Giovanna. Una mamma “expat” ci racconta la sua vita sempre in movimento
Di Nicole Cascione per Voglio Vivere Così Magazine
Cosa significa essere una famiglia expat con figli in età scolare? Quali sono i pro e i contro di una vita sempre in movimento? Quali sono le difficoltà oggettive affrontate ad ogni trasferimento? Ce ne parla Giovanna Foletti, “mamma expat” da ben 14 anni.
Giovanna, qual è il lato positivo e quale quello negativo di una vita da expat?
Il lato positivo della mia vita da expat è sicuramente il poter visitare nuovi Paesi, avere il tempo di assorbirne la cultura e di conoscere il luogo che mi ospita, con calma, giorno dopo giorno.Il lato negativo è che prima o poi dovrò sempre ripartire, salutare e ricominciare in una nuova città, in un nuovo posto.
In passato avete vissuto per 3 anni in Arabia Saudita, cosa ci racconti di quel periodo?
Sì, abbiamo vissuto 3 anni a Riyadh in Arabia Saudita, la vita nel deserto è stata un’esperienza molto intensa ed indimenticabile, non ho avuto particolari problemi ad adattarmi alle regole locali, come il dover indossare l’abaya (lunga tunica nera che copre tutto il corpo) o il non poter guidare. Ho avuto la possibilità di vedere il deserto più e più volte e ogni gita era un’emozione. È stato molto bello e interessante poter conoscere la cultura araba.
Quali sono le difficoltà oggettive e quelle più comuni che hai incontrato durante i vari trasferimenti?
La difficoltà/pensiero più grande è trovare una buona scuola in poco tempo quando hai 3 figlie in età scolare, una casa in affitto la si trova sempre e nel caso la si può cambiare.Doversi ricreare delle nuove amicizie; adattarsi a nuovi orari; è importante inoltre imparare almeno qualche parola della lingua locale anche solo per poter salutare e ringraziare.
Avete vissuto 4 anni in Danimarca, 6 anni in Italia, 3 anni in Arabia Saudita, ed ora siete tornati nuovamente in Danimarca. Come affrontano questi spostamenti le tue tre figlie?
Incredibilmente bene!Rimango colpita ogni volta dalla loro disponibilità a trasferirsi in nuovi Paesi e in nuove scuole, se penso a quanto fu difficile per me il passaggio dalle scuole elementari alle medie…a volte mi chiedo come facciano.Sicuramente essere in 3 e così vicine di età le rende più forti e non si sentono mai sole.Chissà, forse un giorno si stancheranno e vorranno tornare in Italia.
Tuo marito lavora per una ditta che costruisce metropolitane e tu? Di cosa ti occupi?
Io mi occupo della famiglia, di far sì che tutto funzioni, creare in poco tempo una rete di amicizie per le bambine è la mia priorità ad ogni trasloco, perchè se loro stanno bene tutto è più semplice.Nel fine settimana con le bambine studio italiano, non voglio che perdano l’abitudine di saper leggere, scrivere e parlare un buon italiano.Quando ne ho avuto l’occasione, ho svolto dei lavori di breve durata. In futuro mi piacerebbe tornare ad avere un lavoro fisso, ma ora ho altre priorità.
Vivere in un posto, qualunque esso sia, porta a creare dei legami con la gente del posto. Cosa comporta lasciare tutto e partire?
Partire è sempre un po’ come morire.Sono una persona che si affeziona molto alle amicizie e ai luoghi dove vive e soffro molto ad ogni partenza, ma quando penso a quante persone ho avuto la fortuna di incontrare viaggiando e a quanti bei posti ho visitato mi ripeto che sono molto fortunata.
Cosa significa essere una mamma “expat”?
Essere una mamma “expat” ti rende ancora più importante per i tuoi figli, perché ad ogni nuovo inizio tu devi essere il loro pilastro, la loro copertina di Linus dove rifugiarsi. Ma in fondo questo è quello che fanno tutte le mamme, comprese le merende per gli amichetti, semplicemente parleranno tante lingue diverse.
Ora parliamo un po’ del posto in cui ti trovi ora. Come si vive a Copenhagen? Quali sono i pro e i contro del viverci?
Copenhagen è una città che amo, la considero la nostra seconda casa: dinamica, giovane, dove si vive molto bene. Ora ci sono tanti italiani che si sono trasferiti a vivere a Copenhagen, ci sono turisti tutto l’anno, anche nei mesi più freddi, quando invece 10-15 anni fa non trovavi in giro nessuno a gennaio. E’ bello passeggiare in centro e sentire parlare italiano.La Danimarca, in generale, è un luogo dove le famiglie possono vivere bene, qui è più facile riuscire a conciliare lavoro e figli.I contro possono essere il clima freddo e piovoso e il costo della vita, la città in particolare è molto cara.
A chi la consiglieresti e a chi invece no?
Copenhagen la consiglierei in particolare ai giovani e alle famiglie con bambini piccoli, la sconsiglierei ai freddolosi e metereopatici. L’inverno con poche ore di luce è difficile da sopportare.
Un aspetto curioso di Copenhagen:
Quando finalmente il clima si fa “caldo” e c’è il sole, i parchi si riempiono di persone che, come per magia, tirano fuori dagli zaini e dalle borse un telo e un costume e si godono il bel tempo…finchè dura.
Per concludere, quali sono i vostri progetti futuri?
Non so cosa avrà in serbo per noi il futuro e non ci penso poi più di tanto, preferisco godere di quel che ho, perché è impossibile per noi riuscire a fare progetti a lungo termine.
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