Maria Grazia: vivo da 25 a Iraklion (Creta)

Di Nicole Cascione

Un incontro casuale tra uno studente di ingegneria proveniente da Creta e una ragazza con la testa piena di sogni, che proveniva da un piccolo paese della Calabria. Da quel momento Creta è entrata a far parte della vita di Maria Grazia Sirimarco, sociologa di 57 anni che ha scelto di lasciare l’Italia 25 anni fa per seguire “l’altra metà della mela”.

Maria Grazia infatti vive a Iraklion con le sue due figlie che studiano ingengeria e si occupa di volontariato oltre a collaborare con un’agenzia turistica.

Maria Grazia cosa ti ha portato, 25 anni fa, a trasferirti a Creta?

Posso dire senza ombra di dubbio che ad avermi portato a Creta è stato l’amore della mia vita. Ci siamo conosciuti a Napoli nel gennaio del 1986. Lui era uno studente che veniva da Creta e frequentava ingegneria, io una ragazza con la testa piena di sogni che veniva da un piccolo paese della Calabria. Mi ero iscritta a legge per poi trasferirmi a sociologia, il tutto all’insaputa dei miei. Incontrare lui è stato trovare l’altra metà della mela. Banale a dirsi, ma solo chi lo ha sperimentato nel proprio cuore può comprenderlo.

Completati gli studi, con il cuore a pezzi (per la separazione dalla mia grande famiglia: siamo 5 fratelli, legatissimi), ma con l’incoscienza che solo un grande sentimento può indurre, l’ho seguito a Iraklion, nella sua città natale.

Maria Grazia Sirimarco creta

Come e in cosa è cambiata l’isola in questi 25 anni?

In questi 25 anni, dire che la realtà dell’isola è cambiata è un eufemismo. Quando sono arrivata qui avevo l’impressione di essere stata risucchiata nel ventre di un gigantesco animale preistorico sonnecchiante o meglio in letargo. La quotidianità era scandita da ritmi lentissimi: il caffè era un rito che durava ore…potrei raccontare episodi buffissimi!

La vita girava intorno alle”ipokreosis”, i doveri: nascite, battesimi, fidanzamenti, matrimoni, funerali era tutta una riunione di famiglia per presenziare a questi avvenimenti. E anche se Iraklion è la più grande città dell’isola alla fine era solo un gigantesco paese, il modus vivendi era lo stesso del più sperduto villaggio.

Ho sempre vissuto a Iraklion. Quando sono arrivata qui il corso principale aveva pochissimi negozi, contati. Non c’erano supermarket, ma solo piccoli negozi di alimentari e la mia disperazione era non riuscire a trovare il Lavazza, il parmiggiano, la Barilla e il panettone a natale. C’era poco turismo e un’economia prevalentemente agricola basata sulla pastorizia. Non c’era un granchè ma c’era tutto. La sera tutti i quartieri si animavano, si usciva dai balconi e si chiacchierava con i vicini fino a notte fonda.

Subito dopo c’è stato il boom economico, la città ha cominciato a “partorire” negozi, bar, ristoranti, alberghi, a un ritmo frenetico e com’è facile immaginare, anche i ritmi della vita sono diventati convulsi con tutte le conseguenze in primis sul modo di vivere e sui rapporti umani. Al fittizio boom economico è seguita la crisi durata più di un decennio, bloccando tutto e anche la progettualità della gente.

Abbiamo cambiato nuovamente modo di vivere ma, nonostante le difficoltà economiche, alcuni riti, come il caffè con gli amici o il mangiare fuori, essendo insiti nel dna del greco sono sopravvissuti, anzi sono diventati la nostra psicoterapia. Poi nell’ultimo anno si cominciava a intravedere qualche segno di ripartenza che si ripercuoteva anche nella psicologia generale, ma poi, come ovunque, anche qui è arrivato il covid!

Come sei cambiata tu in tutto questo tempo?

Bella domanda. Di solito non sono un tipo da bilanci, non che mi facciano paura, semplicemente non mi appartengono. Trovo che nonostante tutto la vita sia un dono meraviglioso, senza se e senza ma, e quando si tirano le somme in cerca di risultati si perde il senso del viaggio!

Posso dire che alcune cose di me sono rimaste identiche: i valori, la capacità di entusiasmarmi, l’amicizia, la disponibilità, l’interesse e la premura nei confronti degli altri esseri umani, la voglia di mettere sempre cose nuove nella mia vita. In tante altre cose sono cambiata e forse di questo devo dire grazie a Creta.

