Una famiglia italiana Isole Falklands

A cura di Nicole Cascione

Quando è nata Frida, Bologna, la mia città natale, improvvisamente ci sembrò così piccola. Ci rendemmo conto che se volevamo visitare qualche angolo del mondo avremmo dovuto muoverci in tutti i sensi. Così Davide, all’epoca mio compagno, cominciò a mandare CV ovunque. Arrivò, tra le prime, la risposta per lavorare come economista per il governo delle Falklands. All’inizio la cosa ci faceva molto ridere, continuavamo a ripetere: “Ti immagini Frida che comincia a camminare con i pinguini!”. Però più passavano i giorni e più l’idea ci sembrava meno assurda. Così, dopo che Davide superò i 3 colloqui di lavoro, cominciammo l’iter per trasferirci alle Falklands.

Un’esperienza per Marinella e la sua famiglia, durata 4 anni, dopo dei quali, a causa dell’arrivo di una nuova bimba, esigenze pratiche li hanno portati ad affrontare un nuovo trasferimento, un ulteriore cambio di vita.

Destinazione: Madrid.

Marinella, quali sono state le difficoltà contro cui vi siete scontrati all’inizio della vostra permanenza alle Falkland,?

Sicuramente il mio scoglio più grande è stata la lingua. Non conoscendo l’inglese era difficile comunicare con il mondo circostante. Le Falklands ospitano circa 70 nazionalità diverse, ma noi eravamo gli unici italiani. Il primo corso di lingua inglese è partito dopo 9 mesi che eravamo atterrati sul posto. Poi sicuramente l’alimentazione, pochi i prodotti freschi, costosissimi e non sempre di qualità. Amazon non consegna e così se la frutta finisce tutta nella prima settimana di consegna, aspetti anche più di un mese per poterla riavere tramite i container via nave. Diciamo che impari a rinunciare a tante cose più o meno importanti, ma quello che ti può dare la natura circostante, a noi bastava per non farci sentire frustrati per le mancanze materiali.

La nostra esperienza alle Isole Falklands

Ad un certo punto hai avuto un lampo di genio: preparare pasta fresca da vendere sul posto. Raccontaci qualcosa di questa “avventura”.

In realtà ero partita con l’idea di fare un po’ di pasta fatta in casa, ho frequentato l’alberghiero e ho sempre lavorato nella ristorazione. Una volta ottenuti i permessi, ho cominciato a fare la sfoglina in casa e vendendola direttamente dalla porta di casa mia. Man mano che prendeva piede, ho cominciato ad organizzare eventi, tipo il Falklands food fest, dove ognuno poteva vendere i prodotti realizzati in casa originari del proprio Stato. Avevamo cibo cileno, argentino, cinese, filippino, inglese, italiano (ovviamente) e alcune persone che proponevano i prodotti del proprio orto. Dopo 3 anni di lavoro da casa ero riuscita a trovare un piccolo locale che, sistemato, si è trasformato in un piccolo bistrot con tre tavoli e cucina a vista. Preparavo, per la pausa pranzo, piatti tipici italiani fatti a mano e una sera a settimana serata aperitivo o cene a tema regionale.

Com’è proseguita la vostra vita in questi 4 anni e perchè poi avete deciso di trasferirvi a Madrid?

La nostra vita alle Falklands ci ha regalato molte soddisfazioni, oltre al bistrot, ho partecipato a programmi TV per Uruguay, Cile e Argentina e ho anche contribuito a realizzare un altro bellissimo progetto: la stesura del libro “Mamme italiane nel mondo 2” di Stella Colonna. Una raccolta di storie di mamme sparse nel mondo che raccontano le loro avventure e come sono riuscite a realizzarle. La cosa più bella è che i soldi ricavati vanno tutti in beneficenza ad associazioni che si occupano di bambini, dall’accoglienza alla ricerca.

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Lavorativamente mio marito da economista del governo è diventato capo economista, quindi ha potuto imparare molto nel settore e nostra figlia Frida ha appreso l’inglese come prima lingua. A settembre del 2021 ho scoperto di essere incinta della seconda bimba (al momento Leila ha 6 mesi) e abbiamo cercato di rientrare in Europa, l’ospedale delle Falklands è limitato e quindi abbiamo optato per un rientro “nella civiltà”. Tra alcune proposte di lavoro ci è arrivata la possibilità di andare a Madrid, ottima occasione per avvicinarsi a casa e aggiungere una nuova lingua al curriculum di tutta la famiglia.

La nostra esperienza alle Isole Falklands

In questi 4 anni vissuti alle Falkland, come vi siete trovati?

Noi ci siamo trovati molto bene sotto tantissimi punti di vista. Poco stress, vita rallentata, se lavori per il governo alle 4.30 pm stacchi di lavorare e puoi avere tempo per la famiglia o per i tuoi interessi. Se hai inventiva hai spazio di crescita in campo lavorativo. Inoltre, in primavera e in estate puoi goderti tantissimo la natura. Di contro però l’ospedale non è all’altezza di una vita così isolata dalla terraferma, i voli per tornare in Europa sono scomodi, lunghi e costosi e devi abituarti a rinunciare alle cose materiali.

Quindi un posto per tutti o per pochi?

È un posto per chi vuole fare un’esperienza di vita wild, avendo comunque tutto sommato le proprie comodità. Ti deve piacere tantissimo la natura e non soffrire di solitudine, perché gli inverni sono lunghi e impegnativi.

Un bilancio su questi 4 anni di permanenza sul posto.

Facendo un bilancio rifaremmo tutto! Mia figlia ora soffre a non stare più lì, perché era veramente libera di godersi i suoi anni e noi abbiamo sicuramente nostalgia di una vita semplice.

Da qualche mese quindi vi siete trasferiti a Madrid. Cosa ti è dispiaciuto lasciare alle spalle?

L’uscire di casa, fare 10 minuti di macchina e trovarti in spiaggia con i pinguini, passeggiare e trovare casualmente un leone marino.

pinguini alle Isole Falklands

Se avessi avuto la possibilità di restare, l’avresti fatto?

Credo che le Falklands siano perfette per chi desideri vivere un’esperienza con bambini piccoli, perché è un posto per famiglie oppure quando manca qualche anno alla pensione. La scuola non è delle migliori e arriva fino ai 14 anni, poi devi andare in Gran Bretagna (a spese del governo) se vuoi finire gli studi. Lavorativamente non hai grandissimi margini di crescita, per 5/8 anni sì, poi se hai voglia di progredire devi sperare che il nuovo capo sia in gamba oppure lasciare tutto e ripartire per una nuova avventura lavorativa. Noi avevamo principalmente il problema della scuola per la nostra bambina più grande.

Anche se vi siete trasferiti solo da 10 mesi, quali sono le differenze nette che hai potuto constatare tra le Falkland e Madrid?

Beh, Madrid è una metropoli, le Falklands un paesone sperduto! Qui a Madrid ho tutto quello di cui si ha bisogno per crescere una famiglia, Madrid è un paese a misura di bambino.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Per ora stabilizzarci a Madrid, riorganizzare la nostra famiglia qui e una volta imparato tutti bene lo spagnolo, forse, ripartire per una nuova avventura. Carpe Diem!

Mamme italiane nel mondo

Ilpinguinoblu.wordpress.com