Famiglia, amore e libertà: in viaggio con la musica

Di Graziana Morcaldi

Mettiamola così. Sono dell’opinione che ogni essere umano nasca per una ragione specifica. Il novantacinque per cento di noi non saprà mai quale essa sia. C’è poi un ristretto gruppo di persone (chiamiamolo il cinque per cento) che ha scoperto invece la ragione della sua esistenza, o ha imboccato la giusta strada verso di essa. La ragione ultima è sempre l’amore nelle sue infinite forme. Queste persone hanno dunque il dono di portare luce e gioia a se stessi e agli altri e sono dei privilegiati perché possono fare la differenza e contribuire a cambiare il mondo. Queste persone le riconosci perché seminano e raccolgono bellezza ovunque vadano. Per parlare della famiglia che sto per presentarvi volevo prima dire che se incontri queste persone speciali e non sei troppo cieco per riconoscerle, ci sarà una ragione del perché tra tanti posti sono capitate proprio dove sei tu. Poniti la domanda, impara ciò che c’è da imparare e trasmetti la tua nuova conoscenza.

Una famiglia in viaggio con la musica

Massimo è una di quelle persone speciali che, animato da fantasie e buoni propositi, ha costruito la sua storia passando di sogno in sogno, ignaro che i tempi erano quelli che erano e la crisi avanzava minacciosa intorno a lui. Pareva che quel virus di malcontento che nel tempo aveva trasformato altri giovani sognatori in cinici scontenti a lui non lo toccasse affatto. Massimo era un idealista, e mentre agli occhi dei tanti primeggiava l’eccentricità di quel bel ragazzo dai capelli biondi e gli occhi come il mare, lui con genuina meticolosità costruiva la sua storia d’amore passo dopo passo. Era guidato dalla passione, figlia dell’amore, che nella sua vita si era rivelata sotto le vesti della musica. E dalla musica è nato tutto, quel tutto che oggi ha il nome di famiglia. La storia di Massimo infatti è la storia della sua famiglia.

Massimo e Gabriella si conoscono da quando bambini passavano le vacanze estive in campeggio sul Gargano. Figli della stessa terra le loro strade si incrociano spesso durante gli anni dell’infanzia e della giovinezza, già allora Massimo diceva ai suoi amici che da grande avrebbe sposato Gabriella. Nel frattempo, però, si innamora della musica suonando i tamburi con i vecchi cantori del paese, che odoravano di tradizioni e saggezza e gli raccontavano un sacco di aneddoti sui tempi della guerra e sulla loro giovinezza. Sempre con loro inizia a suonare la chitarra, che da allora diventa fedele compagna di vita. Poi Massimo a sedici anni comincia a viaggiare, affamato di avventura. Viaggia con dei ragazzi del Senegal, che gli insegnano a suonare le percussioni, a lavorare il legno e costruire djembe e tamburi a cornice. Viaggia per viaggiare, con la musica, raccogliendo le mele, sperimentando l’umanità, la solidarietà, l’amicizia. Sporcandosi le mani e portando con sé a volte solo la chitarra e l’onestà. Nonostante i suoi viaggi, le sue scoperte e la consapevolezza di quella libertà, lui ambiva ad un sogno che aveva i colori caldi del sorriso tenero che aveva lasciato al paese. Quella ragazzina amica che stava sbocciando in una giovane donna e che lui desiderava sposare da quando era un ragazzino, Gabriella. Un giorno, a vent’anni, torna al paese e la notte di Capodanno le chiede di sposarlo. Lei dice sì.

Una famiglia in viaggio con la musica

Massimo e Gabriella giovanissimi si avviano mano nella mano verso una vita ricca e colorata, e da due diventano subito tre, poi quattro, poi cinque e le manine continuano ad aumentare. Sei figli, tutti maschi, tutti dagli occhioni azzurri, tutti bellissimi ma ognuno straordinariamente a modo suo.

Immaginare una famiglia di otto persone non è la stessa cosa che trovarsi davanti alle dinamiche familiari di una famiglia di otto persone. Loro sono organizzati, educati, esplodono di vita, sono gioia pura, sono allegria, sono colori, sono musica e sono bene. Sono soprattutto bene perché la loro presenza è benefica. Ho visto le emozioni che trasmettono alle persone suonando per strada ed è straordinario. Con la musica Massimo tiene unita la sua famiglia che cresce curiosa. Quel ragazzo biondo con la chitarra in spalla che sperimentava la vita e sognava sogni ambiziosi è riuscito a trasmettere ai suoi figli lo stesso entusiasmo. Massimo è il primo ad emozionarsi, il primo a lanciarsi dappertutto, il primo bambino. I suoi figli lo ammirano, lo seguono, lo stimano. Sono affascinati da questo papà dagli equilibri strani che lo rendono speciale, che riesce ad essere padre responsabile ma liberale, meticoloso ma tollerante, sognatore ma prudente. Quando parla lui sono tutti lì ad ascoltare con attenzione e in questa famiglia quando si parla nessuno sovrappone nessuno, che è l’attitudine fondamentale anche del buon musicista. Come abbiano appreso quest’arte della vita già così piccoli lo si capisce passando del tempo con loro. Sono semplicemente un piacere per gli occhi e per il cuore. Ognuno dei ragazzi cresce con una personalità forte e distinta, ascoltare la loro opinione è una sorpresa e un piacere ogni volta.