Ho imparato ad essere più paziente, tutte le cose che all’inizio mi snervavano e sentivo estranee (fidanzamenti, matrimoni, nascite, battesimi ecc…il tutto condito con la musica cretese che odiavo) adesso le sento mie, ho imparato ad accettare e apprezzare gli altri con i loro pregi e i loro difetti, a essere più tollerante, a non giudicare con facilità.

Ma soprattutto Creta mi ha fatto capire come alla fine sono le piccole cose, o meglio le cose che diamo per scontate, che danno veramente senso alla vita, te la riempiono: il sole quasi tutto l’anno, il mare, il profumo dei gelsomini e dei limoni, le tradizioni, la tranquillità, il fatto che fortunatamente sia ancora un ambiente sano, dove i tuoi ragazzi possono uscire e fare tardi senza pericoli.

Infine, ma non per ultimo, Creta è un ambiente cosmopolita (vuoi perchè molti stranieri si sono stabiliti qui, vuoi perchè i cretesi amano viaggiare e molti fanno l’esperienza di studiare e lavorare fuori, vuoi per il turismo) che ti permette di coltivare tutti gli interessi che vuoi.

Raccontaci qualcosa di Iraklion.

Quando torni da un viaggio ti rendi conto di quante cose manchino a Iraklion, mancano aree verdi, la città non ha un piano e uno stile architettonico, le strade sono brutte, mancano marciapiedi e dappertutto ci si scontra con barriere architettoniche, ovviamente i dieci anni e più di crisi hanno deturpato la città. Ma a parte questi limiti, Iraklion è una città affascinante e con mille volti, se hai voglia di esplorarla.

Un giorno puoi decidere di fare tutti i chilometri che vuoi su una spiaggia che ti toglie il fiato, un altro giorno puoi percorrere il lungomare, un altro ancora puoi passeggiare sul molo (una striscia di terra che si estende per due chilometri e mezzo sul mare), oppure puoi andare a visitare le mura veneziane che circondano la città.

Il centro di Iraklion è veramente bello, ricco di edifici veneziani come il porto, il castello e il mercato degli schiavi. Iraklion ha anche un bellissimo museo archeologico ricco di arte minoica, un museo storico, un museo di scienze naturali; e naturalmente Iraklion è anche il centro della civiltà minoica con il palazzo di Knossos e il suo labirinto.

A parte la bellezza naturale e la sua storia ciò che ti strega di questa città è anche la sua famosa ospitalità. E’ bello vivere qui, perchè qui la gente ha ancora il senso dell’ospitalità, dell’amicizia, di una generosità, che nella maggior parte del mondo è tramontata definitivamente.

A chi lo consiglieresti come posto adatto ad un trasferimento? E a chi invece lo sconsiglieresti e perchè?

Consiglierei Iraklion a chi ha voglia di mettersi in gioco, a chi ha senso di adattamento, a chi ama il mare, la storia, agli amanti dell’essenziale, a chi ha voglia di ricominciare o semplicemente di vivere in un ambiente più sano. Lo sconsiglierei a chi non ha spirito di adattamento e a chi giudica tutto secondo il metro della propria cultura, a chi manca di apertura mentale.

25 anni fuori dalla propria terra sono tanti. Ti capita mai di rimpiangere qualcosa? Avverti delle mancanze?

All’inizio l’Italia mi mancava come l’aria, vivevo male questo “senso del definitivo”, perchè sapevo di essere venuta qui per rimanere. Avvertivo un buco nel cuore, mi mancava tanto la mia famiglia.

Vivevo questo malessere dentro di me senza farlo pesare su mio marito e le mie figlie, perchè alla fine la scelta l’avevo fatta io. Ogni volta che ritornavo dall’Italia mi sembrava di entrare in un incubo, a questo contribuiva anche la difficoltà della lingua.

Poi sono successe tante cose nella mia vita, tante prove e la più dura di tutte la malattie: la morte di mio marito a soli 47 anni. In quella fase c’è stata la svolta, potevo tornare in Italia con le mie figlie, la mia famiglia mi aspettava a braccia aperte. E’ stato allora che ho compreso quanto questa città, quest’isola inconsapevolmente mi fossero entrate nel sangue. Questa è la mia terra. E’ veramente forse la mia unica certezza!

Se ti guardi alle spalle, rifaresti le stesse scelte fatte 25 anni fa?

Se guardo indietro, oggi so che rifarei esattamente la stessa scelta fatta venticinque anni fa, ma stavolta la farei con molta più leggerezza.

La magina Facebook: Maria Grazia Sirimanrco