Federica: giro il mare con la mia famiglia

A cura di Maricla Pannocchia

Federica e Alessandro, con la loro figlia Luna, hanno viaggiato vivendo a bordo di un kayak, dalla Liguria alla Sicilia, seguendo una paperella smarrita dalla bambina nel fiume Magra. Prima della pandemia, le vite di Federica e Alessandro, fotografi e giornalisti professionisti che hanno lavorato per le maggiori riviste di viaggio e turismo italiane, collezionando anche numerosi premi per i loro documentari, era molto frenetica. I lock-down e tutte le limitazioni causate dal Covid-19, hanno costretto la coppia a reinventarsi,

“Le riviste hanno chiuso, i tour operators non partivano più”, racconta Federica, “durante la seconda estate di Covid, l’idea di rimanere ancora a casa si era fatta insopportabile e così abbiamo deciso di partire per questo viaggio in kayak, nel quale approfondire il problema della plastica in mare”.

E ci sono riusciti, grazie a una serie trasmessa sulla piattaforma on demand uam.tv e i numerosi incontri con ricercatori, volontari ed esperti di vario genere, nonché a visite ai musei e ai centri di recupero animali marini, Federica e Alessandro sono riusciti a insegnare l’importanza di una vita senza plastica alla figlia “e, speriamo, anche alle famiglie che hanno guardato il nostro documentario.”

Federica Botta barca a vela

Ciao ragazzi, raccontateci di voi. Chi siete, da dove venite…

Quando non inseguiamo paperelle smarrite, siamo fotografi e giornalisti, collaboratori delle maggiori riviste di viaggio e turismo italiane (Qui Touring, Plein Air, Gente Viaggi, Itinerari&Luoghi, I Viaggi di Repubblica, Bell’Europa e In Viaggio). I nostri reportage hanno vinto numerosi premi internazionali: il prestigioso Nature Best Photography dello Smithsonian Institution nel 2010, il Premio Catalunya nel 2011, il Premio Slovenian Tourist Board nel 2012 e il Festival internazionale di Giornalismo di Perugia, sezione turismo nel 2018 e 2020.

Nel 2012, abbiamo iniziato a occuparci anche di filmografia, realizzando documentari naturalistici e video sportivi, promozionali e pubblicitari.

Il nostro primo documentario, “Le spiagge di Chelona”, sulle ultime tartarughe marine del Mediterraneo, ha vinto il Premio Environmental Awareness de L’Institut Océanographique Paul Ricard al Festival Mondiale du l’Image Sous-marine di Marsiglia e il Premio per il miglior documentario per l’Educazione Ambientale all’InMare Festival di Camogli. E’ stato proiettato come focus film alla Grand Prix Evening del Festival Internazionale del Mare di Slovenske Konicje in Slovenia. Il nostro secondo lavoro, “Butterfly into the Blue”, sulla storia delle immersioni subacquee di due giovani ragazze disabili slovene e russe ha vinto il primo premio come Miglior Film Paralimpico allo Sport Film Festival di Palermo, la più grande kermesse italiana del cinema sportivo.

Luna è arrivata in mezzo a noi nell’Agosto 2017 e da allora abbiamo viaggiato insieme alla scoperta del mondo, per realizzare i nostri reportage. Alla ricerca di giocattoli dispersi.

federica botta

L’anno scorso, quando avete avuto difficoltà sul lavoro e avevate una bambina di 4 anni da crescere, avete fatto una scelta insolita. Di cosa si tratta?

Con la pandemia, il nostro lavoro di giornalisti di viaggio si è bloccato completamente, le riviste hanno chiuso, i tour operator non partivano. Dopo un vita sempre in movimento, siamo stati costretti a fermarci per oltre un anno. Arrivata la seconda estate, l’idea di rimanere a casa non era più sopportabile, così abbiamo chiuso tutto (Partita Iva e abitazione), abbiamo caricato il kayak sul nostro furgone e siamo partiti per quest’avventura, viaggiare dalla Liguria alla Sicilia cercando di approfondire il problema del marine-litter e dell’inquinamento da plastica in mare e di trasmettere queste informazioni anche alla nostra bimba.

