Luigi: vi racconto la mia vita in Serbia (Novi Sad)

A cura di Maricla Pannocchia

Dopo aver vissuto prima a Milano e poi a Praga per 5 anni, Luigi, originario di Bari, ha deciso di trasferirsi a Novi Sad, in Serbia, in seguito all’incontro, a Praga, con Jelena, una ragazza originaria proprio di Novi Sad (che oggi è sua moglie).

E così, una volta trovata un’opportunità lavorativa nella città, Luigi, ormai esperto nei trasferimenti, è andato ad abitare in Serbia. “Il Paese non fa parte dell’Unione Europea”, spiega l’uomo, “quindi, per vivere e lavorare qui, è necessario avere un permesso di soggiorno prima e uno di lavoro dopo.”

Luigi è stato accolto molto bene dalla gente del posto e racconta che è anche facile trovare un alloggio, “ma devo dire che i costi sono aumentati, rispetto a 10 anni fa, e questo è per via della forte immigrazione da parte di ucraini e russi, in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. Io penso che, prima o poi, la situazione si risolverà e i prezzi degli alloggi torneranno ad abbassarsi.”

A chi sogna di visitare la Serbia, Luigi dice di essere pronti a scoprire un Paese non ancora preso di mira dal turista di massa, in cui ci sono luoghi meravigliosi, “anche se spesso non adeguatamente pubblicizzati.” Per saperne di più sulla vita in Serbia, potete anche seguire il podcast di Luigi, “Cos’ha in serbo la Serbia. Un italiano nei Balcani.

luigi un italiano in serbia

Ciao Luigi, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, sono Luigi e sono a nato a Bari, nella bellissima Puglia, nell’ormai lontano 1982. Dopo essermi laureato in Ingegneria Elettronica e Telecomunicazioni al Policlinico di Bari, mi sono trasferito a Milano, dove ho iniziato la mia carriera professionale.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Dopo aver vissuto a Milano per poco più di un anno, un amico mi comunicò che un’azienda americana che si occupa di database cercava dipendenti per un nuovo ufficio a Praga e mi propose d’inviare il mio curriculum.

Dopo aver organizzato un fine settimana esplorativo della città con alcuni amici, decisi d’inviare il mio curriculum al fine di avere una esperienza temporanea di vita all’estero e di migliorare il mio inglese.

L’esperienza “temporanea” è durata cinque anni, durante i quali, grazie ai progetti che mi assegnava la mia azienda, ebbi l’opportunità di visitare anche altri Paesi, come la Finlandia e la Germania.

Adesso vivi in Serbia, come sei finito proprio lì?

Durante i miei ultimi anni a Praga conobbi Jelena, oggi mia moglie, una ragazza di Novi Sad, città al Nord della Serbia, vicino al confine ungherese. Iniziai lentamente a valutare le diverse possibilità di lavoro in Serbia e, quando ricevetti un’offerta interessante da un’azienda con sede a Novi Sad, decisi di fare il grande passo e, ancora una volta, mi trasferii. Questa volta a Novi Sad.

Come hanno reagito amici, famigliari e conoscenti davanti alla tua scelta?

La mia famiglia non ha mai ostacolato i miei spostamenti ma mi ha sempre posto di fronte a una serie di quesiti che mi hanno aiutato a valutare le mie scelte da diversi punti di vista e a prendere in considerazione possibili conseguenze.

Cos’ha in serbo la Serbia. Un italiano nei Balcani.

Come ti sei organizzato prima della partenza?

Trattandosi della mia terza “migrazione”, se mi passate il termine, avevo oramai una certa esperienza organizzativa.

Il primo passo, come al solito, è stato quello di effettuare una serie di visite esplorative della mia meta. Come secondo punto, mi sono assicurato di avere un solido contratto di lavoro e Jelena ed io abbiamo valutato insieme dove avremmo vissuto. Infine, trattandosi di un paese fuori dell’EU, ci sono state una serie di pratiche e permessi di soggiorno da fare prima del trasferimento.

Dove abiti precisamente e di cosa ti occupi?

Abito nella città di Novi Sad e al momento lavoro come Data Engineer per un’azienda che ha sviluppato un software per l’elaborazione di dati clinici e genetici.

È facile trovare un alloggio? Quali sono i costi medi?

Trovare un alloggio non è un problema. Purtroppo, però, dall’inizio della guerra in Ucraina, la Serbia è stata oggetto di una immigrazione di massa di ucraini e russi. Questa immigrazione, insieme al boom dell’industria IT attualmente in corso in Serbia, ha portato a un rialzo non indifferente dei prezzi di affitti e proprietà immobiliari.

