Il paradiso é per i morti

di Porto Seguro

 

Nessuno si offenda, per carità. La mia vuole essere solo una provocazione.

Questa frase non è neppure mia ma di un americano che ha girato il mondo in lungo ed in largo e non ha mai trovato l’Eden sognato. Mi era piaciuta  e quindi l’ho riportata come titolo provocatorio per lanciare questa discussione.

Vorrei fare alcune considerazioni con voi tutti che sognate di mollare tutto e cambiare vita. Io sono piu’ di vent’anni che viaggio per il mondo con l’idea di trovare un paradiso dove fermarmi ma non l’ho mai fatto.

Non per i motivi che molti hanno citato, ovvero la paura di non sbarcare il lunario. Personalmente non sono affetto da questa paura. Ho la convinzione e forse la presunzione di potermela cavare in qualsiasi posto del pianeta.

Certo non arricchirmi, non mi interessa neppure. Ma sopravvivere non è poi cosi’ difficile, e di questo particolare aspetto mi hanno convinto anche molte letture e approfondimenti sull’argomento. Se ti accontenti di una vita semplice puoi vivere ovunque. In alcuni posti del pianeta puoi addirittura vivere anche (o quasi) senza lavorare per nulla.

Come facevano i nostri antenati. Ho delle persone di mia conoscenza che vivono nelle filippine senza avere alcun lavoro.

Quindi il mio problema non è come sopravvivere, ma se veramente questa vita ai margini della società (a cui molti di noi aspirano) sia poi veramente appagante.

I primi dubbi sul fatto che questa vita non fosse poi cosi’ bella mi vennero un giorno di diversi anni fa quando incontrai a Milano una ragazza che viveva in Nuova Caledonia, uno di quei posti che per me erano nella Top List dei paradisi in cui poter vivere. Ad un certo punto della discussione questa ragazza mi disse qualcosa che mi fece poi riflettere per molti anni.

Mi disse qualcosa del tipo ” beati voi che potete vivere qui a Milano … !! se solo potessi trasferirmi qui … !” Stentavo a credere alle mie orecchie. Ma continuando la conversazione la ragazza mi confermò: In Nuova Caledonia si annoiava a morte !

Qualche anno dopo vidi sulla TV francese un documentario che si intitolava pressapoco “L’altra faccia della Polinesia”. Il giornalista mostro’ una serie di interviste a giovani polinesiani dalle quali si scopriva come la vita di queste persone fosse piatta, assolutamente noiosa, e che queste persone sognavano tutte di venire “nel continente”.

Del resto se ci pensate bene l’umanità tutta viene da una vita semplice che però ha sempre cercato di riempire con passatempi, distrazioni, sport, letture e quant’altro per renderla meno monotona. Per dirla in poche parole: la vita dei nostri antenati era si’ semplice e a contatto con la natura, ma era anche un gran noia.

Di questo me ne resi conto quando intavolai conversazioni con la gente locale che viveva ai tropici. Erano circondati da una natura lussureggiante che a me faceva girare la testa, ma a loro non faceva assolutamente nessun effetto.

Quando vivi ogni giorno circondato da palme, spiaggie bianche e mare turchese, queste cose diventano banali e perdono importanza. Ed ecco che magari, come succede a queste persone, sogni di andare a vivere a Milano.

Ora, non pensate che io voglia dissuadervi dal fare il grande salto. Non è nelle mie intenzioni. Ed io stesso non ci ho mai veramente rinunciato. Anzi, sono sempre alla ricerca dell’Eden anche se poi quando leggo “Il Paradiso è per i morti” mi faccio una risatina e penso … mah ! Forse è vero. Credo che l’importante sia essere realisti. E quindi mi soffermero’ su alcuni punti molto importanti.

1) Chi ama viaggiare non puo’ vivere su un’isola
Chi ama viaggiare ed è una persona curiosa, non potrà mai vivere in un’isola sperduta nell’oceano ! Dopo qualche mese, sentirà di nuovo il bisogno di partire per scoprire nuovi orizzonti. Le persone che possono vivere felicemente su un’isola tropicale sono quei tipi di persone molto stanziali, abitudinarie, che sono in grado di ripetere le stesse azioni ogni giorno.

Il paradosso è che questo genere di persone in genere sta benissimo in Italia e non pensa mai di andarsene.

2) Il Clima migliore non è quello tropicale.
Il Clima migliore, anche se pochi ci pensano, non è quello tropicale. La maggior parte di noi va nei tropici quando è inverno e la temperatura è sopportabile.

Ma quelli che hanno provato ad andarci in estate sanno che tipo di sofferenza si prova con tutto quel caldo. Se vivete ai tropici tutto l’anno dovete mettere in conto una grossa spesa di energia elettrica per fare andare un condizionatore 24 ore su 24 nei mesi estivi. Inoltre vivere nel caldo umido non è affatto piacevole.

Le pioggie ai tropici sono molto abbondanti e sono poche le persone che amano la pioggia. Se quindi la vostra scelta di cambiamento è dettata dal clima, sappiate che i climi migliori non sono poi tanto lontano da casa nostra.

Le Isole Canarie sono in assoluto il posto al mondo con ilclima migliore: 20 Gradi in Inverno, 24 in Estate. Nessun altro posto al mondo vanta una cosi’ piccola escursione termica tra l’estate e l’inverno. Ma ancora piu’ vicino, il nostro sud Italia, Pantelleria, Lampedusa, la Grecia, il Marocco, la Tunisia, hanno dei climi moto piu’ piacevoli di quello tropicale.

Per chi ama le grandi Città, Sidney offre un’ottimo clima. L’alternativa per chi vuole stare in zone tropicali e quella di stare in altitudine. In questo senso ho sentito parlare molto bene, in senso climatico della citta di Quito. Molti pensionati americani si stanno trasferendo li’.