L’idea è partita proprio dalla nostra bimba, che ha smarrito una paperella nel fiume Magra, trascinata via dalla corrente. Abbiamo scelto di seguirla seguendo i vortici e i sentieri del mare, dal Nord al Sud Italia.

Abbiamo incontrato tantissime persone che si occupano del problema plastica: ricercatori universitari, volontari, biologi, artisti… persino una scienziata che si trasforma in sirena per parlare con i bambini. Abbiamo intervistato navigatori e filosofi, veterinari e attivisti. Abbiamo visitato acquari, centri di recupero animali marini e musei. Abbiamo trovato piccole aziende che producono alternative alla plastica e artigiani che realizzano oggetti con materiali riciclati.

Abbiamo deciso che la nostra esperienza meritava di essere raccontata anche agli altri e alla fine la nostra avventura è diventata un documentario in 12 puntate, dal titolo Luna sul Mare.

Oggi è disponibile sul canale di streaming on demand Uam.tv, una televisione online che si occupa di cambiamento e consapevolezza. Le puntate sono visibili in abbonamento a questo link: https://uam.tv/serie/61eac6944d940/

Federica Botta barca a vela

Come vi siete organizzati, dal punto di vista pratico?

Chi viaggia con i bambini lo sa, lo spazio occupato è inversamente proporzionale all’età. Il difficile è stato far entrare nel furgone e nel kayak, non tanto il nostro necessario, quanto il superfluo indispensabile per lei, cioè: giochi, libri, pennarelli… quello che serve per dare un senso di continuità e normalità. Per fortuna in estate servono pochi vestiti e si vive sempre fuori. Il segreto per noi è stata la semplificazione verso l’essenziale e verso ritmi di vita, per così dire, primordiali: si mangia tutti con un solo piatto, si beve tutti da un solo bicchiere, ci si lava all’aperto, si dorme e ci si sveglia tutti alla stessa ora, seguendo il sole. Ci si veste sempre con le stesse cose, che si sciacquano dal sale la sera ecc.

Abbiamo voluto seguire i ritmi della nostra bimba, quindi un giorno si viaggiava o navigava, un giorno ci si rilassava e si cercavano altri bimbi in spiaggia con cui giocare. Alternavamo giornate di studio e scoperta, in cui visitavamo musei o acquari o incontravamo ricercatori e volontari che ci proponevano attività di pulizia o scoperta, a giorni in cui semplicemente facevamo il bagno e i castelli di sabbia. Ma alla fine, era Luna che ci chiedeva, “Oggi chi vediamo? Che attività facciamo?” perché era ormai incuriosita e completamente assorbita dalle novità e da quello che apprendeva.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti a questa vostra scelta?

Con la varietà del genere umano: chi ci ammirava e invidiava, chi ci dava del matto. Qualcuno ha provato a spaventarci dicendo, “Cosa farete dopo? Mica potete vivere così per sempre”. Ma dopo la pandemia, tutto il nostro mondo era in cambiamento, la vita che avevamo creato stava crollando come un castello di carte e avevamo voglia di vivere alla giornata, senza pensare al futuro.

Durante la vostra esperienza avete incontrato biologi, ricercatori e molte altre figure che si occupano delle possibili soluzioni al problema dell’inquinamento da plastica in mare. Cosa potete raccontarci in merito?

L’esperienza più bella del viaggio è stata proprio la scoperta che ogni nuovo incontro nasconde un nuovo amico. Alla fine, siamo arrivati alla conclusione che la scienza è nulla senza il cuore e che il vero motore del cambiamento restano sempre le persone. Che tutta la tecnologia non può nulla se non consideriamo le persone.

Cosa possono fare, i nostri lettori, ogni singolo giorno, per evitare i problemi causati dalla plastica in mare?

Ci sono moltissime soluzioni nascoste, che cerchiamo di raccontare nelle puntate del nostro documentario: prodotti alternativi dalla carta alla canapa, dalla plastica di mais a quella di zucchero. Ma la soluzione vera è ridurre drasticamente la necessità d’imballi monouso. E’ una scelta di vita, bisogna cambiare la maniera di fare la spesa e cucinare, la maniera di bere, quella di vestire, perché l’abbigliamento sintetico produce moltissime microplastiche. Anche il modo di lavarsi, perché la cosmesi è un settore a grande accumulo di plastica. Bisogna scegliere i bar che offrono caffè in tazza, rinunciare ai campioncini di crema monouso ecc.

