Luoghi, tempi, stagioni per lavorare
Perché viviamo tutti nello stesso posto? Sulla delocalizzazione delle aziende ho già disquisito altrove. Le aziende dovrebbero andare dove immobili, affitti e servizi contano meno. Non solo, dove anche i dipendenti vivrebbero meglio. Perché non viene tentata questa via? Il traffico in cui viviamo, poi, sarebbe facilmente risolvibile (anche prima della delocalizzazione), scaglionando le entrate negli uffici. E’ un po’ come al cinema: le multisale che fanno orari differenziati evitano la ressa alla biglietteria. E’ tanto difficile imporre per legge che l’entrata in ufficio sia a rotazione e su un range di orari che vanno dalle 7 alle 11 di mattina? Se considerate, la sera c’è sempre meno traffico della mattina, come mai? Ma è ovvio! Perché l’uscita dagli uffici è variabile, mentre l’entrata lo è molto meno.
Lo stesso sarebbe facile fare con i giorni di riposo, il weekend. E’ tanto difficile ipotizzare che vi sia una rotazione tra aziende, in modo che a scaglioni si stabiliscano le pause settimanali in giorni non sempre identici per tutti? Non è vero che avremmo l’inconveniente di settori che si fermano, perché basterebbe garantire le funzioni minime di alcune aziende. Insomma, studiandoci su una soluzione non pare impossibile. Qui i vantaggi sarebbero straordinari: negozi sempre aperti o a turni per tipologia; tempo libero non massificato; turismo spalmato su tutta la settimana con vantaggio per gli operatori e per i clienti; inconvenienti da over booking negli alberghi, sui treni, sugli aerei, annullato; traffico il venerdì sera e la domenica sera, molto ridotto; concorrenza e prezzi meno omologati dai Signori del turismo; meno ressa, più silenzio, più quiete per tutti. E via così.
E le vacanze estive? Idem come sopra. Perché non trovare un metodo organizzato per andare in vacanza in tempi diversi? In molti Paesi europei lo fanno da sempre e funziona benissimo. Cinque mesi di vacanze, ma con l’opzione individuale a scegliere anche altri periodi dell’anno. Aziende sempre aperte con turni essenziali organizzati. Nessun esodo, nessuna coda a Melegnano o sul GRA per partire o tornare. Musei aperti, luoghi archeologici aperti, cinema, spiagge, tutto aperto. Fine di una bella quota di disoccupazione. Stagioni e climi a scelta (chi odia il caldo e deve andare in vacanza d’agosto non fa una vita bellissima, se ci pensate). Ma soprattutto, zero motivi per non farlo. Se mamma facesse la spesa per due invece che per quattro, in famiglia, nessuno proverebbe a spiegarle che è illogico? E se papà tornasse a casa solo cinque volte l’anno invece che tutte le sere? Ecco, perché in famiglia tutto verrebbe affrontato all’istante, produrrebbe discussioni e scelte, mentre nella società no? La politica che fa dorme o lo fa apposta?
Quando qualcosa non accade, occorre far accadere le cose. E non c’è solo la via rivoluzionaria, collettiva. C’è soprattutto quella individuale. Se le aziende non delocalizzano, io posso delocalizzare il lavoro. Cerca che ti ricerca, posso andare a lavorare fuori città. Se le case costano troppo in centro, io posso abitare (e lavorare) altrove. Se i tempi delle vacanze sono fissi, io posso studiare come renderli variabili. Insomma, i problemi cambiano ma la soluzione resta simile: coraggio, creatività, studio di soluzioni valide. E tutto torna a marciare nella giusta direzione.
Simone Perotti