E’ successo anche a Giulio Cerqua, nato a Piombino 44 anni fa, orafo, che sotto cumuli di polvere ha perso molti amici e che vive ancora con l’angoscia di quella notte. Nonostante abbia cambiato città e vita.

aquila terremoto

Quel terremoto gli ha portato via tredici anni di sacrifici. Racconta di aver sentito subito un fragore terribile. “Ho capito subito che cosa era successo- dice- Sono corso in centro. E ho visto il mio negozio pieno di crepe. E’ stato un brutto colpo. Ero spaventato e arrabbiato. Sa, mi dicevo, se il giocattolo l’avessi rotto io avrei sopportato in silenzio. Ma era stata la natura a portarmi via tanti anni di duro lavoro””.

Giulio si è trasferito da ragazzino in Abruzzo con suo padre e sua sorella, dopo la morte di sua madre. Un altro evento che l’ha segnato parecchio. Aveva costruito da solo il negozio nel centro storico del capoluogo abruzzese. “”Da quando- spiega- abbiamo lasciato la Toscana mi sono buttato nel lavoro. Creare gioielli è animare materiale inerte. E’ dare la vita. Realizzare bijoux è una sorta di festa alla vita che celebro quasi per compensare il dolore della morte di mia madre. Una nascita che schiaccia la paura e il ricordo di tanta sofferenza. Tenevo tanto al negozio. L’avevo costruito con le mie mani.  A trentasei anni, dopo aver fatto il giro del mondo ed essermi formato. Giulio, infatti, ha insegnato in Pakistan e studiato con scultori  italiani del livello di Ceccobelli e Nunzio, che gli hanno trasmesso un profondo amore per l’arte e il Bello.

Gioielli Giulio Cerqua terremoto

“Sono stati due maestri fondamentali nella mia vita- chiarisce- Non mi hanno trasmesso solo nozioni. Mi hanno insegnato ad individuare i valori autentici della vita. Quelli con i quali ho reagito a quel maledetto terremoto. Vedere l’arcata dell’’ingresso del mio negozio piena di crepe è stato morire due volte”.. Il Seicentesco Palazzo Carli in Via Mazzini, che ospitava il negozio, non è crollato, ma presenta segni di cedimento. E’ stato imbracato dopo un mese, perché bene tutelato, ma non è certo agibile.

Un terremoto prevedibile, contro cui la città non si era attrezzata in modo sufficiente? “”No, affatto- replica Giulio – il terremoto è stato straordinario. Sussultorio, ondulatorio e rotatorio. Mai vista una cosa simile. E gli effetti si vedono in tante palazzine, su cui sembra che qualcuno abbia inciso una x. Se i palazzi non fossero stati antisismici, la città sarebbe stata rasa al suolo. Il guaio è che per il centro storico non si sa come procedere. Buona parte dei palazzi è sotto tutela e non si può abbattere. Quindi non si può ricostruire. Comunque, la celerità con cui si è data una casa agli sfollati dimostra che con impegno qualcosa si può fare”..

Per questo ha deciso di cambiare città? “Guardi- sottolinea- ho provato a rimanere a L’Aquila e a ricominciare. Anche se i danni economici subiti sono stati ingenti. Non avevo messo da parte tanti soldi, come tanti altri. Nessuno avrebbe mai immaginato effetti così devastanti.  Mi ero fatto promotore di un progetto: la costruzione di un tecno polo, che avrebbe fatto lavorare gli orafi della città con le commesse di nomi prestigiosi. Avremmo creato un indotto notevole. Non avremmo mandato in fumo l’esperienza e la tradizione di tanti artigiani. Ma sono stato frainteso. Qualche collega ha pensato che avessi intenzione di lucrare. Tanta invidia. Un individualismo esasperato ha bloccato tutto. Non ho avuto neanche l’appoggio del Governo regionale. Il Presidente della Regione non mi ha concesse udienza, preso dall’emergenza. Ma con quell’’iniziativa avremmo ridato energia alla città, entusiasmo e voglia di ricominciare. Niente”.

Gioielli Giulio Cerqua, negozio di Putignano terremoto

Così Giulio si è trasferito a Putignano, una cittadina di quasi trentamila anime nel Barese e ha aperto un negozio- laboratorio.  La sua compagna, putignanese, che ha studiato nel capoluogo abruzzese per diventare odontoiatra, lo ha aiutato a dare una svolta alla sua vita.“”Non ho azzerato – dice Giulio – la mia esperienza e la mia storia”.”. Putignano, però, non è L’Aquila. “Non importa- replica- ho il mio banchetto. Ed è già tanto. Per troppo tempo sono rimasto fermo. Non sapevo più cosa fare della mia vita. Ora ce l’ho di nuovo in pugno. Non manca la paura. E sono cambiato parecchio. Non programmo più a lungo termine e vivo l’attimo, anche per merito dei miei gioielli.  Certo, non è facile cancellare il ricordo di tanti amici che non ci sono più e di molti anni di sacrifici. Ma vado avanti. E accetto tutto questo come una nuova sfida. Del resto, ho sopportato un dolore ben più acuto del terremoto. La morte di mia madre. Un affetto importante. Le scosse- mi consolo- hanno distrutto solo beni materiali. La morte, quella, no. Ha segnato la mia anima”.

Le campane della Basilica più importante della città abruzzese continuano a suonare. Grazie ai battiti del cuore di Fiorella Mannoia. La cantante, impegnata con altre colleghe in concerti destinati alla raccolta di fondi per L’Aquila, porta al collo un pendente d’argento stilizzato a forma di rosone. A realizzarlo è stato Giulio che, oggi dopo mesi di inattività, ha un progetto: entrare nel circuito dell’alta moda  con le unghie realizzate in oro e diamanti, che ha presentato di recente a Vicenza Oro. Un oggetto che in senso metaforico dà l’idea di quanta voglia di andare avanti egli abbia. “”Di fronte ad una tragedia così grande- afferma- ho voluto tirare fuori le unghie. Anche se penso una cosa: ‘A salvarci sarà sempre la solidarietà. Quella vera”.

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A cura di Cinzia Ficco

Gioielli Giulio Cerqua terremoto

Gioielli e creazioni di Giulio Cerqua, orafo terremoto