La storia di Luca Marinoni, in arte Tecno

Di Enza Petruzziello

Giovane, talentuoso e con tanta voglia di esprimersi attraverso le sua musica. Tecno è il nome d’arte del rapper Luca Marinoni. Vent’enne di Magenta, una piccola cittadina in provincia di Milano, Luca si diploma come geometra. Eppure non è ciò che vuole fare nella vita.

Dopo la scuola lavora come magazziniere, cameriere, barman. Consegna anche pizze.

Tutti lavori che gli permettono di investire e inseguire il suo sogno: la musica.

Una passione che nasce da piccolissimo, fin dalle elementari. «Mi sono appassionato alla musica rap tramite YouTube con Fabri Fibra, Emis Killa, Club Dogo – racconta Luca -. Ovviamente il rap mi ha attirato di più, non tanto per la figura che avevano i rapper, ma per la libertà assoluta di parola».

Luca Marinoni (Tecno)

Una libertà che prova quando inizia a fare rap con il suo migliore amico. «Facevamo freestyle: mettevamo una base qualsiasi da YouTube e ci sfidavamo a colpi di rime, ogni giorno – continua il giovane rapper -. Abbiamo iniziato a farlo all’inizio delle medie ed ogni volta che lo facevo sentivo dentro che quella cosa mi piaceva. Ho capito seriamente che poteva essere la mia strada quando sono salito per la prima volta su un palco».

Perché hai scelto come nome d’arte Tecno?

«Il nome Tecno è nato da un gioco sul computer. Praticamente ci giocavano tutti i miei amici ed io ero diventato il più forte, mi chiamavo Tecno. Da lì hanno iniziato a chiamarmi così tutti, anche gente che non sapeva niente del gioco, mi chiamava Tecno solo per sentito dire».

Il tuo ultimo brano si intitola Stretto, come nasce questo singolo?

«Questo singolo nasce da un periodo lungo e buio. Era più di un anno che non pubblicavo niente, anche per la pandemia, ed avevo molte situazioni intorno a me che mi buttavano giù. L’ho scritto in un giorno, sono andato a registrarlo e il gioco era fatto».

Luca Marinoni (Tecno)

In che modo ti senti “stretto”?

«Come dicevo prima sono stati momenti difficili quelli della pandemia, mi hanno creato una serie di situazioni scomode. Grazie alla musica però riuscivo a distrarmi e tirare avanti, fino alla fine del lockdown dove mi sono sentito rinato. Mi sento più forte e cresciuto sia a livello umano che artistico per questo STRETTO. Perché dentro questo contesto, che non è cambiato, sono riuscito comunque ad evolvermi nonostante tutte queste situazioni strette».

C’è un artista che ammiri e che in qualche modo ti ha influenzato nel tuo percorso artistico?

«Fabri Fibra, sia per la sua musica sia per la sua persona. Lo stimo molto».

Da quale genere musicale trai ispirazione per la tua musica?

«In generale prendo ispirazione da tutti i generi, ascoltandoli. Per me l’ispirazione arriva in un attimo senza che io possa controllarla, che stia ascoltando rap o che stia ascoltando pop».

tecno rapper

La scena musicale italiana è piena di ragazzi che come te vogliono esprimersi attraverso il rap. Quanto è difficile oggi in Italia fare musica e farsi notare?

«Ad oggi in Italia non è facile riuscire a farsi notare ed entrare nel settore senza nessun tipo di contatti. Fortunatamente coi social molte volte si riesce a farsi notare. Secondo me la cosa più difficile ad oggi non è riuscire ad entrare nella scena, il vero problema è rimanerci».

Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi? Pubblicherai altri brani, magari un album?

«Sarò molto attivo, posso spoilerare che uscirò con un singolo al mese. Poi l’anno prossimo chissà, forse sarà l’ora di un progetto più completo».

Dove è possibile ascoltare Stretto?

«Stretto si può trovare su tutti i Digital Store (Spotify, Apple Music, Amazon Music, Tik Tok etc…) come traccia audio. Mentre il video è presente su YouTube. Ho sempre aggiornata anche la mia pagina Instagram (tecnobroke)».

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