Guardando a Novi Sad, che non è la capitale del Paese, acquistare un appartamento in centro comporta un costo di circa 3000 euro al metro quadrato, mentre appartamenti in periferia si aggirano tra i 1600 e 2000 euro al metro quadrato. Questo è circa il doppio dei costi di dieci anni fa.

Per quanto riguarda gli affitti, il costo per un appartamento in centro tra i 40 e 50 metri quadri, arredato e di buona qualità, si aggira tra i 400 e 500 Euro al mese. Ovviamente, è possibile trovare anche appartamenti molto più economici, rinunciando alla qualità.

Il mio parere è che questo rialzo dei prezzi è temporaneo e, prima o poi, la situazione si stabilizzerà su costi più bassi.

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

Il sistema sanitario è composto da professionisti molto competenti. Purtroppo, il Paese non investe adeguatamente su di esso e gli stipendi nel settore sono molto bassi rispetto agli standard europei. Questo porta a una migrazione del personale medico verso strutture private o verso altri Paesi europei.

Le strutture private, d’altra parte, sono generalmente di ottima qualità e i costi sono molto più bassi rispetto a quelli italiani.

La burocrazia non è molto diversa da quella italiana. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, la città di Novi Sad è molto ben organizzata e il territorio è coperto da piste ciclabili che permettono di raggiunge ogni punto della città. Essendo divisa da larghe strade (chiamate bulevar) alternate con strade più piccole, è difficile vedere grandi ingorghi a livello di quelli delle città italiane. La rete di autobus funziona relativamente bene e offre dei validi per spostarsi.

D’altra parte, la città di Belgrado, a causa della mancanza di una rete metropolitana, che ritengo fondamentale per una capitale di quelle dimensioni, risulta molto caotica e raggiungere alcune destinazioni durante le ore di punta può voler dire in ore da passare imbottigliati nel traffico.

Cosa si fa, lì, in ambito artistico, culturale e ricreativo?

Novi Sad è una città estremamente attiva dal punto di vista artistico e culturale. Nel 2022 ha anche ricevuto il titolo di “capitale europea della cultura”.

Novi Sad è da sempre un crocevia di diverse culture che attualmente vivono qui in armonia. Questo è dovuto alla vicinanza ai confini dei Paesi circonstanti e alle diverse popolazioni che hanno abitato il territorio.

Al giorno d’oggi a Novi Sad (e nella regione della Vojvodina in generale) ci sono altre tre lingue estremamente attive parlate dalle minoranze presenti sul territorio che sono l’ungherese, lo slovacco e il russino.

Ci sono diversi teatri che permettono di assistere a vari spettacoli legati alle diverse culture che convivono qui, come anche un teatro interamente dedicato a spettacoli per bambini.

La scena musicale è estremamente attiva, a parte una serie di locali che permettono a gruppi del posto di esibirsi, non si possono non nominare le cosiddette Kafane. La Kafana è una sorta di taverna molto particolare e tipica dei paesi balcanici. E’ un posto in cui i serbi festeggiano occasioni importanti, discutono di affari, passano una serata in compagnia sorseggiando alcolici locali (rakija in primis) e ascoltando la musica suonata da Trubaci e Tamburasci. Questi sono gruppi formati da 3-4 elementi che viaggiano di Kafana in Kafana e da tavolo a tavolo suonando musiche tradizionali.

Infine, è impossibile parlare della vita culturale di Novi Sad senza nominare l’EXIT festival, che è uno dei festival musicali più grande dell’Europa dell’Est. L’EXIT festival, che si tiene ogni luglio, coinvolge una moltitudine di star internazionali e si svolge nello splendida fortezza di Novi Sad.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Il popolo serbo è uno di quelli più ospitali che abbia mai visto. Anche nei primi tempi, pur non parlando la lingua locale, tutti hanno sempre fatto il possibile per farmi sentire il più possibile parte della comunità sia sul luogo lavorativo sia al di fuori di esso.

serbia novi sad

Pensi che sia facile, per un italiano, trovare lavoro o avviare un’impresa lì?

Con il passare degli anni sento sempre più spesso il suono della nostra lingua per le strade di Novi Sad. Trovare un lavoro qui, al momento, è abbastanza semplice, soprattutto se si è nel settore IT. Aprire un’azienda non è più complesso rispetto al farlo in Italia, anche se ritengo che un aiuto da un professionista del luogo sia necessario, almeno per i primi tempi di gestione dell’attività.