Una famiglia in viaggio con la musica

Massimo e Gabriella, con i loro figli Pietro, Matteo, Marco, Samuele, Francesco e Giulio vivono di pane, musica e viaggi. Sono in otto e viaggiano con otto strumenti musicali e tanti tamburi (quelli che costruisce Massimo, essenziali per i canti tradizionali). L’ultima avventura appena conclusasi è stato un tour scommessa-esperimento-adrenalina alle Canarie.

Gabriella, come dice Massimo è la dolcezza in mezzo ad un’orda di vichinghi. Lei placa gli scontri, cura le ferite, mette la pace. E’ la presenza amorevole e tranquillizzante, è la mamma che capisce, che protegge, che culla. Una super mamma ma anche una super moglie che non ha mai tagliato le ali al suo compagno sognatore, ma ha messo le ali anche lei, guidata dall’amore, che è già di per sé la carta vincente. Ormai si è lasciata coinvolgere dalla musica e da dietro le quinte è diventata parte attiva dello spettacolo, portando il ritmo con le castagnole e ballando sulle note dei suoi ragazzi. Dopo l’esperienza in Canaria dice che vuole prendere in considerazione l’idea di cantare e ha espresso chiaramente il desiderio di voler girare il mondo.

Sei figli, il più grande non è ancora maggiorenne e l’ultimo, Giulio ha quasi cinque anni ed è lo straordinario risultato di un bambino cresciuto in una famiglia di artisti, in mezzo a tutti i tipi di strumenti musicali e assorbendo tutto il bello dei suoi fratelli, l’esempio dei suoi genitori e sviluppando al contempo una personalità tutta sua che ha del sorprendente. Suona l’uculele e il tamburello, ma solo quando gli va.

Una famiglia in viaggio con la musica

Massimo è un ottimista per vocazione, uno spirito libero per necessità, uno di quelli che vuole vivere ogni momento e costruire bizzarramente ogni giorno. La routine non gli appartiene, non ha mai disprezzato il lavoro ma fermo troppo a lungo non riesce a stare. Più di tutto però Massimo ha la necessità di stare con i suoi figli che vivono ogni tappa della loro crescita una volta sola e non vuole perdersi nulla. Se li è caricati sulle spalle per diciotto anni e con loro ha continuato a sperimentare la vita. Massimo crede che la famiglia sia un laboratorio complesso, una società in miniatura dove all’interno del nucleo creativo ognuno deve sentirsi libero di scoprire e scoprirsi. La magia della musica che è nata nella sua famiglia non ha nulla di costruito. I figli sono lo specchio del comportamento dei genitori e Massimo cantando racconta le storie dei suoi amici anziani, i vecchi cantori del paese, i suoi viaggi con i senegalesi, gli anni a Bologna dove suonava per strada in via Indipendenza e sulla Montagnola, il villaggio degli elfi in Toscana, dove lavorava la terra con gli altri e la sera era incaricato di accendere il fuoco e fare musica. L’entusiasmo travolgente di Massimo coinvolge i suoi figli che iniziano a suonare per gioco e piano piano diventano bravi. La musica è sempre stato il centro e mischiando la musica al viaggio si sono instradati nel cammino dolcissimo di portare gioia a più gente possibile . Sono otto, viaggiano con otto strumenti musicali e si chiamano Gli Ottovolanti. Uno stravagante branco di musicisti dagli occhioni azzurri che vanno, girano, tornano, cambiano, provano, ridono, sperimentano e gli va sempre bene. Il loro segreto è la leggerezza con cui affrontano la vita, e d’altronde l’universo ha un debole per i sognatori genuini come loro. Il filo conduttore di tutto resta sempre la musica che non gli volta mai le spalle. Ed è grazie alla musica che si sono buttati nella loro ennesima avventura familiare, un mese in tour alle Canarie, un tour appena concluso e dal quale non si aspettavano niente, ma si erano ripromessi di accettare con gratitudine ed umiltà tutto quello che gli avrebbe regalato. Di regali e messaggi Gli Ottovolanti ne hanno dati e ricevuti. Massimo ha quella inconsistenza genuina che rende lui e la sua famiglia una perla rara. Deve cambiare, stravolgere, conoscere, emozionarsi e ha trasmesso questa vitalità a tutta la famiglia. Quando dico che sono una famiglia che ha del miracoloso è perché ritengo che tanti anni fa abbiano iniziato inconsapevolmente un grande esperimento d’amore che nel tempo ha mostrato quanto bene faccia. Una famiglia così ci insegna che la volontà e l’amore non conoscono limiti e che essere sognatori è bello, ma sognare in otto è ineguagliabile. Massimo e Gabriella hanno scelto di dare ai loro figli ali e radici e quasi senza rendersene conto hanno fatto un grande regalo a degli adulti di domani. Loro si sono messi in gioco cento volte e cento volte l’universo ha detto sì.

Se incontrate persone così sul vostro cammino e non siete troppo ciechi per riconoscerle fermatevi e arricchitevi, perché se fra tanti posti sono capitate proprio dove sei tu, ci sarà pure una ragione.

Facebook: Gli Ottovolanti

Le foto sono di Silvia Panetta

Una famiglia in viaggio con la musica