Dimora Marfisa d’Este

Flavia Franceschini ci racconta della sua Dimora Marfisa d’Este. Ai suoi ospiti regala un libro appositamente acquistato per loro

Di Enza Petruzziello

Dormire a pochi passi dai grandi capolavori della letteratura e della storia, in un’atmosfera che chi c’è stato definisce unica. Siamo a Ferrara, nel cuore antico di una delle più belle città italiane. È qui che da qualche mese ha aperto “Dimora Marfisa d’Este”, room and breakfast con quattro camere da letto e ben ventimila libri. La casa emana cultura e storia da ogni angolo. Innumerevoli volumi circondano ogni stanza. Si capisce che qui la cultura è di casa. L’ambiente è raffinato ma famigliare e tutto è stato ristrutturato con gusto ed eleganza.

Ad accogliere gli ospiti, all’ombra della grande Ginkgo Biloba che affaccia sul parco della Palazzina di Marfisa D’Este, è Flavia Franceschini, proprietaria di quella che può considerarsi a tutti gli effetti una casa piena di libri. Scultrice, pittrice e scenografa teatrale, Flavia Franceschini è un’artista dalle mille sfaccettature e risorse che ha voluto condividere con gli altri l’enorme eredità lasciata da suo padre, Giorgio Franceschini, avvocato, storico e partigiano.

Dimora Marfisa d’Este è un piccolo gioiello di rara bellezza, dove ammirare e leggere i grandi capolavori letterari del passato e del presente, vivendo allo stesso tempo l’esperienza di abitare anche se per qualche giorno in un’autentica casa ferrarese. La lunga sala d’ingresso, le scale di marmo rosa sulla destra, il giardino in fondo, i pavimenti di cotto antico, le persiane delle finestre da chiudere la sera. L’amore per la letteratura è visibile in ogni angolo della dimora, a partire anche dai nomi delle varie stanze che sono le parole iniziali della prima ottava dell’Orlando Furioso: Le donne, I cavallier, L’arme, Gli amori, Le cortesie, L’audaci imprese (io canto…). «Un piccolo omaggio al capolavoro nato proprio a Ferrara», si legge sul sito della struttura.

Flavia Franceschini

Le librerie sono ovunque, attraversando il grande salone L’audaci imprese, salendo le scale verso le camere o facendo colazione nella sala Le Cortesie. Proprio in queste stanze, di notte, pensate fu cucita segretamente la bandiera tricolore che sventolò sul Municipio il giorno della Liberazione di Ferrara dal nazifascismo. Ai suoi ospiti, oltre ad offrire un’esperienza unica, Flavia dona un libro, non della biblioteca, ma acquistato appositamente per loro.

Flavia da scultrice, pittrice e scenografa teatrale con un suo studio nel cuore medievale di Ferrara a proprietaria di un Room and breakfast. Come riesce a conciliare le due passioni e professioni?

«Più che professione sarebbe meglio definirla semplicemente una passione dato che la svolgo molto saltuariamente. Sulla carta d’identità infatti ho avuto il vezzo di mettere “scultrice”, ma non è davvero in realtà un mestiere continuativo, è soltanto un amore di vecchia data che mi accompagna da sempre, tanto da spingermi a partecipare talvolta a qualche mostra o a concepire qualche esposizione personale. E a rifugiarmi quando posso nel mio studio, un vecchio forno da pane d’inizio Novecento, dove assecondo questi sogni creativi».

Come e quando è nata l’idea di aprire la Dimora Marfisa d’Este?

«Questa recente attività è stata dettata dagli eventi: la casa paterna, alla quale sono legatissima, carica di cose e ricordi e che era sempre stata piena di vita e di ospiti, era diventata tristemente vuota. I genitori sono morti negli ultimi anni e quindi si era inevitabilmente posto il problema di come poter continuare a fare esistere la loro abitazione. Dopo un summit familiare si è deciso di tentare questa nuova e inaspettata strada. Quindi ridare vita alla casa, lasciandola carica della sua storia.

Ora sono naturalmente io a dedicarmi principalmente ad essa, vivendo a poche centinaia di metri di distanza. Ma non ho fatto tutto da sola, ogni componente della famiglia ha collaborato secondo le sue attitudini, dall’affrontare e risolvere la complessa macchina burocratica alla creazione del sito web e dei suoi contenuti, fino alla gestione dei social media».

Flavia Franceschini ci racconta della sua Dimora Marfisa d’Este

Dimora Marfisa d’Este è una tipica dimora ferrarese, come si compone la casa?

«La nostra sfida era quella di trasmettere l’amore per la città e la sua storia agli ospiti in arrivo, partendo da un’abitazione che custodisce gelosamente tante tracce e ricordi. Negli ambienti ristrutturati per questo progetto di room and breakfast hanno trovato il loro nuovo spazio mobili, quadri, oggetti che erano tra quelle mura da generazioni. Il busto del trisnonno ora saluta gli ospiti prima che salgano le scale, i letti in cui hanno dormito nonni e bisnonni accolgono giovani coppie alla scoperta di Ferrara. Perché il passato è un dono prezioso e condividerne l’amore pensiamo che possa arricchire anche il presente».