3) I servizi sanitari buoni sono una chimera.
Se decidete di trasferirvi definitivamente all’estero dovete pensare e mettere in conto che potrebbe succedervi di avere bisogno di un piccolo intervento chirurgico e di determinate cure anche costanti, una volta che reggiungerete la tarda età.

Difficilmente troverete nel mondo servizi sanitari di livello paragonabile a quelli occidentali. Le uniche eccezioni sono Cuba, e tutti i territori d’oltremare francesi come la Polinesia, Reunion, Nuova Caledonia etc..

Il problema è che in tutti i territori d’oltremare francesi, il costo della vita è altissimo, in alcuni casi piu’ della Francia e quindi dell’Italia. Per quanto rigurada ad esempio il Marocco, che è molto di moda ultimamente per trasferirsi, mi hanno confermato dei locali che quando necessitano di cure mediche importanti se ne vanno in Francia …

Insomma, si torna sempre da mamma Europa. Inoltre mentre il sistema sociale in Europa permette alle persone di andare all’ospedale gratuitamente, in quasi tutto il resto del mondo dovrete pagarvi di tasca propria il vostro ricovero in ospedale, l’intervento, le cure etc ..

In genere, in quasi tutti i paesi l’ospedale vi chiederà un’anticipo in denaro molto consistente prima di accettarvi in ospedale. Non pensate nemeno lontanamente che le cliniche all’estero abbiano questo tipo di approccio “semo tutti amici”. La salute è un buisness ovunque.

Anche ai tropici. Allora se non avete almeno 5 – 6000 Euro da anticipare all’ospedale, questi vi lasciano tranquillamente crepare sotto la vostra palma.

4) I diritti di proprietà non sono uguali in tutto il mondo.

Quello che molte persone che si sono trasferite non vi dicono è che non è cosi’ semplice acquistare una proprietà all’estero.

La reciprocità non esite. Mi spiego. Mentre un Thailandese puo’ tranquillamente venire in Italia o in Europa e acquistarsi la casa che vuole, un italiano non puo’ per legge acquisire una proprietà in Thailandia.

Ma allora tutti gli italiani che vivono in Thailandia come hanno fatto ? E’ semplice, molti hanno sposato una Thailandese e hanno intestato la casa alla moglie (con tutti i rischi che questo comporta in caso di successivo divorzio), altri hanno contratto finti matrimoni (situazione illegale), altri ancora hanno dovuto aprire delle corporation in società con gente del posto (che spesso si conosce appena) e acquistare una casa con la società.

Anche in questo caso il rischio è enorme perché il socio thailandese deve posserdere per legge la maggioranza della societa’ e quindi puo’ di fatto decidere quello che vuole). Questo discorso che ho fatto per la Thailandia vale per quasi tutti i paesi non occidentali, ad eccezione di quelli che hanno stipulato accordi precisi con i nostri paesi come ad esempio il Brasile.

In Brasile un italiano puo’ acquistare una proprieta’ a pieno titolo esattamente come farebbe in Italia. Ho scritto piu’ volte anche al sole24ore chiedendo loro di pubblicare una lista esaustiva di tutti i paesi del mondo dove è realmente possibile acquistare una proprietà a pieno titolo, ma non mi hanno mai risposto.

Anche l’aspetto tassazione della proprieta’ e’ importante. Una volta che avete comprato il vostro cottage sulla spiaggia bianca, dovrete pagare delle tasse in quanto proprietari. Queste tasse variano da pease a paese e spesso sono diverse se il proprietario è uno straniero invece che un locale. Anche su questo punto non sono mai riuscito a trovare una lista comparativa veramente esplicativa.

5) Il cibo.
Pensate veramente di poter tranquillamente a meno del cibo italiano ?

Rendetevi conto che noi siamo dei privilegiati perché insieme ai francesi viviamo nel paese con la cucina migliore al mondo. Questo è una fortuna, ma al tempo stesso una sfortuna, perché il nostro palato è abituato fin dalla piu’ tenera età ad una serie infinita di sfumature di sapori, che nel resto del mondo gli altri si sognano.

Cio’ comporta uno stress nel momento in cui voi toglierete al vostro corpo il piacere di tutte queste sfumature. Se pensate che sia una cosa senza importante vi sbagliate. Io ho parlato con persone che hanno lasciato l’italia da vent’anni e ancora non si sono abituati a sopperire alla mancanza dei sapori italiani.

Spesso vengono in Italia per una breve vacanza per ritrovare quei sapori che hanno perso. Molti pensano che ormai con la globalizzazione si possano comprare i prodotti italiani in qualunque parte del globo ma non è cosi’.

Anche se teoricamente il paese straniero in cui avete deciso di vivere potrebbe importare ogni genere di prodotto italiano, non lo fa perchè sarebbe poco redditizio importare prodotti che verrebbero consumati solo da una piccola comunita’ di italiani emigrati.

Per i prodotti freschi, poi è ancora piu’ complicato. Non dimenticate che il cibo e’ uno dei piaceri primordiale e fondamentali dell’uomo. Sottovalutarlo significa andare incontro ad una imprevista delusione.

Concludo ribadendo che non è mia intenzione dissuadere nessuno, anzi vorrei con questo mio intervento, che potrebbe sembrare un tantino troppo realistico e cinico, promuovere una discussione aperta, amichevole in cui ognuno possa esprimere il proprio pensiero e contestare anche tutti i punti di cui ho scritto sopra.

La cosa piu’ bella nella vita è poter cambiare idea.

Un cordiale saluto a tutti da Porto Seguro.

marco.pelizza@email.it