Eppure, ci siamo accorti che quello che per noi sembra così complicato, dopo poche settimane, per i bambini diventa naturale. Luna si accorgeva della presenza di plastica ovunque, dal sacchettino del tatuaggio temporaneo alle cannucce. E ci rinunciava senza fatica pensando alle tartarughe salvate, ai delfini in pericolo, al terribile brodo di plastica che abbiamo incontrato più volte nei porti.

Federica Botta barca a vela

Quali sono, secondo voi, le caratteristiche da avere per affrontare un’avventura del genere con successo?

Innanzitutto dipende da cosa s’intende per “successo”. Noi non diventeremo certo ricchi con quello che abbiamo fatto, ma siamo riusciti a trasmettere bene il messaggio a nostra figlia e speriamo anche ad altri bambini e famiglie che hanno visto le nostre puntate.

Per noi il segreto è stato solo quello di vivere nel momento. Considerare un privilegio la possibilità di dedicare del tempo a quello che avevamo scelto di fare. Ogni giorno è stata una crescita, una scoperta e quindi una vittoria. E una condivisione. Vivere insieme quest’avventura ci ha insegnato che tutti possiamo imparare da tutti, anche dai più piccoli.

Avete mai avuto paura?

Un paio di volte, durante qualche navigazione con brutto tempo arrivato all’improvviso. Abbiamo temuto sopratutto che Luna potesse spaventarsi per le onde che arrivavano a coprire tutto il kayak e le passavano sopra la sacca impermeabile. Oppure quella volta che Luna è stata circondata e pizzicata dalle meduse lungo una scogliera deserta senza approdi, con la spiaggia più vicina a due ore di navigazione. Ma, se si è aperti, l’aiuto arriva sempre… a noi è arrivato sottoforma di un gentilissimo signore in gommone, che ci ha fornito medicinali e anche acqua da bere e persino un succo di frutta per la bimba.

Ma più di tutto, ci siamo terrorizzati quella volta in cui la polizia locale ci ha svegliati in piena notte, per dirci non potevamo dormire dove eravamo e intimarci di andarcene, appena passata la mezzanotte e con una bimba addormentata. Nemmeno fossimo dei criminali. Non abbiamo mai avuto paura a dormire fuori, per noi è naturale, come nel letto di casa, ma da quella sera stavamo sempre allerta, non contro vandali o ladri o animali selvatici… ma contro le forze dell’ordine.

Quali sono state le principali difficoltà e come le avete affrontate?

Sembra incredibile, ma il problema più grande è stato proprio riuscire a rispettare la nostra scelta di diminuire la plastica in viaggio. E’ difficile fare una spesa plastic-free calcolando di dover cucinare e mangiare in kayak. Pensate anche solo a quanto è difficile reperire acqua potabile senza compare bottiglie di plastica. O scegliere delle merende che non prevedano imballaggi monouso. L’unica soluzione è stata quella di accettare dei compromessi. Puntare ad aumentare la nostra consapevolezza per accettare più facilmente delle rinunce, che alla fine potevano anche essere vantaggiose perché, ad esempio, una merendina è incartata nella plastica, invece un cono gelato artigianale non ha nulla come incarto!

Come si è adattata la bambina a questo stile di vita?

Molto bene. I bambini, sopratutto se piccoli, sono molto più flessibili di quello che pensiamo. L’importante, per lei, era stare con noi e vedere che noi stavamo bene. Se noi eravamo sereni e affrontavamo le scomodità con un sorriso, tutto diventava un gioco. Avere il tempo di capire e di fare con calma era la cosa che faceva la differenza tra stare bene o essere agitati. La cosa fondamentale erano i suoi ritmi naturali: svegliarsi con noi, prepararsi con calma, visitare insieme posti nuovi, addormentarsi abbracciati in riva al mare…

Federica Botta barca a vela

Parlateci di “Luna sul mare”…

Luna sul Mare è partita come un’avventura in famiglia, un viaggio per sbloccare la nostra vita in stallo, un’occasione per imparare qualcosa e trasmetterlo a nostra figlia.