La particolarità della struttura è l’enorme quantità di libri che è possibile trovare al suo interno, ben ventimila appartenuti a suo padre Giorgio Franceschini, avvocato, storico e partigiano. Una figura importante per la città e non solo. Che tipo di libri ci sono?

«I moltissimi libri della biblioteca paterna, tutti catalogati e spesso di soggetto ferrarese, ora sono in buona parte nel salone di ingresso, riempiendone tutte le pareti. Qui vorremmo anche fare incontri, presentazioni, insomma qualcosa che richiami ancora ospiti ed amici. Ma, essendo l’attività partita da poco e proprio nei mesi di maggior afflusso turistico, non c’è stato davvero ancora il tempo di organizzare iniziative, ferma restandone però l’intenzione. Quando c’è stato da decidere il nome del Room and breakfast si era pensato proprio a La biblioteca. Ma poi la presenza importante della Palazzina Marfisa d’Este a fianco della Dimora ci ha convinto che era inevitabile dedicarlo all’affascinante principessa estense. Che come la sorella Bradamante portava un nome ariostesco. E questo ha suggerito l’idea di identificare le camere con le parole iniziali della prima ottava dell’Orlando furioso: Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese».

Inaugurato qualche mese fa, il Room and breakfast ha già accolto molti ospiti entusiasti all’idea di poter soggiornare in una dimora antica e dormire a pochi metri dai capolavori della letteratura e della storia. Molte le recensioni entusiaste e tanti che parlano di un’esperienza unica. Qual è il segreto secondo lei di questo successo?

«In questi primi mesi di attività abbiamo avuto molti ospiti stranieri, in viaggio per turismo ma anche per lavoro.  Mi svelano, al loro arrivo, che ad aver attirato la loro curiosità era stata proprio la particolarità della grande Biblioteca, ma anche la suggestione di poter abitare in un luogo dal ..sapore antico, con il giardino che confina con quello di una palazzina rinascimentale. E per me è un vero piacere poter raccontare poi loro di Marfisa, donna colta e modernissima, e della leggenda d’epoca romantica dei suoi infiniti amanti. O di Bassani e Antonioni, curiosamente campioni di tennis quando, ragazzi, giocavano nei campi ancora esistenti e attivi nel vicinissimo giardino della palazzina».

Dimora Marfisa d’Este

Ai suoi ospiti regala un libro, comprato appositamente per loro. Come riesce a scegliere il libro perfetto per ognuno e com’è il rapporto che si instaura tra di voi?

«La curiosità di regalare un libro ad ogni ospite è sempre gradita. Scelgo romanzi italiani, preferibilmente, e li poso sul comodino, all’arrivo in camera. Così possono iniziare la lettura la sera stessa».

Non solo ospitalità. Nella sala L’audaci imprese, dove sono raccolti migliaia di libri della Biblioteca, si tengono anche eventi culturali ad invito. Un bilancio di questi primi mesi di attività e progetti futuri?

«La partenza di questa iniziativa, una audace impresa per tanti aspetti, spero possa continuare brillantemente, per ora siamo solo ai primi passi. Ferrara non è una città turistica in ogni stagione dell’anno. Ci sono alcuni momenti di grande richiamo, con eventi che ormai sono conosciuti e consolidati, a lato delle grandi esposizioni a Palazzo dei Diamanti o della stagione di Musica/Prosa/Opera/Danza del Teatro Comunale, in cui la città è letteralmente invasa da decine di migliaia di persone: durante la notte di Capodanno, con l’Incendio del Castello Estense, o durante il famosissimo Buskers festival, che occupa gli ultimi dieci giorni di Agosto. Importante e di grande interesse per il mondo culturale è il festival di Internazionale, ad inizio ottobre, poco dopo il noto giornalistico Premio Estense. Richiamano gente il Balloons festival e la Vulandra, che invadono il cielo della città di mongolfiere e aquiloni acrobatici, in primavera e a fine estate; c’è un bellissimo Palio, il più antico d’Italia, che si svolge negli ultimi weekend di Maggio, con centinaia di figuranti in abiti rinascimentali che attraversano le vie del centro storico.

Ma, ripeto, Ferrara non ha turismo tutto l’anno: essendo guida turistica da quando ero ragazza, so che ancora la mia città è meta, come da sempre, solo di un turismo culturale (a parte quello scolastico in primavera), ma non è entrata nel circuito delle città che vivono di questo afflusso costante. Questa è però una componente del suo fascino, di città silenziosa e ammaliante, con le sue vie ancora spesso deserte, come famosi poeti e letterati hanno cantato».

Per ammirare la bellissima Dimora Marfisa d’Este questo il sito web:

www.dimoramarfisadesteferrara.com/.

Questa invece la mail:

dimoramarfisadeste@gmail.com.