti dall’altra parte del mondo, hanno una possibilità».

Martina Monti, attrice alla conquista degli USA

Hai qualche consiglio da dare agli aspiranti attori che vogliono seguire le tue orme e cercano di costruire una carriera a Hollywood?

«Il mio consiglio è di studiare recitazione il più possibile, anche una volta che la propria carriera è già avviata, e cercare di creare connessioni, conoscere persone che lavorano nell’industria e collaborare con loro. Il networking è fondamentale a Hollywood. Questo non significa cercare di approcciare star o persone già famose sperando che queste ti considerino per un ruolo, ma stringere rapporti professionali e di amicizia anche con altri professionisti emergenti o all’inizio della propria carriera».

In che modo la recitazione ha influenzato la tua vita personale e le tue prospettive?

«Recitare per me è un modo di esprimere le mie emozioni. Quando recito, ho la possibilità di interpretare i personaggi più disparati, e di creare una connessione con loro. Di diventare qualcun altro, rimanendo sempre me stessa. Recitare mi ha anche aiutata a migliorare la mia autostima, diventando sempre più sicura di me, lavorando sul set davanti a tante persone e ricevendo commenti positivi sulle mie performance».

Com’è cambiata la tua vita da quando sei in California e che consigli daresti a chi, come te, vuole mollare tutto e ricominciare in USA?

«È stato un cambiamento radicale da tutti i punti di vista. Non solo il mio stile di vita e le mie abitudini sono cambiate, ma anche il mio rapporto con me stessa e il mio modo di affrontare le difficoltà. Credo che, per seguire un percorso simile, sia fondamentale non tirarsi indietro e non lasciarsi fermare dai dubbi e dalle paure. È un salto nel vuoto, ed è facile farsi spaventare e rimanere nella comfort zone, pur di non dover fronteggiare tutti gli ostacoli e le sfide che questo viaggio può presentare. Ma io credo che valga sempre la pena rischiare e lasciare che l’ignoto possa anche riservare grandi soddisfazioni e sorprese. Il rischio è necessario quando si inseguono sogni ambiziosi e, quando nulla è certo, tutto è possibile».

I tuoi sogni per il futuro?

«Nel futuro mi piacerebbe poter girare film in tante città diverse, non solo a Los Angeles. Per esempio, sarebbe interessante recitare a New York, e tornare a vivere lì durante le riprese. New York è una delle mie città preferite e, anche se Los Angeles è la mia prima scelta, vorrei poterci tornare, anche per un breve periodo».

Per contattare Martina Monti ecco i suoi recapiti:

Mail: martina.monti95@gmail.com

IMDb: https://www.imdb.com/name/nm13829139/

InstagramMartina Monti (@always_smarty) | Instagram

Instagram professionale: https://instagram.com/iamartinamonti?igshid=OGQ5ZDc2ODk2ZA==

Instagram del cortometraggio “Seen”: https://instagram.com/seen__film?igshid=NGVhN2U2NjQ0Yg==