Alla fine, siamo cresciuti così tanto, da decidere di trasformarlo in un documentario che potesse raccontare qualcosa a tutte le altre famiglie e bambini, sul viaggio, sul Mediterraneo, sulla plastica e sul mare.

Ora è una serie in 12 puntate da 25 minuti, disponibile sulla piattaforma on demand uam.tv

https://uam.tv/infoseries/61eac6944d940/

La prima puntata è visibile gratuitamente sul nostro canale youtube Luna sul Mare:

https://youtu.be/wXWSlXQ8drQ

Sulla nostra pagina FB ci sono tantissime altre storie e video del nostro viaggio:

https://www.facebook.com/Lunasulmare/

E la prossima estate, da giugno a ottobre, vorremmo ripartire, per andare a esplorare i posti del Mediterraneo che non abbiamo visitato come la Corsica, le Baleari, la costa calabrese o la Grecia.

Che cos’avete imparato da quest’avventura?

Che i bambini apprendono con più facilità facendo che ascoltando. Che il tempo e la condivisione sono i veri regali della nostra vita, quelli a cui dovremmo dare valore. Che ci sono moltissime persone meravigliose là fuori, che sono già nostre amiche anche se non lo sappiamo .

Che pensare di vivere senza plastica non è impossibile, ma, anzi, è indispensabile. E che, per migliaia di anni, le persone hanno vissuto felici, senza averla.

Pensate di viverne un’altra simile in futuro?

Sì, come dicevamo prima, ci stiamo organizzando per partire di nuovo questa estate, per un viaggio ancora più lungo e impegnativo.

Abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding per poter raccogliere i fondi che ci permetteranno di realizzare la seconda stagione del documentario e questa volta di distribuirlo da subito gratuitamente sui canali free e nelle scuole o centri sociali.

Chi volesse trasformarsi in un produttore d’informazione indipendente e libera e contribuire a diffondere notizie e buone pratiche verso il plastic-free può partecipare a questo link:

https://it.ulule.com/luna-sul-mare-viaggio-plastic-free/

Che consigli dareste alle persone che vorrebbero fare un’esperienza del genere?

Di vivere il momento! E di non accumulare ricchezze ma ricordi felici. C’è sempre tempo per restare a casa e accettare lavori che non ci piacciono, semplicemente per sopravvivere. C’è meno tempo, invece, per fare cose che ricorderemo per sempre. E per farle insieme ai nostri figli, che in un attimo crescono e prendono la loro strada. La necessità di semplificare, ma con più tempo a disposizione, tirafuori da tutti noi risorse inaspettate.

E quali dareste alle famiglie che viaggiano con bambini piccoli?

Di pensare che i bambini non hanno bisogno di giocattoli ma di tempo insieme e di esperienze da condividere. Hanno bisogno principalmente di stare con i genitori e poi con altri bambini, ma anche con adulti che non siano la mamma o il papà, perché è spesso sottovalutata la voglia dei bambini di avere amici “grandi”. La famiglia e gli amici possono sostituire con successo mille corsi, attività, laboratori…

Ma, soprattutto, penso che bisogna domandarsi, prima di partire, se i genitori sono disposti a dedicare tanto tempo ai proprio figli e saranno felici e soddisfatti nel farlo, perché la società attuale ci ha abituati a delegare la loro gestione ad altri: il nido, la scuola materna, la babysitter, i nonni, lo sport, il corso di musica o di lingua… invece in un viaggio del genere si è sempre insieme. Questo è stato per noi un dono, ma se non si è consapevolmente preparati, può diventare un grosso peso.

Progetti futuri?

La nostra nuova serie, ovviamente, ma anche una piattaforma online dove poter condividere i nostri viaggi realizzati negli anni, con tanto di traccia gpx e informazioni pratiche. Stiamo già collaborando con altri colleghi e con un editore per realizzare l’App.

Per seguire e contattare Federica e Alessandro:

Facebook:https://www.facebook.com/Lunasulmare/

Sito web: www.sallophoto.it

E-mail: bottafederica@yahoo.it