Cosa serve, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare in Serbia?

La Serbia non appartiene all’Unione Europea, quindi, vivere e lavorare qui può risultare un po’ più complesso rispetto al farlo nei Paesi europei.

Prima di tutto, è necessario avere un permesso di soggiorno, seguito da un permesso di lavoro. Le aziende più grandi di solito aiutano gli impiegati stranieri con queste formalità.

Hai lanciato un podcast senza scopo di lucro in cui parlare della vita, della cultura e della storia serba. Ti va di parlarcene meglio?

Ho lanciato, da un mese a questa parte, un podcast chiamato “Cos’ha in serbo la Serbia. Un italiano nei Balcani” su Spotify e una serie di altre piattaforme di podcasting.

L’idea è nata dopo aver constatato che la cultura italiana e quella serba, pur avendo diversi punti in comune, hanno anche diverse differenz,e che emergono dopo aver vissuto a lungo sul territorio. Lo scopo del podcast è condividere le mie esperienze in questo Paese, raccontarne un po’ la Storia, intervistare italiani e persone del luogo per condividere tutto questo con gli italiani che stanno pianificando di trasferirsi da queste parti o che sono semplicemente curiosi di conoscere più approfonditamente la cultura di questi luoghi.

Cosa consiglieresti a chi sogna di trasferirsi in Serbia?

Prima di tutto, suggerisco di avere una mente aperta, di cercare d’interagire il più possibile con le persone del luogo. Il secondo consiglio è di cercare di imparare la lingua, non è strettamente necessario ma sicuramente aiuta a integrarsi.

E cosa a chi, invece, sta pianificando il suo viaggio lì?

Innanzitutto, fare un po’ di ricerche e definire un itinerario e dei posti da vedere. La Serbia è stracolma di posti splendidi, sia dal punto di vista storico sia da quello naturalistico. Purtroppo, molti di questi luoghi non sono sufficientemente pubblicizzati e anche raggiungerli potrebbe essere complesso, basandosi solo su indicazioni stradali.

La Serbia ha un passato non troppo lontano abbastanza complesso. Ti va di parlarcene e di commentare anche gli eventuali effetti che ancora si vedono nella vita delle persone?

Senza dubbio le guerre Jugoslave e la successiva guerra in Kosovo hanno pesantemente condizionato la vita del Paese sia da un punto di vista sociale sia da quello economico. I rapporti con i paesi dell’ ex-Jugoslavia sono sostanzialmente cordiali.

Per mia esperienza personale, è rimasta una leggera tensione nei rapporti con la Croazia, ma la mia opinione è che questa tensione sia in qualche modo fomentata dai media di entrambi i Paesi per motivi che non riesco a comprendere. D’altra parte, ogni anno una moltitudine di serbi affolla le coste croate e anche qui a Novi Sad spesso è possibile vedere diverse targhe croate e non sono a conoscenza di nessun episodio sgradevole tra le due popolazioni in tempi recenti.

Quello delle minoranze serbe nella parte Nord del Kosovo è un problema serio, per il quale mi sembra che nessuna delle forse internazionali coinvolte stia facendo alcuno sforzo concreto per raggiungere una soluzione equa per entrambe le parti.

Quali sono, secondo te, i pro e i contro del vivere lì?

Pro: l’ospitalità della gente, l’ottima cucina locale e la presenza di un mercato in espansione e con diverse opportunità.

Il doversi rivolgere spesso alla sanità privata e i vari permessi necessari per trasferirsi possono essere considerati da alcuni degli svantaggi. Aggiungerei il traffico, se si ha intenzione di vivere a Belgrado.

Cos’hai imparato, finora, vivendo in Serbia?

Sicuramente il vivere qui mi ha permesso di allargare i miei orizzonti e conoscere una cultura che è simile ma allo stesso tempo possiede differenze sostanziali dalla nostra. Inoltre, ho avuto l’opportunità d’imparare una nuova lingua piena di caratteristiche specifiche che la differenzia dalle lingue romanze ed è ben compresa in tutti i territori della ex Jugoslavia.

Progetti futuri?

Al momento, abbiamo in programma di continuare a condurre la nostra vita qui in Serbia. Il progetto principale è quello di viaggiare il più possibile ed esplorare i Balcani.

Per seguire e contattare Luigi:

Sito web: https://italianoinserbia.com/

Indirizzo e-mail: italianoinserbia@gmail.com